L’episodio
riguardante la dichiarazione di Shinichi a Ran a
Londra è senz’altro tra i più belli ed
emblematici di tutta la serie. Tuttavia
Gosho non ci racconta cosa succede subito dopo, lasciandoci un
po’
insoddisfatti. Con questa One-shot ho pensato di dare una mia versione
di cosa
sarebbe potuto accadere. Questa fan fiction è del tutto
scollegata dal resto
della serie :).
“Se lo
prendo lo uccido! Stupido, stupido Shinichi! Perché non mi
hai detto che eri a
Londra anche tu? Non capisci niente, come sempre”.
Ran era
furibonda. Non riusciva a credere che davvero Shinichi la stesse
evitando.
Possibile che lui non capisse cosa lei stesse provando? Accecata dalla
rabbia,
chiedeva ad ogni passante indicazioni su di un giovane ragazzo
giapponese per
capire che direzione potesse aver preso.
Dopo
più di
mezz’ora di ricerche, una giovane signora le aveva indicato
una cabina
telefonica in cui l’aveva visto entrare. Bingo.
Adesso non mi
scappi Shinichi.
Contemporaneamente,
all’interno della cabina, Conan avvertiva il sangue gelarsi
nelle vene.
“Se mi
trova
qui è la fine, scoprirà chi sono
veramente”
“Allora
Shinichi, adesso non puoi più sfuggirmi. Vieni fuori da
lì e spiegami come stanno
le cose”
“Purtroppo
non ho altra scelta”
Dicendo
così, Conan prese l’antidoto che Ai gli aveva dato
per rientrare in Giappone
dallo zaino e lo ingerì. In pochi istanti tornò a
riacquistare le sue vere sembianze.
Adesso però veniva la parte più difficile:
riuscire a dare a Ran una
spiegazione convincente.
“Ehi
mi hai
sentito Shinichi?!”
Lentamente
aprì la porta della cabina, ritrovandosi davanti una Ran
dallo sguardo
incredulo. Shinichi si trovava veramente davanti a lei e aveva
deliberatamente
fatto di tutto per non incontrarla.
“Non
c’è
proprio niente da spiegare. Mi trovo a Londra per puro caso, tutto qui.
Fine
della storia”
“Spiegami
per quale motivo hai cercato di evitarmi”
“Beh
ecco,
la verità è che visto che non ti avevo raccontato
che avrei fatto anch’io una
scappata a Londra, mi sentivo in imbarazzo e non sapevo come rimediare
al mio
errore”
“Bastava
semplicemente parlarmene. Hai avuto molte occasioni per
dirmelo”
“Lo
so,
sembra facile però…”
“Che
sciocca”
“Eh?”
“E
pensare
che io ero così contenta di essermi data da fare per te.
Quella ragazza aveva
proprio ragione: l’amore è zero. Per quanto ne hai
il risultato è sempre una
sconfitta”
“Non
capisco
di che cosa parli…”
“Non
capisci
che cosa provo? Eppure sei un detective o sbaglio? Risolvi tanti
misteri e non
sai capire quali sono i miei sentimenti. Ti detesto!”
“Aspetta
dove vai? Fermati! Raan!”
Ran
iniziò a
correre via, disperata. Non poteva sopportare oltre la vista di
Shinichi che
ancora una volta l’aveva ferita, e soprattutto, ancora una
volta neanche se ne
era accorto.
“Dai
torna
qui! Raan!”
Corsero
lungo tutto il ponte di Westminster fino a che, infine, Shinichi
riuscì a
raggiungerla. La prese per un braccio cercando in ogni modo di fermare
la sua
corsa.
“Ti
fermi un
attimo?!”
“Lasciami!
Lasciami
stare!”
“Ma
non ti
rendi conto di quanto sei complicata?!”
“Cosa
dici?”
“Tu
sei come uno di quei casi
difficili da risolvere. Mescoli così tanti sentimenti
discordanti, che anche se
fossi Sherlock Holmes non sarei in grado di capire i tuoi pensieri.
Quello che sto
cercando di dirti… E’ che
non riesco a decifrare il cuore della ragazza che amo”
Ran era
spiazzata, non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva
sì coltivato qualche
speranza, soprattutto dopo il regalo ricevuto durante il White Day, ma
niente
più di questo. Mai avrebbe immaginato che Shinichi sarebbe
arrivato a
dichiararsi a lei.
“Dici
che
l’amore è uguale a zero? Ma non farmi ridere.
Riferisci alla regina del tennis
che lo zero è l’inizio di tutto. Se non
c’è un punto di partenza non puoi far
nascere nulla e non puoi realizzare proprio un bel niente. Diglielo da
parte
mia”.
Quell’affermazione
l’aveva disorientata. Si sentiva davvero una sciocca per aver
detto quelle
cose, per aver creduto che l’amore non valesse niente, e
ancora una volta
Shinichi si era dimostrato il più maturo tra i due.
Improvvisamente
Ran scoppiò di nuovo a piangere, ma questa volta non di
tristezza, ma piuttosto
per aver dubitato dell’importanza dei suoi sentimenti verso
Shinichi,
soprattutto adesso che lei sapeva, fossero ricambiati.
“Mi
dispiace
Shinichi, sono una stupida”
“Non
fare
così Ran”
A quel
punto, Ran si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte a
sé, come tante
volte aveva desiderato fare. Dopo quello che le aveva appena detto, si
sentì in
qualche modo autorizzata a fare quel gesto, e per una volta volle
cogliere l’attimo
e non sprecare neanche un istante di quel meraviglioso momento.
Shinichi, di
fronte a quel gesto inaspettato, si trovò profondamente
imbarazzato. Tuttavia,
adesso che aveva trovato finalmente il coraggio di confessare i suoi
sentimenti
a Ran, era deciso ad andare fino in fondo. E così
ricambiò l’abbraccio.
I due
rimasero così per alcuni minuti, appropriandosi finalmente
di ciò che era
sempre stato loro. Due profili perfettamente combacianti, in grado di
esistere
solo a metà, se da soli.
Improvvisamente
Ran sciolse il silenzio.
“Ti
amo anch’io”
A quelle
parole, Shinichi sentì investirsi di un’ondata di
emozioni. Avrebbe dovuto
preoccuparsi di essersi esposto troppo, di aver compiuto un gesto che
non gli
era permesso, vista la sua situazione, ma tutto questo non fu
sufficiente ad
arginare l’incredibile sensazione di felicità che
quella frase aveva scaturito.
Ran si
allontanò dall’abbraccio per guardarlo negli occhi
e accertarsi che non fosse
tutto un sogno. I due si guardarono per alcuni istanti e poi, con un
gesto
spontaneo, naturale, si scambiarono il loro primo bacio. Era come se
tutto,
dall’istante in cui si erano conosciuti, fosse accaduto con
per arrivare a quel
momento. Nient’altro aveva importanza.
Il bacio
durò a lungo, nessuno dei due voleva tornare alla
realtà, ma prolungare quel
momento il più possibile. Poi, alla fine, costretti da quel
difetto che madre
natura non ha saputo risolvere, i due si allontanarono.
“Vieni
con
me” disse Shinichi
E
così
dicendo, si diressero verso il London Eye e vi salirono. Quella
situazione ricordava
tanto il loro primo appuntamento a Tropical Land. A quel tempo potevano
solo
limitarsi ad osservarsi di nascosto, troppo timidi per farsi avanti.
Adesso
però le cose erano finalmente cambiate e potevano godersi
Londra illuminata
dalla cabina di una ruota panoramica, mano nella mano.
Spero
che questa breve
fanfiction vi sia piaciuta! Fatemi sapere cosa ne pensate. Alla
prossima <3