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Autore: __Lily    25/03/2017    0 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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VENTI

 

 


 

 

Quelle parole arrivarono come una pugnalata, come quelle che i suoi confratelli gli avevano dato, come una tempesta improvvisa e Jon era rimasto senza un riparo.
Bran guardò suo fratello colmo di dispiacere, non avrebbe voluto dirglielo ma come poteva mentirgli? Suo padre lo aveva fatto per tutta la vita, era ora che lui sapesse.
«Quando ho toccato l’albero mi sono ritrovato a Dorne, ho visto nostro padre e altri uomini tra cui il padre di Meera, poco dopo ha affrontato in duello Ser Arthur Dayne.»
«Ricordo la storia» rispose Jon.
«Si, ma non è andata come ci è stato raccontato…»
Howland Reed chinò il capo, si era comportato male, molto male.
«Fui io a colpire Arthur Dayne alle spalle, quella guerra era costata troppe vite. Tutti coloro che avevo conosciuto erano morti combattendo contro i Targaryen non volevo perdere un altro amico.»
Meera posò una mano sulla spalla del padre, improvvisamente gli sembrò più vecchio di quanto non fosse.
«Dopo lo scontro l’ho visto salire in una torre e l’ho seguito. Non credevo che avrei visto ciò che mi è stato mostrato.»
«Cosa hai visto Bran?» chiese Sansa, Jon non riusciva a parlare e teneva la testa bassa, i pugni stretti.
«Nostra zia Lyanna in un letto allagato di sangue, lui le è corso in contro ma non c’era molto che potesse fare. Voleva andare a cercare un maestro ma era troppo tardi e lei non voleva restare sola, c’era qualcosa di più importante che doveva fare» rispose Bran guardando Jon, «ti ha affidato a lui, lo ha supplicato di proteggerti, non voleva che Robert Baratheon ti uccidesse. Era certa che lo avrebbe fatto se avesse saputo la verità. La mia visione si è interrotta poco dopo, quando nostro padre ti ha preso in braccio.»
«Ho seguito Ned in quella torre, li sciolsi dall’abbraccio e lo aiutai a portarti via da lì. Il tuo vero padre era morto combattendo nella battaglia del Tridente, tua madre era morta in quella torre. Trovai un posto dove stare, ti cercai una balia e poi accompagnai il mio amico a parlare con Doran Martell, voleva che sua sorella venisse preparata per il viaggio di ritorno a Grande Inverno, non so cosa convinse il principe di Dorne. Forse fu il dolore che li accomunava, anche lui aveva perso sua sorella e suo fratello.»
«Mi ha mentito» disse Jon con voce fredda.
«Si, ti ha mentito e lo ha fatto per salvare la tua vita. Se avesse detto la verità Robert Baratheon avrebbe preteso la tua morte e lui non lo avrebbe mai permesso. Sarebbe scoppiata un’altra guerra, Nord contro Sud e sarebbe stata la fine degli Stark o dei Baratheon, troppo sangue era stato versato, troppe vite spezzate. Non serviva un’altra guerra. Ned ha fatto l’unica cosa sensata, ti ha portato a Grande Inverno, ha cambiato il tuo nome, ti ha dato un’altra famiglia, una nuova vita. Saresti dovuto crescere ad Approdo del re come un principe ma l’ultimo dei draghi era morto, sua moglie e i suoi figli erano stati uccisi nel modo più crudele e tua madre… cos’altro avrebbe potuto fare per proteggerti?»
«Io l’ho supplicato più e più volte di dirmi chi fosse mia madre…»
«Non poteva dirtelo, non eri pronto e non lo sei nemmeno ora. Ned ti ha mentito si, ma se non lo avesse fatto saresti morto come sono morti i tuoi veri fratelli, la principessa Rhaenys e il principe Aegon. Sai come sono morti?»
Jon annuì, certo che lo sapeva, tutti lo sapevano.
«Basta così per ora» disse Sansa, aveva sentito fin troppo.
«Si, credo che per ora possa bastare così.»
«Il mio nome» disse Jon voltandosi verso Howland Redd.
«Jeaherys, Jeaherys Targaryen.»
Jon abbassò nuovamente la testa poi si alzò dalla sedia e se ne andò da quella sala.
«Jon!» lo chiamò Arya, fece per alzarsi e raggiungerlo ma Gendry la fermò, «non possiamo lasciarlo solo! Gendry, lasciami andare!»
«Lasciamolo stare per un po’» disse Sansa.
«Ma Sansa…»
«Arya, ne ha bisogno.»
Per quanto doloroso sapeva che era la verità, avrebbe voluto rincorrerlo proprio come sua sorella, ma non lo fece, Jon doveva stare solo per riordinare le sue idee.
Per un attimo non seppe dove andare o cosa fare, tutto iniziò a vorticare intorno a lui, nulla di ciò che aveva sempre creduto era vero.
Poi prese una torcia e si avviò verso le cripte, il suo sogno, quello degli antichi Stark che gli dicevano di andarsene perché lui non lo era, alla fine si era dimostrato vero.
Non sono uno Stark e non sono nemmeno un Targaryen. Non sono nessuno.
Accese delle candele come aveva fatto solo qualche giorno fa insieme ad Arya, ma quella volta era solo con una verità che gli aveva appena distrutto il cuore.
Si fermò difronte alla statua dell’uomo che per tutta la vita aveva creduto suo padre, l’uomo che gli aveva insegnato tutto, l’uomo che lo aveva fatto diventare ciò che era diventato, lo stesso uomo per il quale avrebbe disertato; era stata tutta una finzione, aveva cercato per tutta la vita di essere degno ai suoi occhi e alla fine scoprire di non essere suo figlio lo aveva distrutto.
«Perché?!» urlò furioso contro la statua di Eddard Stark, «Perché?!»
Nessuno rispose, la sua voce riecheggiò nelle cripte, in quelle pareti fredde e scure, umide, poi si voltò verso la statua di sua madre, lei era sempre stata lì a Grande Inverno e lui per tutta la vita l’aveva ignorata.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, era dalla morte di Rickon che non piangeva, voleva essere forte, voleva esserlo per Sansa.
Sansa…
La sua mano sfiorò la statua di Lyanna Stark, della ragazza indomita e bella di cui tanto aveva sentito parlare, del lupo che aveva fatto innamorare il drago.
«Madre» disse accarezzando il marmo freddo, era sempre stata lì, vicino a lui.
Sansa lasciò passare del tempo, alla fine però andò da lui, sapeva già dove era perché quello era l’unico posto dove Jon avrebbe potuto vedere il volto di sua madre.
Tante cose erano state dette sul principe Targaryen e sua zia Lyanna, talmente tante che Sansa iniziò a domandarsi se fossero davvero vere le storie raccontate.
Aveva giurato a se stessa di non scendere lì sotto ma Jon si trovava lì ora e aveva bisogno di lei, così si fece coraggio e anche lei scese nelle cripte di Grande Inverno, lo fece per Jon.
Da quando Bran aveva detto loro la verità una parte di lei si era sollevata, ciò che aveva fatto con Jon non era stato un errore dopo tutto, ma ora non poteva fare a meno di pensare che se suo padre avesse detto la verità alla moglie tutto sarebbe stato diverso per loro.
Jon avrebbe potuto avere una figura materna accanto a se anche se non era la sua vera madre e Sansa non lo avrebbe trattato con tanta superbia e sdegno.
Lo trovò con la testa china, difronte alla statua di Lyanna Stark.
Si avvicinò piano per non spaventarlo, poi prese la sua mano e la strinse nella sua.
«Dicevano che l’avesse rapita e che era tenuta in quella torre come prigioniera.»
«Io non lo credo.»
«Se fosse vero?»
«No non lo è. Dicono anche che Arya le somigli molto e conoscendo lei e se ciò che dicono è vero, dubito che Lyanna Stark potesse essere prigioniera. Jon, guardami.»
Lui alzò lo sguardo, il volto rigato di lacrime, era la prima volta che Sansa lo vedeva piangere; passò la sua mano sul suo viso asciugando le sue lacrime.
«Tu sei Jon, non importa il resto. Targaryen o Stark. Drago o lupo.»
«Non sono nessuno dei due e quando sapranno la verità gli alfieri… non accetteranno di essere guidati da me.»
«Lo faranno, un altro al tuo posto li avrebbe fatti uccidere tutti, ci hanno già voltato le spalle una volta non lo faranno ancora. Avrai anche sangue di drago nelle vene ma sei stato cresciuto da un lupo, non dimenticarlo.»
«Per tutta la vita ho cercato di essere degno ai suoi occhi.»
«Sapeva che lo eri e lo sei ancora.»
«E’ stata colpa mia Sansa.»
«No!»
«Se non fosse stato per me sarebbe ancora viva» disse Jon guardando la donna che amava.
«Smettila, non dirlo mai più. Lei non vorrebbe sentirti dire questo.»
«Non puoi saperlo.»
«Invece lo so, lo so perché sono una donna. Ha fatto ciò che qualsiasi altra madre avrebbe fatto, la tua vita era più preziosa della sua.»
«No…»
«Si invece, eri suo figlio ed era suo compito proteggerti e lo ha fatto. Ora sai chi era e sai anche quanto ti ha amato e se ho ragione non è stata l’unica a farlo.»
«Credi che si amassero?»
«Si, lo credo. E credo che Rhaegar Targaryen amasse anche te, eri suo figlio proprio come i due principini uccisi.»
«Non lo sapremo mai. Ho così tante domande Sansa.»
«Ti prometto che troveremo tutte le risposte, insieme. Non sei solo Jon.»
«Jeaherys.»
«Non so se riuscirò a chiamarti in un altro modo.»
«Non farlo allora.»
Restarono nelle cripte per un po’, solo loro due, Sansa lo abbracciò forte a se e lo baciò ora erano liberi di potersi amare.
Grazie - disse dentro di se guardando la statua di Lyanna Stark - grazie per ciò che hai fatto per lui.

  
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