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Autore: Enigmista12    28/03/2017    1 recensioni
Cosa succede quando una tredicenne Fangirl, dalle caratteristiche di una perfetta Serpeverde, dai comportamenti irruenti e senza peli sulla lingua si ritrova nell'universo di Twilight per poi incontrare i tre protagonisti? Un insulto alla saga che ha fatto impazzire milioni di ragazzine e un'immensa soddisfazione per i potterhead e altri anti-twilightiani!
Frequenti riferimenti a Harry Potter.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Me ne stavo comodamente seduta a leggere nella mia cameretta quando, all’improvviso, il mio armadio si spalancò, aprendo un ennesimo portale spazio-tempo. Voi non lo saprete, ma nell’universo in cui vivo io non è raro che capiti: oggetti all’apparenza comune entrano in contatto con squarci Spazio-Temporali e diventano dei portali per mondi fantastici. Sbuffai lievemente: di solito è divertente entrare a vedere in quale universo si verrà catapultati, ma quella volta stavo leggendo l’ultimo libro di una saga bellissima, Hunger Games, e volevo vedere come finiva. Però… era anche vero che il libro poteva aspettare, lo squarcio invece no. Così presi rapidamente le mie scarpe, le infilai assieme al berretto di Serpeverde e, dopo aver contato fino a cinque, mi ci buttai dentro. Per un attimo fu tutto buio. Poi caddi a piedi uniti in mezzo a un bosco. Mi alzai senza troppi problemi e decisi di avviarmi. Prima, però, feci il segno dei Doni della Morte all’albero più vicino con il mio coltello a serramanico lungo quattro centimetri perché, si sa, è davvero stupido inoltrarsi in un bosco sconosciuto senza lasciarsi almeno un indizio su dove si è arrivati (quasi come infilarsi in un mondo senza portarsi un’arma,come il mio coltello, appresso). Il portale Spazio-Temporale aveva l’aspetto esteriore di una caverna. Me lo memorizzai, poi mi misi in cammino. Dapprima c’erano solo alberi su alberi, tutto piuttosto noioso. Infine sbucai su una spiaggia; il cielo, che ora potevo vedere, era nuvoloso e coperto. Un tipo grande e grosso con la pelle bronzea stava in piedi sulla sabbia, a osservare l’orizzonte. Pensai di chiedergli indicazioni.
“Ehi, tu! Ragazzone!”
Quello si voltò. Sembrava uno di quei tizi su cui le mie compagne sbavano sempre sopra. Aveva muscoli enormi e scolpiti ed era senza maglietta.
“Ciao! Ragazzina, che ci fai qui?” chiese, sfoderando un sorriso ammiccante.
“Ehm, sono capitata per caso. Scusa, perché non hai la maglietta? Fa freddo.”
“No, affatto” scrollò le spalle possenti. Francamente non mi sentivo a mio agio a parlare con un tizio a torso nudo quando faceva freddo e umido, soprattutto perché non lo conoscevo; così feci per andare avanti.
“No, aspetta, non andare! Scusa, adesso mi vesto. Va bene?” eseguì davvero, infilandosi una maglietta a maniche corte. Più tempo passava e più mi sembrava solo il classico bellimbusto che si trova sempre sulle spiagge a fare lo strafigo davanti alle ragazze in bikini.
“Va bene; sembrerà assurdo, ma...questo è solo un universo di qualche storia. Sono venuta qui per caso, dall’armadio della mia cameretta. Mi chiamo Emma; tu chi sei?” spiegai, cercando di non fare troppo la figura della pazza. Lui continuò a guardarmi con un sorrisetto, ma poi rispose:
“Jacob Black, piacere. Non so cosa vuol dire questa storia dell’universo e del tuo armadio, ma...benvenuta a Phoenix.”
Non mi ricordavo nessuna storia ambientata lì, ma non lo dissi. Invece chiesi: “Tu chi sei?”
“Un mutaforma. Forse voi mi conoscete col nome di Licantropo.”
Lo squadrai. Non sembrava pallido e dall’aria malata come il professor Lupin, e neppure nessun altro uomo-lupo che avevo visto al cinema.
“Scusa, ma no. I Lupi Mannari non sono così.”
“Ti dico che è così.”
“No, non è così.”
“Sì, è così.”
“No.”
“Sì.”
“No.”
“Sì."
“No.”
Jacob sospirò: “Va bene, ora te lo mostro.”
Si tolse nuovamente la maglietta e i pantaloni e le scarpe. Io, per sicurezza, tenni sotto mano il coltello in tasca. Quando restò solo in mutande balzò in aria e...in un battito di ciglia cadde a terra a quattro zampe, sotto forma di un enorme lupo dal pelo scuro, grande come un cavallo. Una persona normale sarebbe scappata urlando a gambe levate, ma io sono una Fangirl: non sono normale. Perciò non mi mossi di un millimetro e aggrottai la fronte:
“Per la Barba di Merlino! Sei il peggior lupo fatto in digitale che abbia mai visto in vita mia!” e tastai la sua pelliccia che sembrava fatta male al computer. Lui si ritrasformò, restando in mutande (non chiedetemi perché non si siano disintegrate).
“Non...non sei spaventata?”
“Da un lupo che fa sembrare terrificante e realistico il ragno gigante della miniserie It? Scherziamo?”
“Ma...di cosa vai a parlare?”
“Non ha importanza. Comunque, il punto è questo: i lupi mannari sono esseri spaventosi, ma anche circondati da un’aurea di tragico per il destino che li ha condannati all’orribile maledizione di trasformarsi a ogni luna piena in un assassino assetato di sangue che miete vittime senza pietà. Tu...non sei una vittima, hai il controllo delle tue azioni e scegli di trasformarti a tuo piacimento! Senza contare che non muti forma in un mostruoso essere uomo-lupo, ma in un semplicissimo lupo grande come un cavallo!”
“Certo, perché i lupi grandi come cavalli se ne trovano dappertutto! Inoltre, non è colpa mia se Hollywood ha scelto questa interpretazione dei licantropi...”
“Per me è questo universo che si è distaccato alla grande. Comunque, colpa del tipo che l’ha inventata. Ora, se non ti spiace, me ne vado in giro. Ciao!”
E, prima che potesse dire altro, lo aggirai e me la svignai nella foresta.

***

Poco dopo passeggiavo ancora fra gli alberi, rimuginando su chi mai avesse distorto in modo così atroce il leggendario mito dei licantropi, uno dei miei preferiti; non immaginavo che avrei incontrato da lì a poco un abominio ben peggiore. Infatti, in quella, sentì delle voci che non sembravano troppo distanti; subito mi affrettai a seguirle, e sbucai in una radura. Al centro, seduti su albero caduto, c’erano due ragazzi. Lei aveva capelli color cioccolato, pelle bianchissima e occhi scuri. Lui, invece, aveva una bellezza quasi disumana. I capelli erano bronzei e ondulati, gli occhi color topazio e i muscoli abbastanza in rilievo sotto la camicia, mezza strappata. La cosa più assurda, però, era la pelle: un raggio di sole aveva fatto capolino dalle nuvole inondando proprio quella radura. E la pelle del ragazzo, sotto di essa, scintillava come milioni di diamanti. A giudicare dallo sguardo, la ragazza ne era completamente ipnotizzata. Avrei potuto dire qualunque cosa, ma l’unica cosa che mi uscì fu:
“Ma qui i maschi non mettono mai la maglietta?”
Entrambi i ragazzi sobbalzarono in piedi.
“Chi sei? Che ci fai qui?” balbettò la ragazza. Lui le si mise davanti come per proteggerla. Alzai le mani e ripetei loro la storia che avevo detto a Jacob. La femmina sembrava ancora scettica, ma il ragazzo le disse:
“Tranquilla, ha ragione. Il suo sangue ha un odore nuovo, particolare. Sa di...ferro”
‘Quel ragazzo ha appena parlato dell’odore del MIO SANGUE?!’ pensai, credendo di aver capito male. Comunque mi presentai: “Sono Emma, e voi?”
“Bella” rispose la ragazza.
“Sì, bella anche a te, sorella. Ma come ti chiami?” le chiesi, per farle uno scherzo (andiamo, che razza di nome è ‘Bella’?). Mi aspettai che ridessero o sorridessero, ma assunsero un’espressione perplessa. O almeno, così pensai. Bella, come avevo già notato, teneva la bocca socchiusa, tipo per vomitare una palla di pelo o cose simili. Il ragazzo invece aveva gli occhi stranamente fissi, battendo le palpebre di rado.
“In realtà si chiama Isabella Swan, Bella è solo un soprannome. E io sono Edward Cullen” disse il ragazzo, mettendo un braccio attorno alle spalle della compagna.
“Ah, okay. Scusa, ma...perché brilli? E...come mai hai parlato dell’odore del mio sangue?”
I due ragazzi si guardarono un momento, poi Bella parlò:
“Il fatto è che Edward è...un vampiro.”
Il guardai uno per uno, ma le loro espressioni restarono serie. Alla fine dissi: “Non dite scemenze. I vampiri non luccicano.”
I due stavano per replicare, quando si sentì un forte scricchiolio in avvicinamento tra gli alberi, come se si muovesse qualcosa di grosso. Edward ripeté il gesto di mettersi davanti a Bella (la cosa cominciava a seccarmi). Poi dagli alberi spuntò…
“Ah, riecco il ragazzo-lupo!” esclamai, nel vedere Jacob.
“Ah, ciao. Sei tu.” disse Edward, con tono lievemente infastidito.
“Ciao, ragazzi. Ah, avete incontrato la piccola Emma.”
“Ehi! Ho tredici anni! E mezzo!” sbottai, sapendo di fare una figura ridicola. Difatti tutti e tre ridacchiarono. Giela avrei fatta pagare.
“Cosa c’è, Jacob?”
“Riguarda la trasformazione di Bella.”
“Ti abbiamo già detto cosa voglio.”
“Lo so, ma… sicura di non volerci pensare?”
“Ci ho già pensato, Jake. Voglio stare con Edward.”
“Va bene, però devi considerare che...”
“SIGNORI!” gridai, per attirare l’attenzione. Funzionò: il trio si voltò a guardarmi.
“Bene, mi spiace interrompere le vostre...dispute da coppie, ma vorrei sapere una cosa: cos’è sta’ storia che Glitterman qua si spaccia per un vampiro? I vampiri non luccicano! Loro al sole si dovrebbero carbonizzare! E poi sono oscuri e tenebrosi...”
“Le versione romanzate e cinematografiche” puntualizzò Bella, con un tono infastidito che ignorai.
“Mi state dicendo che centinaia di film e libri sono tutti falsi? Dove sono i capelli scuri? E la pelle dovrebbe essere di un pallore mortale da morto, non sembrare marmo! E i muscoli? Cos’eri da vivo, un body jump? Oswald Cobblepot di Gotham somiglia un miliardo di volte più un vampiro e non lo è nemmeno!”
“Sono tutte storie!” ribatté Bella.
“Tecnicamente anche voi siete una storia, ma vabbè. Almeno ti nutri di sangue umano? Dormi in una bara? Temi i simboli religiosi? Non ti rifletti negli specchi?”
“Sono di una specie di vampiri vegetariani: ci nutriamo di sangue animale per scelta. Non dormo proprio, non mi serve una bara. E no, non ho paura delle croci, acqua santa e via dicendo. E mi rifletto negli specchi.”
“Dio mio, chi si è inventato sta’ storia almeno ha sentito parlare dei vampiri?” mi lamentai, seccata.
“Okay, non so chi tu sia, ma...puoi almeno essere più gentile?” mi chiese Bella.
“Scusa, dico quello che penso. Comunque, Glitterman, sarà meglio se esamini meglio la tua carta d’identità: ci sono più probabilità che tu sia un gioiello Swarovski o uno strano esemplare di gigantesca fata maschio che un vampiro.”
Vedevo chiaramente che i fidanzatini si stavano irritando. L’unico che non pareva troppo disturbato sembrava Jacob. Ma poi partii all’attacco anche con lui.
“E tu, Lupo Lucio, ti potrai anche trasformare in lupo, ma secondo me sei solo una specie di Animagus molto dotato. I lupo mannari, come ti ho già detto, sono più spaventosi di così. Ma ora ditemi di voi: qual è la vostra storia?”
I tre sembrava stessero per urlarmi contro, ma poi, probabilmente, cambiarono idea. Così si misero a raccontarmi una serie di loro disavventure. Perlopiù parlavano Glitterman e Lupo Lucio, ma io ero continuamente distratta da Bella, che sembrava avere una paralisi mascellare, visto che pareva ansimare in continuazione. Così mi ritrovai a ordinarle mentalmente: ‘Chiudi la bocca. Chiudi la bocca, chiudi la bocca, chiudi la bocca, chiudi la bocca...”
Quando ebbero terminato, con la morte di una vampira di nome Victoria, domandai loro:
“Quindi...vi siete conosciuti dopo il trasferimento di Bella qui e vi siete innamorati in...quattro giorni?”
“Tre” preciso Edward, facendo un tono di voce affascinante e suadente. Si vedeva che si sforzava di renderlo più irresistibile possibile, perché a Bella sfuggì un sospiro. L’atmosfera trasudava miele da tutti i pori: meglio rovinarla prima che mi salisse la nausea.
“Ma...come si fa a innamorarsi di una persona in tre giorni? E poi...cos’avete in comune?”
I due fidanzatini restarono in silenzio, poi Edward parlò nuovamente: “Ero attratto da lei. Resisteva al mio potere mentale e il suo sangue aveva un particolare odore.”
“Okay… poi tu le dicesti, all’inizio, che non volevi che vi frequentavate, giusto?”
“Esatto. Pensavo potesse essere pericoloso” confermò lui.
“Va bene, però allora perché continuavi a spiarla?”
“Perché...era troppo irresistibile” sospirò lui. Bella gli sorrise, o almeno, tese le labbra all’insù in vano tentativo. In confronto sembrava più sorridente anche un delfino.
“E...come mai tu continuavi a volerlo convincere a frequentarvi?” chiesi così alla ragazza.
“E’ una tipa testarda” rispose Edward. Bella ridacchiò. Mi irritava che fosse sempre quel ragazzo a rispondere, e che a lei la cosa non disturbava.
“Poi questo vampiro di nome James ha cercato di ucciderti? Perché?”
Finalmente rispose Bella: “Mi ha puntato. Sai, come i cani da caccia.”
“Cioè, quel tizio aveva a disposizione una cittadina con almeno un migliaio di umani freschi freschi e indifesi e ha deciso di puntare proprio te, che frequentavi, guardacaso, un’altra famiglia di vampiri? A me sembra stupido.”
“Non c’entra. Se un cane punta un certo animale, caccerà solo quello. Lo stesso vale per me e James.”
“Quindi anche gli altri umani che ha fatto fuori gli ha puntati e poi cacciati fino a ucciderli?”
“No...era per il mio rapporto con Edward. E’ rimasto colpito.”
“Ah, si trattava di un tuo ex fidanzato ingelosito?”
“Ma no!” esclamò lei, orripilata. “Il senso di protezione che Edward aveva per me era così forte che gli ha scatenato l’istinto di caccia.”
Ci stavo capendo tanto quanto ci capisco durante le lezioni di chimica, ma preferii non proseguire. “Comunque, quindi sto’ vampiridiota ti ha chiamata per dirti che aveva rapito tua madre? E di incontrarvi in una scuola di ballo abbandonata?”
“Sì. Ma era una trappola.”
“E...non ti è venuto in mente?”
“Se avesse avuto davvero mia madre non potevo permettergli che le facesse del male.”
“Ah. Ma non hai pensato di portarti dietro qualcosa per provare almeno difenderti?”
“Beh, no...”
“Sì, l’avevo capito.”
“Va bene, smettila”. Disse Edward, con fare calmo ma irritato.
“Se vuole che smetta può benissimo dirmelo da sola. E’ vero che tu la spiavi?”
“Non mi spiava. Mi osservava.” rispose Bella. “E comunque, era adorabile.”
“Io direi ‘denunciabile’” osservai.
“Non sei divertente.” disse il Edward.
“Non voglio esserlo. Poi, perché quella vampira, Victoria, voleva ucciderti?”
“Te l’abbiamo detto. Era la compagna di James. Per vendicarsi voleva uccidere me, la compagna di colui che ha ucciso James.” spiegò Bella. Senza capire, chiesi a Edward:
“No, non ha senso. Tu avevi detto che avevi salvato Bella e che erano stati i tuoi fratelli a uccidere James. Scusa, quindi Victoria voleva eliminare la ragazza dell’unico vampiro che non ha preso parte all’esecuzione?”
I due si scambiarono un’occhiata, ma non risposero. Pensai di lasciar loro tempo di riflettere di questo, così rivolsi a Jacob:
“E’ vero che Bella ha cercato di suicidarsi buttandosi da una scogliera? E tu l’hai salvata?”
“Non cercava di suicidarsi! A quanto pare, sentiva la voce di Edward nella sua testa ogni qualvolta la sua adrenalina saliva” mi rispose lui.
“Aspettate, fatemi capire bene: tu” indicai Bella. “Sei stata lasciata da lui” indicai Edward. “Per stare al sicuro. E, in pratica, hai passato quasi sei mesi in preda alla depressione?”
Una persona normale, a questo punto, si sarebbe fermata, perché, a giudicare dalle facce di Bella-non-troppo-bella, Glitterman e Lupo Lucio, non amavano parlare di questi momenti della loro vita, ma io non sono mai stata capace di tenere ferma la lingua. “Capperi, sinceramente non mi sembra molto salutare attaccarsi così a una persona.”
“Edward è l’unica mia ragione di vita” mormorò Bella (per la verità parlava sempre con un tono di voce basso e, quando mormorava, in pratica era inudibile).
“Ah, e come facevi prima di conoscerlo?”
“Prima non lo conoscevo” mi disse a mo’ di risposta, lanciando un’occhiata sorridente a Edward che ricambiò. ‘Ma è scema o cosa?’ mi chiesi tra me e me.
“Ma, scusa il tono, Glitterman mica ti aveva chiesto di ‘non fare cose stupide’ prima di andarsene? E allora, com’è che hai deciso di infrangere l’unica cosa che ti aveva chiesto di non fare?”
“Non chiamarlo Glitterman e, be’,il fatto è che sentivo la voce di Edward e...”
“Sì, ma io trovo un...” ‘Una cosa da pazzi psicopatici fuori di testa’ “...un tantino eccessivo arrivare a buttarsi da una rupe con il mare in tempesta e rischiare di ammazzarsi andando in moto e importunando dei tizi sconosciuti magari alcolizzati solo per sentire una voce nella testa”. La guardai in attesta di risposte.
“Sì, mi sono comportata da stupida, è vero. Ma adesso sono vicino a Edward e questo è l’importante.”
‘COMPORTATA DA STUPIDA?! No, cara, comportarsi da stupida vuol dire saltare dal trampolino più alto di una piscina soffrendo di vertigini o litigare con l’amica del cuore per un rossetto preso senza chiedere, non provando a testare se una persona si ammazza buttandosi nel mare a cinquecento metri d’altezza! E PIANTALA di parlare di Glitterman come se fosse il Dio sceso in terra!!’
“Sì, hai ragione” risposi in tono piatto. “Ma poi: avete assistito alla morte di questa Bree Tanner senza fare niente?”
“Non c’era nulla da fare.” rispose Edward. Bella chinò silenziosamente il capo. Stavo per dire loro che non c’era nulla da fare neppure quando Peter Minus si stava strangolando con la mano magica di metallo, eppure Harry e Ron avevano provato ugualmente a salvarlo, ma mi ricordai che non avrebbero capito. In quella Edward drizzò la testa e disse:
“Andiamo: Alice dice che bisogna finire i preparativi per il matrimonio.”
“Ma...un altro secondo: ti rendi conto, Bella, che se sposi Glitterman sopravviverai a tuo padre, tua madre e tutti i tuoi amici umani?”
La pulzella rispose, dopo un attimo di silenzio: “Lo so. Ma per me la cosa più importante è stare con Edward.”
Capii che avrei potuto conversare per un’ora con un muro su questa questione (non che l’abbia mai fatto, eh!) e il risultato sarebbe stato lo stesso.
“Beh, noi andiamo. E’ stato...carino, conoscerti!” disse Jacob. Io annuii, ma, in quel momento, accadde quello che mi succede quando qualcuno fa per andarsene e devo fargli ancora delle domande insolenti: saltarono semplicemente fuori tutte dalla mia bocca, considerazioni personali comprese:
“A proposito: mi piacerebbe sapere, come ultima cosa, se tu, Bella, sei in grado di stare sulle tue gambe senza dover essere soccorsa o da Glitterman o Lupo Lucio. Perché sei così dipendente da loro? Chissà prima di conoscerli quante volte di sei rotta qualcosa! Perché tieni così poco in considerazione i tuoi genitori? Eddie, tu invece perché hai più di cent’anni ma hai ancora la mentalità di un diciassettenne? E tu, Jackie, come mai ci provi così tanto con Bella se sai benissimo che finirà con scegliere Glitterman?”
Restai un momento a osservare le loro facce, poi capii che era meglio non aspettare risposte.
“Okay, come non detto; meglio se vada, ciao!” feci dietro-front e me la svignai fra gli alberi, certa che fossero più che felici che me ne fossi andata. Poco dopo girovagare, ritrovai l’albero dei Doni e la caverna con lo squarcio Spazio-Tempo. Ci entrai e tornai, finalmente, nella mia camera dove potei riprendere a leggere Hunger Games, sicuramente meglio un milione di volte rispetto a quella smielosa storia inventata da chissà chi.

 

   
 
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