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Autore: Flaxx    23/03/2017    1 recensioni
E' la storia di quello che è successo ad un povero impiegato licenziato, tutto in un giorno di pioggia che gli cambia la vita.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era la giornata più brutta della sua vita, la peggiore che potesse avere. Prima di tutto J Howard, questo era il suo nome, era un impiegato, elemento spazzatura, di una ditta di robotica. Aveva un brutto difetto, era asmatico, anche forte. Si assentava a curarsi con quelle bombolette, quelle brutte in qualche modo, che lo tiravano su. Il dottore gli aveva sempre detto di non fare sforzi, di vivere la giornata perchè non sapeva quando sarebbe peggiorata. Troppo tardi. Un giorno, a West Billion, una piccola cittadina semi sconosciuta del centro America, dove viveva e lavorava, fu licenziato. Ebbene sì la spazzatura doveva andare via e così tanti saluti e calci nel sedere e via senza rimorsi. Aveva una misera liquidazione, quella l'avevano concessa, ma non bastava neanche per un trattamento per aiutarlo (ebbene queste, non possiamo dirlo per dignità, lo avevano lasciato in braghe di tela). Era un triste giorno di pioggia, anche forte.
La sua città era considerata la città fantasma, per vari motivi, uno tra tanti era che i mezzi erano pochi, le anime anche, non aveva neanche uno stadio per un campionato minore di baseball, ci bastava solo un piccolo parchetto, giusto per. Era una giornataccia, a calci nel sedere fuori da lavoro, stava camminando sulla strada, non sapendo cosa fare, perchè non voleva tentare una triste via, era sempre stato ottimista, avrebbe voluto guarire, ma insomma nulla. Da lì neanche una macchina, aveva il cellulare che era l'unica speranza ma senza soldi per chiamare mezzi, a piedi, sotto quella fitta nube, peggio della nuvola di fantozzi, senza una famiglia che lo aspettasse. Sì bella cosa, un'anima nella città fantasma, senza un possibile futuro. Quella poi era particolare per leggende, già una cosa omessa: si parlava di come scomparissero alcuni chiamati poi nel gruppo dei miserabili. Era come una storia dell'orrore, anche se di solito c'era la nebbia. DI solito queste anime poi le trovavano cambiate, anche in peggio, oppure morte, ma insomma nulla di preoccupante. Bastava sentire un qualcosa nella parte della città vecchia, dove sorgeva, nei pressi la ditta malefica. Camminava e camminava, camminava e camminava, tirando su il naso dalla tristezza, che qualcosa attorno a lui sembrava cambiato. Si fermò, riparandosi sotto delle tettoie, era zuppo peggio che mai, guardò in ogni direzione ma nulla, però sentiva qualcosa, un suono, di  violino. Ora sì, tutto normale in una giornata di pioggia nella città senza un'anima apparente un suono di violino, come no. Non sapeva da dove proveniva, quel suono era come ovunque. Vedeva ombre, come in un film dell'orrore. Quel maledetto suono era come un lamento, era come un verso, lo chiamava. Era come se qualcosa di brutto lo aspettasse e improvvisamente vide veramente qualcosa, era una bambina, capelli neri lunghi, lisci, era come quella dei film dell'orrore della cassetta. Lo indicava con una vocina, camminando un passo per volta. Cosa voleva da lui, nulla di bello probabilmente. J era freddato, una paura lo stata attanagliando così forte che gli tremavano le gambe. Si girò per camminare e improvvisamente vide quella figura da vicino. Ella lo tocco al petto e poi al braccio, aveva un volto cadaverico. Lo zittiva mentre qualcosa come un eco gli parlava, era la sua voce: 'dopo di questo tutto cambierà'. Svenne J ovviamente.
Arrivò il mattino del giorno successivo, si svegliò, era sulla strada, sentì come una nuova energia. Vide sul braccio un simbolo, strano, prima non c'era. La gente era lì a guardarlo. Qualcosa era diverso, in lui, si sentiva tale. Prima di tutto l'asma era sparita, del tutto, non sentiva più rimorsi, oltre che la sua pelle, il corpo era fresco ma non zuppo, solo i vestiti. Si alzò in piedi con energia guardando la folla, quei pochi che erano lì. Sentiva il suo battito del cuore e quelle parole dette da quella bambina il giorno prima, quel tutto cambierà. La sua vista era migliorata, stranamente,  oltre che sembrava vedere le anime delle persone, con colori diversi, molte rosse, alcune blu e una nera, il suo ex capo. Notava qualcosa in più, si sentiva più leggero. L'ex capo, quasi a riconciliare, anche per non  avere colpe era lì preoccupato, ma nulla il suo sguardo era freddo, incolpandolo del suo licenziamento. A quelle parole l'anima stessa aveva paura. Capì J che aveva un dono, che la ragazza era come una messaggera, qualcosa in lui era scomparso. Forse le leggende su quqlal cittadina, sul suono del violino e sugli scomparsi era una fonte di verità.
   
 
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