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Autore: Roiben    25/03/2017    0 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 55 – Io credo




Quando Pitch riapre gli occhi, c’è il familiare soffitto color panna sopra di lui e, facendo brevemente vagare lo sguardo, il tiepido viso di Katherine sul suo petto. Stiracchia uno stentato sorriso e si morde le guance colpevole, notando ancora una volta tracce di lacrime seccatesi sulla sua pelle. Con delicata cautela, fa scorrere le dita fra i suoi neri capelli scompigliati, chiedendosi se sia realmente giusto ciò che sta facendo. Vedendo ora i risultati, non ne è più granché sicuro.


Pitch sta ancora riflettendo sui suoi possibili errori, quando Katherine si ridesta bruscamente, guardandosi attorno palesemente allarmata.


Pitch le accarezza gentilmente una mano, attirando su di sé la sua attenzione.


«Pitch» geme Katherine, aggrappandosi strettamente al suo collo.


«Va tutto bene» mormora pacatamente lui, posando piano una mano sulla sua schiena.


Katherine, tuttavia, non sembra incline a credere alle sue rassicurazioni, questa volta. Scuote la testa e stringe la presa su di lui, tremando.


«Katherine» prova, confuso dalla sua inaspettata reazione. «Che cosa succede?» domanda, mentre l’agitazione sale.


«Ti prego, resta con me» supplica Katherine, lasciando cadere qualche lacrima sul collo dello spirito.


«Io… sono con te, Katherine» mormora, stringendola a sua volta fra le braccia.


Per quanto tenti di rassicurarla, Katherine non accenna a calmarsi. Pare, anzi, che la sua disperazione aumenti a ogni parola di conforto di Pitch.


«Non andare via. Non andare».


Pitch rimane un attimo senza parole, troppo sorpreso e confuso per dare il giusto ordine ai pensieri. Infine la comprensione si fa strada dentro di lui e Pitch impreca mentalmente e, incapace di trattenersi oltre, sbotta «Quel maledetto spirito con le piume al posto del cervello! Oh, ma lo troverò un modo per fargliela pagare» promette a sé stesso.


«Non… non fargli del male, ti prego».


La voce piccola di Katherine lo ripesca dai suoi foschi propositi, riportandolo alla cruda realtà.


«Si è messo in mezzo in un problema che non lo riguarda» obbietta duramente.


«Non è stata colpa sua. L’ho costretto io».


«Oh, ma certo! Immagino quanto fosse intimorito dalle minacce di una bambina umana» sibila contrariato.


«Pitch» la voce di Katherine trema pericolosamente.


Lui posa lo sguardo in quello affranto di lei e sospira piano.


«Perdonami. Non so far altro che procurarti sofferenza» si rammarica.


Lei però scuote la testa. «Non è vero, Pitch. Quando sei vicino, io sto bene».


Una smorfia triste distorce gli spigolosi lineamenti del volto dello spirito.


«Adesso sono vicino ma, onestamente, non mi pare tu stia molto bene».


«No, è vero. Adesso io ho paura».


Pitch la scruta con attenzione, sfiora appena le sue gote con i polpastrelli.


«Di che cosa hai paura?» mormora, reggendo nella sua una piccola mano della bambina.


«Ho paura che non ti rivedrò più. Te ne andrai via, per sempre, e non tornerai mai più da me. E io… rimarrò da sola, di nuovo».


Le spalle di Katherine tremano e Pitch le circonda con un braccio.


«Katherine, io non me ne andrò mai via davvero. Rimarrò con te; fino a che mi vorrai, io resterò».


«Come?» chiede lei in un singulto.


Pitch distende le labbra in un sorriso dolce e malinconico.


«Rimarrò con te» ripete sicuro. «Qui» sussurra, posando il palmo di una mano sul suo piccolo cuore «e qui» aggiunge, facendo scorrere leggere le dita dell’altra sulla sua fronte. «Puoi credere in questo, Katherine. Io l’ho fatto, e continuerò a farlo fino alla fine».


«Io… ci credo. Ti credo, Pitch. Io credo in te».


Gli occhi di Pitch si spalancano sorpresi e le sue labbra tremano. Piano, avvolge la bambina fra le braccia e la stringe delicatamente al petto.


«Ti voglio bene, Katherine» mormora fra i suoi capelli, e avverte le sue dita aggrapparsi a lui.



"Non esiste scelta che non comporti una perdita." (Jeanette Winterson)


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"Il dolore che sento ora è la felicità che avevo prima. Questa è la storia." (CS Lewis)






  
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