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Autore: lmpaoli94    22/03/2017    0 recensioni
Era lì seduta in quel letto d’ospedale. Era ferma immobile. Da troppo tempo non si muoveva. Era quasi un anno che era in coma per colpa di un brutto incidente stradale. I genitori e tutti i familiari non avevano mai perso la speranza. Nemmeno il suo ragazzo Roberto che stava sempre accanto a lei nella certezza che un giorno si fosse risvegliata… Ma un giorno l’arrivo di una ragazza sconosciuta in ospedale che ha avuto lo stesso incidente della sua amata, gli avrebbe cambiato l’esistenza.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23°
 
John non si fece vedere nei pressi dell’ospedale.
Doveva elaborare un piano perfetto per eliminare Roberto e Rebecca, e doveva farlo nel luogo più sicuro possibile: la sua botola segreta, che aveva fatto costruire in casa sua quando era ancora un militare.
Non aveva ancora pensato definitivamente come eliminare il giovane ragazzo, ma aveva capito che per fare ciò, aveva bisogno di un piccolo aiuto da alcuni carcerati… Ma prima di pensare ancora a lui, John chiamò Olympia con il numero che lei gli aveva dato.
«Pronto?» domandò la ragazza con tono intimorito non capendo chi la stava chiamando.
«Buonasera signorina. Si ricorda di me?»
La ragazza non ci mise molto a capire chi era.
«Sì, mi ricordo di lei… Allora? Ha fatto quello che gli ho ordinato?»
«Non esattamente…» ribattè il cecchino con tutta la calma di questo mondo.
«Cosa?! E mi dice che diavolo sta aspettando?! Mi aveva detto che non avrebbe fatto passare più di una settimana e…»
«So quello che ho detto»
«E allora perché mi ha chiamato? Ci eravamo messi d’accordo che ci saremmo sentiti a lavoro concluso» «Ha perfettamente ragione… Però ci sarebbe un piccolo problema…»
«Problema? Quale problema?»
«Non li legge i giornali? Il punto dove dovevo tirare con il mio fucile da precisione è salvaguardato a vista dagli sbirri ed è troppo pericoloso che io vada fin lassù senza farmi vedere. Se il nostro piano deve riuscire alla perfezione, lei mi deve aiutare»
«Cosa dovrei fare?»
«Oh, una piccola sciocchezza. Dovrebbe portare la bomba che ho appena costruito dentro l’edificio…» disse il cecchino con una naturalezza inspiegabile che fece rabbrividire la ragazza.
«Eeeh?! Ma lei è completamente pazzo!!!» ribattè fuori di sé Olympia.
«Sì lo so, me lo hanno detto in molti»
«Non farò mai una cosa del genere! Se lo tolga immediatamente dalla testa!»
«E allora mi dice come potrei eliminare la ragazza?»
«Non lo so come potrebbe fare. È lei il genio del male! Si faccia venire una bella idea e la esegua»
«Sono una persona può darmi degli ordini e non è certo lei! O piazza la bomba in un luogo nascosto, oppure il nostro accordo salta. Faccia lei. Io ho ben altre cose a cui pensare»
«John, lei sa che facendo così rinuncerebbe a un sacco di soldi, vero?»
«Sì, ma la mia sicurezza e la mia incolumità non hanno prezzo. Rischio di finire in carcere per un lavoro di minore importanza!»
«Lei è un vero ingrato! Se riesco a trovarla, gliene dico di tutti i colori!» ribattè furente di rabbia la giovane donna.
«Prego, venga pure da me. L’aspetto molto volentieri»
«La smetta di sfidare la mia pazienza!»
«Le giuro sul mio nome che non lo farò. Se viene da me potremmo metterci d’accordo una volta per tutte. Che ne dice?»
il desiderio di eliminare Rebecca era più forte di qualsiasi altro sentimento. E poi Olympia, tenacia com’era, non avrebbe mai rifiutato la sfida del suo complice.
Nemmeno se fosse stato la persona più pericolosa di questo mondo.
 
Olympia arrivò dinanzi la casa del cecchino senza nemmeno bussare.
Visto che la porta era semiaperta, decise di tirarci un calcione per aprirla definitivamente.
«Salve. È questa l’educazione che le hanno insegnato?» domandò John che aveva in mano una tazzina di caffè. «Ha fatto presto ad arrivare. Era nelle vicinanze? Oppure si è messa a fare la spia pure lei?»
«Basta con le domande ironiche! Son venuta qui per chiudere questa storia!»
«Come vuole lei. Prego, mi segua.»
La giovane ragazza fu condotta in un passaggio segreto che portava al nascondiglio del cecchino. «Benvenuta nel mio mondo!» disse sorridente John.
Con la poca illuminazione che disponeva la stanza, Olympia riuscì a vedere molti oggetti necessari per costruire una bomba. Dai fili elettrici alla nitroglicerina.
«Attenta a dove mette le mani» la avvertì il cecchino prima che potesse maneggiare qualcosa di veramente pericoloso.
«Che materiale usa nelle bombe?»
«Perché vuole saperlo?»
«Semplice curiosità… Che c’è? Non si fida di me?»
«In verità? No! A questo mondo non ci si può fidare di nessuno. Comunque nella bomba metto molta nitroglicerina. Ci metterei la dinamite, ma con i controlli che corrono in ogni posto che vai, è molto difficile trovarla»
«L’asso delle bombe non riesce a trovare i materiali? Non l’avrei mai detto!»
«In primo luogo io sono un cecchino, ma ultimamente mi sono messo a costruire delle bombe, perché sono molto devastanti… Intanto, questa è la bomba che lei dovrebbe portare nella stanza della ragazza» disse il cecchino indicandogli il meccanismo complicato che aveva costruito.
«Allora, gli spiegherò molto velocemente come lei si deve comportare…»
«Guardi che io non ho ancora deciso…»
«Oh, certo che ha deciso» disse sicuro di sé John.
«E se mi rifiutassi ancora una volta mi farebbe sparare come ha fatto con quel povero ragazzo trovato morto nel parco?»
«Cosa le fa credere che ad ucciderlo sia stato io?»
«Andiamo John, non sono così sciocca come lei pensa»
«Mai detto e mai pensato, signorina Olympia»
«Comunque, chi oltre a lei, in questa piccola città ha un fucile da precisione come il suo?»
«E mi dica, come sa che ho utilizzato un fucile da precisione?»
«L’ho letto sul giornale. E non credo che mentano…»
«Questo non lo può sapere… Il mondo è pieno di bugiardi»
«Il primo sta dinanzi a me» rispose coraggiosamente la ragazza.
John, dopo averla fissata benevolmente, si era fatto cupo e accigliato.
L’ultima battuta della ragazza non gli era per nulla piaciuta.
«Sa, se avessi tra le mani il mio fucile da cecchino, non avreste avuto scampo»
«Ah sì? Mi avrebbe davvero ucciso? E come la mettiamo con il nostro piano?»
«Lei mi ha ripetutamente detto che ha rifiutato…»
«Ah già, è vero»
«Glielo chiederò un’ultima volta: ne è sicura di non volerlo fare?»
«John, non voglio rischiare la vita per una uscita appena dal coma»
«Facciamo così: se lei mi fa questo favore, non gli chiederò nulla» disse il cecchino porgendogli l’assegno che la ragazza aveva firmato qualche giorno fa’.
«Beh, se la mette in questo modo…»
«Perfetto! Allora ascolti il mio piano… Lei entrerà come se nulla fosse con una borsa piena di vestiti e domanderà ad un infermiera quale è la stanza della ragazza»
«So quale è la sua stanza! La mia era proprio davanti la sua!»
«Meglio! Così ci saranno sempre meno inconvenienti… Arrivati in camera sua, gli dirà che lei è una sua vecchia amica che non vedeva da molto tempo e dopo avergli parlato un po’, appoggerà la borsa dove capita e uscirà dalla sua stanza, ritrovandoci subito dopo. Tutto chiaro?»
«Ehm, ci sono due problemi. Primo: ho letto sul giornale che ci sono due poliziotti che fanno guardia alla sua porta. Appena capiranno che voglio entrare dalla ragazza, mi perquisiranno e troveranno la bomba» «La metterò in una scatola di puzzle con così tanta carta che la apriranno, lei avrà il tempo di fuggire»
«Ok… Secondo punto: lei non mi conosce. Mi dici come faccio a convincerla che io sono una sua vecchia amica?»
«Potrebbe dirle che era una sua compagna alle elementari o all’asilo. Non me ne frega. Basta che lei riesca a ingannarla. E non come ha fatto Angelo!»
«Questo vuol dire…»
«Sì, sono stato io, contenta?»
La ragazza lo fissava con occhi inespressivi.
«Che cosa le prende? Ha paura?» domandò con un ghigno malevolo il cecchino.
«No…» rispose la ragazza con un filo di voce.
«Bene…»
Appena John cominciò a fissarla a sua volta, la ragazza distolse il suo sguardo.
Per riuscire a calmarla. prese la sua mano destra e la bacio delicatamente.
La ragazza, che era spaventata più che mai, la ritrasse verso di sé.
«Allora, quando potremmo agire?»
«Anche stasera. Così ci togliamo subito lo sfizio»
   
 
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