Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: _ChocolateKookie_    27/03/2017    3 recensioni
Due persone che si detestano, e che si mettono i bastoni fra le ruote possono arrivare ad amarsi?
Lavorano entrambi nella stessa banca, ma un episodio li porterà a farsi la guerra.
Si evitano, ma saranno costretti a lavorare insieme.
****
-"Non avevi una presentazione che doveva iniziare circa...venti minuti fa?" chiede.
+"Cretino" parlai senza il mio volere, mi era uscita spontanea la cosa.
+"Non per farmi i fatti tuoi, ma tu come mai vieni a lavoro a quest'ora? Anche tu sei in ritardo" dico acida.
-"Oh...ho fatto colazione con una cliente e mi sono trattenuto più del previsto"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 11       CAPITOLO 11

    LOVE AT WORK


"Non mi va di parlarne", rispondo in fretta. È questa la scelta giusta così lui non si ritroverà in imbarazzo e io nemmeno.
"Va bene, però...". Perché se cerco di chiudere il discorso lui fa sempre di tutto per riaprirlo?
"Non dirmi che... insomma, davvero vuoi parlare di quello che è successo?" chiedo.
"Io no, ma in genere quando succedono cose come queste voi donne siete sempre le prime a volerne parlare"
"Be' io no, non voglio assolutamente"
"Strano, perché ho l'impressione che tu sia confusa, o in qualche modo vorresti aprire il discorso" dice infilando le mani della tasca dei pantaloni.
"Ti stai sbagliando, non sono confusa e non voglio aprire il discorso, posso assicurarti che sto bene". Riesco a mentire con tutti e tutti ci cascano, ma al contrario lui è quasi impossibile da ingannare.

"Ok, ne parliamo quando ti senti pronta. Buonanotte allora" prima d
i voltarsi mi da un bacio sulla guancia e, ovviamente essendo la freddezza in persona mi scosto appena, non voglio dimostrare che con quello che è successo sono caduta ai suoi piedi, perché non è così! Non mi piace proprio per niente, è solo attraente. Il solo fatto di avere quel viso vicino mi ha mandato fuori strada. "Buonanotte" rispondo rientrando e chiudendo la porta alle mie spalle.
Non appena piombo in salotto mio cugino mi attende sul divano a braccia conserte, direi peggio di mio fratello e tutta la mia famiglia messa insieme. Con timore mi siedo di fianco a lui, fissa un punto sconosciuto davanti a lui e la cosa mi mette a disagio.

"A me non sembra che quel tipo è la causa del tuo stress anzi, tutto il contrario. Poi da te non mi sarei aspettato una scena simile, insomma qui in salotto con un cugino presente in casa, se non mi fossi svegliato scommetto sareste passati alla fase successiva". Quei discorsi mi mettevano in imbarazzo e, ogni qualvolta si venivano a creare momenti così cercavo sempre di divincolarmi.
"In realtà non è come sembra, lui è venuto solo per riprendere la sua macchina" rispondo.
"Mh capisco, lui ti piace?" chiede.
"Cosa? No, è stato solo un bacio non c'è stato nulla oltre a quello" puntualizzo.
"Non lo chiamerei proprio bacio qualunque, eravate affiatati e c'è stato un chiaro scambio di saliva" risponde subito, quasi divertito.
"Non mi piace, davvero!" inizio quasi ad agitarmi, insomma perché non mi prendono mai sul serio?
"Non ne sono così sicuro, staremo a vedere" dice ridacchiando.
"Guarda che non c'è nulla da vedere" rispondo arrabbiata.
"E pensi che il tuo cuginetto ci crede?" si allontana per dirigersi verso la sua camera continuando a ridacchiare, è scontato, è peggio dei miei familiari.







***






Mi sono decisa a venire in ufficio prima del previsto, escludendo il fatto che questa notte non ho chiuso occhio e ho due occhiaie da far paura allo zombie stesso, non riesco ad avere uno sguardo felice. Mi fiondo alla macchinetta del caffè, l'unica fonte per restare in vita in questa giornata; sussulto leggermente vedendo una figura lì di fronte. L'ansia di incontrare JungKook mi assale, ma quando mi rendo conto che il tizio in questione e Yoongi mi rilasso rilasciando un sospiro.
"Ehi buongiorno, hai decisamente un aspetto a dir poco spaventoso questa mattina" afferma serio.
"Lo so" dico rassegnata, inserendo la moneta nella macchinetta. Ho premura di correre e rinchiudermi nel mio ufficio per non vedere quel Don Giovanni da strapazzo. Sento come se da un momento all'altro arrivi, e tanto per complicare la situazione sembra che quel caffè ci stia mettendo un' eternità in confronto alle altre mattine.
"Sai una cosa, in genere in questo ufficio girano molti pettegolezzi...ma questa storia tra te e JungKook...sembra come se sotto sotto ci sia un briciolo di verità"
Il respiro si blocca per un attimo e un brivido mi percorre tutta la schiena, sto sudando freddo. Cerco di riprendermi tornando a respirare e assaggio il caffè ancora fumante.
"Yoongi non c'è niente di vero in questa storia chiaro?" dico quasi agitata.
"Va bene", D'improvviso Yoongi fissa qualcosa alle mie spalle seguito da un "Ciao JungKook" lo saluta. Perché per un attimo non smetto di pensare? Prevedevo il suo arrivo, me la sono decisamente mandata. Mi giro verso il tizio in questione che mi saluta alzando una mano e si avvicina.

"Possiamo parlare un attimo?" chiede. Ecco, dov'è finito il voglio rinchiudermi nel mio ufficio e non vederlo per tutta la giornata?
"Si... anche se in realtà voglio dirti di no" rispondo indifferente.
"Allora io tolgo il disturbo" dice Yoongi filando via come un razzo.
"Voglio parlarti di Kim, dice se possiamo incontrarlo la settimana prossima" Per fortuna vuole parlarmi del signor Kim, e io che mi sono spaventata. Dentro di me sto gioendo.
"Si va bene nessun problema" dico ormai felice con un sorriso stampato in faccia.
"Ma...non voglio parlarti solo di questo" dice abbassando la voce. Impallidisco, ora si che sono terrorizzata. "Hai tempo per un cocktail dopo il lavoro?" chiede, fissandomi con quei suoi occhi neri che mi creano smarrimento.
"Ehm...no" dico quasi tremando.
"No?" chiede perplesso.
"No" questa volta cerco di avere un tono più deciso, anche se sicuramente dovrò inventarmi qualche balla.

"Allora...per la cena? Quella che abbiamo stabilito, che ne dici?" chiede indispettito.
"Vale la stessa cosa, no!". Mi guarda ancora una volta scettico. "Sai rispondere solo no?" domanda irritato.
"Esattamente, qualsiasi cosa riguarda te è no!"
"Perché no? Hai cambiato idea improvvisamente?" chiede ancora insistendo, "Mi stai davvero facendo perdere la pazienza. Ho bisogno di parlarti, devo!"
"Va bene, sia per la cena. Ma che sia l'ultima volta". Annuisce, "Domani sera a casa mia"
"Bene" dico nervosa, fuggendo nel mio ufficio.
  
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