Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: unika    29/03/2017    2 recensioni
STORIA INTERATTIVA
ISCRIZIONI CHIUSE
Olympia giovane semidea non finisce mai di cacciarsi nei guai a scuola.
Dopo un’incomprensione capisce che è ora di darci un taglio e seppur non completamente di sua spontanea volontà decide di lasciare a metà la scuola per tornare al campo mezzo sangue e restarci un po' più a lungo dei soliti tre/quattro mesi estivi.
Consapevole di non potercela fare da sola cercherà sin da subito di farsi aiutare dai suoi due migliori amici e anche dalle nuove amicizie che incontrerà e la sorprenderanno per la premura nei suoi confronti.
---
Notai il suo bicchiere d'acqua sul comodino e con un sorrisetto compiaciuto glie lo rovesciai in viso.
Il mio sventurato amico si sveglio di colpo alzandosi a sedere come se spinto da una molla. Si guardò un po' intorno e quando mi notò strabuzzò gli occhi.
-sei impazzita???- sbottò sorpreso.
-due parole. Nicholas Lancaster- dissi trafiggendolo con lo sguardo.
-chi?- chiese confuso.
Gli tirai il suo cuscino in faccia ed incrociai le braccia sotto il seno.
-il figlio di Eos che hai nominato ieri- gli rinfrescai la memoria imitando il suo modo di parlare.
Il suo viso si illuminò subito in un sorriso compiaciuto.
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 13

Completamente assorta nei miei pensieri avevo partecipato ben poco agli allenamenti. Nicholas aveva mantenuto la sua parola e resistendo in modo impressionante continuava a combattere sfinendo Luca, ma non ci davo tanto peso poiché l'assenza di Julia mi preoccupava parecchio.
L'avevo vista di sfuggita ieri sera, ma poi basta. Con il mio cercare Nicholas non ci avevo neanche dato peso.
-Luca non sarai mica già stanco?- domandò Nicholas fingendosi stupito. Vederlo comportarsi in quel modo mi fece sorridere divertita, ma facendo prevalere un po' di buon senso decisi di raggiungere i due ragazzi per salvare il figlio di Zeus.
-ma che... figurati- borbottò lui fingendo di starsi semplicemente stiracchiando. Battei una mano sulla schiena a Luca e finsi di guardare qualcosa che si trovava lontano. -è un tuo polmone quello Luca?- Nicholas si mise a ridere insieme a me stando a guardare la nostra povera vittima.
-credo che tu lo abbia stancato abbastanza non credi- il figlio fi Eos alla mia domanda retorica finse di pensarci un po' su poi annuì soddisfatto. -baciala di nuovo e non mi limiterò a stressarti negli allenamenti- lo mise in guardia. Come una bimba il giorno di Natale feci un sorriso enorme beandomi di quel momento in cui io ero il centro di quell'avvertimento.
Il povero Luca alzò le mani in segno di resa ed annuì con vigore.
Qualcosa dietro di lui attirò la mia attenzione e smisi subito fi ridere non appena mi resi conto di cosa si trattasse. Anche i due ragazzi insieme a me se ne accorsero e seguirono la stessa direzione del mio sguardo perplessi. -quello è Nico o sbaglio?- mormorò Luca facendo un segno della mano per salutarlo.
Il figlio di Ade lo fissò inespressivo restando immobile, l'unica cosa che cambiò fu il terreno tutto intorno a lui che divenne nero e certi scheletri iniziarono ad uscire dal terreno.
Dei, non scherzava quando aveva detto che se Julia fosse stata ferita da Luca lui glie l'avrebbe fatta pagare!
-Luca fossi in te scapperei via- lo avvisai avvicinandomi verso il figlio di Ade a piccoli passi. -perché? Oh... sta facendo quella cosa di evocare gli scheletri ed è inquietante- borbottò indietreggiando un po'.
Continuai a camminare verso Nico e dovetti girare alla larga dagli scheletri comparsi, fanno davvero spavento quei cosi! -il medico non ti aveva detto niente cose spettrali- provai ad accennare con un sorriso incerto. -te lo avevo detto che l'avrei fatto- mi fece notare spostando i suoi occhi inespressivi su di me. Un brivido mi percorse lungo tutta la schiena e mi irrigidii sul posto. Aveva ragione, ma non era un po' eccesivo?
-ci ha già pensato il mio ragazzo, sai Nicholas... l’ha sfinito con i combattimenti! Dai guardalo, ha una faccia che fa schifo talmente è stanco!- esclamai cercando di persuaderlo.
Luca non era messo davvero così male, parecchio provato si, ma non in modo così esagerato come volevo farlo apparire. Diciamo che nell'esagerazione cercavo di parargli il fondoschiena semidivino. -ora è il mio turno però- ribatté.
-non dovresti invece!- esclamai di punto in bianco. Mi si era accesa una lampadina e avevo buone possibilità che la mia idea andasse a buon fine senza che Luca venisse inseguito dagli scheletri, spettro, schifo, inquietanti.
Assunsi un aria più convinta e mi parai completamente davanti a Nico. -Julia non sopporta essere aiutata, lei preferisce fare tutto da sola. Sei suo fratello e lo sai molto bene- attirai la sua completa attenzione guadagnandomi una sua occhiataccia e cercai di rimanere tranquilla. -così non fai che andarle contro. Sarà lei a ad affrontarlo e magari anche picchiarlo quando sarà il momento- lo rassicurai. -cosa!?- esclamò Luca offeso da dietro le mie spalle. -forse giusto uno scheletro ci potrebbe stare però- mormorai sconsolata. Luca non capiva proprio quando stare zitto certe volte, e a questo punto uno scheletrino se lo merita tutto.
Le ombre ai piedi di Nico sparirono e un solo scheletro rimase insieme a noi.
-d'accordo, uno solo- acconsentì il figlio di Ade abbozzando ad un sorriso che già pregustava il divertimento nel fatto che Luca sarebbe stato sicuramente in seria difficoltà.
 
---
 
Ormai sono giorni che vedo Luca cercare di incontrare Julia, ma lei lo evita come la peste ed evita anche me visto che non siamo ancora riuscite a chiarirci. Sfrutta sempre le sue capacità di viaggiare nell'ombra per sparire da vicino a noi e riapparire non so dove molto più lontano.
Se non fosse che mia madre non è stata molto bene resterei al campo per dare una mano al mio amico, ma stiamo parlando di mia padre che è incinta per giunta.
La visita di mio padre è stata inaspettata tanto quanto la notizia, così ho subito incominciato a fare i bagagli per poter tornare a casa.
-facci sapere Olly- si raccomandò Natura abbracciandomi. La strinsi forte a me ed annuii fra i suoi capelli un po' scompigliati. -e tu continua ad essere così solare che mi rendi felice. Magari indaga un po' su Angel, lo continuo a vedere con un figlio di Afrodite ma si rifiuta di dirmi qualcosa- chiesi a mo’ di scambio di favori con un sorriso appena accennato, che già stava svanendo però. Sciogliemmo la presa delle mani e mi rivolsi a Nicholas poco distante da dove eravamo noi due.
Mi dispiaceva doverlo lasciare per un arco di tempo indefinito e che non avrei saputo quando saremmo potuti tornare insieme. Anche se mi aveva rassicurato che dovevo stare tranquilla e di rimanere con mia madre il tempo necessario affinché non me la sentissi di lasciarla da sola di nuovo, io mi sentivo in colpa.
Non ho mai avuto un ragazzo e non mi sono mai fatta così tanti complessi caspita! Però non me ne pento di certo.
-tornerò presto- mormorai in po’ giù di morale. Siamo abituati a vederci tutti i giorni e di botto per un po’ non ci riusciremo.
Mi strinse una mano intrecciandola con la sua -lo so, poi abbiamo i regali di tuo padre per tenerci in contatto-
Nell'altra mano stringerà uno dei due diari che Ermes ci aveva regalato dopo una mia “lieve” insistenza.
Erano due diari gemelli, che permetteva di scrivere a l'altro possessore del diario, bell'invenzione che non usa la tecnologia e che ci permette di restare in contatto come con dei sms o delle e-mail.
-già, ha detto che sono in debito con lui- ridacchiai ricordandomi quanto fosse esasperato non appena lo avevo convinto a regalarmi i due diari.
Il suono del clacson mi ricordò che Argo mi stava aspettando nel pulmino del campo. Tra un saluto e l'altro stava diventando in po’ impaziente.
-meglio che vado- Nicholas annuì con un sorriso e poco prima di lasciarmi andare mi diede in bacio sulla guancia che ricambiai dandogliene uno io a mia volta.
-ci penso io a Luca, vedo di parlare un po’ con Julia se la convinco ad ascoltarmi- disse proprio mentre stavo salendo sul furgoncino.
Gli sorrisi divertita visto che come aveva detto una volta lui, lo avevo contagiato nel voler aiutare a tutti costi Luca e Julia.
 
---
 
Argo mi lasciò nei pressi di New York dove mi affrettai subito a raggiungere casa mia. Era così strano essere qui, era come se vedessi per la prima volta le strade che in realtà conosco sin da bambina.
Sono la figlia del dio protettore dei viandanti, ho in innato senso di orientamento che solo in situazione estreme riuscirei a perdermi. Adesso però è come se passassi fra tutti questi palazzi per la prima volta.
Non riuscivo a ritrovarmi in quel caos pieno di persone che se ne vanno avanti ed indietro in preda alla frenesia.
Improvvisamente a disagio cercai di regolarizzare il mio respiro, mi portai la mano tremante sul petto e con l'altra mi appoggiai ad un palo per sorreggermi.
Tutto intorno a me stava iniziando a vorticare e le gambe sembrava stessero per cedere.
-Olympia!- due mani fresche mi presero il viso e mi accarezzarono la fronte imperlata di sudore. Cercai di mettere a fuoco il viso davanti a me e notai solo una chioma rossa fuoco, come la mia.
-Olly sono la mamma. Respira, fai in bel respiro profondo-
-ma-mamma- finalmente riuscii a metterla bene a fuoco e con l'aiuto di un altro paio di mani venni fatta sedere a terra, mia madre invece stava trafficando nella borsa sino a quando non estrasse una bottiglietta d'acqua.
-sta meglio signorina- alzai lo sguardo verso la voce che mi aveva appena rivolta la domanda e vidi un uomo più tosto robusto con i capelli rasati ed un velo di barba sulla mascella squadrata.
-io... si- sembrava più che io stesa ne stessi chiedendo la conferma sul come stessi.
-grazie John per l'aiuto- accettai l'acqua che mia madre mi stava porgendo e bevvi delle piccole sorsate intanto che metabolizzavo come lei avesse appena chiamato l'uomo al suo fianco. Lo aveva chiamato per nome e ciò significava che lo conosceva.
-Samantha anche tu tutto bene?- l'uomo mi sembrava molto premuroso nei confronti di mia madre, tanto.
-sto bene grazie, posso chiederti però di aiutarmi a portare mia figlia a casa? È ancora molto debole per riuscire a camminare bene da sola- le dita fresche di mia madre mi accarezzarono una tempia con un tocco leggero.
-ma certo- notai un piccolo scintillio negli occhi di quell'uomo non appena posò lo sguardo su mia madre e le sorrise.
-tesoro adesso andiamo a casa- annuii appena e mi feci forza nonostante sentissi le gambe ancora tremolanti.
L'uomo mi aiutava a rimanere in piedi intanto che stavamo camminando e aveva anche la mia sacca su una spalla, mentre mia madre mi massaggiava la schiena di tanto in tanto per farmi sapere che era vicino a me.
Mi pare il colmo, sono venuta a New York per starle vicino visto che lei non era stata bene ed invece sono io ad esser stata male e lei si sta occupando di me.







Ehi! rieccomi qui finalmente con il capitolo 13
Mi dispiace ma ho qualche problemino generale tra la storia, il computer, cose personali e come avrete notato ho un ritmo smpre più lento con gli aggiornamenti e non sempre riesco a postare capitolo sufficientemente lunghi.
Non posso che dirvi che i dspiace e che per quanto lenta porterò la storia sino alla fine.

E boh... spero vi sia piaciuto il capitolo
by unika


 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: unika