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Autore: Eddygiak97    27/03/2017    6 recensioni
Una nuova vita sta per iniziare! Brian si arrende alla cocciutaggine di Justin, disposto a rinunciare al suo avvenire a New York per stare con lui. Finalmente potranno coronare la loro storia d'amore e vivere una vita serena e tranquilla o forse no: grandi eventi scuoteranno le loro esistenze nel profondo. Riusciranno a superare ogni ostacolo grazie al loro amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Brandon, Brian Kinney, Justin Taylor, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Mi scuso in anticipo per averci messo tanto ad aggiornare, ma per impegni vari e poca ispirazione ho avuto pochissimo tempo ma spero che vi piaccia questo nuovo capitolo. Vi invito a recensire questo capitolo e darmi suggerimenti e opinioni sulla storia. Grazie a tutti e buona lettura!


Capitolo 2°

 

Pov. Justin

Questa notte ho dormito splendidamente tra le braccia di Brian, dopo aver preso la mia grande decisione sono contento di vedere la piega che la mia vita sta prendendo. Una volta fatta colazione sono andato da mia madre per comunicarle la novità e, vedendola piangere dalla felicità, mi sono sentito sollevato per non averla delusa.

Dopo il ritorno da casa di mia madre, mi sono cimentato in cucina mentre aspettavo il ritorno di Brian dato che oggi lavora solo la mattina. Alle 12:30 sento la porta aprirsi così finisco quello che stavo facendo e vado ad accoglierlo come si deve.

— Ben tornato a casa, amore. Il pranzo è quasi pronto — gli dico con un gran sorriso e lo bacio con passione.

— Grazie, cosa si mangia di buono? — mi chiede accarezzandomi una guancia con delicatezza.

— Jambalaya — rispondo sorridendogli.

Così preparo due piatti e li poso sul tavolo da me elegantemente apparecchiato e mi siedo su una delle sedie del tavolo, Brian mi segue sedendosi sulla sedia di fronte a me e cominciamo a pranzare ridendo e scherzando come due bambini.

Una volta terminato il pranzo, dato che Brian non deve andare alla Kinnetik, io posso godermi il mio uomo fino all’ora di cena. Terminata la faticosa ed eccitante super maratona di sesso ci rechiamo al Dinner per cenare e Debbie mi rimprovera per non essere passato ad avvertirla che non sono partito.

— Splendore, ma non sei partito alla fine! Potevi avvertire! — mi riprende con aria arrabbiata che poi si addolcisce stringendomi in un abbraccio soffocante.

— Sì alla fine ho deciso di rinunciare per stare con Brian! — le rispondo staccandomi dall’abbraccio e guardando lui negli occhi.

— Visto cosa fa il topino per te?! — gli dice Debbie rivolgendosi a Brian con aria soddisfatta.

— Sì infatti il nostro topino è davvero… — comincia lui volgendomi un’occhiata, ma non finisce la frase perché lo faccio io.

—Patetico, sì lo so, lo so me lo dici ogni volta! — concludo la sua frase, sapendo benissimo che lo detesta.

— Quante volte ti ho detto di non… — comincia ancora.

— Finire le tue frasi! Credo un centinaio di volte ma ormai ciò fatto l'abitudine e poi sei troppo adorabile quando metti il muso, ma ormai devi cambiare repertorio — gli rispondo sorridendogli dolcemente.

— Stasera andiamo al Babylon? — mi chiede con tono indifferente cercando di non sembrare prevedibile.

— Perché no, ho voglia di ballare! — gli rispondo con lo stesso tono.

— Bene se avete finito cosa vi porto? Il solito? — ci chiede Debbie prendendo il suo taccuino dalla tasca.

— Il solito, Deb! — rispondiamo contemporaneamente Brian e io.

Dopo aver cenato ci dirigiamo al locale, appena ricostruito e vediamo che nonostante l’attentato, il Babylon è di nuovo affollato quanto lo era prima. Entriamo salutando il buttafuori e ci dirigiamo al bar per bere una birra quando Brian si ferma di colpo facendomi finire addosso a lui. Seguo il suo sguardo e guardo nella direzione in cui guarda lui e vedo un tipo biondo come me ed che fissa Brian con aria di sfida. Spostando lo sguardo verso di lui noto che Brian sta sorridendo con aria da vincitore. Non avevo mai visto quel ragazzo, ma ad un primo sguardo mi sembra insignificante in confronto a Brian, così passo in mezzo a loro per andare a prendermi questa agognata birra.

 

Pov. Brian

— Brandon, sei ancora qui vedo! — dico ridendo rammentando il nostro ultimo incontro.

— Kinney, anche se hai vinto la nostra scommessa, io non mi tiro di certo indietro! — mi risponde sorridendomi, con una faccia che prenderei volentieri a sberle.

Dopo una breve e noiosa discussione, mi guardo intorno per vedere che fine ha fatto Justin e lo vedo tornare con due bottiglie di birra. Una volta raggiuntomi, me ne passa una e ci giriamo per andare dai nostri amici che da un po' ci stanno guardando. Appena do le spalle a Brandon sento un brivido salirmi lungo la spina dorsale, questo succede solo quando sento che qualcuno osserva con troppa attenzione il mio Raggio di Sole. Infatti appena mi volto, lo vedo osservare con troppo interesse il sedere del mio Justin e mi accorgo che qualcosa dentro di me si sta risvegliando, qualcosa che Deb ha riconosciuto molto prima di me, la gelosia.

— Cazzo hai da guardare? — gli dico arrabbiato come non mai.

— Niente, è che non ho mai visto quel bel ragazzo prima d'ora. È nuovo? — mi risponde con aria troppo interessata all'argomento.

— No, ma lascialo perdere, Brandon — gli ridondo con tono indifferente.

— Perché non era sulla nostra lista? È di sicuro il più sexy di tutti — mi risponde leccandosi le labbra e già vorrei ammazzarlo di botte.

— Lui non è... — non faccio in tempo a finire la frase che Justin mi prende per il braccio per portarmi a ballare.

Guardo l'orologio ed è appena passata la mazza notte così salutiamo tutti e pretendendo la mano di Justin ci avviamo verso la macchina, ma appena fuori risento la strana sensazione di poco fa, quando Brandon parlava di Justin leccandosi le labbra e, infatti, voltandomi lo vedo osservarci mentre saliamo in macchina e riesco a leggergli le labbra: — sarai mio biondino —, e penso che sarà meglio stare lontano dal Babylon per un po'.
 

Pov. Justin

Sono passate tre settimane da quando avrei dovuto partire e devo dire che la vita con Brian sembra andare a gonfie vele, ciò nonostante, da qualche giorno non mi sento molto bene, ho continui mal di testa e crampi allo stomaco. Questa mattina per evitare i quotidiani dolori che mi si presentano ultimamente mi sono preparato una buona e abbondante colazione per cercare di reintegrare le calorie che in questa settimana ho perduto a causa delle ripetute maratone di sesso sfrenato.

Una volta finito di mangiare, mi dirigo alla Kinnetik dove Brian mi sta aspettando per assumermi momentaneamente come aiuto-grafico per via dell'incapacità del reparto.

— Ciao Brian, sono arrivato, ma ti avverto che ho accettato di lavorare qui solo per via della tua brutta situazione, ma mi dovrai trattare come tutti gli altri dipendenti, hai capito? — gli dico appena entro chiarendo tutto quello che c'era da chiarire.

— Okay, rilassati per l'amor di Dio — mi risponde alzando sia un sopracciglio che le braccia in segno di attenzione. — Cynthia! Vieni qui per favore! — urla chiamando la segretaria.

— Per l'amor di Dio, Brian, non urlare: non sono ancora sorda, ma se continui così lo diventerò prima del previsto — gli risponde la donna incrociando le braccia al petto e facendomi ridacchiare per il tono puntiglioso della sua risposta.

— Accompagna Raggio di Sole al reparto grafico e fallo affiancare da Adrian— le dice con tono serio per poi sorridermi e dirmi che ci saremmo visti durante la pausa pranzo.

Non faccio in tempo a rispondere che Cynthia mi trascina via, verso il reparto grafico. In quel momento mi sono scontrato con un uomo a dir bello, ma niente in confronto a Brian, e Cynthia me lo presenta:

— Bene, Justin, ti presento Adrian il nostro capo del reparto grafico, è lui che si occupa di tutto e che ti farà da tutor — mi dice sorridendo in modo gentile.

— Adrian, lui e Justin, il nuovo aiutante e supervisore dei lavori del reparto grafico — gli dice presentandomi cortesemente.

Allungando la mano ce la stringiamo sorridendoci reciprocamente e dicendoci: — Piacere —.

Una volta che Cynthia ha oltrepassato la porta, Adrian mi porta alla mia postazione consegnandomi subito due progetti molto importanti che il reparto non è in grado di finire e mi metto subito al lavoro per finirli il prima possibile ma con concentrazione per soddisfare il mio Brian che è alquanto nervoso per questi progetti.

Arrivata l’ora di pranzo e dati gli ultimi ritocchi ai progetti, mi alzo dalla poltrona e mi dirigo all'ufficio di Brian per andare a pranzo e prendermi una pausa, dato che non ho avuto un momento da quando sono arrivato. Arrivato da Brian, mi sento girare la testa terribilmente, ma dura solo qualche secondo e mi siedo su una delle poltroncine appena fuori all'ufficio per riprendermi un attimo dal malessere. Non appena sento la porta aprirsi vedo Brian che mi fissa con fare interrogativo.

— Che hai? Perché non sei entrato invece di sederti qui fuori? — mi domanda alzando il sopracciglio.

— Ho preferito aspettarti qui — rispondo pensando che non sia il caso di dirgli dei continui malesseri che ho da un paio di settimane.

— Okay, andiamo a pranzare a casa o andiamo da Debbie? — mi sorride per l’ovvia risposta che si aspetta — A casa ovviamente, voglio che restiamo un po' da soli, tanto la mia mezza giornata di lavoro è scaduta e tu non devi rientrare fino alle tre e mezza. Abbiamo tutto il tempo per darci da fare — gli rispondo sorridendogli con fare ingenuo e poi allargando il sorrido in modo malizioso.

— Come preferisci Raggio di Sole, ma non lamentarti di sentire male da tutte le parti! — mi sorride divertito anticipando le conseguenze di quello che ha intenzione di farmi.

— Tu credi, ma mi sa che non crollerò prima io ma qualcun altro che sta ridacchiando come un idiota! — gli rispondo ridacchiando e incamminandomi sculettando oscenamente, facendo venire la bava alla bocca a chi mi osservava il sedere.

Una volta arrivato al loft comincio a preparare un piatto di pasta con pomodoro e mozzarella freschi per mantenerci in salutare una volta per tutte invece di ordinare quel terribile cibo da asporto che solo Brian può chiamare tale. Mentre la pasta finisce di cuocere, preparo la tavola e poi posso servire per poterci finalmente gustare il mio ottimo pranzetto all'italiana. Mentre mangiamo alzo ogni tanto lo sguardo per vedere se il mio “esigente compagno” apprezza il cibo e gli chiedo più volte se gradisce ciò che ho cucinato, ma lui continua a mangiare come se non gli avessi chiesto nulla, rattristandomi con la sua indifferenza. Una volta finito di pranzare mi alzo dalla sedia per riporre i piatti nel lavello e la testa riprende a girarmi talmente forte che lascio cadere i piatti che finiscono in pezzi e mi devo appoggiare al bancone per sorreggermi. Tutto intorno a me comincia a girare ma le braccia forti di Brian mi cingono il fianco per aiutarmi a rialzarmi e vedo la preoccupazione nei suoi occhi.

 

Pov. Brian

La cucina nel mio adorato Raggio di Sole è la migliore al mondo, mi lusinga sapere che vuole la mia opinione, ma tale emozione scompare quando sento cadere i piatti, appena mi volto vedo Justin accasciato che si regge al bancone. Noto che è più pallido del solito e senza aspettare altro tempo mi fiondo su di lui stringendogli possessivamente e con molta preoccupazione i fianchi per aiutarlo ad alzarsi, noto anche che è leggermente caldo e penso che sia solo la stanchezza di questo primo giorno di lavoro, ma per essere sicuro lo prendo in braccio e lo accompagno dal medico per accertarmi che stia bene, dato che nell'ultima settimana l’ho visto prendere integratori e medicine, per cui voglio sapere come sta per potergli essere di aiuto in qualche modo.

Una volta presa la macchina mi ci sono voluti tre quarti d'ora per arrivare all'ambulatorio del medico per una visita di controllo, prima di recarci all'ospedale. Entrati finalmente in sala d'attesa noto che Justin tiene la mano sulla pancia.

— Tutto bene? Cos’hai? — gli chiedo con tono angosciato per il suo malessere.

— Ho mal di pancia, Brian ed è molto forte! — mi risponde dolorante con una smorfia sulla bocca.

Finalmente è giunto il nostro turno e il medico fa accomodare Justin su un lettino e gli fa togliere la maglietta poi comincia ad ascoltargli il petto e l'addome con lo stetoscopio. Dopo una visita di un quarto d'ora ci dice che il malessere di Justin può avere cause diverse: influenza intestinale, cistite, cancro, appendicite e così via ma ci dice che ha bisogno di esami per fare una diagnosi più approfondita, così ci consiglia di recarci subito in ospedale per fare gli esami il più velocemente possibile. Andiamo in ospedale dove Justin viene sottoposto a prelievi e TAC. Una volta finito aspettiamo i risultati in sala d'attesa, passati dieci minuti il dottore del reparto chiama Justin nel suo ufficio per discutere con lui del risultato delle analisi mentre io comincio a pregare che non sia nulla di grave.

 

Pov. Justin

Ho appena finito di sottopormi alle analisi e non vedo l'ora di sapere cosa possa essere questo dolore lancinante che sento. In sala d’attesa mi siedo vicino al mio bel ragazzo e aspetto il risultato con impazienza. Dopo una decina di minuti il dottore esce dall’ambulatorio e mi chiede di seguirlo. Una volta entrato mi invita ad accomodarmi sulla sedia mentre lui fa lo stesso.

— Signor Taylor, dalle analisi risulta che è un perfetta forma, ma abbiamo individuato una anomalia davvero molto strana e per questo devo farle alcune domande. La prego di non sentirsi in imbarazzo e di rispondere sinceramente — mi dice serio il medico, così annuisco semplicemente — Lei è gay, Signor Taylor? Non si preoccupi: io non giudico nulla, devo solo accertarmi di una cosa — mi chiede tranquillamente ma arrivando dritto al punto così annuisco imbarazzato. Il dottore dopo la mia affermazione continua domandando:

— E ha avuto rapporti sessuali non protetti nell'ultimo mese? — e io alla domanda scuoto la testa. Lo faccio con Brian almeno due volte a giorno, ma usiamo sempre il preservativo.

Così mi spiega cos'ha trovato di strano in me.

— Non so come dirglielo, ma pare che lei aspetti un bambino. Strano, lo so, ma pare sia così — mi spiega cercando di avere più tatto possibile.

— Impossibile! Gli uomini non possono avere figli e poi io uso sempre e ripeto sempre il preservativo — gli rispondo incredulo, sentendomi preso in giro ma mi fermo a pensare alle innumerevoli volte che ho fatto l'amore con Brian e in tutte abbiamo usato il preservativo. Se quello che dice il dottore fosse vero, come avrebbe fatto ad ingravidarmi? Da solo, non credo sia possibile. E proprio in quel momento mi ricordo che la notte prima di partire l’avevamo fatto quattro volte, ma che, andando via avevo notato che a terra c’erano solo tre preservativi così mi rivolgo al medico e gli chiedo: — Di quanto? — e mi risponde: — Circa tre settimane, un mese al massimo — e i calcoli tornavano. Ero incinta o dovrei dire “incinto” di Brian. Oh mamma e adesso cosa gli dico e cosa dico alla mamma e agli amici? Così mi appoggio con la schiena alla sedia dell'ufficio del medico, con la testa rivolta verso l’alto per trovare una soluzione a questa situazione assurda.

   
 
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