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Autore: Rohhh    26/03/2017    0 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao ragazze!
Come al solito mi ritrovo a dover spezzare due capitoli perchè altrimenti ne sarebbe venuto uno enormissimo ( ci casco sempre, scusate!!!) quindi vedetelo un po' come un capitolo di passaggio. La storia può sembrare un po' lenta ma non mi piace affrettare le cose, come già sa chi ha seguito anche la mia precedente, in compenso cerco di aggiornare regolarmente per non lasciarvi troppo tempo sospese. Il prossimo capitolo cercherò di pubblicarlo già domani se riesco perché settimana prossima devo partire per un mese circa e, anche se porterò il pc con me, sarò più impegnata e potrebbe capitare di dover aspettare un pochino di più ( io spero di no, ma almeno siete preparate).
Ringrazio sempre tutte coloro che si sono aggiunte alla lista delle preferite/ricordate/seguite e chi sta anche solo dando una sguardata!
Un bacio e a presto!

Cap. 7 Amiche, alleate

 

 

Il pomeriggio si avviava ormai verso la fine e il cielo cominciava già a farsi più scuro fuori, mentre il sole calava lentamente e l'aria estiva di fine Agosto si rinfrescava, muovendo dolcemente le tende delle finestre lasciate aperte e facendo tirare un sospiro di sollievo agli abitanti di quella grande città.

Proprio al di là di una di quelle centinaia di migliaia di finestre, Melissa stava seduta sul suo letto, appalottolata come un riccio, col mento poggiato sulle ginocchia strette e lo sguardo vacuo.

Era così da ore, chiusa in quella piccola stanza che tanto le piaceva perché non si affacciava sulla strada trafficata ma dava su un cortile interno, tranquillo e silenzioso, ideale per chi come lei doveva studiare parecchio, ma che quel pomeriggio, però, si era trasformata nella sua prigione dalle pareti verdi.

Non usciva dalla sua camera precisamente da quando era rientrata dall'università, dopo quel terribile imprevisto che la stava tenendo in ansia fino a logorarla.

Prendere in mano un libro, anche solo per tenere occupata la mente, era stato del tutto inutile. Ogni minimo rumore la allarmava e aveva evitato le sue coinquiline per la paura che qualcuna di loro fosse già venuta a conoscenza di quel grave misfatto.

Come se fosse giusto chiamare in quel modo orrendo amare qualcuno, per quanto sbagliato potesse apparire agli occhi degli altri.

Ai suoi di occhi era la cosa più perfetta dell'universo - anche se non poteva vantare grandissime esperienze amorose alle spalle con cui fare il paragone - e le faceva una gran rabbia che, proprio adesso che qualcosa di forte era riuscita a scuoterle il cuore e a farle combattere contro quel gigante che era la sua timidezza, dovesse rinunciarvi a quel modo.

Possibile che l'unica opzione possibile fosse scegliere tra Luke e le sue amiche?

No, a pensarci bene forse ce n'era un'altra, una scelta che richiedeva, però, più coraggio e cioè parlarne ed essere sincera con loro; quella sarebbe stata senza dubbio la cosa migliore da fare e Melissa si sforzò di convincersi che magari l'avrebbero capita e tutto si sarebbe risolto. Si portò le mani sulle tempie e cercò di ripetersi in testa che era lei ad essere esagerata a pensare in maniera così drastica.

In fondo Luke era amico di Matt ma non era Matt, Michelle e suo fratello avevano avuto dei problemi in passato solo con lui, quindi forse il suo non poteva considerarsi un tradimento, una mancanza di rispetto.

Sospirò e aggrottò le sopracciglia: in realtà non conosceva nemmeno Matt, non sapeva niente di lui se non un paio di aneddoti confusi e qualche insulto che erano soliti rivolgergli nel gruppo di Terence e la sua triste esperienza al liceo, in cui era stata vittima di prese in giro e isolamento per via del carattere chiuso e insicuro, le aveva insegnato a non giudicare mai gli altri solo dai pettegolezzi o dai pregiudizi.

Si rese conto di comportarsi con lui esattamente come i suoi compagni avevano fatto con lei anni prima, giudicandola e isolandola solo perché si erano fermati alle apparenze e non erano riusciti ad andare oltre ciò che si nascondeva dietro lo scudo della sua timidezza.

Si sentì di colpo stronza e meschina, e a rafforzare quella sensazione si aggiungeva il fatto che Luke, al contrario, aveva sempre parlato bene di Matt, lo difendeva a spada tratta e non mancava mai di ripeterle quanto fossero tutti caduti in un grosso equivoco a giudicare male le azioni del suo caro amico.

E lei di Luke si fidava, ormai.

Il cellulare accanto a lei squillò, facendole abbandonare le sue riflessioni.

In un altro momento quella chiamata le avrebbe fatto spuntare un sorriso luminoso sul viso ed invece ebbe come effetto solo di farla sbiancare di più.

«Luke» rispose diretta, con la voce che le tremolava.

«Ehi Mel... senti, volevo solo dirti di stare tranquilla. Non c'è motivo di preoccuparti, Ashley non dirà nulla di noi» la rassicurò, il suo tono era calmo e fermo e non rivelava nessuna incertezza o timore.

Melissa rimase zitta qualche secondo; pur non sapendo come facesse Luke ad essere così sicuro di ciò che affermava, una parte della tensione accumulata la abbandonò, facendola sentire più leggera.

«Come fai ad esserne sicuro?» gli chiese con un fil di voce, sperando in una risposta che la tranquillizzasse definitivamente.

Luke esitò a rispondere e Melissa non lo prese come un buon segno, i suoi occhi verde scuro vagarono nervosi per la stanza in attesa di sentire di nuovo la voce del ragazzo.

«Non posso raccontarti i dettagli, cerca di capirmi, Mel! Ma devi fidarti di me, sai che non ti mentirei mai su una cosa del genere, andrà tutto bene e ne ho la certezza, spero ti basti sapere questo!» le rispose, accendendole ancora più dubbi.

La fronte della ragazza si contrasse mentre una brutta, seppure poco credibile, ipotesi le balenò nel cervello, facendola rabbrividire.

«Che significa? Ashley... lei...» balbettò agitata, con la paura di sentire una risposta che l'avrebbe delusa e le avrebbe spezzato il cuore.

«Melissa, non ho minacciato Ashley o qualsiasi altra stupidaggine tu stia anche lontanamente pensando! – ribattè subito Luke, quando capì dove la ragazza voleva andare a parare, il suo tono si fece serio, doveva essersi molto offeso per quelle velate insinuazioni – e se tu sei convinta che io possa essere capace di fare una cosa simile vuol dire che non hai capito niente di me! Nè io nè Matt siamo vermi di quel genere, anche se fanno di tutto per fartelo credere!» aggiunse freddo e Melissa si maledì per quelle stupide parole che le erano sfuggite per colpa dell'ansia.

«Mi dispiace Luke, non volevo insinuare quello – cercò di scusarsi, serrando i pugni sopra il materasso, colma di rabbia verso sè stessa – è solo che...mi sento così scombussolata che non riesco ad elaborare un solo pensiero intelligente...ti prego, perdonami, non volevo davvero dirlo! Mi fido di te, lo sai!»

Luke sorrise, aveva reagito d'istinto a quelle accuse, soprattutto perché erano arrivate dalla persona a cui teneva di più e per quel motivo gli avevano fatto ancora più male, ma non aveva dubbi sul fatto che Melissa non intendesse dirle davvero.

«Tranquilla, lo so, scusami tu, sono stato troppo impulsivo. Siamo tutti abbastanza provati da questa situazione.. a volte penso che staresti meglio se non mi parlassi più, forse sarebbe meglio se io uscissi dalla tua vita» ammise mestamente in un sussurro, nonostante quell'opzione suonasse assurda e ingiusta.

«Non se ne parla! - gridò Melissa dall'altra parte, rossa in viso e scattando in avanti, sbarrando gli occhi con orrore – Sto bene quando siamo insieme...e non voglio che tutto questo finisca! Io...è vero, ho paura ma voglio anche sperare che un giorno questa situazione orribile cambierà...sempre se anche tu lo vuoi ancora» disse timidamente e a bassa voce, quasi schiacciata dal peso di quelle poche frasi che avevano rivelato molto dei suoi sentimenti. Aveva dovuto lottare contro la sè stessa chiusa e fragile per farle uscire e ci era riuscita, finalmente.

Non tutto era perso e la speranza riaffiorò di nuovo nel suo cuore.

«Certo che lo voglio, adesso non angosciarti più, fidati di me e andrà tutto bene, ok?»

La voce di Luke era tornata calma e confortante e, anche se era difficile tornare immediatamente serena, Melissa si sentì molto meglio e ogni sua perplessità sparì.

«Va bene, a presto Luke!» lo salutò, infine, prima di sentirlo ricambiare e staccare la chiamata.

Non fece in tempo a poggiare la schiena al muro per rilassarsi che il rumore della porta di casa fece sobbalzare Melissa e le provocò un tuffo al cuore così violento da costringerla a portarsi una mano al petto per cercare di placare i battiti.

Avanzò scalza verso la porta della sua camera, cercando di fare più silenzio possibile, e vi poggiò sopra l'orecchio per tentare di captare le voci al di fuori di essa.

Riconobbe il timbro squillante di Michelle e la voce pacata di Ashley che le rispondeva, al ritorno da lavoro.

Era ormai quasi ora di cena e Melissa non avrebbe più potuto stare ancora per molto rintanata lì dentro, come un cucciolo spaventato chiuso in gabbia. Tra poco le ragazze l'avrebbero di certo chiamata per cenare insieme e a quel punto non avrebbe potuto di certo rifiutare.

Il pensiero che quella cena si sarebbe potuta rivelare il suo peggiore incubo la fece rabbrividire, ma si sforzò di tenere bene a mente le parole di Luke e sembrò andare meglio.

Prese un lungo respiro e, dandosi mentalmente un incoraggiamento, aprì la porta e si diresse a passi lenti verso la cucina, dalla quale provenivano già le risa e gli schiamazzi delle altre.

«Melissa tesoro! - la chiamò Colleen, sbucando dal fondo della stanza – sei stata tutto il pomeriggio chiusa in quella stanza, guarda che studiare così tanto ti fa male, devi cercare di non affaticarti! Hai delle occhiaie spaventose!» si premurò di farle notare la rossa fiammante, sfoggiando il suo inevitabile atteggiamento da sorella maggiore.

Michelle si voltò verso di lei sorridendo, aveva legato i lunghi capelli in una coda alta perché non le dessero fastidio mentre cucinava e indossava un delizioso vestitino leggero e cortissimo a fantasia variopinta, che utilizzava spesso per stare in casa nelle serate calde e che la faceva sembrare stilosa anche in ciabatte e senza trucco.

«Colleen ha ragione, dovresti rallentare! Anche io ci casco a volte ma poi mi ricordo che ho una vita sociale e cerco di darmi una regolata!» rise Michelle.

Melissa sorrise imbarazzata e annuì debolmente: era proprio per la sua vita sociale e non di certo per i libri se adesso si ritrovava in quello stato pietoso e con gli occhi pesti.

«Ma insomma lasciatela stare! - intervenne Beth – se le piace studiare che problema c'è? Ognuno ha le sue passioni, no?» affermò amabilmente, mentre aiutava le altre a pelare delle patate.

Beth era il tipo strambo della casa, per questo era quasi l'unica lì a non giudicare mai nessuno per le proprie abitudini, per quanto inusuali potessero apparire al resto dell'umanità.

«Ecco, tu per esempio dovresti smettere di passare ore ed ore davanti al computer a giocare a quei videogames idioti!» le tuonò Colleen, che rappresentava l'antitesi vivente di Beth. La più grande e la più giovane della casa e le più distanti per interessi e modi di vedere le cose, Colleen più pratica e coi piedi per terra, Beth sulle nuvole a costruire castelli in aria.

La bionda le rispose con una linguaccia affettuosa «Non se ne parla nemmeno!» ribadì con fierezza.

Melissa sorrise, l'atmosfera era tranquilla e giocosa come al solito e si sentì di nuovo al sicuro e serena.

In fondo, le sue amiche le volevano bene, la avevano accolta a casa due anni prima senza farsi spaventare dal suo carattere così schivo e riservato e per la prima volta si era sentita parte di un gruppo. Stava bene con loro e il pensiero di doverle perdere per colpa dei suoi sentimenti verso Luke le provocava un grande smarrimento.

«Posso aiutarvi anche io?» domandò, mentre si avvicinava alla cucina, poi, guardandosi in giro, si accorse dell'assenza di Ashley, probabilmente si stava cambiando dopo essere tornata da lavoro.

Poco dopo, infatti, la vide arrivare in pantaloncini e canotta e con i capelli legati in un codino basso con qualche ciuffo che le ricadeva sul viso.

Rimase con il coltello a mezz'aria per studiarla e cercare di scovare il più piccolo segnale sul suo volto che le facesse presagire le sue intenzioni.

Notò che i suoi occhi castani chiari erano tranquilli, forse anche più del solito e, fissandoli meglio, ci vide quasi un'espressione diversa, più luminosa.

Persa in quelle congetture rimase a fissarla finchè la rossa non alzò lo sguardò incrociando proprio il suo.

Melissa trasalì, le due si guardarono per qualche secondo come volessero comunicare in silenzio, poi Ashley le fece un sorriso sincero e la moretta fu sicura che Luke avesse avuto ragione.

Non aveva nulla da temere da lei, anzi le venne quasi voglia di confidarsi e di trovare in lei un appoggio, un alleato, qualcuno con cui condividere ciò che provava e a cui parlare dei turbamenti che la sconvolgevano. Ashley le aveva sempre dato l'impressione di essere una ragazza che non si faceva influenzare dai pregiudizi e dalle male lingue, un tipo che su certe cose ci passava sopra perché aveva testato sulla propria pelle che ciò che era veramente importante era altro e che spesso solo quando lo si perdeva ci si accorgeva del suo valore.

«Sei tornata più tardi del solito, Ashley!» le fece notare Michelle, lanciandole un'occhiata interrogativa.

«Ho solo avuto un contrattempo in negozio» rispose lei serafica, mentre apparecchiava la tavola. Non poteva di certo dirle che il suo contrattempo era di sesso maschile, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri e un nome che, solo a pronunciarlo, era capace di provocare a Michelle una crisi isterica.

Melissa sollevò di scatto gli occhi a quell'affermazione, per qualche arcano motivo parve ricollegarla al discorso avuto prima con Luke, come se ci fosse un tassello mancante che legava le due cose ma che non riusciva proprio a capire.

Fortunatamente la conversazione si spostò rapidamente al protagonista più atteso della serata, il cibo, ed Ashley si sentì più sollevata quando l'attenzione passò da lei alle polpette che stavano cucinando e tirò un sospirò di sollievo.

 

«Era tutto buonissimo!» esclamò Beth, massaggiandosi lo stomaco con espressione soddisfatta.

«Già, confermo! Di solito non mangio così tanto ma stasera mi avete fatto esagerare!» sorrise Melissa, mentre si versava dell'acqua nel bicchiere.

Il suo viso era disteso e aveva recuperato la serenità che sembrava persa per sempre. La serata stava procedendo bene e lei aveva quasi dimenticato lo spiacevole imprevisto della mattina, stare con le sue amiche in quella casa le piaceva e preferì non pensare al fatto che prima o poi avrebbe dovuto fare una scelta, per quanto dura.

«Devi fare i complimenti a tua madre per questa ricetta fantastica, Colleen» disse Ashley, altrettanto tranquilla.

«Mia zia è strepitosa in cucina, da piccola ero sempre felicissima quando pranzavamo a casa loro perché preparava delle torte buonissime! Facevo sempre il bis e mia madre scherzava e mi diceva che se avessi continuato così sarei diventata grassa e piena di brufoli!» rise allora Michelle, ricordando la sua infanzia.

«E invece hai sempre avuto un metabolismo da fare invidia a chiunque, quanto ti odio!» le rinfacciò amichevolmente la cugina, fingendosi irritata.

Tutte risero per l'espressione buffa di Colleen, compresa Ashley.

L'incontro con Matt le aveva conferito una carica insolita e, irrazionalmente, si stava facendo strada in lei una sensazione pericolosa, più forte dei suoi sensi di colpa.

Matt la faceva sentire stranamente compresa, c'era qualcosa che la attraeva irrimediabilmente verso di lui e che era difficile combattere, come se lui rappresentasse la sua unica valvola di sfogo o l'appiglio sicuro al quale aggrapparsi nei momenti di sconforto. Era perfettamente conscia di camminare lungo il filo di un rasoio ma sentì di avere bisogno di quella passeggiata rischiosa.

In fondo perché mai avrebbero dovuto scoprirla?

Se fosse stata attenta a non fare cavolate nessuno sarebbe venuto a conoscenza di quello strano rapporto e lei avrebbe potuto continuare ad affrontare il suo dolore tramite lui e chissà se prima o poi avrebbe superato quella fase buia della sua esistenza.

Cosa poteva andare storto? Quale assurdo effetto collaterale avrebbe mai potuto rovinare tutto?

«Ragazze, che ne dite se dopo aver pulito qui vediamo un film insieme?» propose poi Michelle, che non aveva intenzione di concludere la serata solo con quella cena e vedere ognuna scomparire dietro la porta della propria stanza. Amava stare in compagnia e circondata dalle amiche.

«Mi dispiace ma io passo, tra poco viene Dean, abbiamo una sessione di gioco on line in sospeso, dobbiamo fracassare quei figli di buona donna!» esclamò Beth, lasciando le altre attonite per l'enfasi delle sue parole, come se da quel gioco dipendesse la sua stessa vita. Dopo un minuto di perplessità nel guardare la faccia della bionda determinata da dietro quegli occhiali enormi, nessuna di loro riuscì a soffocare una risata.

«Sei unica, Beth» affermò Ashley, mentre ancora sorrideva.

«So che mi ucciderete ma anche io più tardi ho da fare, esco col mio ragazzo, tra il suo lavoro e il mio abbiamo davvero poco tempo da passare insieme!» continuò Colleen, dispiaciuta.

«Non va bene, ragazze, non va per niente bene! - sbottò Michelle, incrociando le braccia al petto e facendo finta di essere offesa – ci abbandonate per i vostri fidanzati, questa è una cosa scorrettissima! Mi sa che ci tocca rimanere da sole, noi tre povere single, no?» si rivolse poi ad Ashley e Melissa.

L'imbarazzo calò su quel tavolo, Ashley voltò la testa leggermente verso Melissa, trovandola rossa come un peperone e abbassò subito dopo gli occhi, pensierosa.

La mora sentì una vampata di calore travolgerle il viso ma non potè fare nulla per impedirlo. Era single, ma il suo cuore batteva ormai impazzito per Luke e il bello era che lui sembrava ricambiare. Avrebbe tanto voluto condividere quell'evento per lei quasi eccezionale con le amiche ma non poteva e si sentì soffocare.

Lo sguardo acuto di Michelle non si perse quei dettagli e la castana si sporse poco verso di lei, assottigliando i suoi grandi occhi.

«Melissa, sei diventata praticamente fuxia! Mi sa che qui qualcuno deve dirci qualcosa, forse?» le domandò, con la sua solita aria indagatrice e provocante, che fece sentire la sua vittima indifesa e ancora più vulnerabile.

«Nno..no.. vi sbagliate...perché dovrei?» cominciò a balbettare senza controllo, in preda all' ansia e alla confusione più totale.

Odiava quella situazioni, odiava dover mentire e odiava il suo carattere emotivo che non le permetteva facilmente di nascondere le sue insicurezze e i suoi sentimenti.

Il tocco gentile di una mano le sfiorò la spalla e la fece smettere di tremare. Si voltò, vide che si trattava di Ashley e i suoi occhi si spalancarono.

«Dai Michelle, smettila di farla sentire sotto pressione. Ha detto già di no e poi in ogni caso sarebbero cose personali» la difese la rossa, con gli occhi ben fissi in quelli di Michelle che, a quel punto, parvero farsi più seri per un secondo.

«Beh, ma noi siamo le sue amiche e tra amiche non ci sono segreti, non è vero?» domandò poi, con fare provocatorio.

Le parole di Michelle rimbombarono nella sua testa e non poterono essere più azzeccate, visto quello che stava vivendo in quel periodo e il segreto che aveva cominciato a portarsi dentro.

«Non sempre si ha voglia di condividere tutto con i propri amici, ci sono cose che siamo liberi anche di tenere private» ribattè Ashley, con una determinatezza che fece vacillare Michelle.

Era forse la prima volta che le rispondeva con così tanta fermezza e quel suo tono la spiazzò.

Deglutì rumorosamente poi la squadrò in silenzio, osservando il suo viso imperturbabile e gli occhi gentili ma più freddi del solito. Ashley le sembrò strana, diversa dal solito, quasi come se quel discorso la toccasse personalmente e Michelle aggrottò lievemente le sopracciglia.

«Comunque a me farebbe solo piacere se Melissa fosse innamorata di qualcuno, lo dicevo solo per quello!» rigirò la frittata, evitando lo sguardo di Ashley e smorzando i toni.

«Allora, qualcuno mi aiuta a lavare i piatti o devo venire a tirarvi giù dalle sedie a forza?» si lamentò Colleen dal lavandino, mettendo fine a quel piccolo momento di tensione.

«Arrivo!» esclamò Ashley, prima di voltarsi verso Melissa e ricevere da parte sua un sorriso di gratitudine che valeva più di mille parole.

Michelle la guardò alzarsi e raggiungere le altre, le tornò in mente come non avesse visto nessuna reazione da parte di quella ragazza quando aveva nominato il fatto di essere single, nessun cambiamento di espressione, nessuna esitazione.

Ashley sembrava davvero non essere interessata sentimentalmente a nessuno e il suo pensiero andò a suo fratello. L'avrebbe fatto soffrire molto, Ashley gli piaceva parecchio ma lei più volte si era dimostrata ritrosa e indifferente nei suoi confronti.

Insomma, Terence era un ottimo partito, qualsiasi altra ragazza sarebbe stata lusingata dai suoi corteggiamenti ma lei sembrava esserne immune.

Michelle scrollò le spalle subito dopo: era sicuramente solo questione di tempo, loro erano perfetti, invidiati, pieni di successi e di amici, anche Ashley prima o poi non avrebbe resistito a quel fascino ed era certa che lei e Terence avrebbero formato presto una bella coppia, non poteva che essere così.

 

 

 

L'ultima Domenica di Agosto, a due giorni dalla fine del mese più estivo dell'anno, Ashley si ritrovò su una macchina in direzione spiaggia.

Accanto a lei, Melissa stringeva la sua borsa sulle ginocchia mentre, dall'altra parte, Michelle si guardava allo specchietto per sistemarsi i capelli che, scompigliati dal vento che penetrava dal finestrino, le si ingarbugliavano, facendola sbuffare a intervalli regolari.

Alla guida del veicolo stava Terence, con un braccio abbronzato a prendere aria e uno poggiato sul volante. Ogni tanto fischiettava un motivetto orecchiabile e lanciava un sorriso alle ragazze dietro. Accanto a lui il loro amico Max si fumava placido una sigaretta, occupandosi di cambiare la musica nell'abitacolo.

Michelle era stata irremovibile: l'estate non era ancora finita e, a detta sua, le sue coinquiline si erano già troppo affossate nella modalità 'inverno imminente' e quello per lei non andava assolutamente bene.

Nella spiaggia poco lontana dalla città ci sarebbe stato un evento quel pomeriggio che si sarebbe protratto fino a sera, una sorta di addio all'estate con tanto di musica, cibo, roba da bere e forse qualche falò.

L'idea era di rimanere fino a tardi, ma molte di loro avrebbero dovuto lavorare il giorno dopo e così erano riusciti a trovare un compromesso ragionevole in quanto all'orario di ritirata.

All'arrivo, una macchina si affiancò alla loro e vi uscirono Colleen e Beth in compagnia dei loro rispettivi ragazzi.

Nessuna di loro aveva potuto rifiutare quella gita fuori porta improvvisata, nemmeno la scusa di non avere in città il costume da bagno aveva fermato Michelle.

Nè Beth, nè Melissa avevano riportato dalle vacanze trascorse a casa quell'accessorio, ritenendolo inutile visto l'ormai prossimo autunno ed Ashley non aveva ovviamente ritenuto indispensabile il costume da bagno, quando aveva dovuto scegliere in fretta e furia gli oggetti necessari da mettere in valigia per fuggire da casa e dai suoi incubi.

Michelle aveva subito stroncato le loro obiezioni e procurato a ognuna uno dei suoi innumerevoli - e spesso nemmeno usati – meravigliosi bikini, uno rosso per Ashley, uno con una delicata fantasia floreale pastello per Melissa, e uno nero per Beth, che ne esaltava la carnagione chiara e la chioma biondissima.

Ashley scese dall'auto e si guardò intorno.

In realtà lei aveva accolto positivamente quella giornata. Da quando aveva messo piede in città non l'aveva mai abbandonata nemmeno per un giorno e sentiva il bisogno vitale di cambiare aria anche solo per un pomeriggio.

Respirò l'aria salmastra e ammirò la visione del mare luccicante di fronte a loro e finalmente percepì un senso di pace anche internamente.

Col suo ultimo ex era capitato di passare qualche weekend al mare l'estate prima, quando la situazione con sua madre era già precaria ma stabile e niente lasciava presagire quella fine drastica solo qualche mese dopo.

Sembrava tutto così lontano ed estraneo e anche lui era ormai un capitolo chiuso della sua vita da almeno sei mesi.

«Mi raccomando Ashley, oggi niente pensieri, intesi?» la ridestò una voce maschile accanto a lei.

Terence le sorrise e per una volta si trovò a dargli ragione: quel giorno non voleva pensare a nulla, voleva solo rilassarsi e assaporare un po' di quella spensieratezza che tanto le mancava.

 

  
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