Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    27/03/2017    6 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’Autore:
innanzitutto vi chiedo umilmente perdono per aver tardato così tanto la pubblicazione di questo capitolo, perché davvero sembra non abbia scuse, ma invece una ce l’ho. Per chi sta seguendo anche l’altra mia ff su Rhaegar e Lyanna, avrà notato che lì sono ancora molto indietro e ho pubblicato proprio oggi il numero 23 invece qui sono già al 29. Volevo andare pari pari, ma mi sono resa conto che molte cose che lì devo ancora raccontare, qui presto verranno svelate, quindi ho dovuto impegnarmi a proseguire coi capitoli di Tales anche per decidere bene quali trame andare a toccare, perché poi su Chronicles ache avremo dei risvolti le cui basi partono proprio da lì. Insomma mi sono resa conto che Tales può benissimo essere un punto di partenza a cui poi mi posso riallacciare con l’evolversi della trama di Chronicles. Certo avrei dovuto pensarci prima, ma ve lo ripeto questo What if… è nato per scommessa, mai avrei pensato che potesse avere così tanto successo.
 
Vi scrivo già all’inizio così ho modo di chiarirvi bene dov’è ambientato questo capitolo. Se avete contato i capitoli pubblicati fino ad ora, avrete già sicuramente capito che è il momento di tornare a raccontare le vicende che hanno portato Daenerys e il suo misterioso fratello a Nord, per cui ci troviamo ancora a Dorne. Lei risiede a Giardini dell’Acqua e se ben ricordate nell’ultimo capitolo era arrivato un personaggio alquanto scomodo: un ragazzo coi tratti valiryani che si fa chiamare Aegon Targaryen e si presenta come il figlio di suo fratello maggiore Rhaegar. Questo colpo di scena crea un certo scompiglio e vediamo ora come pensano di risolvere questo problema i due fratelli. Non voglio anticiparvi niente, ma vi dico solo che avrete in un primo momento due ambientazioni differenti, la prima vedrà Daenerys con Aegon parlare e passeggiare, mentre la seconda Rhaegar nei panni di Viserys con Jon Connington fare gli adulti della situazione. Successivamente ci sarà un terzo momento, dove vedrà i due fratelli riunirsi e parlare tra loro.  Vedrete come ho sviluppato gli eventi e spero che li troviate intriganti e divertenti esattamente come ho pensato io, quando l’ho scritto.
Aspetto vostri commenti e non abbiate problemi anche a rimproverarmi per aver tardato così tanto. Mi farò perdonare lo prometto!
 
 
La regina Daenerys passeggiava tranquilla tra i giardini e le fontane del cortile interno della Fortezza Giardini dell’Acqua. Al suo fianco il ragazzo che si era presentato a lei meno di una settimana prima come Aegon VI Targaryen.
-Dimmi Aegon, non hai alcun ricordo della nostra famiglia? – gli chiese mentre si sedeva sul bordo della fontana.
Si era fatta confezionare un abito per l’occasione. Era molto leggero e il tessuto sembrava intriso di magia, tanto era morbido e delicato al tatto. Riluceva alla luce del sole ed era di un candore irreale. Indossava alcuni gioielli alle braccia e una corona in testa con rubini e ossidiane. Era stata un’idea di suo fratello Rhaegar, gliel’aveva fatta portare direttamente nelle sue stanze quella stessa mattina. Ricordava ancora la sorpresa, quando aveva aperto quel pacchetto. Gli era saltata addosso per la contentezza. Prova a vedere come reagisce se ti vede già con una corona in testa, le aveva suggerito. Dany non ci aveva pensato due volte e l’aveva subito messa in testa. Rhaegar si era messo a ridere guardandola, mentre indossava ancora la vestaglia da notte.
Il ragazzo di fronte a lei invece, vestiva un’elaborata casacca in cotone leggero nero e cremisi, con i bordi oro. Dany vide quanto quei colori effettivamente facessero risaltare il suo incarnato. Proprio come mi aveva detto Rhaegar. È giusto che i Targaryen tornino ad indossare i loro colori.
I suoi capelli erano abbastanza corti, quindi non poteva raccoglierli. Dany cercò di immaginarselo con i lunghi e setosi capelli di suo fratello Rhaegar.
-Non ho alcun ricordo di queste terre. Te l’ho detto zia, ero solo un neonato, quando fui portato al di là del Mare Stretto. –si era espresso con freddezza e distacco. Non si capiva se era imbarazzato o infastidito dalla sua domanda.
-Allora abbiamo due cose in comune. Anch’io come te, venni allontanata da queste terre appena nata e non ho alcuna memoria di questi luoghi. Col tempo potremmo scoprire di avere anche altre cose in comune… – notò che il giovane continuava a fissarle il diadema sulla sua testa – a parte la corona. – aggiunse contrariata.
-Già. – disse il ragazzo seccato, tornando a guardarla negli occhi.
Dany cercò di scrutare in quello sguardo qualcosa che gli ricordasse suo fratello, ma si rese conto che in lui non sembrava esserci nulla di lui.
 
Il principe Viserys si sedette alla scrivania dello studio privato del secondo piano. Jon Connington aveva già preso posto di fronte a lui. Preferì lanciargli uno sguardo fugace, anche se indossava la maschera, riteneva rischioso abbassare troppo la guardia.
-Volevate parlarmi, vostra grazia? – chiese il cavaliere cercando con sguardo riflessivo.
-Proprio così, Lord Connington. – osservò i suoi occhi turchesi, le labbra screpolate e le folte sopracciglia di un rosso sbiadito dal tempo – Volevo delle delucidazioni riguardo al ragazzo che avete portato qui con voi. – fece un’altra pausa ad effetto e notò che aveva attirato la sua attenzione – Se il giovane vuole davvero chiedere la mano di mia sorella, credo che noi dovremmo stipulare un contratto di matrimonio. –
I due si guardarono per qualche secondo e poi entrambe le parti cominciarono a decretare le loro condizioni.
Dopo aver stipulato il documento, il principe Viserys strinse la mano del lord, prima che potessero mettere le loro firme. Il lord guardò la maschera di fronte a sé.
-Perché abbracciate la causa di Aegon? Dopotutto questo patto vi toglie ogni mira al trono, mio signore. Cosa ne ricavate voi? –
-Un matrimonio fra consanguinei è sempre stato nell’ottica di mio padre, e mia sorella è riuscita in delle imprese che io mi sono solamente sognato. Penso che sia più adatta a regnare di quanto io non lo sia mai stato. –
-Con tutto il rispetto mio signore, spero solo non abbia ereditato il carattere di re Aerys. Nei suoi ultimi anni di vita non ha tenuto un comportamento molto coerente ed il regno ne ha risentito. –
-Ve lo concedo, ma voglio rassicurarvi. Daenerys è molto più simile a nostro fratello Rhaegar. –
A quelle parole il lord di Posatoio del Grifone si mosse agitato sulla sedia, la stanza piombò in un silenzio quasi irreale. Solo le onde del mare ed il pigolio di qualche pappagallino entrava dalla finestra alle loro spalle.
-Allora sarà un’ottima regina! – un sorriso si stampò sulla sua faccia.
-Lord Varys ha detto che eravate un suo buon amico. – il principe colse al volo l’occasione.
-Ero l’uomo più fedele che lui potesse avere al suo fianco. Sicuramente meglio di tanti altri fissati che gli giravano attorno. – fece schioccare la lingua - Come quel Whent o quel Lonmouth. Gli erano fedeli solo per via del suo titolo. Perfino il principe Martell, è entrato nella guardia reale solo grazie all’influenza della madre, e si è subito inchinato a lui. Un Martell non si dovrebbe mai inchinare, e invece lui lo ha fatto. Non era degno di quel nome, per quello alla corte dorniana non se ne facevano niente… Oppure quel dannato Dayne, lui ed il suo ego. Si è fatto sconfiggere da Eddard Stark, come un comune sempliciotto. –
Rhaegar fece finta che le sue parole non lo avessero toccato, ma sentir parlare così dei suoi amici morti non gli fece certo piacere. E ciò che maggiormente lo fece infuriare era ciò che aveva detto di Ser Arthur Dayne, il suo più grande amico, non avrebbe dovuto permettersi di rivolgersi così al cavaliere a cui tanto era legato. Pagherai Jon, per ciò che hai detto di Arthur. Conosco il motivo per cui ce l’hai tanto con lui, ma dovresti avercela con me. Dopotutto sono stato io a prendere la decisione di prendere le distanze da te. Cercò di fingere indifferenza e di mantenere un tono pacato, quando gli si rivolse nuovamente.
-Cosa vi ha spinto ad aiutare suo figlio? –
Gli occhi dell’uomo per un attimo si persero nei ricordi, il principe ne approfittò così per annotare altre due cose sulla pergamena, prima di apporre la sua firma.
-Glielo dovevo… - cominciò a dire con voce quasi assente e sognante – voi eravate solo un bambino, magari non ricordate, ma vostro fratello era sparito ormai da mesi e la guerra ormai aveva raggiunto una situazione molto critica, ma nessuno sapeva dov’era andato. Il re dopo aver deposto Owen Merriweather mi fece Primo Cavaliere e mi mandò a cercare Robert Baratheon a Tempio di Pietra, dove si era nascosto. Dovevo impedire che le sue truppe del sud si unissero a quelle degli Arryn e degli Stark. Ma non ci riuscii. Quando il principe riapparve, si mise a capo dell’esercito per fermare l’avanzata dei ribelli, ma nella battaglia sul Tridente quel lord ubriacone si prese la sua vita. Se lo avessi stanato in quella maledetta città tra bordelli e taverne, il principe non sarebbe stato costretto a scendere in guerra e… non avrebbe mai perso la vita. – la sua voce era carica di delusione e rammarico. – E’ solo colpa mia e dei miei fallimenti. –
Rhaegar stava per dire qualcosa, ma Jon lo anticipò, prendendo dalle sue mani la penna d’oca appostò anche la sua firma sul documento.
-Non potevo tradire di nuovo la fiducia del mio principe d’argento. Quando vidi per la prima volta Aegon e mi dissero chi era, pensai di avere la possibilità di redimermi in qualche maniera. Mi ripromisi che questa volta non avrei fallito. Ho deluso il principe Rhaegar, ma non potevo fare lo stesso errore anche con suo figlio. –
 
Aegon la teneva a braccetto e Dany lasciò che la conducesse per i giardini di gelsomini e bouganville. Era un posto davvero favoloso e non si meravigliò che i Martell preferissero passarvi così tanto tempo. Poi il piacevole profumo di salsedine e la fresca brezza marina era un toccasana per quelle giornate così afose. Non riusciva nemmeno ad immaginarsi cosa doveva essere quel regno in piena estate. Aegon era di un’incredibile bellezza, inevitabilmente Dany si sentì attratta da quei tratti così simili ai suoi, da quegli splendidi occhi viola e quei capelli argentati. Dalle sue gambe lunghe e dalla sua altezza. In ogni piccola cosa che scorgeva in lui, non poteva che pensare ad un paragone con Rhaegar, eppure qualcosa in quel giovane continuava a incuriosirla. Si stava formando un’attrazione del tutto incontrollata. Ripensò a quanto tempo era trascorso da quando aveva giaciuto con un uomo. Già il suo ultimo amante era stato Daario… ormai era parte del suo passato. Da quanto aveva riportato in vita Rhaegar si erano risvegliati degli istinti primordiali in lei che faticava a sedare, ma con suo fratello tutto quello era praticamente impossibile da mettere in atto. Con lui si era instaurato un bellissimo rapporto. In poco tempo erano riusciti a legarsi come fossero sempre vissuti assieme. Purtroppo per lei, però tutto finiva lì. La sofferenza di suo fratello era ben visibile, come anche la sua bellezza e il suo fascino, ma si sarebbe dovuta accontentare di guardarlo da distante. Lui era appartenuto ad un’altra donna, e ora, anche se lei non c’era più, Rhaegar continuava a sentirsi legato a lei. Dany sapeva che non sarebbe riuscita a ricucire quelle ferite. Sapeva anche lei cosa voleva dire perdere un compagno di vita, ma il suo matrimonio con Drogo non era partito come quello che tra Rhaegar e la sua lady. Non sapeva se avesse mai potuto comprenderlo appieno. Guardò Aegon al suo fianco, camminava impettito, fiero e sicuro di sé, mentre varcavano la grande arcata, seguendo il sentiero che li portava sulla spiaggia. Era un incanto quando la luce del sole illuminava il suo volto. Sorrise e pensò fra sé. Non potrò avere il padre, ma forse posso avvicinarmi al figlio. Si sentì una donna di facili costumi in quel momento, ma dopotutto lei era una regina e lui, se davvero era chi diceva di essere, un principe. Entrambi appartenevano alla stessa famiglia e più volte si era immaginata di venir fidanzata ufficialmente a lui, se la guerra avesse avuto altre sorti. Dopotutto forse qualche divinità doveva aver udito le sue preghiere. Sentì un righiamo alla sua sinistra. Si voltò e solo un vortice di vento mosse poco lontano da loro un piccolo cumolo di sabbia, trasportando i granelli dorati in aria. Dany sapeva cosa significava e sorrise. Aegon invece non sembrò mostrare di aver notato niente. Inarcò un sopracciglio, turbata da quella impassibilità. Se sei davvero un drago dovresti sentire il loro richiamo… possibile che si debba ancora risvegliare in te quella meravigliosa sensazione? Ma poi pensò che lui era vissuto per tutta la sua vita lontano dalle uova e dalle ossa dei draghi e pensò che magari quello potesse essere uno dei motivi per cui non sentiva niente in quel momento. Pochi istanti dopo si sentirono dei tuoi sopra le loro teste. Il cielo però era libero e non c’erano nubi nemmeno all’orizzonte. Entrambi alzarono gli occhi verso l’alto, Dany era ben consapevole dell’origine di quei rumori e salutò i suoi figli con un largo sorriso. Differente invece fu la reazione di Aegon che lasciò per un attimo il braccio di sua zia e mise una mano sull’elsa della spada, ma quando le tre creature apparvero sopra le loro teste, nascondendo la luce del sole con i loro possenti corpi e le enormi membrane delle ali, il giovane si bloccò. La sua bocca era aperta per lo stupore e i suoi occhi completamente sbarrati. Dany lo guardò e rise.
-Non estrarla, non ti servirà comunque. – lo ammonì.
Drogon atterrò con imponenza e facendo un rumore assordante sbattendo ancora due volte le ali. Il movimento di queste alzò un vento misto a sabbia che frustò i loro volti e fece danzare le vesti e i lunghi capelli argentati di Dany. Poi scesero anche Viserion e Rhaegal. Tutti e tre i draghi cercarono le carezze della loro madre, e lei non li fece attendere. Portò una mano verso i loro musi e loro si presero quelle coccole come fossero dei semplici gattini. Gli occhi di fuoco di Drogon però erano fissi sul giovane alle spalle della ragazza. Dany lo aveva notato e si era voltata verso il principe, sorridendogli con occhi furbi.
-Puoi avvicinarti se vuoi. – gli rivelò – senza un mio ordine non attaccano, ma evita di farmi male o di minacciarli. Hanno un carattere molto difficile, ma mio fratello ad esempio ha legato subito con Rhaegal. Io posso cavalcare Drogon, e Viserion per il momento è senza padrone. – gli indicò il drago dalle scaglie dorate e color crema. Gli occhi dorati del drago fissarono quelli viola di Aegon e per un attimo sembrò che i due stessero comunicando mentalmente con serenità. Dany si ritrovò a sorridere dalla contentezza, e si sarebbe pure messa a saltare sul posto, o correre a dirglielo a suo fratello maggiore, ma tutta la sua allegria si sbriciolò quando Viserion sbuffò un fumo nere dalle narici. L’aria calda e intrisa di fuliggine investì il giovane di fronte a sé e Dany sentì il disagio che il drago stava provando. Sembrava non averlo accettato per niente. Dany intervenne per calmarlo, ma Aegon la fermò.
-Aspetta. – alzò una mano per indurla a non avvicinarsi – Deve comprendere che sono il suo padrone. – la regina aggrottò le sopracciglia indignata. Quel ragazzo era fin troppo sicuro di sé, e di fronte ad un drago non dovevi mai esserlo. Dovevi fondere la tua anima col loro, non dominarli. Erano creature selvatiche e indomabili. Se non accettavano la tua presenza te lo dimostravano apertamente, ma non sempre eri fortunato a portelo raccontare in giro. Dany ripensò alle vittime che nei tempo i suoi draghi avevano sparso, Reznak mo Reznak era stato la prima vittima di quel drago.
Aegon fece un altro passo verso la bestia, ma Viserion fece schioccare le fauci e aprì le enormi ali da pipistrello bianco. Aegon indugiò sul da farsi, ma era ostinato a raggiungere il suo scopo. Dany non voleva rischiare di veder un’altra vittima dell’ira dei suoi figli, non proprio di fronte ai suoi occhi, non proprio ora, non con lui.
-Viserion. – disse fredda. Il drago si voltò verso di lei ed il ragazzo ne approfittò così per sfiorare appena qualche scaglia del suo muso. La bestia ruotò velocemente il capo verso di lui offeso e furioso. I suoi occhi lo avevano puntato e dalle sue fauci cominciava a formarsi una lesta brace che fra non molto avrebbe investito tutto ciò che lo circondava. Dany sapeva che si sarebbe salvata alle fiamme, ma poteva essere certa che anche Aegon avesse quella particolare caratteristica? Se è un vero drago dovrebbe… inevitabilmente pensò a Viserys. Anche lui era un Targaryen e le sue origini non erano dubbie come quelle del giovane accanto a sé, eppure si era squagliato come un comune essere umano quando l’oro aveva raggiunto la sua testa, fondendogli il cranio e le ossa. Ricordava ancora il tanfo di pelle bruciata che aveva inondato nella tenda padronale di Vaes Dothrak. Velocemente si spostò di fronte a Aegon e allargò le braccia per demotivare le intenzioni di Viserion. Comunicandogli immagini di calma riuscì a calmarlo e fargli perdere ogni sorta di rancore nei confronti del giovane principe alle sue spalle.
Il drago sbuffò fumo, ricacciando in gola la palla infuocata e si voltò versò il mare alle sue spalle. Con due balzi spiccò il volo e si allontanò da loro. Dany rimane a fissarlo creare cerchi sopra le loro teste, sempre più ampli per poi allontanarsi. Drogon invece si era trovato una nicchia rocciosa e vi si era annidato. Rhaegal immergeva il muso nelle acque salate a quindici metri da loro. Quando riemergeva aveva in bocca un enorme pesce dalle squame verdi brillanti. Lo lanciò in aria e lo incenerì con le fiamme arancioni e verdi. Lo perse al volo e lo ingurgitò senza nemmeno masticarlo.
Dany si voltò verso Aegon.
-Ti avevo avvertito di non muoverti senza avere il loro permesso. – lo rimproverò.
-Io sono il legittimo re, sono sangue di drago e loro mi devono obbedienza! – dettò questo tornò sui suoi passi lasciandola sola sulla spiaggia.
 
Quella sera Dany raggiunse suo fratello nelle proprie stanze. Lo trovò disteso supino sul letto. Il dorso della mano destra sulla fronte. La maschera nell’altra mano. guardava il soffitto del baldacchino, ma sembrava assorto in qualche misterioso e tormentato pensiero.
Il commilitone di Varys era tornato a Capo tempesta dopo una visita di appena sette giorni. Ma Jon Connington, il principe Aegon e pochi altri uomini, avevano deviato a Lancia del Sole con la principessa Arianne, per conoscere i capi dell’esercito di Dorne. Tyrion aveva nuovamente preso congedo per raggiungere una casa del piacere a due ore da lì. Avevano il palazzo per loro. E Dany sapeva esattamente cosa desiderava in quel momento.
-Ti va di suonarmi qualcosa? – gli domandò sedendosi sul bordo del letto e sbattendo appositamente uno dei suoi glutei conto la gamba destra di lui. Si lasciò cadere all’indietro e la sua testa andò ad appoggiarsi sul suo petto.
-Pensavo avessi altri programmi per la serata. – Rhaegar l’aveva sentita entrare, ma era rimasto in silenzio. Quando l’aveva sentita sopra di sé, si era alzato appena con la parte superiore del busto per guardarla in volto. – Qualcosa non va? –
-I miei programmi sono andati in fumo… letteralmente! – affermò sdegnata – Ho bisogno solo di non pensarci! – emise uno sbuffo nervoso.
-Vuoi parlarne? – le chiese accarezzandole delicatamente la fronte e i capelli.
-Avrei voglia di fare molto altro invece che parlare. – lei rotolò su un lato e appoggiò il mento sul suo torace, con una mano raggiunse una ciocca dei suoi argentati capelli e se la rigirò sull’indice. Lo guardò ora negli occhi. Ametista brillante contro iolite viola scuro. Rhaegar piegò appena il volto, ma non fece in tempo di aprire la bocca che lei continuò il suo monologo.
-Ma non ho molte speranze per questa sera di far entrare un uomo nelle mie stanze, per questo ho pensato di venire da te. – sorrise provocandolo. Rhaegar però non si lasciò impressionare e le chiese.
-Provi qualcosa per Aegon? – dai suoi occhi non traspariva scetticismo, come avrebbe pensato. Ne fu sorpresa. Poi ricordò che Barristan le aveva detto che il torneo in cui suo fratello aveva conosciuto la sua lady, era durato esattamente lo stesso tempo che Aegon aveva trascorso lì con loro.
-Non lo so, credo che sia mera attrazione fisica, ma non riesco a comprendere se i miei sentimenti siano dovuti da semplice piacere, oppure da un legame più profondo. – ammise lei sconsolata.
-Ti posso dare due consigli. Da fratello ti posso dire di dar tempo al tuo cuore per capirlo prima di decidere di farlo entrare nel tuo letto. Da consigliere invece ti dico di fare attenzione, lui può non essere chi dice e se i nostri sospetti sulla sua identità dovessero essere fondati, e ormai fosse troppo tardi, ti ritroverai a prendere delle decisioni difficili. Dovrai scegliere se salvarlo e giustificare il tuo gesto di fronte ai Sette Regni, quando loro ti obbligherebbero a mandarlo in esilio o condannarlo a morte. Rifletti su questo, una volta regina non sarai davvero libera di fare le tue scelte come hai sempre pensato. I tuoi poteri potranno aumentare, ma potresti sempre trovarti ad avere le mani legate. –
-Ti prego, ora non voglio sentir parlare di esili o altre morti, e non ho nemmeno intenzione di complicarmi la vita… - gli disse avvicinando il volto a quello di lui e sovrastandolo con mezzo busto. Rhaegar sembrò rimanere impassibile a quella sua provocazione. Dany gli sorrise e continuando a fissarlo negli occhi si abbassò su di lui – ad ogni modo grazie. – deviò si lato solo all’ultimo per dargli un bacio sulla guancia.
-Forse è il caso che tu ritorni nelle tue stanze ora. – le consigliò prendendola per i fianchi e cercando di allontanarla da sé – non posso darti ciò che vuoi. – nei suoi occhi una tremenda sofferenza.
-Una canzone non me la puoi cantare? – si distese allora al suo fianco, giocherellando con una ciocca dei propri capelli.
-Prima volevo sapere un’altra cosa. – le disse lui voltandosi lateralmente e guardandola intrecciare quei nastri setosi del medesimo colore della sua chioma. Lei si limitò ad annuire e a rivolgergli un sorriso – Penso che tu sia stata messa già al corrente del contratto prematrimoniale che ho stipulato con il lord del Grifone. Credevo fossi arrabbiata per questo motivo. –
-Mi fido di te, anche se avrei preferito che mi avessi consultato, prima di prendere accordi con loro. Hai scoperto qualcosa, almeno? –
-Solo che Jon Connington è sincero. Crede fermamente in questa causa, perché si sente responsabile della mia morte. – le disse pacatamente – e puoi stare tranquilla, nel contratto c’è una clausola che ti renderà in grado di decidere per il suo annullamento. –
-Che intendi dire? – lo guardò perplessa senza capire come avesse potuto fare una cosa del genere.
-Semplice. Ho fatto sottoscrivere che tu verrai incoronata per prima come Regina dei Sette Regni. Questo ti permetterà, in quel piccolo lasso di tempo, prima che anche a Aegon venga posata la corona sulla sua testa, di emettere il tuo primo decreto. Se lui si dovesse rivelare un impostore, potrai accusarlo di alto tradimento e rifiutarti di sposarlo. Jon non se n’è nemmeno accorto, tanto era perso nei discorsi. –
-Sai essere spietato! – disse la ragazza, guardandolo con ammirazione.
-Quando vivi nella capitale per troppo tempo, cominci a imparare come funziona il gioco del trono. Ho sempre cercato di tenermene in disparte, non amavo agire di nascosto, ma ho dovuto farlo, se volevo sopravvivere. –
 
La regina dei draghi si sentiva rilassata, mentre il suo cuore era pervaso da una dolce malinconia. La canzone che le aveva dedicato quella sera, era romantica e piena di speranze. Dany aveva versato solo una lacrima. Suo fratello si era alzato e le si era seduto accanto. Con il dorso dell’indice le aveva preso la lacrima scesa fino al mento.
-Rhaegar, riesci a comporre delle melodie incredibilmente belle. –
-Ti ringrazio, sorellina. – Dany appoggiò il capo sulla sua spalla e lui la cinse con un braccio. Rimasero così per qualche istante, poi lui si scostò leggermente da lei.
-Dany, volevo dirti una cosa. – cominciò, la ragazza si immerse in quel mare indaco dei suoi occhi.
-Oggi mi hai presentato come il Principe della Roccia del Drago. –
-Quello era il tuo titolo, o mi sbaglio? – chiese lei senza capire.
-Sì, hai detto bene, lo era. Essendo il primo erede maschio del re, nostro padre. Ma sai cosa comporta se io dovessi riprendere quel titolo? –
-Se tanto sarò regina dei Sette Regni, risiederò ad Approdo del Re. Tu potrai riavere il tuo vecchio castello, se lo desideri, oppure venire a vivere con me, ma rimarrai sempre il principe ereditario! –
-No. – rispose secco – Non voglio mettere più piede nella Fortezza Rossa. – il suo sguardò si rabbuiò.
-Lo dovrai fare se conquisteremo la capitale. –
-Ti aiuterò a riprendere il trono che era di nostro padre. Ti ho fatto una promessa e ho tutta l’intenzione di mantenerla, ma non chiedermi di risiedere nel Fortino di Maegor. – Dany capì quello che intendeva dire. Era disposto ad entrare nella sala del trono, dove era stato ucciso loro padre, ma non voleva più addentrarsi in quella che era stata la residenza della famiglia reale, dove erano morti sua moglie e i suoi due figli. – Te ne prego. – i suoi occhi ora erano pozzi di dolore.
-Non ti obbligherò, se questo ti deve torturare in questo modo. Accetta allora di riprendere il castello che era stata la tua residenza. Non saremo poi così lontani e quando mi sentirò smarrita, verrò a trovarti lì. –
-E sarai la benvenuta, ma… –
-Non ti sentirai solo in quel palazzo? – lo interruppe lei, e quasi subito si pentì di avergli fatto una domanda tanto stupida. Era ovvio che si sarebbe sentito solo. Lui si sentiva solo anche lì con lei. Non aveva più niente di quello che lo aveva circondato un tempo. Era un’anima solitaria che lei aveva riportato tra i vivi. A volte si domandava, se lui fosse felice di essere tornato, o se avesse preferito rimanere lì, tra le lingue del fuoco eterno di R’holl.
-Dany, non posso più avere quel titolo. Non sono più l’erede al trono. –
-Certo che lo sei. Io sarò regina, tu sei l’unico altro mio famigliare in vita, in automatico diventi il mio erede. –
-No, il tuo vero erede sarà il figlio che un giorno darai a Aegon, o a chiunque deciderai di sposare. –
-Ti sbagli. – questa volta fu lei a ottenebrarsi – nel matrimonio con Khal Drogo, rimasi incinta, ma il bambino nacque morto e deforme. La donna che mi tradì, uccise mio marito e il bambino che avevo ancora in grembo con la sua magia nera. Prima di morire mi predisse che il mio grembo avrebbe sarebbe tornato fertile quando il sole sarebbe sorto a occidente e tramontato ad oriente, quando i mari si seccheranno e le montagne voleranno via nel vento come foglie morte… - le parole le morirono nella gola. Le ricordava ancora come fosse ieri.
-Ha tanto l’aria di essere una profezia. – le confidò lui perplesso. Le accarezzò con due dita la pelle delle schiena, come era solito fare per tranquillizzare la sua lady.
-Ha più l’aria di una maledizione a mio parere. – i suoi occhi lo guardarono pieni di angoscia –capisci quindi perché ti ho detto che tu sarai a tutti gli effetti il mio unico erede? –
Gli occhi di suo fratello si addolcirono, la strinse di nuovo tra le sue braccia.
-Mi dispiace sorellina. La nostra casata quindi è destinata a tornare a regnare ma finire con noi due. –
-No, se Aegon è chi dice di essere e prendesse un’altra moglie potrebbe generare un erede ed il nostro sangue continuerebbe a vivere. – le lacrime scesero sulle guance di Dany.
Rhaegar non disse niente, si limitò a stringerla ancora più forte, per infonderle tutto l’affetto di cui aveva bisogno.
Sorellina vorresti davvero che il tuo sposo giacesse con un’altra donna per concepire un erede? Aegon dovrebbe commettere lo stesso ignobile gesto che ho fatto pure io. Elia come ti sei sentita per davvero? Mi hai sempre detto che eri felice per me, che avevi capito. Ma io ero talmente preso dalle profezie e dai miei sentimenti per Lyanna, che non ho mai davvero prestato attenzione a quello che provavi nel profondo. Sono stato un pessimo marito nei tuoi confronti. Non sono mai riuscito ad amarti, né a darti l’affetto di cui avevi davvero bisogno. Nemmeno quando la vita ti ha abbandonato ero con te e non avevo nemmeno salutato Rhaenys prima di partire. Doveva essere terrorizzata se si era rifugiata sotto al mio letto. E Aegon, era appena un infante… eri così felice quando lui ti ha sorriso. Ricordo quanto i maestri si complimentarono per via dei suoi capelli chiari, ma tu invece avevi notato prima quello strano segno sul collo…
Improvvisamente gli venne in mente quel dettaglio.
-Dany forse ho trovato la soluzione! – le disse con mezzo sorriso sulle labbra.
-Per trovare un erede? – chiese la ragazza confusa.
-No. – le sorrise prendendole le spalle per guardarla in volto.
-Di che stai parlando allora? – gli chiese emergendo dal suo petto. Le lacrime ancora inondavano i suoi occhi viola.
-Il vero Aegon aveva una voglia sul collo, assomigliava al sole dello stemma di Dorne. Se anche quel ragazzo ha lo stesso segno, allora è davvero un principe! – non voleva aggiungere altro, per il momento era meglio che lei sapesse meno cose possibili riguardo a tutto ciò che lo riguardava personalmente. Per la prima volta sentì una vaga speranza ruotargli nel petto.
Zio Aemon avevi dunque ragione tu? Era Dany la vera predestinata? Possibile che ci siamo sbagliati? D’altronde lei è riuscita a riportare in vita tre draghi… Un pensiero gli entrò nella mente, con insistenza e cattiveria. Il suo cuore risentì l’irruenza e non riuscì a cacciarlo indietro.
E poi ci sarebbe quel giovane re del Nord. Se le mie ipotesi si riveleranno corrette avremmo dunque le tre teste del drago complete?
Rhaegar sapeva che quei pensieri erano pericolosi. Non aveva niente per supporre questo, eppure qualcosa lo aveva incuriosito nel racconto di Tyrion Lannister. Lyanna gli aveva parlato di Ned un sacco di volte. Era un ragazzo con la testa sulle spalle. Metteva l’onore e il rispetto prima di ogni altra cosa. Non avrebbe mai potuto generare un bastardo. Ma si trovava in guerra, e si sa che in quei momenti anche solo l’idea di non poter più tornare a casa dalla propria moglie, può far cambiare l’indole di un uomo. Eppure qualcosa lo portava a credere alle parole della donna che un tempo aveva amato. Se c’era anche solo una speranza che quel bambino fosse stato figlio suo e di Lyanna, lui l’avrebbe voluto scoprire. Avrebbe provato in tutte le maniere a cercare la verità. Prima però dovevano pensare alla Capitale e a riprendersi il trono.
   
 
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