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Autore: NihalDellaTerraDelVento    29/03/2017    0 recensioni
Quelle mani, fossero state umane, sarebbe stare ricoperti di cicatrici.
Quelle mani avevano colpito muri, vetri, legno.
Quelle mani, se non fossero state di un vampiro, sarebbero state mani sanguinanti e doloranti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Subaru Sakamaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quelle mani, fossero state umane, sarebbe stare ricoperti di cicatrici.
Quelle mani avevano colpito muri, vetri, legno.
Quelle mani, se non fossero state di un vampiro, sarebbero state mani sanguinanti e doloranti.


Ma quelle sono mani immortali.
Sono le mani di chi, anche se volesse la morte, sarebbe comunque condannato alla vita.
 

La mente che le comanda è spezzata,
forgiata dai dolori di una vita di inferno.
 

“Sei sporco. Non toccarmi.”

Quante volte sua madre glielo aveva detto?
 

“Subaru! Subaru! Dove sei stato? Mi sei mancato!”

Quante volte, sempre con quelle stesse labbra, sua madre aveva poi detto ciò?
 

Un bambino solo e una madre pazza in una prigione d’orata.
Nessuna meraviglia se oggi Subaru Sakamaki è la persona che è.
 

Desidera la solitudine,
ma odia stare solo.
Eppure, non vuole comunque avere a che fare con nessuno.
 

Sembra un delinquente, sempre pronto a fare a botte,
ma quale altro modo esisterebbe per un bambino solo per imparare a gestire la rabbia?
Quelle mani si sono ritrovate a colpire qualcosa ogni volta che si presentava un problema più grande di lui.


Col tempo, l’abitudine ha preso il sopravvento.
E allora hanno continuato a colpire.
 

E a colpire.
 

E a colpire.
 

“Distruggerò tutto, con queste mie mani.”
 

Forse, se fosse stato umano sarebbe meglio.
Se fosse stato umano le sue mani sarebbero pieni di cicatrici.
Ma è un vampiro, e le mani sono illese.
È il cuore che porta tutte le cicatrici.
 

Sempre così per anni e anni.
Anche dopo essere fuggito dalla sua gabbia, anche dopo essere andato a vivere coi sui fratelli.
Si è accorto che la gabbia era solo nella sua testa.
 

Poi, successe qualcosa.
 

Una piccola, insignificante, umana esistenza.
Una donna come tante, una persona qualunque.
Solo altro cibo.
 

Sempre maltrattata e sopraffatta, per Subaru era l’ennesima seccatura.
Come poteva vivere nella solitudine se c’era lei?
 

“Che rottura…”
 

Ma quella donna, pur messa all’angolo, lo ha sempre guardato dritto negli occhi.
Non ha mai abbassato lo sguardo, anche se ferita e disprezzata.
Non ha perso mai sé stessa.
 

Lui la osservava. E provava una rabbia incontrollabile.
Invidiava terribilmente una persona che non aveva mai perso la speranza.
 

Nonostante la disprezzasse e maltrattasse, lei non lo ha mai visto come un essere sporco.
 

“Anche se le ferite sono scomparse, il dolore di quel momento no, vero?”

Lei glielo disse un giorno come tanti in cui lui aveva preso a pugni un muro.
Un’altra persona sarebbe scappata a vederlo lì, pazzo furioso, intento a distruggere tutto.
E invece lei, continuava a guardarlo dritto in faccia.
Anzi, prese la mano, la cui ferita era ormai guarita, nelle sue.
Quasi come a sperare di curargli il cuore.
 

Quelle mani, che avevano sempre visto distruzione, per la prima volta vennero strette.
Per la prima volta, vennero riscaldate dalla pelle di un altro individuo.
 

Quelle mani…
Quelle mani che lui credeva fatte per odiare e distruggere.
 

In quel momento, acquisirono un altro significato.
 

Quelle mani potevano toccarla,
potevano accarezzarla,
potevano proteggerla.
 

Quelle mani, non erano solo strumenti di distruzione.
 

Subaru Sakamaki con quelle sue mani l’avrebbe protetta.
Lei, che non distoglieva mai lo sguardo.
Lei, che vedeva oltre lo ‘sporco’ di lui.
 

Per quell’esistenza speciale, per quella sua speciale e strordinaria rosa bianca...
anzi no: per quella ‘bellezza al chiaro di luna’(1), le sue mani avrebbero combattuto.


E dopo, gentilmente abbracciata.






NOTE AUTRICE: oh-oh quanto tempo! Si, sono viva e vegeto (?).
E niente, ritorno a scrivere dopo una VITA lontano dalla scrittura. Ho appena aperto un blog di traduzioni varie a tema otome e la cosa mi tiene impegnata.
Comunque... due parole sulla fic. Non sono parecchio in vena ma, dopo una chiaccherata con un'altra fan di DL, mi è venuta voglia di buttare giù qualcosa. Mi mancava entrare nella psiche dei miei personaggi per carpirne tutti i segreti eheh...

(1) bellezza sotto la luna, in giapponese "Gekka Bijin" è il nome nipponico per l'Epiphyllum Oxypetalum o Queen Of The Night, un fiore appartentente alla famiglia dei cactus.

Come sempre, se ho fatto un buon lavoro o meno, è una cosa che (se volete) direte voi!
-Nihal.

 
   
 
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