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Autore: Monkey D Akiko    23/03/2017    1 recensioni
Piccoli momenti di vita dei migliori personaggi di sempre e le coppie le potete scegliere voi!
Qualsiasi personaggio, qualsiasi paring, qualsiasi ambientazione e qualsiasi genere, tutto incentrato su brevi episodi quotidiani di coppia.
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*CAPITOLI*
1- Gara {AceXMarco}
2- Braccio meccanico {FrankyXKidd}
3- Dichiarazione {AceXRufy}
4- Incontro {AceXLaw}
[...]
28- Spiaggia {ZoroXSanji}
29- Parco {FrankyXRobin}
30- Crescere {DoflamingoXRocinante}
31- Malintesi {PaulyXNami}
32- Dichiarazioni {AceXRufy}
33- Dolci {SanjiXViolet}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro, Sanji/Nami, Sanji/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL'AUTORE
Salveeee a tutti! <3 Rieccomi con una nuova storia Ace x Rufy richiesta da Io_amo_Freezer ^^ Spero vi piaccia!
Mi scuso per la mia lunga assenza ma ora che ho iniziato l'università il mio tempo per le storie si è ridotto :( comunque cercherò di ricavarmi uno spazietto per scrivere così da non sparire dal sito per troppo tempo. Sappiate che il prossimo capitolo sarà l'ultimo della raccolta, ormai siamo agli sgoccioli!
Ringrazio tutti coloro che leggono la storia, chi l'ha inserita tra le preferite, seguite e ricordate e chi recensirà, grazie di cuore a tutti! <3
A presto!
Monkey D Akiko <3

 
DICHIARAZIONI


L’estate era alle porte e Ace cercava di resistere agli ultimi giorni di scuola. Il caldo era afoso e camminare per i corridoi costretto a indossare pantaloni lunghi e camicia era una sofferenza, si sarebbe messo volentieri a torso nudo, tanto alle ragazze non sarebbe dispiaciuto …
La sua stanchezza era percepibile da lontano, non faceva altro che trascinarsi in giro sbuffando e sospirando ad ogni passo che faceva. Però doveva resistere, ancora poco e avrebbe lasciato per sempre quella prigione! Il pensiero del diploma era l’unica cosa che gli desse un po’ di sollievo.
Improvvisamente una voce risuonò per il corridoio e un ragazzino con un cappello di paglia gli piombò davanti spaventandolo a morte.
“Ti aspetto alla mia festa, ci saranno un sacco di cose da mangiare! Non mancare mi raccomando!” gli disse euforico buttandogli addosso un foglio di carta, poi si dileguò velocemente come era arrivato.
Ace era rimasto di sasso, non aveva avuto il tempo per reagire in alcun modo. Sbatté ripetutamente le palpebre per assicurarsi di non aver avuto le allucinazioni. Sbagliava o quel ragazzo lo aveva appena invitato a una festa?
Lo conosceva a malapena, aveva sentito molte voci su di lui, ma non ci aveva mai parlato. Monkey D Rufy, detto Mugiwara per il suo inseparabile cappello di paglia, era più giovane di tre anni, una semplice matricola, ma si era guadagnato il favore di quasi tutta la scuola come se fosse uno studente anziano come lui, che tra l’altro stava ripetendo l’ultimo anno. Non era una cima nello studio, ma era molto portato per lo sport, anche se non faceva parte di nessun club sportivo perché ne aveva creato uno tutto suo. Il club, formato da nove membri compreso Rufy, era incentrato sull’avventura e il mare, o almeno così dicevano le voci che aveva sentito.
Ace era un po’ confuso, forse Rufy lo aveva invitato per sbaglio scambiandolo per un altro, forse avrebbe fatto meglio a non andarci. Guardò il foglio lasciatogli dal ragazzo e la frase ci saranno un sacco di cose da mangiare gli girò per la testa. Ci sarebbe andato, non poteva rifiutare del cibo gratis, era gratis!
 
***
 
La sera della festa era arrivata e Ace si trovava davanti alla porta di casa Monkey. Per strada riecheggiavano le grida dei ragazzi e la musica ad alto volume come si vedeva sempre nei film. Mosso dalla fame e dalla voglia di buttarsi sul buffet, entrò. La gola aveva prevalso sul senso di inadeguatezza del ritrovarsi da solo a una festa, c’erano i suoi compagni di scuola, vero, ma lui non aveva stretto amicizia con nessuno, tutti lo vedevano come un appestato da cui stare alla larga.
Si guardò intorno per cercare Mugiwara e ringraziarlo per l’invito, ma lui era circondato da una folla di ragazzi ed era impossibile avvicinarsi. Avrebbe tentato più tardi.
Dopo un paio d’ore la situazione non era cambiata, anzi era anche peggio. Iniziava a sentirsi soffocare tra tutti quei ragazzi e quindi decise di rifugiarsi in bagno per qualche minuto; salì al piano di sopra e trovò una porta chiusa, bussò e poiché nessuno aveva risposto entrò chiudendosi la porta alle spalle. Accesa la luce si rese conto di non essere in bagno, era nella camera da letto di Rufy. La stanza era molto confortevole e piena di poster e soprammobili a tema piratesco, Ace stranamente si sentiva a suo agio, come se fosse a casa sua.
Improvvisamente la porta si aprì ed entrò Rufy.
“Cosa ci fai qui?” chiese ingenuamente al più grande.
“Ah ecco, scusami stavo cercando il bagno! Bella festa, grazie per avermi invitato, e bella stanza! Ora è meglio che vada eh eh eh …” rispose impacciato.
“Non devi andartene, aspetta!” gli sorrise il ragazzo.
“Ti staranno aspettando tutti lì fuori” rispose Ace.
“Non importa, è tutta la sera che ti cerco quindi stiamo un po’ insieme!” ridacchiò.
Davvero lo cercava? Portuguese gli domandò il motivo.
“Per la stessa ragione per cui ti ho invitato alla festa, per fare amicizia! – esclamò come se fosse la cosa più ovvia del mondo – Mi sei sempre sembrato un tipo simpatico e simile a me, ma non ho mai avuto occasione di parlarti di persona” disse incrociando le braccia e imbronciandosi.
“Beh, ti ringrazio, però temo che ora sia tardi, sto per diplomarmi e lasciare la scuola …” rispose cercando di essere gentile visto che quel ragazzino stava provando a fare lo stesso.
Sicuramente si era reso conto di averlo invitato per sbaglio e non se la sentiva di fare brutta figura, così si limitava a fingere.
“Questo che importa?”
Ace gli fece notare che non avrebbero più avuto occasioni per vedersi, certo che per essere una finzione stava durando un po’ troppo. Rufy rifletté un attimo, poi gli venne un’idea.
“Puoi unirti al mio club! Gli ex studenti possono partecipare. Vedrai sarà divertente, organizziamo tantissime spedizioni in luoghi nuovi, dovresti provare almeno una volta!”
“Perché insisti tanto? Non mi conosci nemmeno” rispose scettico.
“Te l’ho già detto, per fare amicizia!” esclamò raggiante.
Ace rimase perplesso, nessuno aveva mai provato tutto questo interesse nei suoi confronti, era sempre stato lui a cercare gli altri. Nessuno si era mai fatto avanti chiedendogli di essere amici. Improvvisamente si rese conto che tutto questo era falso, cappello di paglia diceva così per compiacerlo ma Ace era stanco di tutte le ipocrisie che aveva dovuto sopportare.
“Potresti rimanere deluso, non sai come sono realmente” disse schietto con l’espressione di chi non vuole essere illuso.
Rufy gli sorrise raggiante.
“Ma io lo so già! Sei simpatico e divertente e …”
Il ragazzo non riuscì a finire la frase perché Ace gli tirò un pugno in faccia.
“Stai zitto! Che ne sai davvero di me? Smettila di mentire, non sopporto i falsi come te!” gli urlò furioso afferrandolo per il colletto della maglia.
“Se ti conosci davvero perché non la smetti di fingere di essere ciò che gli altri pensano che tu sia?! Io riesco a vedere dietro la tua maschera, è ora di toglierla per sempre!” gli rispose urlando allo stesso modo e tirandogli un pugno a sua volta.
Entrambi persero l’equilibrio e caddero a terra.
“Perché dovrei crederti?” chiese il più grande, calmatosi leggermente.
“Perché sì!” rispose deciso.
Cadde il silenzio.
“Che razza di motivazione è?!” si lamentò Ace.
“Una convinta!” dichiarò il giovane.
I due si fissarono a lungo negli occhi finché improvvisamente Ace scoppiò a ridere.
“Sei davvero fuori dal comune Rufy!”
“Me lo dicono spesso!” rispose ridendo anche lui.
Rufy si alzò e gli tese una mano per aiutarlo.
“Allora, ti unisci a me?” gli chiese speranzoso.
Ace la afferrò, per questa volta avrebbe rischiato di essere illuso.
Mugiwara lo tirò su con uno strattone e senza volerlo i due si ritrovarono l’uno a pochi centimetri di distanza dalle labbra dell’altro.
Lo sguardo di entrambi vagava dagli occhi alle labbra del compagno e i loro volti si facevano sempre più vicini. In quella stanza silenziosa si udivano solo i respiri e i battiti dei cuori dei due ragazzi.
“Rufy dove sei finito?!” improvvisamente Usop aprì la porta e chiamò il giovane a gran voce.
Ace e cappello di paglia sussultarono e si allontanarono velocemente completamente rossi in volto.
“Ho interrotto qualcosa?” chiese titubante il naso lungo.
“N-no nient’affatto!” risposero impicciati i due.
“Oook … io vi aspetto alla festa” detto questo sparì dietro la porta.
Calò nuovamente il silenzio, ma questo era imbarazzante.
“Ora fai parte del mio club vero?” chiese Rufy.
“Credo di non avere altra scelta”
   
 
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