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Autore: Giulia_a    25/03/2017    0 recensioni
ATTENZIONE:Scusate se ci sto mettendo tanto ad aggiornare ma sono all'ultimo anno di scuola e la maturità si avvicina quindi non ho molto tempo da dedicare alla scrittura. Perdonatemi se trovate eventuali errori o orrori ortografici ma provvederò a correggerli appena ho del tempo libero .
Vi lascio alla trama:
Charlotte è una principessa , amata dal popolo , dai genitori . Ma un po' fuori dal comune , diciamo che non segue mai il protocollo . Nonostante tutto sembra tutto perfetto giusto ?
Un ragazzo arriva nella sua vita e da quel momento tutto sembra cambiare , una minaccia arriva e rivoluziona tutto quanto.
Se credete che la vita di una principessa sia facile allora vi sbagliate di grosso.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lascio dormire Charlotte ancora per un po' , ieri è stata una brutta giornata per lei e il compito che ha è abbastanza duro, per cui decido di aiutarla come posso . So già che si arrabbierà per averla lasciata dormire , ma le terrò da parte la colazione . Quando esco dall'alloggio vado dritto in infermeria da Jakie per avere informazioni su Max. La scenata che ha fatto ieri era sicuramente un crollo emotivo . Quando arrivo trovo Jakie dietro un bancone che sta controllando delle cartelle .
-Ciao Jakie - la saluto facendole alzare la testa.
-Ciao , come mai qui ?
-Volevo sapere come sta Max , l'amico di Charlotte .
La faccia che assume non mi piace per niente , si sporge per prende una cartella da una pila e la controlla - ha avuto un crollo emotivo , lo abbiamo sedato per fargli delle analisi . Deve aver passato l'inferno - afferma , poi si alza e aggira il bancone avvicinandosi a me .
-Però abbiamo trovato una cosa interessante - mi pone davanti la cartella , in modo da poter vedere l'immagine che è attaccata ad un foglio.
-Cos'è ? - domando incuriosito.
-É un tatuaggio alla spalla sinistra . Lo abbiamo notato facendo gli esami.
Il simbolo che mi trovo di fronte è caratterizzato da diverse linee nere che si congiungono in una stella ad otto punte .
-Magari lo aveva già - dico non capendo dove vuole arrivare .
-É questa la cosa strana , analizzandolo attentamente abbiamo scoperto che è recente . Molto recente .
-Recente? Non penso lo abbia fatto in Italia -ragiono ad alta volte .
-Italia ?
-Si era in Italia quando il palazzo è crollato . Pensiamo che con la minaccia dei ribelli i vari stati abbiamo espatriato tutti i turisti .
-Si, ma se fosse così il tatuaggio avrebbe qualche segno. Sarebbe ridotto come il suo corpo - Jakie scuote la testa e indica ancora il tatuaggio - è come se dopo aver passato quello che ha passato avesse deciso di fare un tatuaggio . Guardalo, è troppo perfetto per avere non più di qualche giorno . Si è appena cicatrizzato .
Rifletto sulle sue parole con attenzione . Questa storia non mi piace, come non mi piace la storia dei ribelli . Non mi piacerebbe che le sue cose fossero collegate , perché favorirebbe solo un'unica teoria . Non lo dico per scaramanzia ma credo di aver ragione .
-Posso prendere la foto ?
-Si ma poi riportala - mi raccomanda Jakie .
-Grazie .

Uscendo dall'infermeria mi imbatto in Lucas , sta uscendo con Jess al suo fianco . Sorridono e ridono mentre Jess tiene aperta la porta a Lucas per farlo passare, atterro di qualche passo per nascondermi dietro un patere. Escono dall’infermeria senza essere notato ma io una cosa l’ho notata, Jess. Il modo in cui sorrideva o parlava erano sinceri, e i suoi occhi non erano così luminosi da tanto tempo. Mi avvio lentamente riflettendo su quello che ho visto. Può sembrare strano che io ci dia così tanto peso , ma mia sorella ne è uscita distrutta dalla morte di Tomas , e quello sguardo …. quello sguardo manca da allora.
Sto per salire le scale quando Charlotte arriva verso di me correndo , si è fatta una coda ai capelli rivelando il suo volto. Mi rivolge uno sguardo di fuoco mentre io mi preparo a quello che dirà.
-Non mi hai svegliato - mi rimprovera avvicinandosi.
-L’ho fatto di proposito - mi chino su di lei per baciarla - volevo che riposassi.
-Io sono riposata - dice mentre si stacca dal bacio.
-Sono andato da Jake prima - le riferisco mentre saliamo le scale appiccicati , si blocca a metà strada guardandomi preoccupata , le sfioro un braccio ma questo non fa altro che aumentare il dolore nei suoi occhi. Odio vederla così.
-Abbiamo trovato un tatuaggio sul corpo di Max, sapevi se ne aveva uno ?
-No - tutta l’energia di poco fa è sparita lasciando posto ad una ragazza distrutta dal dolore - lui odiava i tatuaggi.
La trascino fino alla sala di controllo dove troviamo Jess e Lucas ridere, smettono all’istante quando vedono Charlotte.
-E’ stato trovato questo sul corpo di Max - dico subito senza mezzi termini , pongo la foto sul tavolo in modo che tutti la possano vedere - Jakie pensa che glielo abbiano fatto da poco.
-Da poco ? - si informa Lucas.
-Si , si è appena cicatrizzato - confermo vedendolo annuire pensieroso.
-Matthew … - Jess è sbiancata mentre si allunga per guardare la foto con più attenzione , deglutisce vistosamente prima di posare il suo sguardo su di me - questo - la sua voce trema leggermente - questo simbolo io l’ho già visto. Era sul corpo dell’uomo che ha ucciso mamma e papà. 

-Magari è stato preso a caso ?
-No, è stato preso per una ragione. E questo simbolo deve essere un segno o qualcosa che contraddistingua i ribelli.
Le voci di Lucas e Nathan mi arrivano ovattate alle orecchie , fisso la foto senza sosta, chiedendomi come sia possibile non averlo notato prima. Il simbolo, i tratti, la forma, la dimensione sono identici a quello che aveva quell’uomo quel giorno. Ero piccolo ma lo ricordo bene. Quando uccidono i tuoi genitori davanti ai tuoi occhi non lo dimentichi facilmente . Non mi è sfuggito il modo in cui Lucas ha cercato di confrontare Jess, ha posato una mano sulla sua ma lei è voluta andare via. Lo farei anche io se non ci fosse in ballo una cosa tanto grande.
-Matthew - Charlotte sussurra il mio nome accanto a me , mi guarda dispiaciuta . Leggo nei suoi occhi che non ha idea di cosa fare, è buffa e dolce. La avvicino a me e la stringo forte, voglio che capisca che un abbraccio mi basta più di qualsiasi altra parola.
-Dovremmo mandare qualcuno a ..
-No - la mia voce decisa interrompe la discussione che si è creata , allontano di poco Charlotte e guardo i due ragazzi.
-Non manderemo nessuno da nessuna parte, abbiamo già approvato una spedizione non ne faremo un’altra. Lucas fa per protestare ma lo blocco - il punto è : non importa quanti soldati manderemo a ottenere informazioni, loro saranno sempre un passo avanti.
Mi blocco a riflettere e mi guardo intorno.
-C’è qualcosa che non quadra - inizia Lucas - com’è possibile sapere tanto sulla famiglia reale se i controlli per entrare a palazzo sono minuziosi ?
Non parla con Charlotte o Nathan , parla con me. Ha capito qualcosa, glielo leggo in faccia, vuole farlo capire anche a me.
-Fingendosi qualcuno.
-Si , ma se non funziona ? Qual’è il modo migliore entrare in un posto dove i controlli sono al massimo senza essere troppo notati.
-Con una situazione di caos . Con una festa, o un ricevimento . Avere tante persone che entrano fa abbassare i controlli .
-Esatto.
-Fatemi capire bene, quindi sanno così tanto su di noi perchè si sono infilati nel palazzo sfruttando una situazione di caos? - domanda Charlotte confusa.
-Facendo entrare tante persone che sai che hanno la propria scorta non ti fa controllare tutte le persone - spiega Nathan alla sorella.
-Si, ma questo vuol dire che devono aver finto di essere qualcuno .. una guardai del corpo o cose del genere - continua Charlotte.
-Si, resta solo da capire chi sono - dice Lucas annuendo soddisfatto.
-O chi erano - precisa Nathan - il palazzo è crollato, i sopravvissuti sono meno di una decina. 

Con la testa piena di teorie andiamo a pranzo, trovo Jess già seduta al tavolo. Prendo velocemente il mio vassoio lasciando Charlotte a parlare con Lucas e raggiungo mia sorella.
-Come stai ?- le domando preoccupato.
-Sto bene - si lamenta lei - ho solo avuto un momento brutto, ma sto bene.
-I due tatuaggi sono collegati - dico guardandola.
-Lo so, e so anche che c’è un motivo se hanno scelto questo Max .
-Hanno in mente qualcosa. Sospettiamo che abbiamo sfruttato un momento di caos nel palazzo per far entrare le spie - la aggiorno sui progressi fatti in sua assenza.
-Si vale come teoria. Ma resta il fatto che non abbiamo nulla di concreto, solo supposizioni.
-Che vuoi dire ? - domando confuso.
-Dico solo che questa storia dei ribelli è una teoria.
-I ribelli non sono una teoria, lo sai - la rimprovero per la stupidaggine che ha detto.
-Si, sono una minaccia. Ma sono fuori . Matthew … - si passa una mano sulla faccia sospirando frustrata - questa cosa è già grande di noi.
-C’è la possiamo fare - dico speranzoso - forse adesso non abbiamo molte informazioni ma le avremo - affermo deciso mentre lei scuote la testa.
-Quando mamma e papà sono morti i ribelli c’erano ma abbiamo vissuto senza che ci dessero fastidio.
-Jess - dico in tono ammonitore sapendo già dove vuole arrivare.
-Cosa ? Tu non la pensi cosi ?
-Tu cosa vuoi ? - le domando - vivere fuori da qui, in tranquillità, o vivere rinchiusi in quattro mura per il resto della tua esistenza. Questa non è vita Jess, è fare quello che vogliono loro.
-Si ma qui si sta bene - afferma con le lacrime agli occhi - Matthew questa cosa noi non la sappiamo gestire, non sappiamo da che parte andare, cosa fare.
-C’è la faremo, c’è l’abbiamo sempre fatta .
-Lo dici per lei. Perché sei innamorato di lei. Se non ci fosse non diresti così.
-Lei non c’entra, mi ha solo ridato la voglia di tornare la fuori, anzi di scoprire cosa c’è fuori - dico serio - se vuoi mollare fai pure, non mi offendi. Ma io resto .
-Finirà male, finirà come con Tomas - sussurra.
-Tomas ..
-Tomas è morto per questo - afferma dura - mamma e papà sono morti per questo. Tu sei quasi morto.
-Ma sono ancora qui.
-Adesso ! Ma domani? Fra un mese? Dovrai fare qualcosa che potrebbe costarti la vita. Ho già perso troppe persone che amo, Matthew non posso perdere anche te.
-Ma io sono qui Jess - la abbraccio, cosa che non facciamo mai, per dimostrale che non vado da nessuna parte. 

Seduto sulla pedana mi fisso le mani sudate, regolo il respiro affannoso dopo aver combattuto con Alex per un pò. Non sento le porte aprirsi, ne tantomeno la sedia a rotelle di Lucas entrare .
Alzo lo sguardo e lo fisso domandandomi perchè è qui. Diciamo solo che la palestra non è il posto per lui , senza offesa ma non saprebbe cosa fare.
-Jess ha paura - afferma dopo qualche minuto.
-Lo so - mi alzo e prendo un asciugamano per pulirmi la faccia piena di sudore.
-Devi capirla - dice ancora.
-Io la capisco Lucas - mi volto verso di lui - so che ha già sofferto tanto, ho sofferto anche io. Lo capire se volesse mollare, non la biasimerei.
-Matthew … - vuole dire qualcosa ma si blocca e guarda i suoi piedi immobili sulla sedia.
-Dimmi una cosa perchè non ti sei fatto vedere per tre anni ? - alza la testa di scatto, sorpreso da quelle parole.
-Perché mi vergognavo e perchè avevo paura - risponde subito. Sarà anche la verità, ma non la bevo, non del tutto.
-E … - lo incoraggio a continua ma scuote la testa alzando le spalle.
-Non ci sono molti altri motivi Matthew, ho fatto una cosa orribile ..
-Non è colpa tua, e lo sai . Tu non sei uscito perchè la ami. Non sono un idiota, so quando mia sorella è innamorata. Non ho bevuto la storia che vi eravate lasciati perchè eravate troppo diversi. E non ho amato molto Tomas per averla sposata subito, ma era felice e io volevo solo quello.
-Matthew…
-Lasciami finire. Anche tu non eri molto contento, te lo si leggeva in faccia. Ma quando sei tornato ho avuto così tanta voglia di ucciderti che dovevo fare uno sforzo enorme per non avvicinarmi a te. Ma non perchè Tomas era morto, o perché la missione è andata male. Avevi fatto soffrite Jess, e questo non lo sopportavo.
-Io …
-Tu … hai solo pensato che sarebbe stato meglio sparire, non farti vedere. Questo avrebbe aiutato tutti, avrebbe aiutato Jess. Lascia che ti dica che il grande soldato che eri una volta adesso non lo sei più. Sei solo un codardo, hai lasciato che lei soffrisse.
-Matthew se solo tu sapessi …
-Cosa! Che la ami! Lo so benissimo quello che provi per lei ! - sgrana gli occhi per quello che ho detto e abbassa la testa colpevole.
-Lei non prova più lo stesso per me - dice solo. Con la sedia a rotelle si gira e si avvicina alla porta. Non lo raggiungo, lascio che se ne vada da solo.
Sono stato uno stronzo, lo so. Ma almeno mi sono sfogato, volevo così tanto tempo dirgli quelle cose che adesso che l’ho fatto quasi mi sento in colpa. Sa tutto quello che gli ho detto, ma sentirsele dire fa ancora più male che saperle. 

Quando rientro nell'alloggio Charlotte è già a letto. Mi tolgo la maglietta e i pantaloni e mi infilo con lei. Appena mi sente reagisce all'istante mettendomi le braccia al collo e attirandomi verso il suo corpo.
-Sei arrivato tardi - bofonchia mezza assonnata .
-Lo so - le bacio i capelli e la stingo a mia volta - ho parlato con Lucas .
-Bene - la su voce è soffocata dal mio petto .
-In realtà non è andata tanto bene - commento ottenendo qualche reazione da parte sua .
-Come ? - alza la testa di scatto e mi fissa .
-Beh ... è preoccupato per Jess, a pranzo mi ha detto che ha paura di perdermi, e che questa situazione è più grande di noi .
-Matthew - Charlotte si mette a sedere con voce lamentosa .
-Ce la faremo - dico in mia difesa mentre lei mi fissa - anche tu la pensi come lei ? - la osservo bene .
-No, ma - sospira e scuote la testa - non è che abbiamo molto dalla nostra parte. Siamo piuttosto indietro rispetto ai ribelli .
-Si, ma possiamo farcela Charlotte. Possiamo vincere - dopo un attimo di pausa mentre mi metto a sedere come lei continuo - io voglio poter uscire da qui, vivere fuori, senza problemi. Tu hai vissuto tutta la vita lì, qui dentro non di senti oppressa ?
-Io mi sto abituando a vivere qui .
-Ma non possiamo rimanere qui in eterno - ribatto - possiamo vincere.
-Come ? Non abbiamo niente - ripete lei .
Ha ragione, ma io sono sicuro che c'è la possiamo fare .
-Troveremo un modo - affermo quando ritrovo le parole.
Ci rimettiamo a letto senza dire niente di più, lei si riaccoccola contro di me e io non smetto di pensare ai ribelli. C'è un modo per sconfiggerli, ne sono sicuro, dobbiamo solo trovarlo. 

   
 
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