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Autore: floricienta    26/03/2017    1 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 29
SPERARE IN UNA SVOLTA

 

Dicembre, anno 439 del XII periodo

Dopo quel sogno, Ari aveva troppe informazioni da assemblare.
Prima di tutto c'era la questione dei suoi genitori.

Sono un mago non perché è stato un caso o sono stato scelto da Tangaroa, ma perché sono il figlio di una coppia di maghi che ha rinunciato ai suoi poteri.

Gli sembrava assurdo. E ciò che lo era più di tutti era che loro erano morti proprio a causa dei maghi, della società di cui facevano parte e che li aveva espulsi. Non sapeva perché avessero rinunciato a tutto e c'era solo una persona a cui poteva chiedere, ma non avrebbe mai affrontato quel discorso con Keyondre, poiché sapeva che non ne sarebbe stato in grado.
Eppure era stato colui che gli aveva sigillato i poteri, usando come catalizzatori proprio i suoi genitori e, probabilmente, sapeva perfettamente chi fosse non appena era giunto sull'aeronave.
Forse era stato il motivo per cui era diventato il suo tutore e l'aveva allenato così severamente.
Ari si mise a riflettere su che rapporto dovesse avere Keyondre con i suoi genitori, se erano amici o semplici conoscenti, e in quel momento capì che c'erano così tante cose che non sapeva di loro e che avrebbe voluto farsi raccontare.

Chissà che elemento possedevano.

Sorrise amaramente e scosse la testa.
Non gli era difficile immaginare il perché avessero abbandonato tutto. La causa poteva essere i sacrifici verso i quali non sarebbero mai stati favorevoli.
Quello ormai era il passato e c'erano ben altri problemi da affrontare.
Aveva sancito un patto con Tangaroa e non poteva permettersi di venirne meno.

Certo, il fatto che la parte malvagia di Tinirau risiedesse in Nael ha dell'incredibile.

Ari rimuginò sul fatto che le azioni di Nael potevano essere state soggiogate da essa, che lui in realtà era diverso da quello che gli era sempre parso, ma questo significava anche che il Nael che lui conosceva non poteva essere una persona così buona e che l'aveva aiutato in ogni occasione da anni.

No, non sarebbe stato con me se avesse prevalso l'anima oscura, non sarebbe la persona che ho imparato ad amare e non sarebbe...

Sorrise portandosi una mano tra i capelli e spostandoli indietro.

...qui con me.

Natanael era l'anima che gli girava attorno da qualche tempo e adesso non aveva più dubbi.

Nael aveva il desiderio di risvegliarsi al mio fianco.

Sorrise ancora e non poté essere più felice di così. Si sentì battere forte il cuore mentre pensava che l'altro fosse tornato esclusivamente per lui e che l'aveva salvato prima di commettere il suicidio.
Si scusò mentalmente con lui per quel gesto.

Adesso è il mio turno di salvarti.

Strinse forte il pugno e picchiò contro la coperta, con lo sguardo duro.
Per salvarlo doveva recuperare il corpo di Nael e questo si trovava negli abissi, rinchiuso in un tempio circondato da una barriera emessa da Tangaroa per non far uscire lo spirito di Tinirau. Non sarebbe stato facile.

Come posso sconfiggere una divinità? Non sono neanche in grado di usare a pieno il mana e, come ha detto Tangaroa, non sono ancora forte abbastanza.

Le sue spalle tremarono appena e fece un sospiro profondo.

Ho una paura tale che mi fa pentire di aver accettato.

“Nael?” chiamò ad alta voce.

È normale avere paura...

“Ci sono riuscito.” affermò contento, mascherando leggermente la sua preoccupazione. “Ho parlato con Tangaroa.”
“Davvero?” Nael spalancò gli occhi e si avvicinò all'altro, sedendosi sul materasso.
Ari non lo sentì, ma continuò a parlare.
“Devo raccontarti molte cose...” abbassò appena il capo e avvertì una sensazione fredda sulla sua guancia.
Gli venne in mente che la divinità degli oceani gli aveva promesso che sarebbe riuscito a percepire sempre meglio lo spirito di Natanael, probabilmente adesso lo stava accarezzando proprio sugli zigomi.

...però non posso lasciarmi abbattere da essa...

Cominciò a narrare tutto quello che aveva carpito in quelle ore di sonno, dalla prima all'ultima notizia, e si immaginò le reazioni dell'altro nello scoprire delle sue due anime, del fatto che potesse ancora tornare nel mondo dei vivi e della missione che doveva affrontare per farlo avvenire.
“Quindi farò di tutto perché tu possa tornare da me.” concluse Ari.

...perché altrimenti non ci riuscirò mai.

“Ari, sei sicuro? Vuoi farlo davvero? Sembra pericoloso.” si allarmò subito Natanael, tuttavia il suo petto si riempì di gioia nel sapere fino a dove si sarebbe spinto il biondo unicamente per il suo bene e per farlo rivivere.
“Non ti lascerò morire.” dichiarò Ari semplicemente.

E non posso permettermi di fallire.

Non ricordava quando le sue azioni erano state così determinate negli ultimi anni, se non quando aveva deciso di diventare un mago per salvare se stesso e Nael, e neanche quando era stato così impavido dopo aver sentito scorrere il mana dentro di sé, in seguito alla Prova degli Elementi. Tuttavia, doveva trovare la sicurezza dentro di sé e manifestarla il più possibile per sconfiggere Tinirau, per poter sperare in un suo futuro felice insieme alla persona che amava.
“Sei meraviglioso, Ari.” rispose Nael e si avvicinò alle sue labbra baciandolo lievemente, senza avvertire il solito sapore che aveva imparato a conoscere.
“Però ho bisogno ancora di aiuto.” Ari continuò.
Gli serviva qualcuno che potesse addestrarlo e far accrescere i suoi poteri in vista della battaglia che lo aspettava e non c'erano molte persone a cui poteva confessare qualcosa del genere. Aveva solo due opzioni: Inaya come supporto morale e Keyondre come maestro.
Il mago del buio, inoltre, essendo implicato già in vecchi affari della sua famiglia, forse l'avrebbe compreso e aiutato, ma Ari non voleva andare da lui dopo l'ultima loro discussione.
Gli aveva sbattuto in faccia che non voleva assolutamente diventare un mago e che il Consiglio poteva persino togliergli i poteri, mentre ora sarebbe andato da lui a domandargli di farlo diventare più forte per salvare il corpo della persona che amava.
Poteva già immaginare quale sarebbe stata la sua risposta.
“Nael?” provò a chiamarlo ancora, sperando di trovare conforto in lui per quanto potesse sentirlo. “Vorrei tanto abbracciarti in questo momento.”
“Anche io.”
Ari sorrise, felice di averlo percepito alla perfezione.
“Tangaroa mi ha confessato anche che d'ora in poi riusciremo a comunicare sempre meglio, ma dobbiamo esercitarci entrambi.”
Anche per quello gli serviva la mano di qualcuno. Da solo non sapeva proprio da dove partire e non sapeva quanto tempo sarebbe passato prima che fosse stato pronto per affrontare Tinirau, quindi voleva sfruttare al massimo il tempo con Nael, sebbene in quella forma incorporea.
“Sai, ho tante cose da raccontarti su tutto quello che è successo mentre eravamo separati.” disse ancora Ari.
“Quindi immagino che io debba farlo da capo.” sbuffò il moro, ironico.
“Perciò diamo il meglio di noi per farlo succedere, perché ho anche voglia di sentire la tua voce.”
Una sola lacrima cadde dal suo occhio sinistro e allargò le braccia come a voler essere abbracciato. Nael non ci dovette riflettere un secondo per buttarsi su quel ragazzo, anche se era tutto diverso da prima e il suo gesto non stava venendo ricambiato come avrebbe voluto.
Natanael fu convinto dalle parole di Ari. Anche lui voleva sentirlo come sempre, era stufo di quel corpo che non aveva più la percezione delle cose.
Per tutta la giornata, Ari rimase nella sua stanza. Aveva troppi pensieri da mettere in ordine, troppe scelte da fare e troppi sentimenti da capire.
Tutto ciò di cui era certo era che Nael era al suo fianco e non l'aveva mai abbandonato come aveva promesso, che avrebbe fatto di tutto per riportarlo indietro anche a costo di morire, perché non aveva altro da perdere e perché solo per lui avrebbe potuto compiere una decisione del genere, e che si sarebbe rivolto prima di tutti all'unica persona che l'aveva sempre sostenuto e la prima che era diventata sua amica.
Inaya.




Nael era sbalordito.
Mai avrebbe pensato che fosse già morto una volta e che fosse stato Tangaroa a riportarlo in vita, usando il suo corpo come contenitore dell'anima di suo figlio. Non gli riusciva a entrare in testa, anzi, più se lo ripeteva e più perdeva significato.

Quindi devo ringraziarlo per avermi resuscitato o devo odiarlo per tutto il resto?

Il ragazzo era seduto sul materasso di Ari, sentendo l'acqua della doccia scrosciare ormai da qualche minuto.
Non riusciva a venirne a capo. Se da una parte era grato a Tangaroa perché senza di lui non avrebbe mai potuto conoscere Ari e, anzi, sarebbe morto da ventun'anni, dall'altra non voleva essere in debito con la divinità che era stata causa di tutto il dolore di entrambi. Era colpa sua se i genitori di Ari erano morti, se lui stesso era di nuovo morto e se Ari doveva compiere un'impresa titanica per il suo salvataggio.
Non poté nascondere il fatto che fosse preoccupato all'inverosimile per la missione dell'altro.

Perché dovrebbe farlo lui? Tangaroa non è capace di sconfiggerlo da solo?

Ari gli aveva spiegato che Tangaroa non sarebbe arrivato a uccidere il proprio figlio, fin quando fosse stato capace di tenerlo racchiuso nella barriera che aveva eretto e, se mai fosse successo, non avrebbe recuperato il suo corpo per potergli donare di nuovo la vita. Quindi solo lui poteva andare e uccidere Tinirau per riottenere il suo corpo.

Ancora una volta lo stai facendo per me.

Nael sorrise e già erano svanite tutte le sue considerazioni di qualche attimo prima.
Sapere che Ari si era spinto a tanto, che aveva abbandonato tutte le sue paure – o che almeno ci avrebbe provato – solo per lui lo riempiva come mai prima d'ora.
Quando era cresciuto in quel modo? Pensava di esserselo perso e si maledì volendo tornare indietro per vedere l'attimo preciso in cui Ari aveva cambiato atteggiamento.
Voltò appena il capo verso la porta del bagno e, in quell'istante, l'acqua fu chiusa.
La sua mente era un fiume in piena, un'immagine dietro l'altra gli passava attraverso e adesso si era soffermata su un'altra questione che non poteva più esistere fin tanto che era uno spirito.

Ah, allora non era la parte oscura di Tinirau a farmi essere un pervertito...

Rise alla sua stessa pessima battuta e si alzò dirigendosi verso il bagno e attraversando la parete fino a entrare.
Vide Ari intento ad asciugarsi le gambe e poi il petto e così il resto del corpo.

Rimane sempre bellissimo.

Aveva una voglia di saltargli addosso che gli sembrò di tornare ai primi anni di convivenza, dov'era stato costretto a trattenere i propri impulsi ogni qual volta lo vedeva nudo, benché adesso fosse molto più facile dato che non si doveva frenare, perché nulla in lui era vivo.
“Ari, mi senti?”
Il biondo alzò appena lo sguardo, anche se la direzione in cui lo puntò non era quella giusta da cui arrivava la sua voce.

Avremo molto da lavorare...

“Nael?” si mise l'asciugamano in vita e avvertì la testa farsi più pesante del normale. “Sei il solito pervertito.”
Nael sorrise.
Pareva che fosse tornato il buonumore nell'altro e la cosa non poteva che renderlo felice come non mai. Non aveva creduto che la semplice speranza della sua possibile salvezza potesse cambiare le emozioni di Ari così repentinamente.
“Lo so bene.” rispose, massaggiandogli la nuca.
Più volte si era sentito un mostro nella sua vita, più volte aveva agito con esagerazione e più volte si era sentito oppresso in una maniera che considerava strana, ma adesso era convinto che fosse tutto a causa di Tinirau dentro di lui. Eppure aveva sempre creduto che Ari fosse riuscito a tenere a bada quel suo lato e, infatti, non gliel'aveva mai mostrato, con lui era sempre stato Nael in tutto e per tutto.
Per questo non si sentiva diverso da prima restando al suo fianco.
Con Ari vicino, lo spirito maligno di Tinirau non era mai esistito.
Esisteva solo Nael.
E non vedeva l'ora di tornare completamente.




“Adesso mi vesto e andiamo a cena, così ti faccio conoscere Inaya.” disse Ari, cominciando a vestirsi.
“Quale gioia.” Nael roteò gli occhi al cielo.
“Spero non mi prenda per matto.”
Ari aveva deciso di confidarsi con Inaya e le avrebbe raccontato il sogno in cui aveva incontrato Tangaroa e della sua volontà di andare a salvare Nael.
Non ci volle che qualche minuto che uscirono dalla stanza e si diressero verso la mensa.
“Ari!” esclamò Inaya appena lo vide. “Non sei venuto a pranzo, mi stavo preoccupando!” ancora una volta la sua voce era fin troppo alta da attirare l'attenzione dei presenti. “Però non sono riuscita a venire da te e...”
“Tranquilla, Inaya.” Ari le sorrise e la ragazza non poté che rimanerci di sasso.
“Stai bene?”
“Molto bene.”
“Davvero?” alzò un sopracciglio, confusa.
Non che le dispiacesse che il suo amico stesse meglio, ma passare da un estremo all'altro in meno di una giornata era qualcosa di impensabile, dopo un colpo del genere. Finora i suoi sorrisi le erano sempre risultati piuttosto di circostanza che spontanei, però quello sembrava più vero che mai.
“Davvero.”

Dopo essere andati a prendere i propri vassoi, si sedettero per mangiare.
I primi minuti passarono in silenzio, mentre Ari cercava di convincersi a parlare.
Nael, invece, era rimasto per tutto il tempo in piedi al suo fianco, con le braccia conserte a osservare la ragazza da capo a piedi: era piuttosto bassa, tanto che la distanza tra lei e Ari poteva essere paragonata a quella tra lui stesso e il ragazzo; i suoi capelli blu notte la fasciavano completamente, se solo non fossero stati raccolti in una treccia a undici ciocche, e la sua pelle mulatta rifletteva la luce che proveniva dal mana vagante nelle pareti, così come i suoi occhi che non aveva ancora capito se fossero verdi o grigi.
Era piuttosto bella, ancora di più di quanto si ricordava dopo averla vista la prima volta, e la cosa lo fece ingelosire maggiormente.
“Potevi anche mangiare in camera.” affermò Nael, quasi arrabbiato, ma non poteva farci niente.
“Inaya, possiamo parlare?” trovò il coraggio di chiedere Ari a un certo punto.
“Certo!” esclamò con un enorme sorriso che non fece che far sbuffare Natanael.
“Come reagiresti se ti dicessi che Nael non è morto?”
La ragazza in un primo momento rimase a bocca aperta, poi cercò nella sua mente una risposta che non avrebbe ferito i sentimenti dell'altro.
“Ari, capisco che sarebbe strepitoso, però non sono sicura che sia possibile.” abbassò il capo, sapendo che non erano quelle le parole più adatte.
“Ma lui è davvero ancora vivo.”
Nael gli afferrò saldamente la spalla come per dargli sostegno.
“Ari...”
“È qui alla mia destra.” lo indicò, sicuro della mano poggiata sulla sua maglia.
Inaya alzò il viso, rimanendo sconcertata.
Non sapeva se fosse totalmente uscito di testa o se si fosse creato un nuovo mondo dove quel ragazzo gli era ancora vicino, per riuscire a sopportare il dolore, e lei non era sicura se dovergli dar retta e fare finta che fosse effettivamente così o riportarlo alla realtà.
“Non vedo nessuno.” ammise con la voce sconsolata.
“Anche io non posso vederlo, perché il suo corpo non è davvero qui. C'è solo la sua anima.” Ari era ben consapevole che fosse un discorso assurdo e che non era stato capace di trovare il modo adatto per dirlo, ma, alla fine, non poteva riavvolgere quella conversazione e cercò di rimandarla sulla giusta direzione. “Ho parlato con Tangaroa.”
“Di nuovo ti è apparso in sogno?” domandò la ragazza, dato che sapeva dei suoi sogni prima di diventare mago.
“Cosa? Sa anche questo? Le hai raccontato tutto?” sbraitò Nael, incapace di stare zitto in un momento del genere e solo qualche parola giunse all'orecchio del biondo, che si ritrovò a sorridere sentendo la sua reazione di eccessiva gelosia.
Ari annuì e le raccontò tutto d'un fiato del sogno della notte precedente e delle cose più importanti: il suo essere figlio di maghi, l'esistenza dell'anima di Tinirau incastrata nel corpo di Nael, il fatto che ora il suo spirito si era risvegliato al suo fianco e che poteva percepirlo appena e la sua missione per salvarlo, che richiedeva un addestramento per migliorare le sue capacità con le arti magiche.
Inaya era rimasta in silenzio per tutto il tempo, stranamente da parte sua, e Ari pensò di averla sconvolta per quelle rivelazioni.
Dovette passare qualche minuto e il piatto svuotarsi completamente prima di ricevere una risposta dalla ragazza.
“Che scortese sono stata!” esclamò inclinando il capo. “Non mi sono neanche presentata. Piacere, io sono Inaya.” allungò una mano verso la destra di Ari, sperando che fosse ancora lì l'altro ragazzo.
Natanael fece un passo indietro, guardandola di sottecchi, pensando che avesse qualche rotella fuori posto.
“Mi credi?” domandò incredulo Ari.
Inaya ritrasse la mano e guardò il ragazzo dagli occhi cristallini che adesso avevano una piccola luce che non aveva ancora notato prima d'ora.
“Certo che ti credo!” affermò convinta, picchiando un pugno contro il tavolo. “Ammetto che pensavo fossi diventato uno squilibrato, però non è una storia che si può inventare di sana pianta...”
Neanche la ragazza sapeva che argomentazioni utilizzare, però in fondo al suo cuore sapeva che Ari non le stava mentendo.
“Chi inventerebbe mai di dover uccidere una divinità per riprendere il corpo del proprio fidanzato?” scoppiò a ridere e non perché lo stesse prendendo in giro, solamente si sentiva piena di gioia per lui.
Ari arrossì lievemente e fece un piccolo sospiro.
“Almeno ha ben chiaro che sei mio.” Nael allacciò le braccia intorno al collo di Ari, anche se non sembrò rendersene conto, e fece la linguaccia alla ragazza.
“Grazie, Inaya.”
“Sei davvero fortunato.” il tono della ragazza si fece all'improvviso serio e quasi malinconico.
“Tu credi?”
Ari non si era mai ritenuto fortunato in niente ed era davvero inconcepibile per lui esserlo a causa di tutta la situazione che si era venuta a creare e che di propizio non aveva niente.
“Hai me, certo che lo sei.” lo provocò ancora il moro e questa volta fu ben sentito, tanto che si ricevette anche un “smettila”, accompagnato da un sorriso.
Inaya abbassò il capo sul suo vassoio prima di alzarlo facendo notare gli occhi leggermente lucidi.
“Tu puoi salvare la persona che ami.”
Il ragazzo dai capelli cenere l'osservò disorientato fino a quando la ragazza non riprese.
“Andiamo a fare una passeggiata? Non voglio parlarne qua.”
Ari non poté rifiutare quella richiesta, vedendola sul punto di piangere, e si alzarono da tavola dirigendosi verso il parco che a quell'ora era vuoto, seguiti da Nael che non si distanziava più di un passo dall'altro ragazzo.

“Ha a che fare con quella persona che è diventata un sacrificio?” domandò schiettamente Ari, cercando di spezzare il silenzio per venire a conoscenza di quello che voleva riferirgli l'amica.
“Mia madre.”
Il ragazzo si bloccò, facendo quasi inciampare Natanael nei suoi piedi, se solo avesse potuto farlo.
“Mia madre è stata scelta come sacrificio quando io avevo cinque anni.” continuò Inaya, portandosi le mani dietro la schiena e stringendole tra loro.
“Mi... mi dispiace.” Ari guardò a terra, impacciato su cosa dire per consolarla, e Nael per la prima volta provò pena per lei, lasciando da parte la gelosia sconsiderata di poco prima.
Alla fine aveva ragione, era qualcuno di molto vicino a lei, solo che non era sicuro fosse davvero sua madre.
“Non preoccuparti, ormai è passato tanto tempo.” gli sorrise dolcemente.
“Ma tua madre era una maga, com'è possibile che..?”
Inaya scosse il capo prima che potesse completare la frase.
“Lei non era una maga, era una persona normale come la maggior parte e non aveva niente a che fare con tutto questo mondo.” sospirò appena. “Un giorno ho visto quella luce verde comparire sul suo corpo e sapevo già cosa significasse...”
Ari le si accostò e cominciò a massaggiarle il braccio per darle conforto, ricevendo un sorriso in cambio.
“Non ho potuto fare niente per lei e neanche mio padre, nonostante fosse uno dei maghi più potenti di tutti e già fosse tra i prescelti a entrare nel Consiglio.”
“Mi dispiace davvero.” ripeté Ari e persino Nael le si avvicinò sul lato opposto.
“Per questo sei fortunato.” continuò Inaya. “Ti si è presentata la possibilità di salvare la persona a cui tieni di più al mondo.” alzò lo sguardo al cielo, vedendolo attraverso la cupola di vetro anche se era buio e assomigliava ai suoi capelli. “Non puoi sprecare un'occasione del genere e sono sicura che farai di tutto per salvarlo, così come io nel mio essere bambina avrei fatto di tutto per salvare mia madre.”
Ari si accorse della piccola lacrima che stava rotolando sulla sua guancia, trasparente e luminosa, fino a cadere sull'erba dove scomparve. Si trovava in imbarazzo, non aveva mai dovuto consolare qualcuno che non fosse Nael durante le giornate di tempesta e anche quelle volte non era sicuro di aver dato il meglio di sé, quindi si ritrovò ancora più impacciato.
“Sono sicuro che il Sommo Keyondre ti abbia dato il doppio dell'amore in tutti questi anni.”
Inaya scoppiò a ridere anche se aveva ancora i lacrimoni agli occhi.
“Sì, lo credo anche io.”
Ari le sorrise e le diede un piccolo abbraccio, sotto lo sguardo non molto contento di Nael, che dovette voltarsi altrove per non far notare le sue guance arrossate nonostante non potesse essere visto da nessuno.

Non fu che questione di qualche secondo che Inaya si staccò dall'altro e si picchiettò le mani sulle guance dandosi anche dei pizzicotti.
“Forza! Forza! Non è il momento di essere tristi! Qua abbiamo qualcosa di più importante a cui pensare.” gli sorrise portandosi l'indice e il medio sulla fronte e allontanandoli velocemente da essa per poi fare l'occhiolino.
Ari scosse la testa nel pensare a quanta forza d'animo avesse quella ragazza. La trovava incredibile e lo era per davvero. E se lei era riuscita a diventare così, anche lui avrebbe potuto trovare il coraggio di essere solare e forte.
“Dovresti parlarne con mio padre.”
Inaya aveva toccato il tasto dolente.
Non era sicuro che la ragazza sapesse quello che era successo tra lui e il mago del buio.
Probabilmente, se era ancora lì, non lo sapevano neanche quelli del Consiglio, altrimenti sarebbe stato sicuramente espulso all'istante.
“Non posso.” abbassò il tono di voce e si mordicchiò il labbro inferiore.
“E come avresti intenzione di fare?” l'ammonì immediatamente mettendogli l'indice davanti al volto. “Mio padre potrà sicuramente insegnarti un sacco di cose.” allungò la a di sacco.
Era vero, era per quello che voleva chiedergli aiuto, ma nello stesso tempo se ne vergognava.
“Ari, vuoi davvero farti aiutare da quello?” domandò Nael.
“Devo.” rispose semplicemente, udendo metà della frase fuoriuscita dalle labbra del moro.
“Mh? Stai parlando con Nael?”
Ari annuì.
“Ehi, no. Nessuno mi può chiamare Nael tranne Ari, chiaro?” improvvisamente aveva ritrovato quella gelosia dentro di lui, dopo che era passato il momento drammatico di confessioni.
“Nael, non parlare in questo modo... lei è mia amica.”
“Che ha detto? Che ha detto?” la ragazza si sporse verso il biondo, mettendosi quasi sulle punte, con gli occhi luccicosi. Ancora non ci credeva che il suo amico stesse parlando con un fantasma.
“È geloso.” dichiarò Ari, grattandosi la testa a disagio.
“Non sono geloso!”
Inaya scoppiò a ridere ancora una volta.
“Di me?” s'indicò e prese a ridere più forte.
Nael si ritrovò in imbarazzo e cercò subito un contatto con la mano di Ari, sebbene non fu accolto.
“Signor Natanael.” d'un tratto Inaya si era messa sull'attenti con il mento alto e gli occhi ben fissi in un punto.
Ari sollevò un sopracciglio, confuso e con gli zigomi arrossati, e Nael sbatté le palpebre più volte senza sapere dove volesse andare a parare.
“Sono mortificata per averle fatto equivocare la mia amicizia verso Ari.” la ragazza teneva le braccia rigide lungo il busto. “L'assicuro che lui non è che un amico per me e nulla di più, il mio migliore amico se posso precisare.” fece un piccolo occhiolino ad Ari prima di tornare seria. “Ma so con certezza che il suo cuore appartiene e sempre apparterrà a lei e viceversa. Il vostro amore lo prenderò come esempio per il mio futuro. E, se me lo permette, vorrei essere anche sua amica, una volta che sarà tornato tra noi.” le si imporporarono lievemente le guance. “O anche adesso se desidera. Accetta?”
Nael si mise a ridere talmente tanto che Ari lo sentì bene e anche lui lo seguì.
“Ha accettato?” chiese Inaya, rivolta verso l'amico.
“Nael?”
“Devo pensarci.” incrociò le braccia ancora tra le risate.
Ari assottigliò gli occhi non riuscendo più a cogliere la sua voce.
“Nael?”
“Ti è difficile sentirlo, vero?” chiese ancora la ragazza.
“Un po'...” in quel momento avvertì il di Nael riguardante la domanda precedente. “Ha detto che vorrebbe essere tuo amico.”
Inaya unì le mani sotto al mento e spalancò la bocca tutta contenta come una bambina.
“Adesso allora andiamo da mio padre!” prese a forza il polso di Ari e lo trascinò via dal parco.
“No, aspetta! Aspetta! Nael, aiuto!”
“Zitto, zitto.”
Non ci fu ma che tenga che venne scortato di fronte al mago del buio che lo guardò accigliato non appena fu entrato dalla porta.





Inaya si era rinchiusa nella propria stanza, così come Keyondre e Ari che erano andati in quella del mago.
Ari si era seduto a terra a gambe incrociate, proprio di fronte al letto dove si era accomodato l'altro, e continuava a fissare il pavimento senza sapere come iniziare il discorso. Non sarebbe stato facile così come con Inaya.
Nael lo guardava sospirando, vedendo quanto fosse in difficoltà.
I suoi occhi poi si posarono sull'uomo e poté constatare la sua somiglianza con Inaya, ma non si poteva dire lo stesso per il carattere. Doveva sicuramente essere un burbero senza cuore da quello che trasmetteva tutto della sua figura, anche se quegli occhi grigi magnetici avevano qualcosa che racchiudeva molta più profondità di quello che si dava a vedere.

Spero solo che non osi ancora insultare Ari o non risponderò di me.

Si sedette di fianco al biondo e aspettò che qualcuno interrompesse quella situazione imbarazzante, cosa che fece l'uomo.
“Sei venuto per scusarti?”
Ari sussultò all'istante, consapevole che fosse già un dialogo perso in partenza, poi scosse la testa.
“Non mi scuserò per quello in cui credo.”
“Capisco.” volse lo sguardo altrove, facendo ricadere sulle spalle i lunghi capelli scuri.
“Però ho bisogno del suo aiuto.”
“Noto che sei tornato a darmi del lei.”
Ari sobbalzò ancora e chiuse i pugni sulle cosce.

La deve smettere questo tizio di comportarsi così con Ari.

Nael assottigliò gli occhi e lo fulminò. L'aria era tropo tesa tra i due e non vedeva l'ora che fosse già tutto finito.

Deve per forza rivolgersi a lui?

“Ari, andiamocene.” lo afferrò per una mano e si alzò, tuttavia non ottenne l'effetto sperato perché il braccio dell'altro non si mosse.
“No.” disse Ari a denti stretti, facendo credere all'altro ragazzo che fosse stato perlomeno sentito anche se aveva fallito nel prenderlo.
“No cosa?” domandò Keyondre.
Il petto di Ari batteva troppo forte e non riusciva a tirare fuori le parole. Non poteva comunque andarsene come voleva Nael.
“Tangaroa mi ha parlato.”
“E cosa ti avrebbe detto?”
Il ragazzo non capì se il suo tono fosse serio o derisorio, eppure si prestò a raccontare tutto per l'ennesima volta. Il mago del buio lo interruppe poco dopo, non appena aveva parlato delle due anime di Natanael e del fatto che quella vera fosse proprio accanto a loro e in quel preciso momento.
“Che assurdità stai dicendo?”
“Non sono assurdità.”
Il mago del buio incrociò le braccia.
“Non avverto la presenza di nessuno spirito.”
Ari spalancò la bocca.
Non poteva essere, Nael era lì con lui e lo sapeva bene.
“Invece è proprio qui.” decise di farsi coraggio e di insistere fino a quando non l'avrebbe avuta vinta. “Nael, puoi toccargli il braccio così come fai con me?”
Keyondre sbuffò, pensando che non fosse completamente a posto e che la morte di quel ragazzo l'avesse scosso pesantemente.
“Cosa? Dovrei toccare quel coso lì?” Nael indicò il mago con il mento e digrignò i denti. “Non ci penso nemmeno.”
“Nael?”
“No.”
Quella risposta schietta e veloce giunse dritta alle orecchie di Ari.
“Ari, ti rendi conto che stai parlando da solo?” Keyondre era irremovibile.
“Per favore.” Ari non gli diede ascolto e continuò rivolto verso la figura immaginaria dell'altro.
“Va bene!” Natanael sospirò esageratamente e allungò la mano destra verso il braccio del mago per pizzicarlo.

Se proprio sono costretto, almeno mi assicurerò di divertirmi.

Fece un piccolo ghigno e lo punzecchiò, tuttavia, non percepì minimamente la stoffa della tunica sotto il suo pollice e l'indice e fallì nell'intento.
“Non riesco.” si voltò verso Ari con uno sguardo confuso.

Perché? Con Ari ormai è abbastanza facile fare piccolezze del genere.

“Allora?” disse l'uomo, spazientito.
“Dai, Nael, non scherzare e fai qualcosa.” il biondo era rimasto interdetto. Non sapeva se in quel momento fosse davvero ancora al suo fianco, se invece non se ne fosse andato o se era davvero tutta un'enorme menzogna alla quale si era appigliato per non precipitare a picco verso l'inesorabile solitudine.
“Ma ti ho detto che non riesco!” si spazientì Nael, dovendo avere a che fare con quel mago.
Trovò strana quella situazione e pensò che sarebbe stato divertente procurare un po' di dolore a Keyondre, eppure il mago non sentiva neanche il freddo.
Ari abbassò il capo, sconfitto. Tutto il suo piano di diventare più forte, salvare Nael e forse, addirittura, anche molte altre persone non era che una gigantesca illusione e se ne sarebbe dovuto accorgere molto prima. Perché non era cambiato niente, lui era rimasta quella persona che non era in grado di fare niente da sola.
Nael si rese immediatamente conto di quali fossero i pensieri dell'altro e gli diede una piccola pacca sulla schiena prima di cominciare ad accarezzarlo nella stessa zona.
In quel momento, Ari spalancò gli occhi.
“Allora ci sei.” sussurrò flebilmente.
“Ari, sono stufo di questa commedia. Non so cosa speravi di ottenere, ma non ti è riuscito un granché.”
Nael si sentì prudere le mani nuovamente. Non sopportava vedere colui che amava essere maltrattato in quel modo.
Voltò il capo verso di lui e lo vide ricacciare indietro le lacrime, strofinandosi la manica della maglia sugli occhi e spostandosi indietro un ciuffo di capelli.

Certo!

Nael si mise a ridere tra sé e sé.

È colpa mia che non voglio minimamente sfiorare quel mago, ma con Ari è tutta un'altra cosa. Lui è l'unico e il solo che può percepirmi e che voglio che mi percepisca.

Si posizionò in piedi dietro di lui e gli prese una ciocca di capelli e gliela spostò davanti al volto, facendolo sussultare.
“Nael?” domandò incerto e non ci volle che qualche secondo perché comprese cosa stava succedendo. “Sommo Keyondre...” lo chiamò e questo lo fissò per poi spalancare la bocca.
Natanael stava ridendo mentre afferrava dei piccoli ciuffetti di capelli e li rigirava come voleva sul capo di Ari. Era semplice, con lui era diverso, e spostare avanti e indietro un po' di capelli non era affatto difficoltoso, anzi, piuttosto divertente.
Successivamente gli tirò l'orecchio e roteò il piercing all'interno del lobo.
“Adesso mi crede?” chiese Ari con un sorriso.

Keyondre era rimasto inebetito, non credeva ai suoi occhi.
Di certo non poteva essere il ragazzo stesso a fare certe cose, non era in grado di controllare i flussi d'aria e non avrebbe potuto spostarsi i capelli rimanendo immobile seduto sul pavimento.
Gli vennero in mente le sue stesse parole che aveva riferito a Keneke, prima che Ari fosse scelto come membro dei maghi addetti al sacrificio. Quel potere che aveva percepito in lui di riuscire a comunicare con l'animo umano meglio di quanto lui stesso fosse capace di fare nonostante fosse un mago del buio con una grande esperienza. Non pensava, però, che sarebbe arrivato al punto tale da avvertire la presenza di un'anima che non apparteneva più a questo mondo.
Doveva esserci qualcosa di diverso sotto e che non si sarebbe potuto realizzare se anche l'anima non l'avesse voluto davvero.
C'era un potere immenso in quella semplice connessione di sentimenti tra Ari e il ragazzo che era stato sacrificato.
Keyondre si portò una mano alla bocca e annuì lievemente.
“Ti credo.”
Gli occhi di Ari si illuminarono e solo dopo qualche secondo si rese conto che l'altro non aveva ancora smesso di giocare con la sua capigliatura e che se la stava ridendo alla grande.
“Smettila adesso, dai!” esclamò arrossato in volto e si girò come a volergli dare un piccolo pugno scherzoso.
“Ma è troppo divertente.” rise ancora Nael.
“Ari?” il mago del buio richiamò la sua attenzione. “Vorrei che continuassi il tuo racconto.”
Natanael si fermò e tornò serio anch'egli, accomodandosi di nuovo accanto all'altro e poggiando il mento sul ginocchio.
Ari si sistemò i capelli prima di riprendere da dove aveva interrotto e questa volta riuscì ad arrivare alla fine senza nessun impedimento.
“Per questo io vorrei che lei...” fece una piccola pausa, abbassando il capo e il tono di voce. “...che tu mi aiutassi a diventare più forte.”
Keyondre non mostrò il minimo turbamento, ma rimase in silenzio a pensare, e Ari sentì la pressione addosso schiacciarlo sul pavimento.
“Ti decidi a dare una risposta?” s'infuriò Nael, ancora non contento del fatto che quell'uomo fosse davvero l'unico a cui potevano chiedere aiuto.

Se sua figlia posso anche reggerla, con lui mi sembra impossibile.

Non seppe quanti minuti passarono, sicuramente la risposta del mago tardò ad arrivare.
“Questa è una questione ben più grande da poter essere affrontata da un ragazzo come te.”
Ari sussultò, già consapevole che sarebbe stato difficile.
“Davvero? Tutto qua? Non hai trovato niente di più ovvio da dire?” il moro roteò gli occhi e afferrò il fianco di Ari per avvicinarsi a lui. “Ce ne andiamo?”
Ari scosse il capo.
“So benissimo che non valgo nulla.”
“Non è quello che intendevo.”
“Ma...” Ari continuò senza dar retta alle parole dell'uomo. “...sono l'unico che può farlo. Tinirau adesso è tenuto a bada da Tangaroa, tuttavia, per quanto possiamo essere sicuri che sarà davvero così? Chi ci assicura che un giorno non si libererà e prenderà il possesso degli oceani, distruggendo tutta l'umanità?”
Nael lo guardò ammirato da quelle parole e sentì una strana morsa al petto.
“Se Tangaroa non vuole ucciderlo perché è suo figlio o per non so quale altra ragione, allora lo farò io, perché la sua sconfitta per me vale molto di più che la semplice salvezza del genere umano.”
“Ari...” Natanael spalancò la bocca.
“Per me vale la salvezza di Nael.”
“Che stupido...” il moro ebbe i lacrimoni agli occhi e si gettò sull'altro per abbracciarlo, lasciando scendere una lacrima sul suo collo che diventò ghiacciata a contatto con la pelle.
“Davvero tutto questo per un ragazzo?” chiese Keyondre con un sorriso che sembrava sincero e per nulla derisorio.
“Non un ragazzo.” Ari strinse i pugni. “Nael.”
“Neanche le divinità sanno quanto ti amo.” Natanael continuava a piangere contro il suo collo.

Essere io stesso il motivo di questo cambiamento in Ari, essere la forza che lo spinge ad andare avanti, essere colui che gli fa affrontare persino un mondo che non gli appartiene solo per riavermi...

Alzò gli occhi su quelli del minore e li riscoprì determinati come non li aveva mai visti.

Non posso che ritenermi fortunato per aver incrociato la mia strada con lui.

“Ho capito.” Keyondre sospirò e il suo volto rigido fino a quel momento sembrò addolcirsi.

E non avrei mai voluto che fosse qualcun altro.

“Nessuno ti farà cambiare idea comunque.” concluse il mago e Ari annuì.
Keyondre pensò che avesse ragione, che poteva davvero fare qualcosa per lui. Dovette ammettere che quello sguardo gli ricordava talmente tanto Temaru, che gli fu impossibile non cedere. Lo doveva al suo vecchio amico d'infanzia.
Lo considerava un dovere verso il padre del ragazzo davanti a lui, morto ingiustamente in un mondo che non era ancora riuscito a cambiare nonostante tutto e Ari sembrava avere quella sua stessa convinzione, spinto maggiormente da un sentimento d'amore verso Natanael, che gli avrebbe fatto compiere anche la più insensata delle sciocchezze.
“È la stessa cosa che avresti fatto per tua moglie.”
Il mago rimase spiazzato, pensando che fosse stata Inaya a discutere di quell'argomento e Ari non poté che avere ragione ancora una volta.
“Ti aiuterò e ti farò da maestro per accrescere il tuo potere.”
Ari puntellò le mani sul pavimento e si sporse verso l'uomo.
“Grazie! Grazie infinite! Sapevo che eri buono, mio padre non avrebbe potuto avere per amico una persona che non fosse tale!”
“Tuo padre? Tu sai..?” non riuscì a finire la frase che vide il ragazzo arrossire e annuire ancora.
“So tutto quanto.”
Keyondre sorrise amaramente e abbassò il volto facendo ricadere i lunghi capelli davanti a esso.
“Avresti potuto usarlo come ricatto.” Nael s'intromise nel discorso e vide Ari che quasi si mise a ridere.
“Non l'avrei mai fatto.” rispose allo spirito.
“Cosa?” chiese il mago del buio.
“Parlavo con Nael.”
Keyondre si grattò la testa, non sapendo più che cosa fare e, dato che nessuno dei due accennava ancora a parlare, Ari pensò bene di concludere la visita.
“Grazie ancora, Sommo Keyondre.” si alzò per poi fare un piccolo inchino di ringraziamento. “Mi impegnerò al massimo per non deluderti.”
“Finalmente ce ne andiamo.” si alzò anche Nael.
“Non è me che non devi deludere.”
Ari arrossì e voltò istintivamente il capo verso dove pensava si trovasse l'altro, che gli sorrise teneramente.
“Ma tu sei davvero pronto per tutto questo?” chiese ancora Keyondre, preoccupato per il destino che aveva scelto di compiere quel ragazzo.
“Lo sono.”
“Va bene.” non obiettò oltre, percependo a pieno la risolutezza dentro di lui e, come aveva già detto, niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
“Grazie ancora.”
Ari si avviò alla porta, seguito a ruota da Nael, ma quando l'aprì lo colse ancora la voce del mago.
“Ari, vorresti ascoltare qualche storia sui tuoi genitori?”
La mano del biondo si bloccò sulla maniglia e avvertì un tuffo al cuore; persino Nael era rimasto colpito da quel cambio di atteggiamento e pensò di dover rivalutare anche l'uomo così come aveva fatto con la figlia.
“Sarebbe un enorme piacere.” chiuse la porta e comparve un bellissimo sorriso sul suo volto.
Ari si sedette nuovamente sul pavimento e questa volta Nael non si lamentò di niente, curioso anche lui di conoscere qualche aneddoto sull'uomo che da giovane lo inseguiva con il fucile per tutta la fattoria senza mai sparargli davvero.
Fu così che Ari venne a conoscenza di tutto il passato dei suoi genitori e persino della notte in cui Keyondre si era ritrovato i due sposini con un neonato che sprigionava mana da tutto il corpo e del loro ultimo incontro poco dopo la nascita di Inaya.




 

NOTA DELL'AUTRICE:
Guardate quanto sta crescendo il nostro bimbo bellissimo *-* ormai è un ometto *-* Ari ha deciso di prendere in mano la situazione e si è confidato con Inaya (che è un dolcetto alla crema tenerissimo, dai, ammettiamolo... ahaha) ed è andato dritto da Keyondre per chiedere aiuto, cioè, l'ha spinto Inaya, ma questi sono dettagli u.u Soprattutto, vuole buttarsi a capofitto per salvare Nael e spero abbiate sentito i brividi mentre spiega questa cosa a Keyondre.
Abbiamo scoperto anche qualcosa in più di Inaya e del suo passato e questo non fa mai male, serve sempre a comprendere meglio i personaggi e abbiamo visto quanto Keyondre non è quel burbero che tanto vuole far credere (e che Nael picchierebbe ahah). A proposito di Nael... la sua gelosia mi uccide lol è un cucciolone che non vede l'ora di abbracciare Ari e se la prende con tutti perché non può farlo.
Capitolo intenso e lunghino rispetto ad altri, ma, come dice il titolo, è un capitolo di svolta e le svolte sono lunghe e intense u.u adesso dobbiamo solo aspettare che questo ometto diventi un uomo fatto in toto e scopriremo se ce la farà domenica prossima xD
Grazie a tutti quanti, lasciate un commento se vi è piaciuto e ci sentiamo al prossimo capitolo!
Flor :3

  
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