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Autore: cool_stuff    25/03/2017    1 recensioni
[Monsta X]
[Monsta X]"Per tre mesi dopo la comparsa dei soldati, i sette ragazzi si erano organizzati formando “il Clan”; avevano imparato a conoscersi meglio e a fidarsi gli uni degli altri.
Avevano voglia di vivere, di ricominciare, insieme."
-Tratto dal primo capitolo-
[Quando ho provato a dare un senso al video di All In che mi è piaciuto da impazzire...
Aggiornerò ogni venerdì per mantenere una certa continuità (?) BUONA LETTURA e fatemi sapere cosa ne pensate~]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Un piccolissima premessa a questo capitolo, mi dispiace moltissimo non aver mantenuto la promessa di aggiornare ogni venerdì ma i problemi aspettano sempre che io faccia qualcosa di sensato nella vita... Tutto questo per scusarmi con chi ha seguito la storia per i soli tre capitoli precedenti e per rincuorarli poiché sono tornata e intendo ricominciare ad aggiornare. Spero non sia troppo tardi! Detto questo, godetevi il capitolo ed a presto!!~]


THE CLAN

Il campanello bussò rumoroso ed insistente per quasi un minuto prima che Jooheon aprì la porta di casa sua.
-Finalmente! Ce ne hai messo di tempo.- disse infastidito Minhyuk ed entrò trascinandosi Hyungwon senza neanche salutare.
Il rosso, allibito, si girò verso gli altri e con solo un gesto della mano li invitò ad entrare. 
-Scusate, ero di sotto.-
-Lascialo perdere, problemi in paradiso.- rispose Kihyun superandolo, dopo di lui fecero lo stesso anche gli altri tre.
Oramai non c’era neanche più bisogno che il proprietario di casa indicasse la strada verso la cantina, di sicuro non era la prima riunione che avveniva da quando si era formato il Clan.
Si vedevano ogni giovedì nella cantina di Jooheon, dove teneva la serra, per discutere sulle prossime mosse che dovevano compiere per rendere più vivibile la vita in quel luogo. Alle volte però, ogni diciassette del mese, rimanevano svegli tutta la notte per compiere “una sottospecie di rito”, come la descriveva sempre I.M non trovando le parole adatte. In quel giorno la serra si riempiva di boccette, provette, scodelle e fornelli che servivano per estrarre dai fiori che coltivavano un elisir bluastro che alcuni di loro paragonavano ad una droga. L’effetto era praticamente immediato: la testa si alleggeriva, i pensieri diminuivano ed il buon umore ritornava sovrano. Effetto diverso lo aveva nel momento in cui uno di loro stesse male, in tal caso, l’intruglio riprendeva le caratteristiche curative del fiore di Delphinium. La cantinola sarebbe stata completamente buia se solo non ci fossero state delle lampade a led che emanavano una luce violetta all’interno della serra a qualche metro di distanza da loro. 
Jooheon, ultimo della fila, senza farsi vedere, prese per il polso I.M che stava tranquillamente entrando nella stanza, e lo tirò dietro la porta lontano dagli occhi degli altri.
-Hai portato le armi che ti ho chiesto?- I.M si liberò malamente della presa e, se prima i suoi occhi erano spalancati, ora guardavano il rosso come se lo volessero uccidere.
-Cristo amico, mi hai spaventato da morire! Sembrava una di quelle scene romantiche scadenti prese da quei film da quattro soldi!- 
Jooheon fece un passo indietro come schifato facendo finta di avere i brividi: -Ma chi cazzo te se fila! Insomma, le hai prese si o no?-
-Si, ovvio che le ho portate, anzi, si può sapere a che cosa ti servono?-
-Poi ti dirò, grazie intanto- e così Jooheon andò a sedersi al centro del semicerchio che gli altri cinque avevano incominciato a formare, seguito da il più piccolo.

-Abbiamo bisogno di fare qualcosa di più forte se vogliamo suscitare qualcosa di davvero grande nell’Armata Nera-
-Hai ragione Shownu, così non andiamo da nessuna parte- rispose Kihyun, poi si controllò dietro per vedere se ci fosse qualcosa e si stese sul pavimento.
-Potremmo andare ad infastidirli più da vicino… non ci toccheranno nemmeno con un dito se siamo attenti, avrebbero troppa paura di perdere aiutanti da parte dei cittadini- rifletté Minhyuk ad alta voce; Hyungwon, a suo fianco, annuì e continuò eccitato: -Potremmo andare domani! E’ la giornata del Cambio, probabilmente ce ne saranno di meno ed è meglio per non rischiare tutto subito- ma fu fermato subito dal gomito del fidanzato che gli andò a colpire subito il petto con una certa violenza.
-Non ci sono domani, lo sai. Devo raccogliere altri fiori attorno alle mura prima che finiscano quelli che già abbiamo qui, non si sa mai.-
-E qual è il problema, scusa? Ci andiamo noi.-
Minhyuk parve agli altri come paralizzato, diventava piuttosto suscettibile quando si trattava di far uscire da solo Hyungwon. 
Wonho, che era stato zitto fino a quel momento, mise una mano sulla spalla destra del leader regalandogli uno dei suoi sorrisi più belli e rassicuranti che potesse avere:
-Andrà tutto bene, baderemo noi a lui.-
Il più alto fissò quella scena con sopracciglia aggrottate ed occhi quasi del tutto sbarrati, Shownu stava per chiedere cosa avesse ma non ne ebbe il tempo materiale perché Hyungwon si alzò di scatto in piedi. La luce della vecchia lampadina giallastra attaccata solo ad un filo sotto al soffitto, illuminò per la prima volta bene il volto del ragazzo magrolino: piccolo, sciupato e pallido, sembrava portare volontariamente l’attenzione su di un nuovo livido che copriva gran parte dell’angolo destro della sua bocca.
-Non ho bisogno che qualcuno badi a me. Me la so cavare benissimo da solo!-
-Si infatti, la tua faccia dice esattamente questo.- disse quasi urlando dalla frustrazione Minhyuk che oramai si era alzato anche lui per fronteggiare il compagno nonostante i centimetri in meno.
Hyungwon parve ferito, ma non disse nulla. Si limitò a guardare gli altri con uno sguardo che pochi riuscirono a sostenere, per poi uscire dalla stanza sbattendo violentemente la porta di legno che produsse prima un cigolio e poi un boato forte a causa dell’eco. 

-Pare che davvero ci siano dei seri problemi tra quei due- disse Shownu a Jooheon una volta salutati tutti gli altri sulla soglia della baracca.
-Già… Ma si amano, prima o poi chiariranno- rispose il rosso –Ah, I.M mi ha dato quello che mi avevi chiesto-
-Per caso gli hai…-
-No, no tranquillo, gli ho detto che gli avrei spiegato tutto più in là e lui non ha fatto domande.-
-Meglio così per ora, tanto dopodomani tutti verranno a sapere cosa abbiamo fatto e non credo che gli altri ci metteranno tantissimo ad arrivare a me-.
  
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