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Autore: JEANPAGET    24/03/2017    8 recensioni
Ispirato dal capolavoro di puntata che e' stata la 5x17.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per Alice83 e per tutte le fans Olicity.

 

It’s over. I dont want to do this anymore. I’m shutting everything down.

Ha detto cosi’ E’ finita. Non vuole piu’ continuare la lotta. Vuole chiudere tutto. Finito. Chiuso.

Quando l’ho visto.. non ho saputo far altro che dire Mio Dio e guardarlo con orrore, con disperazione,  con.. non so neanche io piu’ con cosa. Coperto di sangue. Due ferite grondanti ancora sangue. Esausto. Provato. Distrutto. Letteralmente, fisicamente, psicologicamente distrutto.

Il mio cuore ha perso un colpo. Non l’avevo mai visto cosi’. Mai. Maledetto Chase, cosa gli hai fatto?  

La rabbia. L’impotenza. Prima Billy. Adesso lui. Siamo tutte pedine nel tuo sporco gioco Prometheus? Perche’ non sono riuscita a localizzarlo prima? Perche’ non siamo arrivati in tempo a salvarlo?

La pagherai. Parola di Felicity Smoak.

Questo ho pensato. Prima di avvicinarmi cautamente a lui.

Sento di nuovo Diggle parlare

“Oliver non puoi parlare seriamente. Tutto quello che hai fatto..”

“John e’ finita. Per me. Per tutti. Allontanatevi da me.”

“Oliver..”

“John non e’ il momento.” E’ la mia voce quella che sento? Si, ho parlato. Quasi non me ne sono accorta. So solo che lo sto guardando ma lui non sembra vedermi. Ha gli occhi tristi, tormentati, vuoti.. rassegnati. Sconfitti. Come qualcuno che ha guardato in faccia qualcosa che non gli e’ piaciuto ma ha dovuto prenderne atto.

“Hai bisogno di cure. Oliver..” alzo una mano e cerco di toccarlo ma lui si ritrae.

Non mi arrendo. Non mi arrendero’ mai con lui.

“Oliver ascoltami. Dobbiamo curare quelle ferite. Rischi un’infezione.”

“Non ha importanza” la sua voce, che io ricordo dolce, decisa, profonda. Adesso sembra come spenta.

“Si che ha importanza!”

Alza lo sguardo su di me, sembra vedermi per la prima volta da quando e’ entrato al covo. Mi scruta attentamente, come a penetrare nella mia anima. Quel suo sguardo. Quello sguardo che tanto amo. Caldo, protettivo, avvolgente. Con me e’ sempre stato cosi’. Mi hai sempre letto dentro. Come io con lui. A volte mi sembra passata una vita da quando tutto quel che ci potevamo permettere erano sguardi che valevano mille parole. Solo quello. Amore. Poi quel che sentivamo e’ scoppiato. Siamo stati insieme. Siamo stati felici. Ci siamo lasciati. Ti ho lasciato. E questo nostro attuale rapporto. Non rapporto. Mi hai stupita quando mi hai detto che eri preoccupato per me. Io pensavo che fossi preoccupato per lei. Rapita da Chase. Ma no, in quel momento cruciale tu eri preoccupato per me. Per la piccola nerd esperta di computer. Per la tua ex fidanzata. Per la tua ragazza. Sono ancora la tua ragazza Oliver?

Faccio un altro passo verso di te. Indietreggi. Mi guardi con rimpianto, disperazione.. terrore? Vedo terrore nei tuoi occhi?

“Oliver, ti prego. Fatti aiutare.”

“Felicity…” come pronunci tu il mio nome, nessuno

“Stai lontana da me! State tutti lontani da me!”

Sono immobile. Ti guardo. Non riesco.. non riesco a raggiungerti.

“Andate via. Voglio stare solo.”

Ne’ io ne Diggle ne’ Curtis ci muoviamo.

“Andate via!!” Un urlo. Da animale ferito. Arriva dritto al mio cuore.

“No!”

Mi guardi ancora. Il terrore diventa rabbia che brucia nei tuoi occhi.

“Felicity vattene!”

“Io non ti lascio da solo! Non conciato cosi’!”

Mi volto verso gli altri “Voi due andate!” John apre la bocca come  per dire qualcosa ma sono piu’ veloce di lui

“Dig, Curtis andate!” Diggle mi lancia un’occhiata significativa. Non ti preoccupare. So quel che faccio. Questo gli rispondo con un’altra occhiata.

I due se ne vanno.

Rimaniamo soli nel covo. Io e te. Continuiamo a guardarci negli occhi. Una sfida. Ma non cedo. Tu abbassi lo sguardo, cerchi di stringerti le braccia attorno al corpo ma il dolore e’ troppo.. una smorfia ti deforma il viso, gia’ segnato dalle torture. Stai .. tremando?

Deglutisco a fatica. Le mie mani stanno sudando.

“Oliver vai in infermeria. Se non vuoi che ti tocchi ok, ma devi curarti. Quelle ferite sono serie, lo sai bene.”

Tremi. Tremi e non parli.

“Oliver fallo, ti prego.”

Non reagisci.

“Se non vuoi farlo per te, fallo per Thea.”

Qualcosa passa nei tuoi occhi.

“Fallo per John. Fallo per i tuoi amici.”

Faccio un altro passo verso di te.

“Fallo per me.”

A queste parole mi guardi di nuovo. Sono lacrime quelle che vedo nei tuoi occhi? Sospiri. Un lungo sospiro, l’adrenalina che ti ha tenuto in piedi ti sta abbandonando, lo vedo.

Ti giri lentamente, l’andatura sbilenca di chi si regge in piedi a fatica. Sei dolorante in tutto il corpo. Ti trascini verso l’infermeria. Io ti seguo, cauta. Attenta a non entrare nel tuo spazio personale. Di solito e’ cosi’ facile per noi entrare nello spazio personale dell’altro. Sempre vicini. Attaccati. Lontanissimi. Il nostro patto. L’unica maniera per stare insieme senza stare insieme.

Non so come riesci a raggiungere uno dei lettini. Ti appoggi con attenzione e con uno sforzo sovraumano ti issi sopra. Una smorfia di dolore puro deforma i tuoi lineamenti. Eppure il dolore fisico non e’ quello che ti ha fatto piu’ male, lo intuisco. Lo percepisco.

Prendo l’occorrente per le medicazioni. E’ passato cosi’ tanto tempo dall’ultima volta che ti ho medicato.

Il tuo corpo forte sotto le mie mani. La tua pelle devastata, deturpata dalle cicatrici.

Quanto hai sofferto Oliver? Altre due cicatrici che marchieranno per sempre il tuo corpo. Una sembra una ferita da freccia. L’altra... non vedo piu’ il tatuaggio Bratva. Ti ha bruciato il tatuaggio? Oh Mio Dio… quanto dolore hai provato?

Ti faccio segno se posso fare io. Stringi le labbra e annuisci. Cerco di essere piu’ delicata che posso. Disinfetto, pulisco, metto punti. Le mani non mi tremano. Ma il mio cuore si’. Tanti sentimenti ho nel cuore.

Rabbia, odio contro quel maledetto psicopatico assassino. Per quello che ti ha fatto. Per quello che ha fatto a me. A noi del team. Rabbia contro di me. Per non averti trovato in tempo. Per aver venduto la mia anima a Helix senza riuscire a salvarti. Amore. Si, amore infinito per te. Ancora vivo. Mai morto. Detesto me stessa, ho voluto ingannarmi. Tutta la storia con Billy. Uno scudo. Per difendermi. Da te. Da l’uomo che ho amato di piu’ nella mia vita. Dall’unico uomo che ho mai amato veramente. Vorrei essere stata io rapita al tuo posto. Tutto per evitarti ancora dolore. Non hai gia’ abbastanza sofferto nella vita?

Finisco di medicarti, ti porto un antidolorifico.

Lo prendi. Mi giro a riporre l’occorrente per le medicazioni e ti sento parlare

“Allontanati da me Felicity. Io sono un mostro!”

Mi giro di nuovo verso di te. Una lacrima e’ sgorgata dai tuoi occhi, scende lentamente lungo la guancia e si perde nella barba.

Non reprimo l’impulso. Niente puo’ fermarmi.

Mi avvicino e ti prendo fra le braccia, con cautela. Vorresti ritrarti ma ti stringo di piu’. Non mi guardi, la testa bassa.

“Non sei un mostro. Sei un uomo.”

“E’ finita Felicity. Finita.”

“Solo se lo vorrai davvero.”

Scuoti la testa. “Non posso piu’.. mettervi in pericolo.”

“Non mi hai messo in pericolo. It’s my life. It’s my choice. Ricordi?”

Ti sento tremare. Ti metto una mano sulla guancia, e alzo il tuo viso verso di me.  

“Io non so cosa ti abbia fatto o detto Chase. E non lo voglio sapere. Fino a che tu non sarai pronto a dirmelo.”

Nuove lacrime nei tuoi occhi.

Parlo ancora “Sei un uomo, sei un eroe. Io ti ho sempre visto cosi’. Niente mi fara’ cambiare idea.”

Ti vedo titubante, come se volessi dire qualcosa. Invece mi abbracci, tuffi la testa sul mio seno e mi stringi forte, ti aggrappi a me come un’ancora di salvataggio. E piangi. Piangi come mai ti ho visto piangere, singhiozzi che lacerano l’anima, stretto nelle mie braccia. E io non posso fare altro che stringerti a me. Amore mio. Povero amore mio.

Piano piano ti calmi. L’antidolorifico fa effetto. Ti faccio stendere sul lettino. Stendo una coperta sul tuo corpo martoriato.

Faccio per allontanarmi. La tua mano afferra la mia. Non c’e’ bisogno di parole. Resto qui. Con te. Mi siedo a fianco del lettino. Non abbandono la tua mano. Fino a che non chiudi gli occhi. Il tuo respiro diventa regolare. Solo allora mi alzo e ti bacio sulla fronte, accarezzandoti i lunghi capelli scompigliati.

Riposa amore. Devi riprendere le forze. Domani tornerai a lottare, io lo so. Non ti abbandonero’. Saro’ ancora al tuo fianco. Non e’ finita. Non ancora.

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Spero vi sia piaciuta.

Quanto incomparabilmente straordinario e’ stato Stephen Amell in questo episodio?

Ps : Solo a me quei capelli lunghi scompigliati al naturale fanno salire la pressione solo a vederli?

Per non parlare del resto durante le torture : -)  … un bacio!

   
 
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