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Autore: _Alexis J Frost_    24/03/2017    2 recensioni
{ ElliLeo }
Dal testo: Che ingenui siam stati, però. Che sciocchi. Avremmo dovuto comprendere che quell'incontro sarebbe stata la nostra maggior fortuna e la nostra peggior disgrazia. Legando le nostre anime, abbiamo lasciato che il fato ci annientasse.
Ora non posso che sentirti ogni tanto mentre pronunci il mio nome sebbene io sappia che sia solo una subdola illusione. Ma io ti sento davvero. Le tue risa, i tuoi rimproveri, le tue parole. Ti sento anche piangere, sommessamente, mentre ripeti quell'ultima frase che ci lega.
Mi dispiace.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Leo Baskerville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hymn for the missing — The Broken Mirror.

Le foglie hanno perduto il loro colore; la speranza è ormai sfumata via col tuo respiro.
Le rose fioriscono ma del loro scarlatto colore non ne vedo che un malinconico, straziante grigio. Il mondo tutto è ormai grigio, in realtà. O dovrei dire che è nero, cupo e desolato come ciò che hai lasciato quella tragica notte. Il grigio –un colore già migliore della disperazione- si mostra solo quando rievoco un vano ricordo della tua presenza e, attraverso i sogni, posso ancora trarre consolazione dall’illusoria voce che immagino tua.
Ma gli occhi inevitabilmente si riaprono, soprattutto a notte fonda, quando la luce dorme e gli incubi si risvegliano abbracciando gelidamente il dolore. Ti immagino accanto a me e le ombre giocano il crudele scherzo di plasmare la tua figura vicino alla mia; ma, quando penso di poter trarre un sospiro di sollievo, queste tornano ad amalgamarsi nello spazio lasciando un vuoto pronto ad accogliere le lacrime.
Ricordi le nostre passeggiate, quando la primavera incombeva? Rimembri il profumo delle violette e la tenerezza delle margherite? Ricordi le farfalle a colorar l’aria e gli usignoli a suonar musica? E ricordi –lo so che le ricordi- le nostre risa, i nostri battibecchi presto seguiti da una pronta riappacificazione perché tu, ed ancor di più io, non riuscivi a non rivolgermi la parola o solo ignorarmi per poco?
Ed ora vorrei spingerti a ricordare qualcos’altro: ricordi il momento in cui noi c’incontrammo?
Pioveva a dirotto. Aveva sempre piovuto. Credo di aver scorto per la prima volta il cielo azzurro quando lo vidi incastonato nei tuoi occhi, quei tuoi meravigliosi occhi all’apparenza ostili ma in realtà appartenenti alla più nobile delle anime.
E in quell’incessante pioggia che prontamente ignoravo per perdermi nelle mie amate pagine d’inchiostro, arrivasti tu, uragano dallo sguardo di zaffiro, tanto impertinente da innervosirmi. Ma io non sapevo -come avrei potuto?- che anche tu vedevi quella pioggia e in essa trovasti qualcosa di interessante: trovasti me.
Che ingenui siam stati, però. Che sciocchi. Avremmo dovuto comprendere che quell’incontro sarebbe stata la nostra maggior fortuna e la nostra peggior disgrazia. Legando le nostre anime, abbiamo lasciato che il fato ci annientasse.
Ora non posso che sentirti ogni tanto mentre pronunci il mio nome sebbene io sappia che sia solo una subdola illusione. Ma io ti sento davvero. Le tue risa, i tuoi rimproveri, le tue parole. Ti sento anche piangere, sommessamente, mentre ripeti quell’ultima frase che ci lega.
Mi dispiace.
Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.
Le ripeto insieme con te, quelle parole, piango con te prima che il silenzio ritorni e io mi disperi ancor più di prima, crollando in un pianto che non concede parole.
Dove sei adesso? Potrò rivederti in futuro, in un’altra vita, in nuovi anni che non mi portino via da te? Perché sei andato via? Perché mi hai abbandonato in questo sporco ed ignobile mondo?
Come desidero morire anch’io! Eppure devo restare. Devo e non voglio.
Odio tutto questo. Elliot, nulla ha più senso senza te; senza la mia metà mancante, l’unica ed amata esistenza che ha portato il Sole nella mia inetta vita e che non son riuscito a proteggere e che anzi, ho distrutto. Perché è mia la colpa, non è vero? Anche le serpi nella mia testa lo affermano ed io concordo con loro, giacché se io non ti avessi lasciato entrare nella mia esistenza, tu adesso non avresti ancora esalato l’ultimo respiro ed io non avrei addosso queste cicatrici invisibili nel corpo ma sanguinanti nell’anima.
Vorrei poter fingere che tutto sia stato un sogno; alzare gli occhi verso il cielo e non vedere lo stesso blu che amavo del tuo sguardo. Forse dovrei provare a dimenticare ma io non desidero che preservare la tua memoria, adesso, con la consapevolezza di non poter più essere lo stesso Leo che tu conoscevi.
Sono intrappolato nei ricordi; non posso uscirne, non voglio uscirne.
Nei miei pensieri solo le promesse, il nostro ieri, il nostro filo che ci univa come le melodie composte da noi per regalarle all'altro. Dimenticare dopo ciò che abbiamo vissuto? Come potrei! Accantonare l'unico periodo felice della mia esistenza? Preferisco, piuttosto, vederne ancora i segni pensando a come tu mi abbia lasciato da solo. Solo, confuso, disperato e sofferente. Un'anima ormai vuota. Sì, Elliot.
Sì. Senza te non sono che una mera esistenza vuota, perché con la tua vita se ne è andata la mia.
Perché la mia vita era la tua e niente potrà più rendermi l'anima. Niente sarà mai paragonabile a te.
Elliot, dopo averti amato, il cuore ha deciso di non voler più battere. Ora crede solo che un mondo senza la tua presenza non merita di esistere.
Voglio distruggerlo, questo mondo, Elliot. Non merita di fiorire ancora dopo quel che ti è accaduto.
Voglio distruggere anche e soprattutto me stesso. Non voglio più vivere! Non...non voglio più vedere nulla! Ho già recato troppo dolore, sono io stesso un dolore! Sono un vetro rotto, rotto in partenza! Per questo tutto deve soccombere, capisci? Per questo devo annientarmi!
Se ti avessi ancora al mio fianco potrei ancora provare speranza ma questa è andata.
Non c'è più speranza. E la pioggia è tornata. Diluvia, diluvia, diluvia. Perché continuare a vivere in un mondo grigio e piovoso? Finiamola qui. Ogni libro ha una fine. Anche questo deve averlo.
Ed io farò in modo che ce l'abbia per vendicarti. Per sperare di potermi ricongiungere a te che sia in morte, o in una vita futura.
Mi dispiace, Elliot. Mi dispiace di aver trovato il coraggio di venir a far visita alla tua tomba solo ora, prima che tutto crolli. Mi dispiace di esser nato. Mi dispiace per non pentirmi di ciò che ha conseguito il tuo ingresso nella mia esistenza. Mi dispiace per ciò che è accaduto per colpa mia. Mi dispiace per non averti protetto come avrei dovuto. Mi dispiace per la lite avvenuta quella sera. Mi dispiace per averti amato a tal punto.
Mi...dispiace.

Il giovane Baskerville baciò quella gelida pietra; le guance erano ancora solcate dalle lacrime e il petto si alzava di scatto a causa dei singulti.
Sarebbe stata la prima ed ultima volta che vi sarebbe andato, diceva a sé stesso.
Quello era il suo addio definitivo alla sua metà prima di camminare definitivamente verso il sentiero della distruzione.

{ Note: alcune frasi della fic sono basate sulle canzoni : "Hymn for the missing" e "Never be the same" del gruppo RED.
Grazie a chiunque leggerà. <3
_Alexis JFrost_ }

  
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