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Autore: Matthw883    23/03/2017    3 recensioni
Dopo che Chloe e Max si salutano sulla scogliera durante il tornado Chloe viene inspiegabilmente trasportata ad Arcadia Bay nel futuro, sette anni dopo per l'esattezza. Spaventata Chloe si fionda subito nella sua vecchia casa dove....(beh, il resto leggetelo voi, non voglio spoilerarvi troppo)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Nuovo personaggio, Warren Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 23   LA RESA DEI CONTI
 
 
POV WARREN
 
Scendo molto velocemente le scale della cantina, non aspetto nemmeno Chloe che così deve trasportare Dupont da sola, mi spiace non aiutarla, ma non c’è un secondo da perdere. Quello stronzo sta facendo del male a Max r io devo fermarlo, devo salvare Max, Chloe mi rallenterebbe e basta.
Finalmente arrivo in fondo alle scale e li vedo, lui sta premendo Max contro il muro, ha la cintura slacciata e in mano ha un coltello che sta usando contro Max. Il solo vedere la scena mi fa montare un rabbia in corpo enorme, mi verrebbe voglia di fare subito fuoco contro di lui. Non so in che modo io abbia fatto, ma per fortuna riesco a trattenermi, sollevo la pistola e gliela punto addosso:
-Lasciala stare, girati lentamente e posa subito a terra quel coltello, altrimenti ti riempio la schiena di pallottole.-
Max mi riconosce e con voce spezzata mi dice:
-W-Warren s-sei v-venuto a salvarmi.-
Lui sembra essersi accorto solo ora della mia presenza:
-D’accordo, ma non sparare.-
Si gira lentamente e finalmente lo vedo in faccia, e rimango di sasso. E’ Jean Sebastian, come cazzo è possibile ? Io e Chloe l’abbiamo messo KO poco fa. Com’è possibile che si trovi qui sotto ?
-N-non è possibile, t-tu e-eri di sopra e…-
La mia rabbia si trasforma in confusione, non so proprio cosa pensare, sono venuto qui pensando di trovare Pierre Giroud, e invece qui c’è Jean Sebastian, sono sicuro che è lui, indossa i suoi classici vestiti, giacca, pantaloni abbinati ad essa, camicia bianca.  Lo shock è tale da farmi perdere la concentrazione, Jean se ne accorge e ne approfitta per mettere il coltello davanti alla gola di Max. Ora riesco a vedere il volto della donna che amo, è un volto segnato da un enorme taglio che attraversa tutta la sua guancia, dal occhio alla bocca, è un volto spaventato, terrorizzato preoccupato ma in quello stesso viso leggo la speranza, la speranza di uscire viva da questa situazione. Vederla cosi mi fa nuovamente imbufalire:
-Che  le hai fatto ? Che hai fatto a Max ?-
-Oh non ti preoccupare, niente di che, avevo appena cominciata, peccato che tu sia arrivato a interrompere la festa proprio sul più bello intimandomi di lasciare il coltello. Ma fortunatamente ora la situazione si è invertita, ora sei tu che devi mettere giù l’arma, fallo altrimenti la sgozzo come un capretto.-
Smetto di preoccuparmi dell’identità della persona che ho davanti , ora l’unica cosa importante è salvare Max.:
-Se lo fai ti ammazzo.-
Sghignazza:
-Oh sono sicuro che lo farai, ma prima che tu possa farlo Max morirà, e non credo che per te la vita di tua moglie valga quanto la mia.-
E’ vero, ha ragione, non posso mettere in pericolo la sua vita, sono tentato di gettare a terra la pistola, ma non voglio che lui l’abbia vinta, e poi se mettessi a terra la mia pistola sono sicuro che riprenderebbe ad abusare di lei, e se accadrà io dovrò assistere impotente a tutto ciò, no, devo pensare a un modo per riuscire a salvare capra e cavoli. Per fortuna sentendo i passi i Chloe che scende le scale mi viene un idea, nonostante non abbia ancora capito come facciano ad esserci due Jean Sebastian ho capito che per l’uno è molto importante che l’altro sopravviva, perciò decido di giocare lo stesso gioco con la stessa moneta:
-Beh, non credo che la situazione sia tanto cambiata.-
Dubbioso mi chiede:
-Che cosa intendi dire ?-
-Intendo dire che se tu uccidi Max, noi uccideremo il tuo compagno di merende.-
-V-vuoi dire che ?-
-SI, abbiamo catturato il tuo amico, e vuoi sapere una cosa ? Non è stato difficile, non è molto intelligente.-
Jean si innervosisce parecchio:
-No, non è vero, è un bluff, stai tentando di fregarmi, l-lui non può essersi fatto catturare.-
-Se non mi credi lo vedrai coi tuoi occhi, la mia socia, lo sta portando giù proprio adesso.-
 
POV CHLOE
 
Scendo giù dalle scale tenendomi alla ringhiera con una mano, mentre con l’altro braccio porto giù Jean Sebastian, certo che portare questo peso morto da sola è una bella fatica, ma per fortuna sono quasi arrivata, sento Warren pronunciare questa frase:
-Ecco che è arrivata, come puoi ben vedere insieme a lei c’è il tuo amico svenuto.-
Finalmente arrivo in fondo alle scale, la prima cosa che vedo è Warren che sta puntando la pistola a un tizio che sta tenendo in ostaggio Max con un coltello.
Rimango per parecchi secondi a fissare stupita il tipo che sta minacciando Max perché non riesco a credere ai miei occhi, quello davanti a me sembra Jean Sebastian, no, non è possibile, forse sono io che ho visto male. Mi stropiccio gli occhi, ma niente, Jean Sebastian è ancora li, non è cambiato, non se n’è andato, è lui, i suoi vestiti non lasciano dubbi. Ma se quello di fronte a me è Jean Sebastian, chi è questo peso morto che mi sono portata giù per le scale ?
-W-Warren, v-vedi anche tu quello che vedo io ?-
-S-si.-
-Aspetta, se lui è Jean Sebastian, chi cazzo è quello che abbiamo steso poco fa ?-
-N-non lo so, ma ora è più importante salvare la vita a Max, al resto penseremo dopo. Come vedi non mentivo Jean, noi abbiamo in ostaggio il tuo amico, quindi se provi a torcere anche un solo capello a Max noi faremo del male a lui.-
-Non ne avreste il fegato.-
-Tu dici ? Ti conviene non metterci alla prova.-
Passano alcuni secondi in cui nessuno di noi dice nulla, poi con uno sguardo da impertinente Jean decide di rompere il silenzio:
-Beh carissimi ospiti, a quanto pare siamo giunti ad un’ impasse.-
-Impasse un corno, presto arriverà la polizia. Tu e lui siete finiti in ogni caso. Quindi è meglio per te se ti arrendi e lasci stare Max.-
-Non ne ho alcuna intenzione, secondo me non è vero che arriverà la polizia, sta bluffando.-
-Invece si caro mio, io e Chloe ci siamo introdotti in casa tua ieri notte e abbiamo trovato le prove della tua colpevolezza, ora saranno in mano alla polizia. Quindi ti conviene arrenderti.-
-Allora siete voi i bastardi che si sono introdotti ieri notte a casa mia, voi, siete stati voi a fottermi il computer. Lo immaginavo-
-Già, ed è pieno di video molto interessanti.-
Jean comincia a sbuffare e a innervosirsi, è in difficoltà, non sa che rispondere:
-Ti conviene arrenderti. Non hai alcuna possibilità di scamparla.-
-Questo lo dici tu.-
Lo vedo sempre più nervoso e instabile, ho paura che se messo sotto pressione Jean possa fare qualche pazzia, potrebbe decidere di uccidere Max  fregandosene della salute del suo amico.  Credo che Warren stia sbagliando nel cercare di prendere la situazione di petto, non dobbiamo arrivare allo scontro, con uno come lui abbiamo bisogno di giocare d’astuzia. Warren al momento non è in grado di capirlo perché è troppo coinvolto sentimentalmente, non riesce a ragionare in maniera lucida, posso capirlo, vedere Max impaurita, spaventata e che trema come una foglia fa preoccupare anche me, ma io al contrario di Warren riesco a pensare lucidamente. Forse sarà perché che ci sono abituata, beh non è certo la prima volta che mi trovo in situazioni simili, comunque sia ora devo pensare a un modo per uscire da questa situazione in maniera pacifica, senza spargimenti del sangue. Tanto per cominciare abbiamo bisogno di guadagnare tempo in attesa dell’arrivo della polizia, devo farlo parlare, cosi avrò pure il tempo di pensare a qualcosa che ci tiri fuori di qui:
-Calma, calma, calmiamoci tutti quanti, non c’è bisogno di arrivare a tanto. Possiamo risolvere la cosa pacificamente. Ascolta potremmo semplicemente scambiarci gli ostaggi, tu liberi Max e noi liberiamo il tuo amico ? Eh che ne pensi ?-
-Mmmh la tua proposta è molto interessante.-
Indignato Warren mi chiede:
-M-ma Chloe s-sei impazzita ? Che stai dicendo ? Vuoi veramente lasciarlo andare ?-
-Stai zitto e lasciami parlare.-
Lancio uno sguardo a Warren, negli ultimi giorni si è formata una certa complicità tra noi due, una certa intesa, ovvio non è non sarà mai come quella che ho con Max, ma ora anche noi siamo partner, spero capisca che non sto dicendo la verità. Lui annuisce e mi lascia fare, sono felice che abbia compreso quello che sto facendo.
Jean fa un sorrisetto impertinente:
-Ecco bravo, stai zitto. La tua proposta mi interessa, dimmi come vorresti organizzare il tutto ?-
-Te lo dico, ma prima mi devi spiegare una cosa, mi devi raccontare tutta la vostra storia. Come fate a essere completamente identici ? Da quel che sappiamo tu non hai fratelli gemelli, eri l’unico figlio dei tuoi genitori, i genitori che hai ucciso. Perché l’hai fatto ? Volevi i loro soldi ? E che c’entra Pierre Giroud in tutto questo ?-
-Lo volete proprio sapere ? Guardate che non è una bella storia.-
-Si..-
Jean ridacchia:
-E va bene, in fondo dopo tutto l’impegno che ci avete messo è giusto che conosciate la verità, immagino che voi abbiate già scoperto qualcosa sulla mia storia, ma di sicuro non potete sapere tutto. Ebbene, la verità è che il vero Jean Sebastian non sono io. Io sono Pierre Giroud, il vero Jean Sebastian è l’uomo che avete tramortito.-
-Aspetta, aspetta, aspetta, vuoi dire che per tutto questo tempo tu ti sei fatto passare per Jean Sebastian quando in realtà non lo sei ?
Molto fieramente dice:
-Precisamente, è proprio cosi. Voi non avete mai parlato con Jean Sebastian, voi avete parlato e interagito con Pierre Giroud.-
-Ma tu non dovresti trovarti in una clinica psichiatrica ? E-e poi il tuo aspetto è diverso rispetto alla fotografia che si trovava nel fascicolo dell’ospedale. E perché se non sei Jean Sebastian ti fai passare per lui.-
-Calma, un attimo di pazienza e vi racconterò tutto. Innanzitutto dovete sapere che io e Jean siamo fratellastri, io sono nato da una relazione clandestina che nostro padre ebbe con Marine Giroud, mia madre. Nonostante non mi abbia mai riconosciuto come suo figlio, mio padre si prese molta cura di me e mia madre, ogni mese ci inviava un sostanzioso assegno per far si che non mi mancasse niente e soprattutto per far tenere la bocca chiusa a mia madre, non voleva che si creasse uno scandalo. Passava spesso a trovarmi, credevo che nonostante tutto mi volesse bene, si comportava veramente da padre, cazzo quando mi sbagliavo. Nonostante non mi avesse mai fatto mancare niente, io non ero felice, mi mancavano gli amici, non avevo nessuno, ero solo. Un giorno ero a giocare vicino ad un fiume, per errore caddi in acqua, non sapevo nuotare, ero terrorizzato, pensai che era giunta la mia fine, ma per fortuna arrivò Jean che mi salvò, da allora diventammo amici e i giurai che l’avrei sempre protetto. Eravamo felici insieme, finchè un giorno…-
Pierre si interrompe, si asciuga una lacrima che le cade lungo la guancia e poi riprende:
-Finchè un giorno mia madre morì, fu il giorno più triste della mia vita. Mio padre però non si dimenticò di me e  per togliermi dalla strada decise di iscrivermi ad un collegio, credo che l’abbai fatto perché cosi non avrebbe dovuto preoccuparsi di me, almeno per un po’. Persi tutti contatti con Jean, non seppi più nulla di lui, almeno fino al giorno in cui mio padre venne a farmi visita. Mi spiegò che purtroppo avrebbe dovuto far ricoverare Jean in un ospedale psichiatrico, che doveva essere curato, che era un maniaco, un depravato, che per poco non aveva stuprato una ragazza. Io rimasi sconvolto da queste dichiarazioni, non potevo credere che Jean fosse un tipo cosi pericoloso. Mio padre era molto preoccupato per la sua reputazione, un capitano di industria come lui non poteva avere un figlio depravato, i suoi affari ne avrebbero risentito. Cosi mi chiese di prendere il posto di suo figlio malato, sarei stato accolto nella sua casa, sarei vissuto in una famiglia ricca e sarei diventato l’erede di tutto il suo patrimonio. Ero dubbioso, ma alla fine accettai, pensavo che se lo avessi fatto, alla fine avrei ottenuto amore e rispetto. Dio come mi sbagliavo…..-
Jean sospira e riprende il racconto:
-Fu cosi che ci scambiammo le identità, Jean venne rinchiuso all’ospedale con il mio nome e io invece divenni Jean. Per prima cosa venni sottoposto a continue operazioni di plastica facciale che mi avrebbero permesso di diventare praticamente uguale a mio fratello. Poi fui costretto ad abbandonare la mia personalità per assumere quella di Jean, dovevo comportarmi come lui affinchè nessuno notasse la differenza,  mi impegnai con massimo delle mia forze per cercare renderli fieri, ma c’era sempre qualcosa che non andava bene, non riuscivo a essere come lui, per forza, ero un’altra persona. Non andavo mai bene per loro, dovevo essere più gentile, più garbato, più elegante, cominciai a odiarli, ma ancora in me non era ancora arrivato il desiderio di ucciderlo. Un giorno i miei mi concessero di fare visita a Jean in ospedale, li lo vidi, era trattato non come una persona, ma come una bestia, gli facevano l’elettroschok e altre torture, non lo stavano curando, lo stavano uccidendo.  Fu allora che maturò in me il desiderio di uccidere i Dupont, una volta uccisi sarei stato libero, avrei avuto accesso ai loro soldi e avrei potuto far uscire Jean dal manicomio. Credo che non ci sia bisogno di spiegarvi il resto, credo che lo sappiate già.-
Warren aggiunge:
-Si brutto figlio di puttana, hai ucciso i tuo padre e la tua matrigna sabotando i freni della loro auto, poi hai corrotto i poliziotti affinchè affossassero tutte le accuse nei tuoi confronti. Dopodichè hai liberato Jean e sfruttando la vostra somiglianza avete commesso tutti quei rapimenti e stupri, in questo modo non avreste avuto guai con la gistizia visto che avevi sempre un alibi di ferro.-
-Esattamente.-
La sua storia è pazzesca, incredibile, anche triste se vogliamo dirla tutta, sembra quasi che Pierre non vedesse l’ora di raccontarla a qualcuno, e ora che l’ha fatta sembra che si sia levato un peso che portava da tanto tempo. Non pensavo che potessero esistere delle persone capaci di fare queste cose, distruggere l’identità di una persona solamente per salvare la propria reputazione, pura follia:
-Ci sono ancora un paio di cose che mi devi spiegare.-
-E cosa ?-
-Perché ti sei tenuto il fascicolo della polizia che parla della morte dei Dupont ? Non sarebbe stato meglio distruggerlo ?-
Pierre ridacchia:
-Forse, ma rileggere il modo in cui l’ho fatta pagare a quei due bastardi mi fa sentire….felice.-
-E i documenti dell’ospedale ? Perché in quelli c’è una foto che non è quella di Jean ?-
-Quella l’ho conservata perché è l’unica foto rimasta di me prima delle operazioni. Era stata allegata al fascicolo, in questo modo se qualcuno fosse passato a chiedere notizie sul mio stato di salute i medici gli avrebbero mostrato quella scheda e nessuno avrebbe avuto dei sospetti. Come vi ho detto io e Jean ci siamo scambiati i ruoli, ufficialmente ero io a essere rinchiuso, quindi la mia scheda doveva avere la mia foto.-
-Ma come avete fatto a convincere i medici ?-
Pierre ridacchia di nuovo:
-Ovviamente  con la corruzione. Ma ora basta con tutte queste chiacchiere, ditemi quello che volete fare e facciamola finita.-


Sono preoccupata, credo proprio che il tempo sia finito, la polizia non è ancora arrivata, e la guancia e le gambe di Max continuano a sanguinare. Credo che ci convenga veramente mettersi d’accordo con Pierre, dobbiamo portare subito Max al pronto soccorso, devono chiudergli quella ferita:
-Va bene Pierre, è tutto molto semplice, tu lasci andare Max e io ti prometto che lasceremo libero Jean, non cercheremo nemmeno di inseguirvi.-
-E chi mi garantisce invece che non cerchiate di fregarmi ? Chi mi dice che se libero Max voi lascerete andare  me e Jean?-
-Se non accetti siete fregati in ogni caso, se accetti invece potresti avere qualche piccola possibilità di cavartela. E poi guarda Max, dobbiamo portarla subito in ospedale, o potrebbe morire dissanguata, non perderemmo certo del tempo per cercare di fermarti.-
Pierre si guarda intorno, è dubbioso, ma alla fine decide:
-D’accordo, ma-ma prima gettate a terra le pistole, i-in questo modo sarò sicuro che non mi giocherete brutti scherzi. E-e tu, allontanati da Jean-
-V-va bene.-
Appoggio a terra la mia pistola e mi allontano lentamente da Jean, Warren è molto restio a fare lo stesso, non vuole rimanere senza armi:
-Dai Warren fallo, per Max.-
Lo vedo arrabbiato ma alla fine cede:
-E va bene.-
Al contrario di me, Warren non getta a terra la pistola, si limita a gettare a terra i proiettili dell’arma:
-Ecco fatto, ora libera Max.-
Pierre prima lancia via la mia pistola e poi si avvicina a Jean e ci dice:
-Bene, ora sollevatelo e portatelo nella mia auto.-
Warren infuriato lo avverte
-No, non vi aiuteremo a scappare, non erano questi i patti, abbiamo lasciato stare Jean, quindi ora libera Max.-
-Ahahahah, ma veramente pensavate che avrei rispettato i patti ? Siete due ingenui, ora voi siete disarmati e io no, se non lo fate io ucciderò Max.-
Che idiota che sono stata, ho pensato che pur di salvarsi la pelle ci avrebbe lasciato Max, e invece no, ci ha presi in giro per potergli essere d’aiuto. Mai fidarsi dei pazzi:
-Allora vi muovete ? O volete che io uccida Maxine ?-
-NO.-
Warren fa una cosa che nessuno di noi si aspettava, tira addosso a Pierre la sua pistola che nonostante il tentativo fatto per schiavarla a che lo colpisce in testa. Grazie a ciò la sua presa su Max si allenta e ora può liberarsi. Lei però rimane ferma, immobile, paralizzata dalla paura, allora Pierre cerca di rifarsi sotto, ma viene bloccato da Warren che lo tiene per i polsi:
-Chloe forza, portala via da qui.-
Obbedisco alle sue parole, prendo per mano Max e la allontano dallo scontro che sta avvenendo tra Max e Pierre. Purtroppo Pierre riesce ad atterrare Warren, ora il francese si trova sopra il mio amico e cerca di accoltellarlo . Vorrei avvicinarmi per dar man forte a Warren ma lui me lo impedisce:
-No Chloe, n-non ti avvicinare, p-pensa a Max e-e stai attenta a Jean, n-non vorrei che si riprendesse, s-se vuoi essere d’aiuto cerca invece di recuperare la tua pistola.-
Raggiungo il punto dove è finita la mia pistola, ma si è infilata sotto un mobile e non io riesco a prenderla cazzo.
 
POV MAX
 
 
Vorrei fare qualcosa per aiutare mio marito e la mia migliore amica, però non ci riesco, sono paralizzata dalla paura, Pierre mi mette soggezione, mi sento in colpa tremendamente in colpa, se sono finiti in questa situazione è tutto per causa mia, non riesco a far altro che guardare lo scontro da quei due uomini. Per fortuna grazie a un calcio nelle parti intime Warren riesce disarmare Pierre, purtroppo però lui si rifà sotto poco dopo, i due cominciano a picchiarsi come due pugili su un ring, disgraziatamente quello che sembra avere la peggio è Warren che cade a terra, una volta caduto Pierre non smette di prenderlo a pugni. Mi sembra di rivedere la scena che ho vissuto tanti anni fa, in una realtà alternativa, quando Warren venne picchiato pesantemente da Nathan perché aveva cercato di difendermi. E io ora come allora non sto facendo nulla per aiutarlo:
-Okay, brutto figlio di puttana, lascialo stare e alza le mani.-
E’ Chloe ha recuperato la sua pistola e ora la sta puntando verso Pierre:
-C-calma n-non sparare.-
 Pierre è fermo l’ attenzione è tutta rivolta verso Chloe, Warren si riprende, colpisce alle spalle Pierre e poi inizia, ogni colpo ha una dedica particolare:
-Questo è per aver manipolato mia moglie.-
Inizia prendendolo a pugni in faccia per poi passare ai calci:
-Questo è per averla portata via da me.-
-Questa è per tutte le lacrime che hai fatto versare a me e alla piccola Chloe.-
-Questa è per aver cercato di comprare mia figlia.-
-Questa è per le ragazze che hai rapito e stuprato.-
-E questa è per aver rapito e violentato mia moglie.-
Conclude il suo pestaggio con un calcio sulle palle all’uomo ormai privo di conoscenza:
-E comunque è Max, mai Maxine.-
Anni fa fermai il pestaggio che Warren fece hai danni di Nathan, ma questa volta non perché so che Pierre si merita ogni singolo colpo che ha ricevuto.
Non appena ha finito Warren si fionda subito su di me e mi abbraccia forte:
-E’ finita Max, è-è tutto finito. Quell’uomo non ti farà più del male-
Io non posso fare a meno che piangere sulla sua spalle.
-Su su non piangere, come ti ho detto è tutto finito, le senti queste sirene ? La polizia è qui, sono venuti ad arrestarli, non dovrai più preoccuparti di loro.-
-Piango per la gioia, nonostante il modo in cui ti ho trattato sei venuto qui, hai rischiato la vita e mi hai salvato. Grazie Warren, sei il migliore e grazie anche a te Chloe sei l’amica più fantastica che potevo avere.-
-Ehi, non ti avrei mai abbandonato, siamo sempre partner in crime.-
Io e Warren ci stringiamo di nuovo molto forte, ma non riesco a godermi questa bella sensazione di perché mi sento improvvisamente molto debole, non riesco più a stare in piedi, Warren e Chloe si preoccupano molto:
-Max, Max stai bene ? Alzati su.-
-Warren, dobbiamo portarla subito all’ospedale.-
-Si, hai ragione, facciamo presto, non c’è un secondo da perdere.-
Warren usa la sua giacca per coprirmi e poi mi prende a mò di sposa per portarmi via da li, mi rendo conto che sto perdendo conoscenza, però è bello essere di nuovo tra le calde braccia di Warren e addormentarsi appoggiata al suo petto. Lui, il mio cavaliere bianco, il mio dottor Graham, dopo avermi salvata dai demoni usciti fuori dopo la morte di Chloe, dopo avermi salvata dai desideri di aborto, dopo avermi salvata da me stessa beh, mi ha salvata un’altra volta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 E' stato un capitolo molto faticoso e difficile, spero non ci siano troppi errori, finalmente i cattivi sono stati sgominati, spero vi sia piaciuto. Che ne pensate di Jean e Pierre, vi aspettavate questa cosa ?Che accadrà ora ?  Max è grave o no ? Tutto tornerà come prima ? Lo scoprirete (forse) nel prossimo capitolo. Grazie a tutti coloro che leggono, seguono e commentano la Fanfic. Critiche (se giustificate) sono amichevolmente accettate perchè aiutano a migliorarsi. 
   
 
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