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Autore: Lady I H V E Byron    26/03/2017    0 recensioni
Dieci gruppi di amici, con i loro piccoli gesti di quotidianità, insegneranno al mondo cosa sia l'amicizia.
Titoli usati:
-Suggerimento
-Pagliaio
-Morse
-Definizione
-Ricreazione
-Strega
-Eclissi
-Concerto
-Mimo
-Medaglie
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note dell'autrice: crossover con "Assassin's Creed"; in realtà, questa è una specie di anticipazione di un progetto futuro (MOLTO futuro, conoscendomi...) su Assassin's Creed, in particolare sulla vita di Connor Kenway dopo gli avvenimenti di AC3...

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Ricreazione
 
 
Italia.
San Terenzo.
Il sole era quasi alto nel cielo.
Mancavano poche ore a pranzo.
I raggi si riflettevano elegantemente sul mare, leggermente mosso a causa della brezza marina.
In una villetta sul mare, un uomo, con la schiena appoggiata alla porta finestra che conduceva al balcone, venne raggiunto da una donna dai capelli scuri. Dal modo in cui gli parlò, doveva essere sua moglie.
-Il tè, dicono i servi, è ormai pronto. Pensate di entrare in casa, o pensi che sia meglio se restate entrambi fuori? So che avete molte cose di cui raccontarvi…-
-No, non si è ancora asciugato. Penso che berremo il tè qui fuori.-
-Manderò dei servi ad apparecchiare il tavolino.-
Con il congedo della moglie, l’uomo tornò a fissare la figura che dominava l’intero balcone: un uomo fiero, robusto, bello, capelli ricci, bagnati, che gli contornavano l’intero volto, dalle membra coperte da un telo. Non portava altro che una semplice tenuta da nuoto. Stava guardando il paesaggio di fronte a lui, forse contemplandolo, forse per nascondere qualcosa al suo ospitante.
In quel momento, il tavolino lì presente fu imbandito di una candida tovaglia, un piccolo vaso di fiori, una teiera, delle tazzine, un paio di posate da tè e un piattino con alcuni biscotti.
-George!- chiamò l’uomo, attirando l’attenzione del suo ospite –Il tè è pronto. Se vuoi accomodarti…-
L’altro sorrise in modo cordiale e si mise a sedere su una sedia, senza rischiare di bagnarla.
Un servo versò loro il tè, prima di lasciarli soli.
Una degna ricreazione per due amici.
-Sai, Percy…- riprese George, prima di bere il suo tè -Quando ho saputo che tu e Mary eravate qui, non potevo non venirvi a trovare. Sarebbe stato maleducato da parte mia…-
-Apprezzo la tua visita, George, ma nuotare da Portovenere a San Terenzo non ti sembra un po’ eccessivo?-
-Dove vuoi arrivare?-
-Non sei morto di stanchezza, appena venuto qui?-
-Un po’, ma vedere te e tua moglie mi ha restituito le forze.-
-Ah, già… ma che dico…? Dimenticavo con chi hai passato questi ultimi anni…-
L’ultima frase fece mutare l’umore dell’ospite, che aggrottò le sopracciglia e si voltò da una parte, senza farsi vedere dall’amico.
-A proposito…- proseguì questi, senza accorgersi della sua reazione –Perché non sei con lui? O meglio, lui non è con te? Mi sembravate molto affiatati, da quanto mi hai raccontato… Come si chiamava…?-
-Connor Kenway.-
-Sì, lui. Dove si trova?-
-Non ne ho idea…-
Percy per poco si strozzò con il tè appena ingerito.
-Come, prego?- domandò, sorpreso.
-Niente. Abbiamo litigato. Forse una cosa futile, ma ci siamo praticamente minacciati a vicenda di non rivederci più. O meglio, sono io ad avergli minacciato di non cercarmi o di non ritrovarsi dove lo avevo lasciato, al mio ritorno. Un motivo in più per venire qui da voi.-
-Avete litigato? E perché?-
George, stoicamente, posò la tazzina sul suo piattino.
-Ha importanza…?- domandò, osservando l’amico con il suo solito sguardo gelido, che fece rabbrividire questi.
Percy scosse la testa.
-Suppongo di no…- rispose.
Seguì un breve momento di silenzio tra i due, guardando il vuoto, entrambi imbarazzati, alla ricerca di un argomento su cui discutere.
-Ti invidio, George…- mormorò il più giovane, con la testa tra le nuvole -God Heavens… Aver avuto uno come lui come compagno di viaggio deve essere stato emozionante. Un discepolo dei leggendari Assassini! E io che pensavo che con i mongoli si fossero praticamente estinti… Meno male che esistono i libri che ci aiutano a ricordare… E lui si è persino battuto più volte per la libertà, in conflitti che nemmeno lo riguardavano… Non strettamente, almeno. Solo per questo è da ammirare! E poi davvero è un nativo dell’America? Chissà quante cose ti avrà raccontato della sua cultura…-
Il suo interlocutore, ormai isolato dal resto del mondo, si stava osservando uno dei piedi, quello “difettoso” e sorrise lievemente: Connor gli aveva insegnato molte cose dal loro incontro in Inghilterra, da quando lo aveva salvato dalle guardie di Sua Maestà per poi viaggiare per l’Europa in sua compagnia; gli aveva dimostrato che poteva saltare ugualmente tra un edificio e l’altro, nonostante il suo problema, raccontato della sua terra natia, l’America, la sua storia, delle Rivoluzioni cui aveva preso parte in prima persona, battendosi più volte per la libertà, esattamente come lui.
Percy non aveva torto: Connor era da ammirare e avrebbe per sempre continuato ad ammirarlo.
Erano quasi divenuti padre e figlio.
Quasi si pentì di essersi separato da lui.
   
 
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