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Autore: Whatshername    29/03/2017    0 recensioni
"Io sono Serena Attilio, Nata da un Diciotto, Khaleesi del grande studio disperato, la Non Passata, Madre degli Appunti Rubati, Ultima del Suo Corso, Principessa del Velo Pietoso, Signora dei Voti Bassi, Distruttrice di Neuroni…"
"Regina dei Cretini?" suggerì Daniele ridendo.
"Non potrei mai usurpare il tuo titolo" ribattei io dandogli una sonora pacca sul braccio che fece più male a me che a lui.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Capitolo uno: Dilemmi esistenziali

 

 

Andare a lezione o non andare a lezione, questo è il dilemma.

Amleto, dai retta a me, questi sono i veri quesiti della vita, soprattutto quando la professoressa di linguistica generale manda alla lavagna a fare esercizi incomprensibili e tu non sai fare una mazza. 

Diciamo anche che c’è del marcio in quella classe, e forse anche in quella donna. 

Essere o non essere, tsk. Pezzente.

La caffetteria cominciava finalmente a svuotarsi e io appoggiai la borsa sul tavolo con un tonfo che rimbombò sonoramente, facendomi guadagnare un'occhiataccia dalla segretaria dall'altra parte del corridoio; levai le mani in segno di discolpa e lei si aggiustò gli occhiali sul naso usando il dito medio.

Che ambiente simpatico e incoraggiante, che personale cortese…

Guardai l'ora: avevo più o meno tre minuti per prendere una decisione. Insomma, avevo così tanti esercizi di tedesco da fare… Se avessi saltato linguistica sarei riuscita a farne almeno la metà entro l'ora di pranzo e forse non avrei dovuto improvvisare a lezione diventando paonazza nel tentativo di dare la risposta giusta…

« Non dovresti essere a lezione? »

Per poco non saltai su dalla sedia a schiena inarcata come i gatti. Sicuramente soffiai un po' però mentre mi giravo verso Elena con il cuore in gola.

« Ele, ansia. Sto per avere un infarto, chiama un’ambulanza. E smettila di ricordarti l'orario dei miei corsi, insomma… Anche tu dovresti essere a lezione, comunque! » ribattei trionfante con una mano sul cuore, pronta ad acchiapparlo se avesse tentato di scapparmi dal petto come mi sembrava intenzionato a fare visto quanto batteva forte. 

« Annullata, la Banchi non può venire causa sciopero dei treni. » disse Elena con un’alzata di spalle. Si tolse il cappotto pesante e si tirò fuori capelli biondo cenere dal colletto del maglione mentre io rimuginavo sull’ingiustizia dell’esistenza umana; perché a quella mummia della prof di linguistica non succedeva mai niente? Mai un'influenza, mai una malattia gravissima e possibilmente incurabile… Non che le augurassi la muerte, solo un lungo periodo di assenza. Qualcosa tipo dieci-quindici anni, così che io facessi in tempo a laurearmi prima del suo ritorno.

« Senti facciamo così allora… Ti do dieci euro e vai tu a linguistica a prendere appunti. Ci stai? » domandai speranzosa, cominciando a frugare nella borsa per prendere il portafogli.

Elena schiaffò poco elegantemente il cappotto sul tavolo « Neanche per cinquecento euro ci andrei, che orrida materia. E comunque devo studiare psicologia. Tu invece non hai scuse, hai già saltato martedì scorso » mi ricordò con una certa severità « e sospetto che tu non sia andata neanche il martedì precedente e che tu mi abbia mentito. »

In effetti le avevo mentito e invece di andare a lezione mi ero rintanata in un bar a studiare come una pazza visto che avevo avuto la folle idea di chiedere un fuori appello di letteratura francese e quando l’esame si era fatto sotto io mi ero ritrovata in alto mare. In altissimo mare. Jack Dawson in confronto era in una piscina.
Alla fine avevo preso un onesto e dignitoso ventitrè e me l’ero squagliata il più velocemente possibile dall’ufficio del professore prima che ci ripensasse.
Affranta e con un senso di colpa crescente sospirai « Non so se tornerò viva da questa lezione, Ele… In ogni caso lascio a te tutti i miei averi, col cazzo che mia sorella si prende i miei cd. »

Lei ignorò il mio melodrammatico congedo e sventolò il suo mastodontico manuale di psicologia a mò di saluto.

Con la morte nel cuore salii due rampe di scale e arrivai in cima con il fiatone del lupo de “La spada nella roccia”, quindi entrai in aula.

Il piano era sgattaiolare dentro il più silenziosamente possibile, mimetizzandomi con la parete come neanche i migliori camaleonti della giungla per poi prendere il posto più strategico possibile ma…

« Un po' in ritardo, non credi? »

Abbattuta e colta in flagrante guardai la donna più simile ad un T-Rex che avessi mai visto.

Non crede sia ora di togliersi quella scopa dal c-

« Scusi… » bofonchiai rossa di vergogna mentre chiudevo la porta e andavo a piazzarmi in una strategica penultima fila, un po' in mezzo così che non potesse vedermi troppo bene; scivolai anche un po' con il sedere sulla sedia in modo da sembrare alta più o meno quanto un puffo affetto da nanismo, e anche se era una posizione particolarmente scomoda la mantenni per tutte e due le ore prendendo appunti con una calligrafia anche peggiore del solito.

La Malvagia stavolta non chiamò nessuno alla lavagna bianca, si limitò a disegnare qualche schema comprensibile solo a lei e una manciata di altri esseri umani, poi ci congedò e io scappai fuori con uno scatto che neanche Bolt nei suoi anni migliori.

Libertà!

« Ele! » urlai entrando in caffetteria per poi abbracciarla mentre lei era ancora china sul suo libro « Non credevo ti avrei rivista, sono commossa. Offrimi un caffè dai, che hai rischiato di perdere la tua migliore amica. Ma secondo te si può morire di noia? Perché credo di esserci andata vicina oggi, la vista mi si è appannata, ho sentito cori di angeli e ho intravisto una luce… »

Lei levò gli occhi al soffitto polveroso cercando di non ridere « Era un lampione, probabilmente. »

Stavo per accasciarmi sul tavolo e lanciarmi in una dormita di quelle potenti fino alla prossima lezione quando Daniele entrò dalla porta a vetri -sporchi- e mi lanciò il suo cappello umido di pioggia dritto in faccia.

« Dov'è il tritarifiuti quando serve? » domandai guardandomi intorno, pronta a disintegrare il suddetto cappellino. 

« Che si dice di bello? » chiese Daniele sedendosi direttamente sul tavolo.

« Serena stava raccontando di come è sopravvissuta a linguistica. » spiegò Elena rinunciando finalmente a psicologia e chiudendo il libro con un tonfo tetro.

« Confiderò nella prossima volta per liberarmi di lei, allora. » commentò lui, stiracchiandosi.

Agitai il dito medio in sua direzione.

« Ma tu non hai mai lezione? » domandai con aria inquisitoria « Sei sempre qui a bighellonare… »

« Bighellonare? » ripetè lui, divertito « Neanche mia nonna lo dice più. Che termine atavico. »

Io sbuffai « Mi correggo, non hai qualcosa su cui filosofeggiare in silenzio? »

« Nah, non oggi. Devo consegnare un saggio tra un paio d'ore, quindi tra un'ora comincerò a lavorarci. »

Non so per quale strana ragione Daniele non avesse mai corsi da seguire. O meglio, aveva lezione quando pareva a lui, cioè una volta ogni morte di Silente. 

Ciononostante passava comunque la maggior parte del tempo a studiare per i suoi strambi esami di cui io coglievo solo vagamente il fascino; filosofia non era per niente la mia strada ma ogni tanto lui aveva cercato di parlarmi dei suoi filosofi preferiti ed ero rimasta affascinata. Non abbastanza da mollare le lingue, ma comunque affascinata.

Solo che forse non erano stati i filosofi ad affascinarmi ma semplicemente Daniele.

 

 

 

 

Angolino di Sara
Bonsoir, Madames e Monsieurs!
Approdo qua, tra le originali, sperando che questa storiella non troppo originale ma sicuramente scema vi possa far sorridere. Non ho idea di quanti capitoli ci saranno in tutto, nè se riuscirò ad aggiornare con una certa regolarità… Sono assai brava a procrastinare, ma farò del mio meglio. Una cosa è certa, pubblicherò ad orari improbabili perché sono un esserino notturno e insonne.
Che altro dire, c’è un che di autobiografico in questa storia quindi potete aspettarvi solo idiozie da parte mia. Ordunque bando alle ciance, fatemi sapere se a qualcuno interessa o se dovrò continuare in totale solitudine!
A presto! :D

   
 
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