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Autore: RaElle    26/03/2017    2 recensioni
Persino Tommen, buono e gentile nell'animo come la defunta sorella, non era riuscito a sopravvivere alle fauci affamate e gelide del Valonqar.
Cersei strinse le mani su una ciocca dei suoi biondi capelli, conscia di non potergli più procurare alcun dolore.
I leoni non erano stati messi a tacere.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Tommen Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per un obbligo nell'omonimo gioco "Verità, Obbligo o Salvataggio" del gruppo facebook "IL GIARDINO DI EFP".



Aveva fissato con estrema freddezza gli occhi aperti del figlio, senza che questi ultimi potessero realmente vederla.
Non avevano nulla dello sguardo fiero del leone; non lo erano mai stati, ammise a sé stessa.
Forse, lei non li aveva mai veramente accettati. Sicuramente, non era stata capace di apprezzarli.
Gli passò una mano sul volto escoriato, pallido, gelido.
Le mani correvano lente su quel corpo distrutto, saggiando la morbidezza della sua pelle, rifuggendo dal sangue incrostato che ancora lo ricopriva.
Non era mai stato il figlio forte che voleva, non era Joffrey. Non era l'unica femmina che aveva avuto, la sua dolce, piccola, Myrcella.
Tommen.
Eppure Cersei sente ancora il cuore in gola, i piedi che corrono, le mani che spintonano corpi anonimi e stupidi mentre le intralciano la strada, la stretta pressante del Valonqar che le toglie il respiro...
Le vesti erano diventate soffocanti, gli occhi sondavano ogni singolo dettaglio di quel corpo rotto, il suo Tommen, mentre la voce malferma ringhiava ordini a nessuno e a tutti.
Non un solo rintocco della campana suonò.
Nessun addio venne dato al Re.

Cersei pianse una sola lacrima, fermata prontamente con un gesto stizzito della mano, in una stanza vuota e lontana da occhi indiscreti.
Era una madre ferita, ma il cuore le ruggiva in petto come mai aveva fatto prima.
La profezia si era avverata.
Tutti i suoi figli, gli amorevoli bambini messi al mondo insieme all'amato fratello Jaime, erano morti.
Persino Tommen, buono e gentile nell'animo come la defunta sorella, non era riuscito a sopravvivere alle fauci affamate e gelide del Valonqar.
Cersei strinse le mani su una ciocca dei suoi biondi capelli, conscia di non potergli più procurare alcun dolore.
I leoni non erano stati messi a tacere.
Posò un bacio colmo d'affetto sulla fronte del Re bambino, come mai si era premurata di fare prima.
"Mi dispiace, figlio mio" gli soffiò in faccia l'odore aspro del vino, sciogliendo delicatamente la presa delle sue dita e trasformando quella stretta in una lieve carezza. "Dormi, e fai che non siano lupi, né cervi né serpi, o squallide rose a darti il tormento. Dormi tranquillo..."
Le dita sottili gli abbassorono le palpebre, dandogli finalmente la pace che meritava.
"... ora il potere spetta ad una leonessa che non ha alcuna paura a ruggire" vaneggiò, leggermente eccitata, quasi dimentica delle premurose parole che aveva da poco pronunciato, mentre si allontanava barcollante dal cadavere sempre più freddo di Tommen Baratheon.



#Non mi piace Cersei, onestamente, quindi non so bene come ho gestito il suo personaggio, spero di non essere sfociata nell'OOC.



   
 
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