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Autore: Lisaralin    28/03/2017    5 recensioni
Ferito e costretto a letto dopo uno scontro con Isa, Lea ha tempo per guardare dentro se stesso e pensare ai suoi amici. Quelli che non ci sono più, e quelli che gli hanno voltato le spalle. Persino quelli che non riesce più a ricordare. Ad ascoltarlo, l'interlocutore più improbabile di tutti.
[post KH3D, pre KH3]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Roxas, Saix, Vexen, Xion
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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“I've found the grail here within
in a magic dream
I have seen a world
of make belief, of joy and grief.”

(Ayreon, “Into The Electric Castle” – “Another Time Another Space”)


 
#5 - Fuori

 
Cinque piegamenti. Due rampe di scale, su, giù, su e giù di nuovo senza fermarsi. Evoca il Keyblade. Trattienilo per un minuto, fallo sparire. Ricomincia la sequenza da capo.
“Hai già il fiato corto.”
Se pensavo che restare confinato a letto fosse insopportabile era perché ancora non avevo sperimentato la serie di torture che Ienzo definisce con il suo tono calmo “esercizi di riabilitazione”. Sono solo alla seconda flessione e già il pavimento fluttua pericolosamente davanti ai miei occhi. Crollo a sedere, sconfitto, e lo sconforto mi assale quando passo una mano sulla fronte e la ritiro bagnata di sudore. Un elementale del fuoco che suda. Grandioso.
“Di’ un po’ Even… “
C’è solo una cosa peggiore che sputare sangue su esercizi che dovrebbero essere alla portata di un bambino, ed è farlo mentre uno scienziato torvo ti squadra con l’aria dubbiosa che riserverebbe a un esperimento fallito. “Perché tu sei esentato dalla tortura?”
“Io non devo combattere.”
“Già. I vantaggi di essere il nuovo signore del castello, immagino.”
Incredibile come la più piccola lusinga – anche non intenzionale – abbia un effetto immediato su Even. Il suo viso scarno si apre nel tipico sorrisetto che segnala il gonfiarsi senza ritegno del suo ego.
Non me la sento di fargli notare che è palesemente Ienzo a mandare avanti tutta la baracca.
“A proposito. Il signore del castello ha una missione per te.”
Malgrado la debolezza la parola “missione” mi fa drizzare le orecchie. Il mio sguardo corre alla finestra, alla luce soffusa che filtra dal cielo nuvoloso e fa brillare debolmente i getti delle fontane nel cortile del castello. Fuori la gente di Radiant Garden corre indaffarata nelle sue faccende, il mondo va avanti, vivo come il cuore luminoso che pulsa al suo centro, inarrestabile e pieno di calore. Fuori le voci dei miei amici si fanno sempre più flebili, annegate nell’oscurità degli inganni di Xehanort o nella luce del cuore di Sora.
Io invece resto confinato qui, tra quattro mura, a preparare il balletto di fine anno.
“Ho confrontato gli appunti sulle nostre visioni. È chiaro che per trovare risposte dobbiamo tornare al Castello dell’Oblio.”
“Chiarissimo. Com’è potuta sfuggirmi una risposta tanto ovvia?”
Even ignora l’ironia per assumere il tono da professore pedante che tanto lo compiace: “Capsule, strumentazione da laboratorio e pareti bianche. Che altro luogo ti ricorda?”
“Non è quello che ho sognato io, però. Io ho visto spiagge e conchiglie.”
“Decisamente approssimativo” sospinge via la mia obiezione con un gesto della manica svolazzante, quasi fosse una mosca che lo annoiasse. “Se vuoi esplorare tutti i mondi conosciuti in cui esistono spiagge e conchiglie accomodati pure. Io preferisco seguire una traccia più concreta.”
Mi sono rimesso in piedi. La prospettiva di un obiettivo a portata di mano mi fa dimenticare in un istante la stanchezza e le gambe che tremolano come budini. Quanto potrà mai essere faticoso rovistare tra vecchi macchinari in disuso e appunti pieni di ragnatele? Non sarà un’impresa eroica degna di Sora e compagni, ma dalle nebbie della mia memoria frammentata mi sembra quasi di scorgere la ragazza dai capelli neri sorridere in segno di incoraggiamento. E capisco di essere sulla strada giusta.
“I tuoi amici armadi non ci daranno mai il permesso di uscire.”
“E perché mai il signore del castello dovrebbe chiedere il permesso?”
Il potere di aprire i corridoi dell’oscurità è tra le poche eredità felici dei nostri giorni da Nessuno, e Even, al contrario di me, si è rimesso abbastanza in forze da riuscire a evocarne uno. Le spire di tenebra ondeggiano morbide, mi lambiscono le gambe e sembrano invitarmi a precipitare nel loro abbraccio. Promettono un nuovo inizio, una via per ritrovare gli amici smarriti nell’intrico dei mondi e dei ricordi. Il cuore mi balza in petto, animato dalla speranza.
“Grazie. Sul serio.” Sono il primo a stupirmi delle parole che mi sono appena uscite dalla bocca. “Non pensavo che inseguire un miraggio contasse così tanto per te.”
“Non sei l’unico ad avere nella testa ricordi di cui non sai spiegarti l’origine. Le risposte si trovano solo fuori di qui.”
Sono pronto. Nel momento di attraversare il portale sorrido mio malgrado: un custode del Keyblade ancora incapace di usare il Keyblade e uno scienziato con manie di grandezza alla ricerca di una ragazza misteriosa scomparsa dalla memoria del mondo.
Sembrano buoni ingredienti per l’inizio di una nuova avventura.
  
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