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Autore: SheDark    25/03/2017    0 recensioni
Tratto dal testo:
"Michael era capace di mettermi a disagio con la sola sfrontatezza, era una sensazione che odiavo e con cui allo stesso tempo avevo imparato a convivere.
«Tu mi odi vero?» formulai la domanda che mi frullava in testa da tempo con una semplicità che lasciò di stucco anche me.
Sapevo che avrei dovuto aspettare per avere una risposta."
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Prima storia della serie 5 Stuff Of Season (5SOS)
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '5 Stuff Of Season (5SOS)'
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Le settimane volarono con tranquillità, finché Febbraio giunse al termine, durante il quale la relazione tra mia madre e il signor Clifford si rafforzò ulteriormente. Inoltre, probabilmente per abituare le nostre due famiglie alla reciproca conoscenza, iniziammo a passare molto tempo in compagnia.
A scuola io e Michael ci ignoravamo come avevamo sempre fatto fino ad allora, nessuno dei due aveva mai accennato ai compagni della storia tra i nostri genitori (a parte Luke, a cui ovviamente avevo raccontato tutto) e ciò rendeva la mia vita scolastica serena, volevo decisamente evitare tutte le domande sull'argomento e sopratutto che mi associassero a Clifford.
Se a scuola ci evitavamo, quando invece ci vedevamo tra le mura domestiche ci scontravamo per la minima cosa, ma sempre lontano dagli occhi dei nostri genitori: come avevamo deciso in comune accordo non era il caso farli preoccupare per piccolezze insignificanti come i nostri litigi adolescenziali.
 

*  *  *
 

Era l'ennesimo sabato pomeriggio in compagnia dei Clifford, stavo passando davanti al soggiorno dove mamma e Daryl stavano parlando e fui incuriosita dalla loro conversazione così, raggiunta silenziosamente la cucina e nascosta dietro al muro, tesi le orecchie per captare qualche parola.
«… abbiamo tempo fino al ventidue.» stava dicendo Daryl.
«Non puoi rinnovare il contratto?» chiese mia madre, «Se hai bisogno di un prestito per...»
Un prestito, per quale motivo? A cosa doveva servire? Quella faccenda scottava ed era un peccato non essere riuscita a sentire tutto il discorso.
«No, no. Ti ringrazio, Rose-Anne.» la interruppe, «I signori Black mi hanno già detto che hanno intenzione di dare l'appartamento a loro figlio, e  quindi niente rinnovo.»
«Non ti preoccupare, vedrai che la risolviamo.» lo consolò mamma.
Avevo ascoltato abbastanza, avrei dovuto chiedere delle spiegazioni a Michael per saperne di più. Presi il pacco di biscotti che gli avevo promesso e tornai di corsa in camera, salutando con nochalance la coppia mentre passavo nuovamente dal soggiorno.
«Oh, alla buon'ora!» si lamentò il mio ospite, «Ma quanto ci hai messo?»
«Ecco i tuoi biscotti e non rompere!» dissi lanciandogli il pacco addosso, volutamente. Non riuscivamo proprio mai ad avere una conversazione normale;  che lo volessimo o no, prima o poi, si trasformavano sempre in battibecchi o discussioni. «Mi sono messa ad origliare i vecchi.» spiegai mentre mi sedevo recuperando il joystick per riprendere la partita che stavamo giocando.
«Ah, e che dicevano?» chiese sebbene non sembrasse molto interessato.
«Credo stessero parlando del vostro appartamento,» risposi prendendo un biscotto, «e di un contratto che non si può rinnovare. Ma non ci ho capito molto, non ho ascoltato dall'inizio.» conclusi addentandolo.
«Forse io ho capito.»
Aspettai un po' e, dopo aver fatto fuori il suo avatar ed avendo capito che per lui la conversazione era finita lì, continuai io il discorso con la curiosità a mille. «Puoi rendere partecipe anche me dei tuoi pensieri?»
«Viviamo in un appartamento in affitto.» rispose semplicemente.
«E quindi?»
«E quindi, se non ci rinnovano il contratto d'affitto, io e papà verremmo sbattuti per strada.»
«Oh, e dove andrete?»
«Non lo so, cazzo!» sbotto alzando la voce, «Fai troppe domande.»
Fui sorpresa dalla sua reazione e allora mi resi conto di aver toccato un tasto dolente. Dopo aver fissato i suoi occhi freddi nei miei, Michael serrò le labbra propenso a non dire più nulla e tornò con lo sguardo fermo sul monitor del televisore.
Il mio telefono si accese sulle note di “Knifes and pens” dei Black Veil Brides in avviso di una chiamata, salvandomi da quella situazione che era diventata piuttosto tesa. Mi alzai velocemente riconoscendo la canzone abbinata al contatto e risposi uscendo dalla stanza, lasciando Mike da solo con i suoi pensieri.
«Ehi, Ashton. Dimmi tutto.»
«Ciao, Sam. Sono con Luke e sei in viva voce.» annunciò.
«Ciao, Samantha! Come stai?» si intromise Hemmings.
«Con il mio aguzzino.» risposi, riferendomi a Michael.
«Oh bene, allora sono arrivati i tuoi cavalieri a salvarti.» scherzò Ash,  «Hai impegni: vuoi venire a prendere un gelato con noi e gli altri?»
«Non posso, ho avuto lo stesso invito da Honeycut per oggi. Mi dispiace tanto ragazzi.»
«Daniel Honeycut, il quarterback?» chiese Luke visibilmente sbalordito anche attraverso la cornetta.
«Si, lui. Perché?»
«Come “perché?” È uno dei ragazzi più popolari della Nortwest.» continuò il biondo, «Ci devi assolutamente uscire!»
«Decisamente.» assentì Ashton, «Allora buona fortuna, Sam!»
«Grazie!» risposi ridendo, «Salutatemi tutti.»
«Sarà fatto!» promise Ash.
«E tu facci sapere come va!» aggiunse Luke, prima che chiudessero la chiamata.
Sorrisi divertita alzando gli occhi al cielo. Misi il cellulare nella tasca dei jeans ed andai nella cabina armadio per iniziare a preparami per l'uscita.
Mentre ritornavo in camera mia a prendere le ultime cose il telefonò vibrò per un messaggio. Lo aprii: 

[ 5 minuti e sono da te, babe.
                                    Dan xx ]

Stranamente quella volta ero già pronta e non mi avrebbe dovuto aspettare, così mi sarei evitata anche una figuraccia già al primo appuntamento. Recuperai la borsa che avevo abbandonato sulla scrivania e ci misi dentro il telefonino, che andò a fare compagnia a chiavi e portafogli.
«Dove vai?» chiese Michael facendomi fare un salto dallo spavento: mi ero completamente scordata di lui.
«Non sono fatti tuoi.» risposi, dopo essermi un attimo ricomposta.
«Allora, con chi esci vestita così?» ripeté imperterrito indicando il mio vestitino bianco a righe orizzontali rosse.
«Con Daniel Honeycut.» risposi seccata.
«Fai attenzione!»  Lo guardai visibilmente sorpresa.  «Lo sai che cosa vogliono i giocatori di football,» spiegò, aiutandosi con gesti espliciti della mano, «sopratutto dalle ragazze carine come te.»  
Aspetta. Michael Clifford mi aveva appena fatto un complimento? Quel Michael Clifford?  Ero sempre più scioccata.
Il telefono vibrò in avviso di un nuovo messaggio, lo recuperai dalla borsa per leggerlo:

[ Sono fuori, esci.
                 Dan xx ]

«Devo andare.» dissi riponendo il cellulare.
Salutai Michael pregandolo di non fare cazzate con la mia console mentre io ero via, poi scesi le scale salutando anche mamma e Daryl, diedi un bacio sulla fronte a Marvin che stava guardano i cartoni animati, ed uscii di casa.
 

*  *  *
 

Infilai la chiave nella toppa facendo scattare la serratura ed aprendo la porta di casa. «Sono arrivata!» annunciai chiudendola alle mie spalle.
«Oh, bene. Samantha, ti stavamo aspettando.» mi raggiunse la voce ci mia madre.
Erano appena le sette e mezza di sera e li immaginai seduti al tavolo di fronte ad un piatto di pasta fumante, intenti ad attendere che la “principessa di casa” (ovvero io) tornasse. Così li raggiunsi nella sala da pranzo con già l'acquolina in bocca, e mi meravigliai quando sulla tavola non trovai nulla.
«Vieni, siediti.» mi accolse mia madre, «Io e Daryl abbiano qualcosa da dirvi.»
Guardai sorpresa Michael, che alzò le spalle al mio sguardo interrogativo, mentre prendevo posto tra lui e Marvin, che scalpitava sulla sedia chiaramente incuriosito.
«L'appartamento in cui viviamo Io e Michael è in affitto,» iniziò Daryl, dicendo ciò che io sapevo già, «e questo mese ci scade il contratto, senza possibilità di rinnovo.» fece una pausa, guardando la  donna che gli sedeva accanto con un sorriso, «Così io e Rose, abbiamo avuto un'idea.»
Ora quelle parole mi stavano spaventando ed incuriosendo allo stesso tempo. 
«Ne abbiamo parlato molto,» prese parola mia madre, «e abbiamo deciso che inizieremo a convivere.»
«Che cosa significa?» chiese Marvin con la manina alzata.
«Che vivremo tutti insieme, tesoro.» gli spiegò pazientemente mamma.
«Oh. Fico!»
Il bambino sembrava entusiasta dalla notizia, non sapeva che ciò significava avere altre due persone fisse in casa e quindi addio privacy e addio alla nostra solita routine.
«Sappiamo che sarà difficile ambientarsi all'inizio: è un grande cambiamento per tutti.» continuò mia madre, «Ma i tempi stringono!»
«E da quando inizieremo a vivere qui?» chiese Mike, che mi parve poco convinto da tutta quella faccenda.
«Il prima possibile: abbiamo appena tre settimane.» rispose il padre, «Da domani iniziamo a portare già alcune cose.»
Michael serrò le labbra come l'avevo già visto fare altre volte quando qualcosa non gli andava, ma il suo sguardo non esprimeva alcuna emozione.
«Bene ragazzi, andiamo a festeggiare?» propose Daryl attirando l'attenzione, «Che ne dite di una bella pizza?»
Ovviamente la risposta fu positiva da parte di tutti, così andammo a metabolizzare la notizia della nuova convivenza nella pizzeria più buona  della zona, che per nostra fortuna si trovava a pochi chilometri da casa.

   
 
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