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Autore: MrsShepherd    22/03/2017    2 recensioni
Spezzoni di vita della famiglia Rizzoli...
Jane e Maura hanno deciso di amarsi e costruire una famiglia insieme. I drammi, le liti e le preoccupazioni di due donne forti, che si amano nonostante la distanza, nonostante le loro diversità, nonostante TUTTO.
Brevi episodi della vita di Jane e Maura collegati da un sottile filo rosso, una bambina dagli occhi color Zaffiro che spero vi conquisterà.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Jane Rizzoli, Maura Isles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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3. Charlotte: Posti vuoti

 
Gridano il mio nome al microfono: CHARLOTTE RIZZOLI! È la mia chiamata, ora tocca a me. Le prime volte mi vergognavo ad indossare il costumino da ginnasta; mi tirava tutto e la parte in fondo si incastrava nelle mutande. Eve, la mia compagna, un po’ più grande di me mi diceva: - Se si incastra lo devi lasciare così. Non è bello che ti “ravani” nelle mutande il giorno della gara! Ti guardano tutti.-
- Chissenefrega…- le avevo risposto, però da quel giorno non mi sono più “ravanata” nelle mutande.
Il mio allenatore mi sussurra di andare, guardo il presentatore, faccio un cenno per fargli capire che ho capito. Faccio un bel respiro e mi avvicino alla sbarra. Le mie spalle sono rivolte alla tribuna, meglio, così non mi distraggono. Passo le mani sulla trave di legno e con la punta delle dita testo la scivolosità. Poi inizio.
Le mani contratte sostengono il mio corpo che assume una posizione verticale, perfettamente verticale. L’esercizio continua come un rito: le braccia fendono l’aria ondeggiando, i miei piedi si sollevano e atterrano saldi al centro della sbarra, la mia schiena si inarca senza sforzo.
Poi guardo la tribuna, non vedo mamma Jane, lei non c’è. Neanche mamma Maura, strano, di solito non mancano mai ad una gara.  la mia testa si piega impercettibilmente verso un lato.
Concentrati…ti prego… ripeto nella mia mente. Allargo le braccia e faccio una piroetta su me stessa, poteva andare meglio.
Ecco, mamma Maura è arrivata e sta prendendo posto, si scusa con i presenti che si alzano infastiditi per farla passare. Oggi è sabato e mamma Jane dovrebbe essere a casa…eppure, per la prima volta il lavoro l’ha costretta a rimanere a Washington. Ma cosa fa mamma Maura? Piange? Perché? È successo qualcosa? Si asciuga le lacrime in fretta, mi guarda e mi sorride. Non lo so, non mi convince…
Guardo di nuovo la trave, ormai manca poco alla fine, prendo la rincorsa, salto spaccata, dovrei atterrare come tutte le volte, ma no. Perdo l’equilibrio e cado giù. Porco cane. Questo mi costerà un po’ di punti; non ci voleva. Risalgo, faccio un bel respiro e attendo il suono metallico, che mi avvisa che è ora di fare l’uscita. Salto, avvitamento, rondata e giù. Le punte dei miei piedi toccano il terreno e da lì non si muovono più. Ho finito, ma non sono soddisfatta; questa era una gara importante, qualificazione livello 7. Spero di essere passata. Guardo la mamma e faccio segno di no con la testa, lei piega la sua, alza le spalle e sorride. È il suo modo di dire “non fa niente”. Attendo il mio punteggio che arriva dopo poco. Sono passata per un soffio, adesso dovrò impegnarmi al massimo nelle altre specialità. Questo mi riesce bene. Seguono le parallele, i salti e il corpo libero. Alla fine, nonostante la caduta alla trave sono riuscita a piazzarmi prima. Saluto la tribuna mettendomi in quella posa strana che prima mi sembrava così ridicola. Mi infilo la tuta e raggiungo mamma.
- Sei ufficialmente passata al livello 8!-  Mi dice prendendomi per le spalle e chinandosi verso di me: - Sono così fiera di te!- mi bacia sulla guancia e mi stringe in un abbraccio. Vedo che ha pianto, anche se cerca di dimenticarlo. Forse questo abbraccio serve più a lei che a me.
Salutiamo l’allenatore che mi ha portato alla palestra e saliamo in macchina. Il tragitto verso casa non è lungo, ma vedo che mamma rimane in silenzio e non lo fa mai.
- Com’è andata oggi al lavoro?- le chiedo.
- Bene, oggi non abbiamo avuto casi, quindi mi sono dedicata alla stesura del mio discorso sul prossimo convegno che si terrà alla Boston University sull’importanza delle tecniche non invasive per l’analisi di corpi rilevanti in casi forensi.-
- Ah.- mugugno io. Come al solito non ho capito una mazza, forse perche ho 9 anni, magari quando sarò più grande riuscirò a seguirla di più. Meno male che siamo arrivate.
- Ti preparo un bel bagno, la campionessa ha bisogno di rilassarsi.-
Approfitto del fatto che lei sia in bagno per fare il mio lavoro da poliziotta. Voglio capire che succede: guardo in camera delle mamme. C’è il letto stropicciato e il portatile è sul cuscino, non è al suo posto, quindi penso che mamma abbia parlato con qualcuno prima di andare via. Questa persona deve averla trattenuta a lungo perché è arrivata in ritardo e piangendo…però siccome è molto ordinata non lascerebbe mai i fazzoletti in giro. Vado a controllare nel cestino, che è stracolmo di carta. Non so con chi ha parlato e forse non vuole dirmelo, ma quella persona ha fatto piangere la mamma e ha tenuto lontana mamma Jane che viene sempre a vedermi, anche se lavora in un altro stato. Questa cosa mi fa arrabbiare.
- Charlotte amore dove sei? La vasca è quasi pronta!-
- Arrivo mamma!-
Mi siedo sullo sgabello di fianco alla vasca. Mamma maura si è rimboccata le maniche della camicia di voile, elegante anche quando è stanca o ha appena pianto. Lentamente mi toglie il codino che legava i miei capelli e comincia a sciogliermi la treccia ripiegata a forma di scignon.
- Mamma…- le chiedo dopo un po’: - Posso farti una domanda?-
La vedo sospirare allo specchio, forse in fondo ha capito di che cosa si tratta, ma non per questo si tira indietro. – Dimmi pure…- dice sommessamente spazzolandomi i capelli color castano chiaro.
- Come mai mamma non c’è oggi? È successo qualcosa di brutto?-
- No Charlie, non ti preoccupare, mamma sta bene, è solo un po’ impegnata per il nuovo lavoro. Per questo non è venuta oggi.-
- Ah, quindi oggi non c’è. Riesce a venire domai?- chiedo speranzosa
- No, questa settimana non viene.-
- Te lo ha detto al telefono?-
- No ci siamo sentite a computer, ha detto che le dispiace moltissimo ma che questa settimana non potrà vederci.-
Al computer. Quindi era lei la persona cattiva che ha fatto piangere la mamma. Sono confusa, mamma Jane non è una brutta persona, è la mamma migliore del mondo,…però questa volta non viene a trovarci. Ce lo aveva promesso. Le brave mamme non mantengono sempre le promesse?
- Possiamo chiamarla stasera per dirle della gara?-
- No stasera no.- mi risponde Maura con gli occhi bassi
- Domani?-
- No, Charlotte. Neanche domani. Mi dispiace.-
- Ma non è pericoloso il nuovo lavoro all’FBI? Di solito era sempre libera nei weekend. La rivediamo presto vero? -
- Sono sicura che il prossimo weekend sarà libera. Me lo ha assicurato lei.- risponde Mamma Maura
- è Perché mamma Jane non c’è che sei triste oggi?- le chiedo guardandola negli occhi verdi. Lei distoglie lo sguardo.
- il bagno è pronto.- mi dice.
Le porgo il costume e mi immergo nell’ acqua calda, mamma scappa velocemente in cucina. Ripenso alla gara e al posto vuoto in tribuna. Chiudo gli occhi e tocco il fondo. Ho la sensazione che non sia finita qui.
 
 
   
 
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