25/03/2017
7 recensioniTocchi di brace
Tic! Tac! Tic! Tac!
Il suo cuore batteva, oscillava come un pendolo tra umiliazioni e attimi di felicità rubati al fato avverso, passando inevitabilmente dall’infernale condizione di spettatore senza via di fuga: mirava i suoi lunghi capelli ondeggiare sulle sue spalle, scaglie di fuoco che lambivano chi osava sfiorarla; guatava il ghigno del suo rivale con unta rabbia, indebolito dalla sua arroganza e imbruttito dalle sue glorie.
Come avrebbe mai potuto competere con James Potter?
«Non uscirei con lui neanche se fosse l’ultimo uomo sulla terra» si era indignata Lily, stringendo le labbra.
Severus aveva ghermito quelle parole e le aveva cullate, nel silenzio della sua fredda stanza, come fuoco fatuo, soffiando sui neri carboni per farlo attecchire.
Come avrebbe mai potuto competere con James Potter?
«Non uscirei con lui neanche se fosse l’ultimo uomo sulla terra» si era indignata Lily, stringendo le labbra.
Severus aveva ghermito quelle parole e le aveva cullate, nel silenzio della sua fredda stanza, come fuoco fatuo, soffiando sui neri carboni per farlo attecchire.
Tic-tac! Tic-tac!
La bestia balzava, la criniera scompigliata e gli occhi color fango che luccicavano d’oro; la bella fuggiva le sue attenzioni. Severus, rannicchiato nel suo argentato angolino, la mirò pennellare l’aria di vermiglio e voltare le spalle al leone; poi, in un lampo di dolente timore, sulle sue labbra vide fiorire un riso. Prima che il cremisi tornasse bocciolo di rosa, la serpe nel suo petto morse le sue certezze, mentre le sue dita d’avorio soffocarono la vampata nascente.
Il fuoco tornò brace e avvizzì tra le sue mani.
Il fuoco tornò brace e avvizzì tra le sue mani.
Tic! Tac! Tic! Tac!
«Sev!»
Il calore delle fiamme lo avvolse come una seconda pelle, senza ustionarlo.
Meglio nudo alla luce del sole, che spoglio dinanzi al verde dei suoi occhi! Sputò, piegato dalla vergogna.
«Oh, avanti, Evans…»
Il felino divenne preda: una lingua di fuoco aveva sfregiato il suo bel viso.
«Che onore c’è nell’attaccare qualcuno che non si difende?»
Severus lo sentì miagolare confusamente qualcosa, ma le sue orecchie fischiavano di trionfo e non lo ascoltarono.
Seguì Lily, ipnotizzato dalla scia di luce della sua eterea figura, dove non c’erano colori né sguardi a dividerli; e la sua umida mano poteva avvolgersi ancora, complice, intorno al tepore delle sue dita.
Il calore delle fiamme lo avvolse come una seconda pelle, senza ustionarlo.
Meglio nudo alla luce del sole, che spoglio dinanzi al verde dei suoi occhi! Sputò, piegato dalla vergogna.
«Oh, avanti, Evans…»
Il felino divenne preda: una lingua di fuoco aveva sfregiato il suo bel viso.
«Che onore c’è nell’attaccare qualcuno che non si difende?»
Severus lo sentì miagolare confusamente qualcosa, ma le sue orecchie fischiavano di trionfo e non lo ascoltarono.
Seguì Lily, ipnotizzato dalla scia di luce della sua eterea figura, dove non c’erano colori né sguardi a dividerli; e la sua umida mano poteva avvolgersi ancora, complice, intorno al tepore delle sue dita.
Tic-tac-tic-tac!
Il suono soave della sua presenza e la fragranza del miele invasero i suoi sensi.
Le dita delicate di Lily giocavano con i rami del salice piangente; le sue, ossute, si intrecciavano ai suoi capelli al vento, imprigionandoli nella sua morsa.
Il suo profumo si fece più intenso, la testa che si posava dolcemente sul suo petto. Severus deglutì, aspirò il suo calore e dischiuse le labbra.
«Saremo sempre amici, Sev. Promesso!»
Il vento rapì le sue ultime speranze e la serpe stritolò i suoi polmoni.
Le dita delicate di Lily giocavano con i rami del salice piangente; le sue, ossute, si intrecciavano ai suoi capelli al vento, imprigionandoli nella sua morsa.
Il suo profumo si fece più intenso, la testa che si posava dolcemente sul suo petto. Severus deglutì, aspirò il suo calore e dischiuse le labbra.
«Saremo sempre amici, Sev. Promesso!»
Il vento rapì le sue ultime speranze e la serpe stritolò i suoi polmoni.
Tic… tac… tic…
Lily si era voltata e aveva sorriso, due fossette di timido piacere sulle guance. Gli angoli della bocca di Severus si erano sollevati, per tramutarsi in roccia crepata quando l’artiglio del grifone era calato sulle spalle di lei, impudente.
Tra le ciglia s’affacciò una lacrima: si cristallizzò come ghiaccio sul suo viso e, tagliente come vetro, scese nella sua gola, insipido veleno che si coagulò sulla punta della lingua, pronto per essere spirato fuori.
Non fu capace di schiacciare la testa al serpente che strisciava dentro di lui.
Le fiamme bruciarono i suoi occhi, morendo affannosamente tra le gioie violente di un bacio mai stato, avvelenate dal sapore del fiele.
Severus affogò nelle tenebre e sibilò la sua rovina.
Tra le ciglia s’affacciò una lacrima: si cristallizzò come ghiaccio sul suo viso e, tagliente come vetro, scese nella sua gola, insipido veleno che si coagulò sulla punta della lingua, pronto per essere spirato fuori.
Non fu capace di schiacciare la testa al serpente che strisciava dentro di lui.
Le fiamme bruciarono i suoi occhi, morendo affannosamente tra le gioie violente di un bacio mai stato, avvelenate dal sapore del fiele.
Severus affogò nelle tenebre e sibilò la sua rovina.