Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Calowphie    23/03/2017    3 recensioni
Raccolta di storie a tema "BTS x reader".
Ogni componente avrà una storia a se, con vari problemi e aspettative che renderanno il tutto un po' più romantico.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ciotola trasparente strabordava di pop-corn tanto che Jimin si vide costretto a raccogliere con la mano libera quelli che cercavano di cadere a terra nel tragitto fino al tavolino, posto davanti alla televisione della sala: era giunto il giorno della settimana preferito dal ragazzo quello della “ serata film” in cui lui e la sua amica del liceo si trovavano per guardare un film assieme.

Quella volta era toccato alla ragazza scegliere il film e, conoscendola, Jimin sapeva che si sarebbe dovuto sorbire uno di quei film strappa lacrime che a lei piacevano tanto; il ragazzo si era però premunito di auricolari e, nel caso il film fosse stato troppo per la sua mente “mascolina”, avrebbe collegato il cavetto al telefono premendo il tasto play della sua playlist preferita isolandosi fino alla fine dello spettacolo.

Finalmente Jimin giunse sano e salvo al tavolino della sala mangiucchiando i pochi pop-corn che erano sfuggiti al bordo tondo della ciotola: “ patatine e pop-corn caldi ci sono, bicchieri e coca-cola anche ora manca solo T/N” borbottò tra se sedendosi sul divano appoggiando il braccio al bracciolo adiacente a lui ed estraendo dalla tasca dei pantaloni il telefono per cercare qualche segnale della sua amica:

 
nessun nuovo messaggio
 

L’unica farse che continuava ad uscire sullo schermo nero del suo telefono.

Sbuffando di tanto in tanto, appoggiò il telefono sul cuscino del divano rassegnandosi al fatto di dover attendere T/N senza alcun preavviso; poco dopo che aveva appoggiato la testa sullo schienale del divano facendo penzolare i suoi capelli neri nel vuoto, il campanello del citofono squillò prepotentemente spaventando il ragazzo e facendolo sobbalzare: con un salto scese dal divano e di corsa si avvicinò al citofono: “T/N?” domandò entusiasta del suo arrivo, quasi emozionato al pensiero di poterla rivedere dopo una intera settimana senza averla incontrata neanche una volta a causa del lavoro di entrambi: “ si ChimChim sono io. Mi apri perfavore, fa un po’  freddo qua fuori” rispose lei facendo sorridere il moro che aprì immediatamente il portone di casa sua, lasciando che l’amica potesse entrare.
La spiò dallo spioncino della porta di casa mentre si incamminava verso di lui attraverso il vialetto del giardino ricoperto di piastrelle bianche che lei saltellava senza cercare di toccare le righe nere di cui erano circondate, come faceva ormai da quando andavano al liceo: “ Jimin so che sei dietro la porta fammi entrare” urlò lei una volta raggiunta la porta color mogano dopo aver cercato di aprirla spingendo verso il basso la maniglia color oro. Prontamente il ragazzo si scansò dallo spioncino, si calmò, e fece entrare l’amica che lo travolse con il suo sorriso scaldandogli il cuore: “ ho portato la pizza” affermò lei sollevando il cartone che aveva in mano osservando come lo sguardo dell’amico si illuminò in un istante all’udire di quelle parole: “ ottimo! Ma che si guarda oggi?” proseguì Jimin chiudendo la porta a chiave e spingendo leggermente la schiena dell’amica indirizzandola verso il divano nero del salotto: “ la Bella e la Bestia” affermò lei appoggiando il cartone della pizza sul tavolino dopo aver accuratamente spostato le ciotole poste precedentemente dall’amico: “ come scusa?” domandò lui perplesso dopo aver sentito il titolo del film proposto : “ hai sentito benissimo Park Jimin: oggi guarderemo la Bella e la Bestia. Ho nostalgia dei film che guardavo da piccola e dato che questo è il mio preferito, ho deciso di guardarlo con te” continuò lei togliendosi il cappotto e appendendolo all’appendiabiti posto accanto al muro bianco dell’entrata.

Un po’ perplesso dalla risposta dell’amica, Jimin sbatté le palpebre due volte cercando di riprendersi ma bastò il viso felice e rilassato di lei per farlo tornare alla realtà e farlo incamminare automaticamente verso il divano prendendo comodamente posto accanto a essa, la quale era già pronta a far partire il film attraverso il telecomando del DVD che aveva in mano

“ Jimin mettiti comodo che sono pronta a schiacciare play” sostenne lei notando l’amico che non riusciva a trovare una posizione definitiva muovendosi continuamente, spostando i cuscini in modo da non dargli fastidio: “ vai parti” affermò lui sedendosi a gambe incrociate e con un cuscino tra le mani: la ragazza lanciò un sospiro di rassegnazione e schiacciò il tasto play del telecomando grigio per poi appoggiarlo sul tappeto che copriva il pavimento davanti al sofà.

Diversamente dal piano che Jimin aveva ideato in caso di necessità, le cuffiette del telefono non furono utili: conosceva bene la storia del film Disney ma non pensava gli potesse interessare ancora così tanto: “ ora c’è una delle mie canzone preferite” affermò entusiasta lei dando dei colpetti sul ginocchio all’amico, che la osservò scioccato dal gesto spontaneo della ragazza ma allo stesso tempo era felice di vedere il sorriso luminoso di lei: apparso per una semplice cosa come una canzone della sua infanzia.

Non appena le prime note di “È una storia sai” risuonarono nella stanza, la ragazza si appoggiò allo schienale del divano canticchiando sotto voce le parole della canzone osservando, con occhi lucidi, il ballo dei due protagonisti: “ vorrei accadesse anche a me una cosa del genere” sostenne,  girando lo testa verso l’amico e osservandolo di sbieco sorridendogli appena: qualcosa scattò nell’animo di Jimin che, prontamente, si alzò dal suo caldo posto e lanciò il cuscino sul divano posizionandosi davanti al lei allungandole la mano: “ mi concedi questo ballo?” chiese lui guardandola negli occhi cercando di capire la risposata dalla sua reazione.

Lentamente lei si alzò appoggiandosi alla piccola ma forte mano di lui, il quale la tenne salda allontanandola dal divano: “ manda indietro la canzone” affermò lei senza mai lasciare la presa; il moro si abbassò e prese il telecomando, portando all’inizio della canzone il film per poi concentrarsi sulla sua dama posizionando la mano libera dietro la sua schiena e sentendo la mano di lei sulla sua spalla: i due iniziarono a muoversi lentamente per la stanza sentendo entrambi il cuore sobbalzare ogni volta che i loro sguardi si incrociavano: “ sei bravo a ballare” affermò ironicamente e sottovoce lei, mentre lui la faceva girare su se stessa: “ non ti ho mai detto che ho fatto svariate lezioni di ballo?” rispose senza esitare lui, lanciandole un sorrisetto che la fece leggermente arrossire.

Continuarono a ballare e a parlarsi attraverso gli sguardi per tutto il tempo della canzone sentendo di tanto in tanto le farfalle nello stomaco svolazzare libere; Jimin notò che la canzone stava per concludersi e decise di terminare il ballo con un casquet.

Non si rese conto però della vicinanza dei loro volti nel momento in cui compì il gesto: gli sguardi di entrami erano focalizzati nelle iridi l’uno dell’altro: il rossore iniziò a palesarsi sulle gote di lei nel momento in cui lui iniziò lentamente ad avvicinarsi, bramando quelle labbra rosate e carnose che adornavano il volto della sua amica; ma una briciola di buon senso ridestò il ragazzo che scosse leggermente il capo e con delicatezza risollevò l’amica allontanandosi a volto basso e risedendosi sul divano: “ dai vieni a sederti che il film non è finito” sostenne picchiettando la mano sul cuscino  alzando leggermente la testa per lasciare che lei si beasse del suo sorriso.
Cercando di sviare l’accaduto precedente, la ragazza prese posto accanto a Jimin offrendogli una fetta di pizza, mostrando ancora qualche sprazzo di rossore in volto: “ vuoi anche da bere?” chiese lei sempre girata di spalle e seduta al bordo del divano versando già nel bicchiere di plastica blu, la bevanda gassata: “ si, grazie” rispose lui tranquillo ma non riuscendo a togliersi dalla mente il gesto avventato di poco prima.

 
A cosa stavi pensando Jimin? Era un modo avventato per dirle quello che provi, non credi?
 

La risposta al messaggio che aveva mandato poco prima al suo migliore amico, lampeggiava sullo schermo del telefono che il ragazzo teneva stretto tra le mani nascondendolo cautamente dalla vista dell’amica che osservava la fine del film, seduta a gambe incociate accanto a lui stringendo la ciotola dei pop-corn e sgranocchiandone alcuni a causa della foga delle azioni che comparivano sullo schermo. Jimin la osservava pensando a quanto carina fosse quando cercava di urlare al protagonista che era tutta una trappola: “ non ti sente lo sai?” intervenne rompendo il silenzio che si era creato tra i due dopo l’azione di poco prima: “ lo so” rispose lei con fare ovvio: “ sai anche che non muore perché preoccuparsi” sostenne lui sdraiandosi e appoggiando la testa sulla gamba di lei: “ ecco, bravo mi hai spoilerato il finale” si lamentò la ragazza facendo la finta offesa e mostrando al moro un finto broncio che non fece altro che scaturire una fragorosa risata  da parte dell’amico: “ sposta la ciotola che sono scomodo” affermò lui spostando i suoi capelli all’indietro con la mano; la ragazza sbuffò leggermente sorridendo poco dopo, allungando la mano con la ciotola semi vuota verso il tavolino: “ perché hai deciso di appoggiarti alle mie gambe?” chiese lei riappoggiando la schiena al divano e allungando le gambe trovando la posizione più comoda: “ sostengo che le tue gambe siano più comode del cuscino” affermò lui chiudendo gli occhi beandosi la calma e la comodità di quella posa: la ragazza non rispose, si limitò ad osservare quella faccia leggermente paffuta che tanto le faceva battere il cuore ricordando come, i lineamenti da bambino che lo contraddistinguevano nel periodo del liceo, erano ormai scomparsi lasciando spazio a lineamenti più mascolini; senza neanche accorgersene distolse lo sguardo da lui e continuò ad osservare il film appoggiando istintivamente una mano sui capelli neri muovendola impercettibilmente: a quel contatto Jimin aprì gli occhi piacevolmente sorpreso, non aspettandosi una reazione del genere da lei.

Piano piano le carezze che T/N stava serbando all’amico diventarono sempre minori fino a smettere del tutto: un rilassato Jimin aprì lentamente gli occhi e li alzò in direzione dell’amica notando come avesse appoggiato la testa alla mano e si fosse addormenta poco prima della trasformazione della bestia: “ T/N se ti addormenti qua prenderai un raffreddore” affermò sottovoce il ragazzo alzandosi dalla posizione precedente appoggiando una mano al braccio dell’amica, la quale non diede alcun segno di risveglio.

Jimin si alzò lentamente dirigendosi verso la sua stanza estraendo prontamente una coperta dall’armadio, tornò in salotto osservando il viso rilassato di lei sorridendole appena, sgomberò il tavolino e spense la televisione, prese posto accanto all’amica cercando di non fare troppo rumore evitando di svegliarla: “ cerchiamo una posizione più comoda, ti va?” affermò Jimin quasi in un sussurro:  spostò l’amica e la fece appoggiare sulle sue gambe coprendola con la coperta di poco prima: “ ora puoi riposare tranquillamente” concluse, iniziando ad accarezzarle i capelli sciolti: un sorriso inconscio si palesò sulle labbra della ragazza.

 
Forse è stato meglio se la serata sia finita così, non credi?

 
Rispose così Jimin all’amico, allegandogli una foto per dimostrare come fosse felice della situazione in cui era finita la serata. 
  
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