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Autore: ChiaraBJ    27/03/2017    2 recensioni
Semir e Ben sono tornati ad essere colleghi, dopo l’ultima disavventura che li ha visti ‘uno contro l’altro’. Ben sembra aver anche trovato il vero amore, ma qualcosa di drammatico ed inaspettato sconvolgerà nuovamente le vite dei nostri due protagonisti. E ancora una volta Semir sarà chiamato a salvare il suo giovane socio da un pericoloso individuo che tenterà in ogni modo di eliminarlo.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Due piccioni con una fava

Un paio d’ore dopo Semir e Ben sulla banchina del porto fluviale stavano assistendo al recupero dell’auto del presunto killer da parte dei vigili del fuoco.
“Speriamo che oltre all’auto i sommozzatori trovino anche il corpo, senza non possiamo considerare il caso chiuso…”  ragionò Semir, ma Ben sembrava non ascoltarlo aveva lo sguardo assorto.
“A cosa stai pensando?” chiese pochi istanti dopo, vedendolo scrollare leggermente la testa.
“Sai quel killer in un certo senso incarna la ‘Signora con la falce’
Semir guardò Ben decisamente preoccupato. 
Ben aveva usato un’espressione alquanto inusuale per lui; subito gli venne in mente una favola orientale che gli raccontava suo nonno quando era ancora un ragazzino.
Il racconto aveva come protagonista un soldato che al ritorno da una battaglia vide in mezzo alla folla la personificazione della Morte; credendo fosse lì per lui l’uomo scappò dalla città.
Giunto a Samarcanda il soldato pensò di essere salvo, ma proprio in quel luogo trovò ad attenderlo la Morte.

“E’ già la seconda volta che gli sfuggo” sentenziò il ragazzo.
Semir non seppe cosa rispondergli, notando che sul volto del socio era apparso un impercettibile sorriso.
“E’ strano” continuò Ben guardando le operazioni di recupero “Ma questa volta non mi sono sentito maledetto, povero Bohm in fondo mi dispiace, è stato colpito da un proiettile indirizzato a me, poteva restarci secco. E’ allucinante; quel tipo c’è l’ha proprio con me” poi voltandosi e guardando Semir proseguì “Sta di fatto che ci ha tolto dai piedi Bohm, anche se non dovrei dirlo…”
“Sì, ma temo che ora la procuratrice Schrankmann ci solleverà dal caso, non siamo della omicidi” gli ricordò Semir.
“Potremmo convincere Bohm a continuare le indagini per conto suo, in fondo è quello che abbiamo, anzi che hai fatto fino ad ora” propose Ben.
“Ben ascoltami, sarebbe meglio se tu ti…insomma alla luce dei fatti direi che è il caso che tu…” Semir non sapeva come rivolgersi al socio, quasi temendo la sua reazione.
Dal canto suo Ben capendo cosa intendeva dire il suo amico lo anticipò prima che potesse concludere la frase.
“No Semir non mi nasconderò se è quello che stai cercando di dirmi e poi sono io il bersaglio, in pericolo sono le persone che mi stanno accanto, questo cecchino non è infallibile, o meglio ha la sfortuna che io mi muova nel momento in cui sta per sparare. Per colpa mia è morta Elise, Bohm a momenti ci rimetteva la pelle…quello che dovrebbe stare più attento di tutti sei proprio tu essendo il mio partner…sei sempre vicino a me”
“Comunque sarei più tranquillo se tu indossassi un giubbotto antiproiettile” e quello di Semir più che un consiglio era quasi una supplica.
“Semir, so che cosa vuoi dire, ma ti ricordo che siamo in presenza di un cecchino, sono sicuro che quando prende la mira cerca di colpire la testa, forse il collo…non certo la schiena o il petto. Un giubbotto antiproiettile mi sarebbe d’impaccio e basta”
“Comunque se non lo ripescano, non possiamo considerare il caso chiuso, non sarebbe la prima volta che qualcuno riesce ad uscire e svignarsela”
“Vero, a noi è successo più di una volta di finire in acqua e siamo ancora qua” ribadì il ragazzo.
“Curiosità” chiese Semir cambiando decisamente argomento “Prima chi era al telefono? Dovresti ringraziarlo inconsapevolmente ti ha salvato la vita”
“Adesso guardo, comunque è vera quella frase di quella pubblicità…te la ricordi? Diceva che una telefonata allunga la vita”
Ben mentre parlava prese il cellulare, selezionando l’ultima chiamata in arrivo: era il numero di Isaac Heineken.

Il giovane poliziotto lo richiamò subito, a rispondergli fu proprio il dottore.
“Signor Heineken mi scusi se non l’ho richiamata subito, ma ho avuto un piccolo inconveniente”
“Non ti preoccupare Ben, la mia è stata più che altro una precauzione, Livyana ha la febbre molto alta, per adesso ho tutto il necessario, ma se tu decidessi di lasciarla qui altri giorni avrò bisogno che tu vada a prendere alcuni farmaci per farla stare meglio, da un po’ ha cominciato anche a tossire…se posso evitarlo non la vorrei portare con me in paese alla ricerca di un sciroppo o altro e lasciarla qui da sola…non mi sembra il caso”
“Ben, ci sono problemi?” intervenne Semir vedendo il volto accigliato del ragazzo.
Ben mise in attesa il dottore rivolgendosi a Semir “Livyana ha la febbre e la tosse, il signor Heineken non ha molti farmaci dovrebbe andare in paese…”
“Senti perché non vai da lei? Qui ci penso io…tanto dobbiamo aspettare che riportino in superfice l’auto prima di fare qualsiasi altra cosa”
“Okay, ho capito vuoi che mi levi dai piedi, che sparisca giusto?” ma il tono non era arrabbiato, né sarcastico.
Ben aveva capito che il suo socio era seriamente preoccupato per la sua incolumità. Come sempre.
“Senti in ogni caso…ti sarei grato se stessi attento…se non troviamo il corpo… quell’uomo non troverà pace fino a che non ti avrà…” Semir neanche osò finire la frase.
“Tranquillo socio, starò attento, comunque appena ci sono novità chiama. Starò via qualche ora…” poi, rivolgendosi di nuovo ad Isaac rimasto in linea, lo informò che sarebbe subito andato da lui e prima di concludere la telefonata si fece dare la lista di tutto ciò che serviva per far star meglio la ragazzina.

Tutto questo accadeva sotto lo sguardo furibondo di Marko Dexter.
Era riuscito appena in tempo ad uscire dall’auto prima che questa si inabissasse e, sfruttando le sue doti di eccellente nuotatore, era emerso senza essere visto dalle acque del Reno.
Ora osservava da lontano le operazioni di recupero della sua auto, all’interno di un’altra che aveva appena rubato ad un ignaro e sfortunato automobilista.
Poco distante al luogo in cui era riemerso aveva visto un uomo che si dirigeva verso un parcheggio sotterraneo, lo aveva seguito e dopo averlo preso alle spalle lo aveva ucciso spezzandogli il collo.
Successivamente aveva nascosto il cadavere nel bagagliaio dopo averlo spogliato e averne indossato i vestiti.
Nell’incidente Dexter aveva perso il suo fucile di precisione ed ora controllava a debita distanza quello che considerava ormai la sua preda che, a bordo di un’auto della polizia, si faceva accompagnare chissà dove.
Decise quindi di seguirlo, forse si stava dirigendo verso qualche luogo nascosto, e Dexter non voleva perdere altro tempo nel cercarlo.
Forse lo sbirro dopo il suo ennesimo fallimento aveva deciso di nascondersi per qualche giorno, di isolarsi dal mondo come era avvenuto dopo la morte della moglie.
“Ti seguirò, scoprirò il tuo nascondiglio, maledetto sbirro. Inciderò un altro proiettile, mi procurerò un nuovo fucile e un altro treppiede. Hai una fortuna sfacciata, ma non sarò domo fino a che non avrò colmato la mia sete di vendetta. Ti sei salvato già due volte, hai sette vite come i gatti. Ma ti posso giurare che la prossima volta che ti troverai nel mio mirino sarà l’ultima”
 
Intanto Semir stava assistendo al ripescaggio dell’auto.
Subito cercò di vedere se all’interno ci fosse qualcuno, e quando vide che l’auto era vuota la cosa non lo stupì più di tanto.
Sarebbe stato troppo bello mettere già la parola fine all’intera faccenda.
“Ispettore Gerkhan” un ufficiale del nucleo sommozzatori richiamò la sua attenzione.
“Mi dica” rispose Semir avvicinandosi all’uomo.
“Purtroppo non abbiamo rinvenuto nessun cadavere, qui le correnti sono molto forti, potrebbero averlo portato lontano…” sentenziò con fare professionale l’uomo.
“La portiera però è aperta” fece notare Semir di fatto interrompendolo.
“Infatti è quello che le stavo per dire, l’uomo sarebbe potuto scampare all’annegamento” rimarcò l’ufficiale “Comunque continueremo le ricerche spingendoci a valle”
“Senta faccia subito portare l’auto alla scientifica, all’interno potremmo trovare tracce riconducibili all’assassino”
“Senz’altro ispettore, mi attivo subito”
“Ispettore, comandante è meglio che veniate a dare un’occhiata” i due vennero richiamati da un altro agente.
Un uomo del nucleo sommozzatori aveva forzato il bagagliaio della Passat trovandovi al suo interno un cadavere.
“Porca miseria, la faccenda si fa sempre più complicata…e questo chi è?”

Mentre Ben si recava alla casa sul lago del dottor Heineken, Semir fece ritorno al suo distretto.
“Salve Susanne, ancora nessun riscontro sul proprietario della Passat? E del cadavere trovato al suo interno?”
“Per adesso non ho nessuna novità, l’auto non aveva la targa”
“Numero del telaio? Impronte?” incalzò Semir.
“Hartmut ci sta lavorando, ha detto che se ha novità ci chiama, ma dubita che potrà esserci d’aiuto, mi ha riferito che chi guidava l’auto ha fatto in modo di rendere illeggibile il numero del telaio”
“Ha trovato al suo interno niente di niente?” domandò ancora Semir.
“Sì un fucile di precisione all’interno di una custodia per chitarra”
“Che ironia” sentenziò Semir pensando a Ben e alla sua passione per quello strumento.
“Già e purtroppo nessuna impronta, il killer usa sicuramente dei guanti”
“Siamo di nuovo in un vicolo cieco” replicò avvilito il piccolo ispettore.
“Comunque troverai interessante quello che ti sto per dire; il commissario Kruger ha visto le foto che mi hai mandato del cadavere ritrovato all’interno della Passat. Mi ha detto che il volto le sembrava familiare, forse è schedato”
“Il commissario è in ufficio?” chiese Semir.
“No” rispose Susanne “Mi ha detto che si recava dalla Brenner. Anche la patologa può risalire all’identità del cadavere attraverso il data base delle impronte digitali, saperne l’identità potrebbe rivelarsi utile nell’identificare il killer”
“Ovviamente se l’uomo è schedato” ribadì Semir.
“Ovvio” replicò Susanne.
“Forse se risaliamo all’identità del cadavere potremmo trovare qualche collegamento, prevedere le mosse di questo pazzo omicida, ma personalmente ne dubito” sconsolato Semir si sedette sopra la scrivania di Susanne.
“In ogni caso per quanto riguarda il proprietario della Passat” continuò la segretaria “La ricerca potrebbe essere abbastanza lunga e laboriosa ci sono molti veicoli di quel tipo in circolazione qui in città, ammesso che l’auto sia del cecchino e non sia stata rubata…”
“Allora riassumendo abbiamo due cadaveri: quello di Mayer e quello dell’uomo rinvenuto nel bagagliaio della Passat. Elise la escludiamo, sappiamo per certo che il bersaglio del nostro cecchino è Ben. Purtroppo non troviamo nessun collegamento tra queste tre persone. Un po’ di fortuna non guasterebbe, questo killer vuole fare fuori Ben a tutti i costi, se riuscissimo a risalire alla sua identità, dargli un volto...ultimamente Hartmut con le sue tecnologie fa i miracoli…”
Semir restò qualche minuto in silenzio, osservava Susanne che instancabile continuava la sua ricerca su possibili collegamenti tra le tre persone.
“Susanne il capo? Hai detto che è uscita… da quanto?” chiese il piccolo ispettore.
“Ah quasi mi dimenticavo” Susanne distolse per qualche secondo gli occhi dal monitor che aveva davanti “Non ci crederai, ma mi ha detto che andava dal capo della polizia per farsi assegnare il caso, considerato che Bohm è ricoverato all’ospedale e quindi non può essere attivo”
“Santa donna!” esclamò Semir alzando le mani al cielo “Mi piacerebbe vederlo Bohm. Andrà su tutte le furie, essere estromesso dal caso minerà i suoi sogni di gloria mediatica”
“Sicuramente, per lui non ci sarà gloria, né riflettori se arrestate il cecchino prima che esca dall’ospedale, oltretutto se non fosse tragica la cosa…gli hanno estratto un proiettile con inciso la parola ‘Jager’, non penso vorrà tenerlo” detto questo Susanne con un piccolo sorriso tornò al suo lavoro.
“No, penso proprio di no” asserì Semir alzandosi dalla scrivania.

“Semir” Dieter attirò l’attenzione del piccolo ispettore che si avvicinò alla sua postazione.
“Io e Jenny stiamo visionando i filmati che le telecamere di servizio registrano nei poligoni che ci sono qui in città”
“Bravi ragazzi ottimo lavoro, il nostro cecchino potrebbe essere andato ad allenarsi in uno di quei posti, proverei anche con i parcheggi antistanti…” si complimentò Semir.
“Potremmo trovare l’auto finita nel Reno parcheggiata nei pressi” continuò Jenny “Ed identificare l’uomo”
“Esatto” Semir si avvicinò alla scrivania dei due colleghi “Mi sembra di capire che abbiate già notato qualcosa, avete novità?” chiese speranzoso l’ispettore.
“Beh ecco guarda quel tipo” Dieter additò uno dei tiratori che si stava allenando.
“Ma è una schiappa” sogghignò Semir “Posso capire che potrebbe essere la prima volta che prova, ma la scusa del vento non regge…attorno a lui non si muove niente…non vedo cosa ci sia di tanto speciale in quel tipo…visto così non riuscirebbe a centrare nemmeno un elefante fermo davanti a lui ad un paio di metri”
“Infatti è qui che ti sbagli, guarda il tronco dell’albero dietro al suo bersaglio” consigliò Dieter “Ho fermato alcuni fotogrammi e ingrandito l’immagine”
“Caspita, non mira al bersaglio di paglia, ma all’albero che sta a…quanto saranno 200 metri??? I bersagli di solito sono posizionati a circa 150 metri…e per colpire il tronco dell’albero saranno altri 50 metri” Semir era scioccato.
“E come vedi con i colpi esplosi ha inciso la lettera ‘M’, per sparare sta usando un treppiedi, mira con calma, senza fretta” continuò Jenny.
“Cerca la precisione, un solo colpo…” sussurrò Semir.
“Cerca il colpo perfetto…” gli fece eco Dieter.
“Dobbiamo sapere chi è…potrebbe essere l’uomo che cerchiamo” asserì Semir.
“Purtroppo abbiamo telefonato al poligono, nessuno sa chi è, e un riconoscimento facciale è impossibile, sa come nascondere il volto alle telecamere e come vedi indossa un cappellino con la visiera”
“Ma per entrare al poligono si usa una tessera…” replicò Semir.
“Abbiamo controllato Semir” ribadì Dieter “Purtroppo la tessera che usa per entrare al poligono è a nome di Herbert Mayer, la sua prima vittima…”
 
Ben entrò nella casa in riva al lago.
Aveva deciso di prendere la corriera, non aveva voglia di guidare e il mezzo fermava a un paio di chilometri dalla casa del dottor Heineken. Oltretutto la sua Mercedes era rimasta nello spiazzo antistante la casa del medico, e quindi quella sarebbe stata l’occasione giusta per riportare a Colonia l’auto di servizio.
Appena salito sul mezzo si era seduto accanto ad un finestrino per ammirare il paesaggio che velocemente scorreva davanti a suoi occhi e in questo modo cercando di rilassarsi un po’.
Si era subito isolato dal mondo indossando le cuffiette che aveva sempre con sé collegandole al cellulare per l’occasione trasformato in radio. Ne avrebbe approfittato anche per cercare di distogliere i pensieri da dolorosi ricordi, ma dopo qualche canzone lo spense sentendo un brano dei Nickelback.
Una volta sola era riuscito ad andare ad un concerto di musica leggera con Elise ed era di quel gruppo.
Subito affiorarono ricordi che aveva cercato, per quanto fosse possibile di accantonare per un po’, primo fra tutti lo sguardo estasiato della sua dolce compagna che accanto al lui cantava a squarciagola le canzoni della band.
Fu una serata indimenticabile, Ben riuscì a farle avere gli autografi di tutti i componenti del gruppo e anche delle foto con loro.
E alla fine prima di far ritorno a casa chiese ad Elise di sposarlo.
Dopo un’ora di viaggio Ben arrivò a destinazione, scese dalla corriera incamminandosi per la strada che conduceva all’abitazione del signor Heineken.
Pochi minuti dopo davanti a sé apparve la grande diga, il lago dove ancora si specchiava il sole e sulle sue rive la casetta in legno.
Prima di bussare alla porta Ben si specchiò sul vetro di una piccola finestra, non voleva assolutamente che Livyana o Isaac notassero che aveva pianto per buona parte del viaggio.
Ormai era a qualche metro dalla porta d’entrata quando Livyana aperto l’uscio gli corse incontro.
“Ehi, ma tu non dovevi essere a letto” gli disse prendendola in braccio.
“Adesso ci torno, ma ero impaziente di vederti” cinguettò lei felice “Isaac mi aveva detto che saresti arrivato e ti ho visto arrivare”
“Dai entriamo, vuoi proprio prenderti una polmonite???” la rimproverò, ma il tono non era severo, anche lui era felice di rivederla.
 
“Non ci posso credere, due piccioni con una fava…questa sì che è una fortuna sfacciata”
Il cecchino non credeva ai suoi occhi, quando attraverso il piccolo cannocchiale che aveva con sé vide la sagoma della ragazzina uscire dalla piccola casetta ed andare incontro allo sbirro che per ben due volte era scampato alla morte.
La ragazzina dell’autobus conosceva lo sbirro dell’autostradale.
Marko Dexter, aveva pedinato Ben dal porto fluviale.
Lo aveva visto salire e scendere dalla corriera, proseguire a piedi verso una strada sterrata, e così nello stesso modo Dexter aveva seguito Ben a debita distanza dopo aver parcheggiato l’auto in una piccola radura.
Dopo quella clamorosa scoperta il cecchino senza farsi notare tornò alla sua auto.
“Devo tornare in città e oltre a preparare i proiettili con inciso il nome dello sbirro, ne inciderò uno con il nome della ragazzina”
Finalmente l’aveva trovata e la ragazzina dopo lo sbirro dell’autostradale sarebbe stata la sua prossima vittima.
 
Intanto al distretto Susanne, Semir e gli altri colleghi continuavano le loro ricerche.
“Semir forse ho un riscontro” Susanne richiamò l’attenzione di Semir che dopo qualche ora era andato a prendere qualcosa da mangiare e da bere nella saletta ristoro.
“Dimmi” e sedendosi di nuovo accanto alla segretaria gli porse una tazza di caffè fumante e qualche biscotto.
“Dunque” delucidò la segretaria dopo un sorso di caffè “Guarda le informazioni che ho raccolto su questo soggetto: Marko Dexter. L’uomo ha cinquant’anni, era nei reparti speciali è stato un ottimo cecchino. Prese parte a varie missioni all’estero, una decina d’anni fa però durante una di queste missioni fu rimpatriato. Il rapporto dice che questo Dexter ebbe un’accesa discussione coi suoi superiori per i metodi non proprio ortodossi che usava con i prigionieri, alla fine dopo regolare processo fu congedato con disonore. Dexter non digerì la cosa e andò letteralmente fuori di testa. Passò diverso tempo in un ospedale militare per reduci, ne è uscito pochi mesi fa, è agli arresti domiciliari perché gravemente ammalato, purtroppo senza obbligo di firma”
“Ed adesso dove abita? Vive con qualche sussidio? Lavora?” chiese Semir.
“Ho chiamato l’oncologo che lo ha in cura, si chiama Thomas Schmidt, mi ha risposto la sua segretaria. Non ha notizie del dottore da qualche giorno e credeva che avessi telefonato per rassicurarla…”
Il volto di Semir si incupì, strane ipotesi cominciavano a farsi strada nella sua testa.
“Comunque le ho chiesto di infrangere il segreto professionale” continuò Susanne.
“Quindi anche tu pensi che tra questo oncologo e il cecchino ci sia qualche legame che va oltre la malattia?”
“Non saprei” replicò la segretaria “Comunque secondo la sua cartella clinica a questo Dexter non resta molto da vivere. Ho saputo che fino a poco tempo fa svolgeva delle piccole commissioni per un negozio di alimentari, ma poi gli è stata revocata la patente, il perché non lo so, ma potrei supporre che possa esserci qualche correlazione con la sua salute decisamente compromessa, alcuni farmaci sono così potenti da non essere compatibili con una guida sicura”
“Però questo uomo guida ancora l’auto e molto bene” suggerì Semir.
“Beh se ti viene revocata la patente, ma sei in possesso di un’auto…” ribadì Susanne.
“E sei un uomo in cerca di vendetta a cui manca poco da vivere, il fatto di non avere con te la patente…è irrilevante” concluse Semir “Brava Susanne, ottimo lavoro come sempre, hai l’indirizzo di questo Dexter?”
“Gli è stato assegnato un piccolo appartamento sulla Frederick Straße” lo informò la segretaria.
“Molto bene Susanne al momento questo è il profilo di colui che più si avvicina al nostro killer, vado a parlagli vediamo cosa ne ricavo…”
E prendendo le chiavi si avviò verso l’uscita del distretto, ma Susanne lo bloccò
“E Ben? Non lo avverti?” chiese accigliata la segretaria.
In quel momento in sede entrò il commissario che appena vide il suo ispettore chiese subito dell’altro.
“Ben è dalla piccola, ha la febbre, ma ritornerà presto” rispose Semir.
“E lei Gerkhan dove sta andando?” domandò Kim vedendo che l’ispettore aveva fretta di uscire.
“Susanne ha trovato qualcuno che potrebbe corrispondere al nostro uomo sto andando a casa sua”
“Da solo? Gerkhan se è lui…un po’ di copertura, un collega le farebbe comodo”
“Sì capo, ma al momento gli altri sono tutti fuori sede o impegnati nell’identificare il killer e più passa il tempo più rischiamo che ci scappi un altro morto…”
“Quindi va da solo?”  rimarcò Kim.
“Sì”
“Beh se lo scordi, vengo con lei, inoltre ho convinto il commissario Bohm che la procuratrice Schrankmann ad affidarci il caso”
“Lei è un tesoro capo…guido io però” e sul volto di Semir apparve un sorriso di gratitudine.

Mentre si stavano dirigendo verso la casa di Marko Dexter Ben telefonò a Semir, per l’abitacolo attraverso il vivavoce sarebbe risuonata la sua voce.
“Capo faccia finta di non esserci” chiese Semir prima di azionare il comando di risposta “La prego dopo le spiego”
“Ciao socio” salutò Semir “Come sta Livyana?”
“Abbastanza bene, senti ci sono novità?” chiese il socio.
“Per adesso no” ribatté Semir guardando di sottecchi il commissario.
“Senti allora visto che ormai è buio e le strade da queste parti non sono il massimo…”
“Tranquillo Ben resta pure con Livyana, caso mai ci aggiorniamo domani”
Ben quindi chiuse la chiamata.
“Perché non ha detto a Jager che potremmo aver trovato qualche corrispondenza…” ma Semir la interruppe.
“Ecco commissario Ben in questo periodo non mi sembra molto lucido, si sta facendo sera. La strada che dovrebbe percorrere per tornare qui a Colonia a quest’ora…insomma se sapesse che stiamo andando da un possibile sospettato si precipiterebbe qui e io starei in ansia fino a che non lo vedessi arrivare”
“Jager sa guidare e molto bene” ribatté comprensiva Kim “Ma so anche quanto ansioso è lei nei confronti del suo partner. E poi meglio così se Dexter non fosse l’uomo che cerchiamo…”
“Esattamente…ha già avuto abbastanza dispiaceri, un’altra delusione…se posso evitargliela”
“Sì concordo con lei” replicò Kim con il suo solito fare materno “E poi al nostro collega un po’ di respiro farà bene, ha rischiato un’altra volta di essere ucciso…”
Pochi minuti dopo Semir e Kim arrivarono nei pressi del fatiscente condominio dove era situato l’appartamento di Marko Dexter.
 
Angolo musicale i commenti li lascio a voi, come sempre ringrazio tutti…recensori, lettori e ovviamente la mia preziosissima Beta.
George Michael ‘waiting for that day’ (aspettando quel giorno)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=wc3mA3Oc70k
Ora ogni giorno ti vedo in altri volti Che esplodono in un sorriso, parlano un po' Cercano di prendere il tuo posto I miei ricordi mi soddisfano fin troppo bene Non è come se ci fossimo appena lasciati Non è come se fosse solo ieri Ma è qualcosa che io non riesco a spiegare Qualcosa in me ha bisogno di questo dolore Io so che non rivedrò mai più il tuo volto Avanti, ora Devo essere forte ora









 
 
  
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