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Autore: Sara Garcia    25/03/2017    0 recensioni
Russia, anno 1601. Una giovane nobile mette in salvo le sue figlie da una grave minaccia, che dopo oltre 500 anni tornerà a presentarsi. Chi è il misterioso nemico che ha aggredito la famiglia Meekhiv nel 1600, e pare essere tornato nell'anno 2016, dopo 416 anni? In tutto questo, che cosa c'entreranno Giada e Natasha, due sorelle bolognesi e con una vita apparentemente normale? Qual'è il loro destino? Se vi ho incuriositi vi invito a leggere e recensire, ci tengo molto! Buona lettura a tutti
Dalla storia:
Una nuova esplosione fa però sussultare entrambe, e la dama piange.
“ ci sono riusciti! Sono entrati! “. Trema, mentre la sua signora si gira di scatto.
“ Evitha! Natasha! Lena! “. Chiama tre nomi, evidentemente quelli delle sue bimbe. Ma non fa in tempo a raggiungerle, perché qualcuno le si parà davanti. È una figura incappucciata quella che si è palesata, accompagnata da alcuni esseri dalle sembianze umane ma dalle grandi ali nere. Lei indietreggia, come se lo riconoscesse.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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Russia, città di Mosca. Anno 1590.

Un giovane sta camminando su e giù per il salone da diverso tempo. Sembra essere pensieroso, tanto da non riuscire a stare fermo per più di qualche secondo. Ed il motivo è solo uno: non riesce a smetetre di pensare alla ragazza che il suo cocchiere ha accidentalmente investito con la carrozza. L'ha colpito subito non appena ha incrociato il suo sguardo, seppur per pochi momenti. Non crede di aver mai visto nessuna donna con uno sguardo simile, in grado di colpirlo in quel modo. Certo, davanti alla giovane ha ostentato fredda compostezza, credeva che fosse solo una sensazione momentanea. Invece da allora non riesce a levarsela dalla testa, e non ne capisce la ragione: di certo non è la prima donna del popolo che vede, ma con le altre le cose non sono andate certo in quel modo. Dei passi lo fanno voltare verso l'entrata della sala, da cui fa la sua comparsa un altro giovane dai capelli corvini, leggermente scompigliati. Indossa abiti regali, proprio come il suo pari che ora lo sta osservando. Ma siccome non proferisce parola, è il secondo che finalmente parla. " Viktor, ecco dov'eri. Il conte Kuznetsov ti stava cercando ". Gli riferisce semplicemente, mentre l'altro sospira pesantemente. 

" Lukas, non sono in vena di visite, non oggi ". Risponde, guardando fuori dalla finestra. " Gli hai detto di tornare domani? ". Chiede, e Lukas annuisce. 

" Pensi ancora all'incontro di ieri? ". Chiede senza troppi giri di parole: infatti anche lui era presente, il giorno precedente. Solo che non era sceso dalla carrozza e non aveva visto la ragazza investita. Non ottenendo risposta intuisce di aver centrato il problema. " Non dirmi che una semplice popolana ha fatto breccia nel cuore del gelido Viktor! ". E ride leggermente, ma ancora una volta non ottiene che un'occhiata poco rassicurante da parte dell'altro. 

" Te l'ho detto, non è una ragazza come le altre. C'è qualcosa in lei, qualcosa che mi ha colpito sin da subito ". Commenta, mentre Lukas lo guarda facendosi serio. 

" Non dirmi che ti sei innamorato! E per di più di una popolana... ". Mormora, avvicinandosi alla finestra fuori dalla quale sta guardando anche Viktor, come se si aspettasse di vedere comparire Christine al cancello principale. " Posso capire che tu ti senta attratto da lei, ma non venirmi a dire che sei stato colpito dal così detto colpo di fulmine ". Conclude in fine il primo, mentre Viktor continua a fissare fuori dalla finestra.  

" Sarebbe così sbagliato se così fosse? Contano così tanto le differenze sociali? ". Chiede semplicemente, senza guardare Lukas. " Se così fosse, anche mio padre avrebbe sbagliato ad adottarti, o no? ". Conclude, mentre Lukas esita un momento a rispondere. 

" Hai ragione, in fondo sei libero di fare ciò che vuoi. Non saresti nè il primo e nè l'ultimo che si incapriccia di una popolana, solo sta attento: le malelingue potrebbero iniziare a spettegolare se si sapesse ". E intanto riflette: conosce il nome della sua famiglia d'origine e sa chi sono, ma li detesta: suo padre l'ha dato via probabilmente per denaro, si è rifiutato di crescerlo per chissà quale assurda ragione. Per lui la sua unica famiglia sono i Meekhiv, che lo hanno cresciuto. Vladimir e Katrina Meekhiv erano i suoi soli genitori, Viktor e Boris i suoi unici fratelli.

" L'ultima cosa di cui mi importa adesso sono i pettegolezzi di qualche nobile annoiato. Piuttosto, credi che possa ritrovarla? ". Chiede così, a bruciapelo. Lukas rimane un pò interdetto da quella frase, per poi ridere appena. 

" Ti ha proprio fatto perdere la testa, quella ragazza. Ma se la cercassi tu di persona finiresti sulla bocca di tutti, e desteresti troppi sospetti ". Sentenzia, ed è vero: sicuramente gli altri nobili darebbero adito a dei pettegolezzi fuori luogo. 

" Devo trovarla, parlarle. Che so, anche con la scusa di sapere come sta dopo che il mio cocchiere l'ha travolta con la carrozza ". Mormora, pensando a diverse possibili alternative con le quali invitare Christine senza destare sospetti o sollevare pettegolezzi. Lukas si fa avanti, incrociando le braccia. 

" Se mi dici come si chiama, ci vado io a prenderla. Di me si dicono già abbastanza cose, pettegolezzo in più o pettegolezzo meno... ". Fa in tutta calma: lui è abituato alle male lingue, che di certo non sono mancate sin da quando si è saputo che Vladimir Meekhiv aveva adottato un bimbo " del popolo ", figlio di servi. Le ragioni sono del tutto ignote, ed a Lukas nemmeno interessano. 

" Christine ". Mormora il fratello acquisito, rispondendo alla sua domanda. " Si chiama Christine Petrova ". Conclude, mentre Lukas si irrigidisce di botto. 

" Hai detto Christine Petrova? ". Chiede, e Viktor annuisce. 

" Si. E' così che si è presentata. Cercala al villaggio, dille che voglio vederla per scusarmi dopo l'incidente. Cerca di non spaventarla, va bene? ". Chiede nuovamente, ma Lukas pare irrigidito e non risponde. Viktor gli si avvicina, guardandolo. " Lukas? Hai capito? ". Chiede, riscuotendolo dai suoi pensieri. Il minore annuisce. 

" certo, ho capito. Magari potrei far venire con lei la sua amica, quella di cui mi hai parlato. Così potrebbe sentirsi più a suo agio, non credi? ". Domanda, e Viktor annuisce. 

" Ora vai ". Conclude il discorso, mentre Lukas si gira per poi dargli le spalle ed uscire dalla sala. Una volta fuori si appoggia alla porta, per poi stringere i pugni. 

" Christine Petrova... ". Mormora a denti stretti, mentre il suo sguardo pare infuocarsi. Ma il motivo è ignoto. 

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Christine entra nell'immenso salone, incantata dall'enorme lampadario illuminato dalle sfavillanti luci. Accanto a lei, Alice: le due ragazze sono state invitate insieme a palazzo Meekhiv. Da prima Christine non avrebbe voluto accettare: come mai un nobile la vorrebbe vedere? Chi avrebbe interesse per una donna del popolo come lei? In seguito ha sentito la ragione ed ha deciso di accettare, anche perchè l'invito è stato esteso alla sua amica Alice e questo le ha dato un pò più di sicurezza e coraggio. La domestica che ha accompagnato le due ragazze si inchina, congedandosi. " Il mio signore mi ha chiesto di dirvi di aspettarlo qui, sarà da voi a momenti ". Abbassa lo sguardo ed abbozza un inchino. Christine annuisce mentre la domestica sparisce al di la della porta, ritornando alle sue mansioni. Alice guarda Christine, sospettosa. 

" Avremo fatto bene ad accettare l'invito? Voglio dire, non è normale che un nobile inviti due popolane a palazzo, rischiando di compromettere la sua posizione con i suoi pari ". Commenta, mentre Christine annuisce.

" Credo di si, in fondo è un comportamento che si addoce ad un nobile scusarsi dopo che un suo sottoposto ha travolto una donna con la carrozza, sia ella di alto rango o popolana ". L'attenzione della bruna è attirata da qualcosa: un quadro meraviglioso, che ha l'aria di essere un ritratto di famiglia. Curiosa la ragazza si avvicina, seguita dall'amica. Nel ritratto vi sono un uomo dall'aspetto austero dallo sguardo di ghiaccio, che come tutti coloro ritratti indossa un abito da nobile. Accanto a lui vi è una bellissima donna dagli occhi verde smeraldo, i capelli color mogano lasciati liberi le cadono morbidi sulle spalle, coperte dalle maniche dell'ampio vestito azzurro. La stessa tiene tra le braccia un bimbo neonato, ed accanto all'uomo vi è un bimbo in cui Christine riconosce il padrone di casa. Rimane talmente incantata da non accorgersi dell'ingresso di qualcuno nella sala. Alice se ne accorge e la chiama sottovoce. 

" Christine... ". Mormora, cercando di farsi sentire solo dall'amica. Ma la giovane non pare accorgersi del richiamo della giovane, che viene interrotta da una nuova voce. 

"Vedo che vi piace molto quel dipinto ". Inizia il discorso, facendo voltare la donna. " Loro sono i miei genitori e mio fratello minore, Boris ". Conclude la frase, per poi avvicinarsi alla sua ospite: Christine lo riconosce, è Viktor Meekhiv. Non avrebbe mai potuto scordare quello sguardo di ghiaccio. Immediatamente le sue guance si imporporano, e fa per inchinarsi come si conviene. 

" Scusate, non volevo essere maleducata. E' che.. ". Ma lui la ferma con un cenno della mano, abbozzando a sua volta un inchino. 

" Sono io che dovrei scusarmi, per quanto successo con il cocchiere. E' per questo che vi ho invitata, dopo tutto ". Interrompe la sua frase, mentre per qualche istante la ragazza non riesce nemmeno a parlare, e la causa non è di certo il disagio. Alice osserva i due: ha notato qualcosa che forse alla sua amica è sfuggito, ma non sa se sia il momento di parlare o sia il caso di tacere, per ora. 


Italia, città di Bologna. Anno 2016. 

Giada è a casa da sola: la sorella è al lavoro, e lei ha deciso di occuparsi delle pulizie domestiche. Stanca decide di uscire a prendere una boccata d'aria per poter riflettere: anche lei è rimasta abbastanza turbata dalla storia letta nel libro che la sorella ha avuto in regalo, ed ancora pià turbata è dal fatto che un uomo misterioso le abbia lasciato quell'anello appartenente alla stessa famiglia di cui parla il libro, o meglio tutto fa supporre che sia così: non si è nemmeno fermato, pur essendosi accorto di averlo perso. Mentre sta camminando una ventata d'aria gelida la investe. La ragazza si volta di scatto: non c'è nessuno. Stranamente nella via non c'è anima viva, ed è piuttosto inusuale a quell'ora del giorno. Mentre continua a guardarsi intorno una voce si spande nell'aria, ma sembra parlare alla sua anima più che a lei, infatti ancora nessuno si è palesato. " Evitha... ". E' un nome russo, pensa Giada. Ed è il nome di una delle figlie di Viktor e Christine Meekhiv, lo ricorda benissimo! Scuote il capo. 

" Calmati, Giada. Stai diventando paranoica! E' evidente che qui non c'è nessuno, e nessuna voce ti ha parlato. Cerca di scordare quella storia ". Si rimprovera, riprendendo il cammino. Ma una nuova folata d'aria gelida le fa arrestare nuovamente. 

" Evitha... ". Fa nuovamente la voce, stavolta è ben più chiara. No. Non può essere semplicemente un sogno, non stavolta! Giada aumenta la velocità dei suoi passi, spaventata: che sia frutto della sua fantasia o no, questa storia la sta preoccupando e spaventando, e di certo trovarsi sola nella via la agita ulteriormente: probabilmente, una volta raggiunta la piazza principale ed essendo in mezzo alla folla si calmerà e non sentirà più quel richiamo, riflette. Si dirige in tutta fretta alla strada che porta a Piazza Maggiore, ma ode una risata, poi una sorta di vento nero le si para davanti. Di fronte a lei si palesa un uomo incappucciato, totalmente vestito di nero. Giada arretra, avvertendo un brivido freddo. 

" Chi sei? ". Chiede solamente, mentre l'uomo incappucciato le si avvicina. La ragazza arretra, finendo tuttavia contro il muro. Le pare quasi lo stesso uomo che ha perso l'anello, ma non vorrebbe metterci le mani sul fuoco, dato che non ne conosce nemmeno il volto.

" Non ti deve importare chi sono, tanto tra pochi secondi tutto sarà finito ". Sibila, puntandole una mano. La ragazza si agita, e fa per fuggire. Ma un atroce dolore al braccio la fa desistere e cadere a terra: ma cos'è che l'ha ferita? Si guarda il braccio: esce sangue. A terra una piuma nera. " Evitha, dammi i tuoi poteri ". Fa nuovamente lui, per poi puntarle la mano ed inchinandosi per arrivare alla sua altezza e tenerla inchiodata a terra. La mora si sente indebolita immediatamente, ed inizia a respirare male. 

" Dimmi chi sei ". Sussurra, pallida in viso. Al misterioso uomo compaiono due grandi ali nere, con cui avvolge la ragazza. 

" Adesso dormi. Sarà una morte dolce, proprio come quella di Christine ". Le sussurra all'orecchio. Giada sta per arrendersi, ma improvvisamente una piuma bianca ferisce l'uomo misterioso, che smette di esercitare il suo oscuro potere su Giada, che rimane stesa a terra ma cosciente. 

" Allontanati da lei, subito ". E' una voce femminile. All'ingresso del vicolo si palesa una bellissima donna dai lunghi capelli biondi, con un lungo e principesco vestito bianco. Tra le mani tiene altre due piume, che è pronta a scagliare in caso di bisogno ed incurante del fatto che da un minuto all'altro potrebbe palesarsi qualsiasi persona che voglia imboccare la via, scoprendo così la sua identità. Ora la priorità per lei è solamente Giada. L'uomo si alza da terra, deridendola. 

" Oh, eccoti qua. Finalmente ti sei decisa a palesarti, Alice ". la chiama per nome. E' evidente che quella è la stessa donna che ha donato il libro a Natasha! Come mai indossa quell'abito e non solo, usa delle piume come quelle dell'aggressore di Giada ma di colore bianco?   

" Sono qui per evitare che tu commetta un altro omicidio. Lascia in pace questa ragazza o te la dovrai vedere con me ". Gli punta una piuma bianca. Lui ghigna in modo crudele, per poi guardare Giada che solo ora nota lo sguardo color ghiaccio del suo misterioso aggressore. 

" Le somigli ". Dice, per poi ridere sguaiatamente. " Questa volta sei salva, Evitha. Ma tornerò, non temere. Tu non sai in che guaio sei, non lo sai proprio ". Detto questo scompare in una ventata d'aria nera, così com'è comparso. La donna si inchina, ed aiuta la più giovane ad alzarsi. 

" Ti senti bene? ". Le chiede, mentre la mora scuote il capo ed ha le lacrime agli occhi. 

" Chi era quell'uomo? E perchè mi ha chiamata Evitha? E lei chi è? ". Chiede, mentre Alice guarda dritto di fronte a sè: rivelerà il suo segreto? 


Ciao ragazzi! Eccomi qua con un nuovo capitolo! Che ne dite? Come promesso, ecco un altro pezzo del flashback sull'incontro di Viktor e Christine, che ne pensate? Come mai Lukas era turbato dal cognome di Christine? Cosa ci sarà stato dietro? Intanto, nel 2016 Giada è stata aggredita da un essere alato, simile a colui che uccise Christine: perchè? Come mai l'ha chiamata Evitha? E chi è quell'uomo? Sarà lo stesso che la giovane ha incontrato e che le ha dato l'anello, o è una new entry? Alice lo ha affrontato, ma chi è in realtà la donna? Coraggio! Recensite, vi aspetto! Un bacio

Sara Garcia 
   
 
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