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Autore: Freez shad    27/03/2017    3 recensioni
Solo, in una desolata stazione, Nick avrà a che fare con un inaspettato orso polare che.....si rivelerà un vero incubo.
Genere: Angst, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nick Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il limpido manto stellato della notte, con i suoi astri che cullavano i sogni dei cuccioli, dovette presto arrendersi agli spessi strati di cumulonembi che, nell'agglomerarsi, diedero vita ad una fitta coltre di nubi che fece piombare il cielo di Zootropolis nell'oscurità più nera.
Solo alcuni tra i numerosi sprazzi di luce, dovuti agli improvvisi lampi e alle spettacolari diramazioni in cui essi si dividevano, riuscivano ad illuminarne per vari infinitesimali istanti la volta.
Sotto quell'indomabile evento atmosferico il centro della città, le sue vie e gli edifici più interni che ne contraddistinguevano il suo cuore, assumeva misteriosamente un'aria tremendamente tetra e gotica, accentuata degli inquietanti giochi di lume che davano ad ogni singolo particolare delle numerose statue e raffigurazioni murali un aspetto assai grottesco e macabro.
L'esempio più lampante e rappresentativo, per quanto almeno concerneva quel giorno, era la grande stazione centrale.
Gli anemici bagliori dei longilinei lampadari al neon continuavano con intermittenza la loro funzione che il violento temporale, accompagnato da un fischiante vento di maestrale che espandeva il sinistro rombare dei tuoni, causava nel suo apprestarsi.
Quella sera, per quanto la cosa fosse inspiegabile persino per lui, Nick si risvegliò dal suo sonno su di una delle numerose panchine posizionate nel mezzo di uno dei lunghi corridoi pedonali centrali che, come gli altri, fungeva da divisorio e punto di riferimento ai passeggeri per i numerosi arrivi e le conseguenti partenze dei treni.
Nonostante la volpe tentasse di trovare un valido motivo della sua presenza in quel luogo, potendolo comunque considerare fortuito dato il riparo che gli stava procurando, niente riusciva a fornirgli una reale e soddisfacente risposta ai suoi quesiti che, nell'improbabile ipotesi che ne avesse rivelato la risposta a qualcuno in precedenza, neppure avrebbe potuto rivolgere in quanto non vi era nessun altro a eccezione di lui.
Inizialmente provò persino a richiamare l'attenzione con qualche generale richiamo nella speranza di una qualsiasi risposta, anche fosse stata di un'altra lingua, ma l'unico risultato fu un lungo e ripetuto eco che, rimbalzando tra le varie pareti, stanze e curvature dell'edificio alle sue spalle, ritornarono gelidamente a lui.
Questo era un evento assai inusuale dato che, a memoria di mammifero, non era mai successo che la stazione si rivelasse totalmente spoglia e desolata come in quel frangente; normalmente vi era sempre qualcuno in attesa dell'arrivo del proprio treno che riusciva, in tutti i modi possibili, a far sentire la sua presenza, ma persino gli addetti alle comunicazioni, considerato il prolungato silenzio dei megafoni, sembravano assenti.
Dopo essere sceso da quell'improvvisato e scomodo letto la volpe notò, con profondo stupore, la presenza di un grande mammifero, comparso come uno spettro, ritto e apparentemente in attesa del mezzo di trasporto a tre corridoi davanti a lui; benché non potesse in alcun modo vederlo in faccia, dato che gli dava le spalle, poté presupporre dalla stazza, dal bianco manto del pelo e dalle piccole tonde orecchie, si trattasse di un orso polare; infine, curiosamente, gli occhi gli si soffermarono sull'elegante e distinto vestito che, nonostante la taglia di diverse misure più piccola, gli ricordava quello indossato dall'imponente guardia del corpo di mr.Big.



Come aveva fatto a sfuggirgli una creatura di tale mole e per giunta vestita in quel modo così insolito? Poteva essere stata una semplice svista?
All'improvviso un istintivo e inspiegabile allarme gli suggerì, per quanto la logica glielo sconsigliasse dato la sfavorevole condizione atmosferica, di allontanarsi al più presto da quel luogo che sentiva stranamente farsi minaccioso.
Appena mosse il primo passo in direzione dell'uscita, accettando quindi il consiglio offertogli, un nuovo roboante tuono causò un blackout generale in tutta la stazione dove, come esempio lampante sulla poca credibilità del leonino sindaco riguardanti le sue promesse di ammodernamento, la mancanza di luci d'emergenza fece cadere tutto nel buio più completo; ovviamente la cosa poté essere da considerarsi irrilevante per un mammifero dotato di un'eccellente vista notturna, a volte persino invidiata da una certa coniglietta, come lo era lui e infatti, assolutamente indifferente alla cosa, continuò la sua marcia aggiungendo un secondo e un terzo passo.
Il quarto non sopraggiunse a causa di una visione che lo pietrificò sul posto; la luce tornò ad eseguire il proprio compito, ma solo quella prodotta da quei lampadari che avevano il compito d'illuminare a piombo quei passaggi e non tutti, lasciando perciò diversi metri, tra un punto e un altro, nell'oscurità; un raggelante limbo ove avrebbe potuto trovarvi, o avere luogo, qualsiasi cosa che una delicata e spaziante mente vi poteva immaginare e, forse, realizzare.
Genuina o depravata che fosse.
Fu proprio sotto una di queste che ritrovò nella stessa immobile posizione l'orso,.......ma questa volta spostato in fondo al suo medesimo corridoio.



Come aveva fatto a spostarsi così rapidamente in completa oscurità? Perché non lo aveva sentito?
Nick si ritrovò improvvisamente ad indietreggiare e a riposizionarsi nel medesimo punto in cui era partito, sicuro di quanto sarebbe potuta risultargli sconveniente un suo proseguimento; provò mentalmente a distrarsi, senza mancare di mantenere un occhio attento sullo strano individuo, ripensando all'ultimo caso che insieme a Judy era riuscito a portare brillantemente e rapidamente a termine fino a quando, un improvviso rumore proveniente dal lato opposto, non catturò la sua attenzione.
Si voltò giusto il tempo per accorgersi della piccola falla del soffitto da cui penetravano alcune gocce di pioggia che, precipitando sulla tubatura degli aspiratori d'aria interna, producevano quel rumore; al momento di riportare lo sguardo al suo precedente obbiettivo, dovette lottare contro sé stesso per non arrendersi a quel terrore che minacciò di prendersi il suo corpo nel rivedere quel predatore, sempre nella medesima posizione, sotto il suo stesso faro e a pochi centimetri da lui.


Sempre concentrato sulle rotaie davanti a sé, questa volta la volpe poté osservarne il volto da cui però non traspariva alcuna emozione.
Gli sbarrati occhi vitrei, inanimati, freddi....privi di uno spirito vitale, restavano fissi a contemplare il nulla.
Sembravano fossero specchi su cui riflettevano gli abbaglianti lampi che illuminavano spettralmente la sua figura. Un senso d'angoscia cominciò a crescere dentro Nick, aumentando ad ogni neon che cedeva al rombare dei tuoni di un temporale ormai giunto sopra la città,
<< Dunque, come va? >> osò allora Nick. Nessuna risposta. Nessun movimento.
<< Sta aspettando il treno? Dove è diretto? >>, ritentò, con lo stesso risultato.
L'unica cosa che gli impedì di pensare di avere a che fare con un fantasma fu il ritmato e profondo respiro del predatore. Che improvvisamente divenne doppio.
Voltandosi lentamente, la volpe si trovò al suo fianco opposto un altro orso del tutto simile al primo, sia nell'abito, che per la stazza....che per la posizione.
Stessa era anche la sua espressione



Da dove era spuntato?
Questa volta gli fu del tutto impossibile evitare l'espressione impaurita e nervosa che, generalmente, minacciava di espandersi per tutto il corpo.
Probabilmente fu solo la consapevolezza di un pericolo ben superiore che avrebbe corso se, in preda al timore, si fosse lanciato ad una precipitosa fuga, lo convinse a restare immobile in mezzo a quei due mammiferi.
Certo non poteva e né voleva rimanere lì con quella compagnia, ma come poteva andarsene?
Fu con grande gioia e un silenzioso sospiro di sollievo che udì avvicinarsi un treno che, neanche a farlo apposta, sembrò arrivare dagli stessi binari che aveva davanti,
<< Bene, a quanto pare sta arrivando il mio treno >> mentì, rivolgendosi al precedente orso << Mi creda, è stato un piacere parlare con lei e mi complimento per la sua ottima oratoria, ma ora devo andare. Sa, vorrei salire prima che la calca mi schiacci per terra, neanche fossi..... >>.
Un treno, completamente privo di luce e apparentemente senza passeggeri, li stazionò di fronte interrompendo il suo sarcasmo assolutamente fuori luogo.
Diversamente dal normale, solo l'ingresso di fronte a lui si spalancò rivelando, con tremendo stupore, la presenza di altri due grossi predatori che, in tutta la loro persona, gemellavano con i primi due. Gli sportelli si richiusero e il treno ripartì.
La volpe si bloccò alla loro comparsa. Neppure quando questi lo circondarono, gli si attivò alcun movimento. Il cervello, come il corpo, si paralizzò sulle migliaia di domande che gli si formarono sul perché stesse accadendo questo.



Che si trattasse di un sogno? Un onirico ricordo di quando era in fuga dal mafioso toporagno? Magari solo il sintomo di una cena troppo abbondante e pesante?
Una forte fitta al fianco cancellarono definitivamente anche quelle.....speranze, se tali potevano essere considerate.
Un rumore secco echeggiò a pochi metri da loro. Una lampadina era saltata.
Poi un'altra. E un'altra ancora.
Una ad una, tutte le restanti luci cominciarono ad estinguersi, lasciando solo quella che illuminava i loro cinque corpi.
Nick osservò un'ultima volta ogni singolo predatore scambiare con quello che gli stava di fronte, mantenendo la medesima impassibilità, lo stesso innaturale sguardo che aveva scorto nel primo orso.




La luce si spense.
Il silenzio regnò su quel palcoscenico dove solo i lampi, come un lento e inesorabile foto-dramma, diedero visione di ciò che stava accadendo.




Primo lampo, i pallidi musi si piegarono concentrando i loro vitrei occhi sulla volpe.
Inutile nascondersi.


Secondo lampo, gli artigli spuntarono dalle loro zampe.
Inutile fuggire.


Terzo lampo, i denti si misero in mostra bramanti del caldo e vivido liquido tinto di cremisi.
Inutile chiedere aiuto.


Quarto lampo, l'opera si era conclusa e gli attori erano rientrati dietro il nero sipario.
Inutile cercare.



La luce tornò per illuminare....il nulla.







Nick si svegliò di soprassalto, col respiro affannoso, iniziando subito a tastarsi il corpo a casaccio cercando qualcosa....o sé stesso.
C'era tutto, non mancava niente. Trovò persino la penna-registratore che, scivolatagli dal taschino, gli stava premendo al fianco procurandogli una dolorosa fitta al fianco.
Si passò il braccio sulla fronte, asciugandosi dal grondante sudore che lo aveva inumidito; nonostante non si fosse ancora ripreso riuscì, mano a mano che riacquistava lucidità, a ritrovare quella compostezza che lo contraddistingueva come un marchio.
Emise un profondo e sonoro sospiro di sollievo quando realizzò quanto quella disavventura, nonostante tutto il suo realismo, non si era trattata altro che di un incubo.
Una volta alzatosi dalla panchina su cui si era addormentato, a causa della noia provocata dall'eccessiva attesa, si accorse di trovarsi nella stazione di Rain Forest......dove ricordava di dover prendere il primo treno diretto a Downtown per raggiungere Finnick che lo stava aspettando.
Guardandosi intorno, quasi si mise a ridere nell'accorgersi di come quel sogno fosse stato tanto diverso dalla realtà; è vero, era notte, ma il cielo stellato differiva non poco da quello del sogno.
L'illuminazione funzionava perfettamente.
E non era neanche solo poiché, a tre corridoi d'attesa davanti al suo, c'era un elegante orso polare....di spalle.





N.d.A.
Salve!
Per quelli che di voi se lo staranno chiedendo, no! Non è proprio il mio stile.
Ho voluto ritentare dopo il primo esperimento con Clawhauser e spero che possiate gradire il risultato.
Ringrazio chiunque vorrà recensire e lascerà un suo parere.

Arrisentirci a presto
   
 
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