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Autore: ilcielopiangequalchevolta    29/03/2017    0 recensioni
A volte, per ricominciare da capo e ammettere i propri sbagli, è necessario scappare per poi tornare indietro.
Sabrina Vacciello è una ragazza timida, abituata a contare esclusivamente sulle proprie forze e con un grande segreto sulle spalle. Ha una sublime conoscenza delle lingue e tanta voglia di viaggiare; comunque partire e abbandonare tutto è difficile, così si ritrova bloccata in Italia fino ai vent'anni. Un giorno una domanda la sprona ad allontanarsi dal suo paese per riscoprire sé stessa.
Proprio Sabrina si scontra con James Harrison, un ricco imprenditore dall'animo saccente. Quando l'amore si interpone prepotentemente sulla sua strada, egli deve solo farsi trasportare dalla magia di questo sentimento.
James vuole avvicinarsi a Sabrina, l’unica donna che riesce a fargli battere il cuore, però lei non è ancora pronta a lasciarsi il passato alle spalle e a gettarsi in quel turbine di emozioni quale è l’amore. O forse si?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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22) Love makes us breakable. 


SABRINA'SPOV

-Brina, apri immediatamente!-

Udii in lontananza la  voce insolitamente acuta di Alexis, però non ci badai, dato che la mia mente era circondata da una nube di confusione e inondata da ricordi feroci, che dilaniavano il mio cuore. Avevo un’emicrania insopportabile, le guance bruciavano per le troppe lacrime, il respiro era affannato e la vista oscurata a causa delle palpebre chiuse. Non volevo vedere il mondo che mi circondava; preferivo stare rinchiusa nella mia realtà, dove ero avvolta nel buio inespugnabile.

-O apri o butto giù questa porta!-

Sentii Amber urlare contrariata, fluttuando ancora nell’oscurità. Continuarono a gridare e battere pugni sul muro per secondi, minuti, ore…Un tempo indeterminato a cui non ero in grado di donare una durata: non sapevo quando ero entrata in quella stanza e non sapevo quando ne sarei uscita. Avvertivo la stoffa del giubbotto tirare le mie spalle sulla zona in tensione, tuttavia non me ne curai e continuai a piangermi addosso ed oscillare per mancanza di forze. Percepii un sorriso amaro incresparmi le labbra alla consapevolezza della mia testardaggine: io sapevo di non poter cambiare una persona soltanto con le mie forze, eppure per compiacermi avevo provato lo stesso.

-Andatevene!- risposi io, cercando di moderare il tono per non far capire il mio stato d’animo. –Tra un po’ esco!-
-No! Apri, ora!- esclamarono all’unisono.
 
Fuggita da casa di James, avevo chiamato subito Kevin, che avendomi accompagnata dal fratello pochi minuti prima, non era molto distante. Mi riportò nel mio appartamento. Non fece alcun tipo di domande e, anzi, mi accolse con il trucco colato e il corpo scosso dai singhiozzi che non ero riuscita a trattenere. Appena arrivata a destinazione, mi rintanai nel bagno. Da quanto avevo capito, Alice e Kevin stavano in sala, mentre Amber e Lexy tentavano di convincermi a parlare con loro. Le mie amiche mi tartassavano di domande, ciò nonostante per me erano solo un brusio lontano. Non sentivo niente, ero svuotata. Percepivo soltanto le gocce salate che, calde e copiose, mi rigavano il volto. Decisi di lasciarmi andare e sprofondare nei ricordi. Mi afflosciai sulla tazza del water, portai le gambe al petto e mi presi la testa fra le mani. Avevo ancora il mio parka che, nella fretta di stare da sola, non avevo neanche tolto, ed ero ghiacciata. Non capivo più dove iniziassero i brividi di freddo e dove si mescolassero con i brividi causati dagli spasmi dell’angoscia. Ricordai tutti i momenti passati con James: quando mi presentai a lui, il nostro primo appuntamento, le stupide litigate, i baci infuocati, le nostre pelli nude che si toccavano, le bocche che si sfioravano, le mani che si cercavano…

 Venni distratta dal suono del citofono. Dopo pochi istanti, una terza persona accorse in aiuto di Alexis e Amber.
-Sabrina, apri! Posso spiegarti. Non è come pensi tu!- affermò James con il fiatone, spingendo la maniglia per aprirla. Fortunatamente l’avevo chiusa a chiave. Spalancai di  scatto gli occhi abbandonando la mia bolla nera. Dovetti portarmi una mano davanti alla bocca per cercare di alleviare il rumore del pianto, che era diventato insostenibile. Non gli risposi neanche, non  avevo proprio le energie per farlo. – Piccola, ti prego! Ascoltami!-
-James, forse è meglio se vai ora. Quando starà meglio te lo facciamo sapere!- disse Amber. Bisbigliarono un poco e non avvertii ciò che dicevano, poiché le loro parole erano attutite dalla parete che ci separava.     
Continuare con quella sceneggiata mi faceva solo stare peggio. Presi il telefono dalla tasca del giubbotto e mandai un messaggio ad Alice.

“Per favore, mandatelo via! Appena se ne sarà andato, uscirò e vi racconterò ogni cosa! Lo voglio fuori da casa mia!”.
 

Cinque minuti dopo ero in salotto seduta sul divano abbracciata a mia sorella. James era stato trascinato via a forza da Kevin. Amber mi carezzava leggermente la testa e difronte avevamo Alexis. 
-Tesoro, vuoi raccontarci qualcosa?- mi chiese, dolcemente, ad un certo punto Alice. –Non per metterti fretta, ma noi non ci abbiamo capito niente! Cosa è successo tra te e il tuo ragazzo?- proseguì, arrivando dritta al nocciolo della questione.
-Ex! Il mio ex-ragazzo. Io e lui non stiamo più insieme!- precisai, tirando su con il naso e staccandomi leggermente dalla sua spalla. Puntai lo sguardo sulla sua maglietta: era completamente zuppa dei miei lucciconi ed anche  un po’ sporca di mascara sbavato. Non osai immaginare che aspetto avessi in quel momento.
-Cosa?- strepitarono tutte e tre insieme esterrefatte dalla mia decisione, osservandomi con gli occhi fuori dalle orbite.
-Già, volete sapere cosa è successo? Ero andata da lui e mi aveva accompagnata Kev. Ho trovato la porta aperta e ho visto James che baciava Nicole! Quel brutto bastardo mi ha tradito per tutto questo tempo! Mi diceva cose carine, mi prendeva per il culo e poi andava a letto con quella puttana! È uno stronzo. Ma la cosa peggiore, come se non ce ne fossero già abbastanza, è che io mi sono innamorata di lui!- sbraitai, esplodendo; un secondo dopo piansi istericamente e smisuratamente. -  Penserete che io sia soltanto una povera illusa! Lo penso anche io! Dio, come ho fatto ad innamorarmi di lui? James Harrison è il ragazzo più stronzo sulla faccia della terra, ed io sono riuscita a farlo entrare nella mia vita. Credevo di poterlo cambiare! Certo, come no! Gli ho raccontato di tutto, persino di Mattia!- confessai, pestando i piedi sul pavimento in evidente stato confusionale. Il mio corpo era permeato dalla disperazione e dalla tristezza e non riuscivo a concentrarmi su nessun’altra emozione. Notai gli sguardi interdetti di Amber e Lexy. –Mattia è un mio ex. Non ne voglio parlare. Non è importante.-
-Okay, ti sei sfogata! Ora lascia parlare noi.- mi consigliò Alice. Io annuii flebilmente, scacciando stizzita le ultime gocce salate sui miei zigomi .
-Secondo il mio modesto parere c’è un errore, ci deve essere un errore. È impossibile che ti abbai tradita.- proruppe Lexy, alzandosi dal divano e dirigendosi in cucina.
-No, cara. Non è impossibile, è appena successo!- gridai impazzita, voltandomi nella sua direzione e scorgendola intenta a prendere un bicchiere di acqua. Me lo porse e sussurrai un fioco “grazie”.
-Pensaci… –proseguì Amber, provando a farmi ragionare razionalmente –Mio fratello è veramente uno stronzo e puoi dirgli tutto quello che vuoi, non ti dirò che hai torto e non lo difenderò. Però non credo che ti abbia tradita! Prima l’avrebbe fatto senza troppi problemi, ma…è cambiato, lo vedo più maturo ed…. innamorato. L’hai cambiato, Brina.- concluse amabilmente, sorridendomi e alzando un sopracciglio accondiscende.  Alice annuì, evidentemente d’accordo con lei.
-No! Basta, mi ha tradita! Mi aveva invitata a casa sua e poi l’ho trovato in…quelle condizioni!- balbettai furiosa, agitandomi sul posto per non essere ascoltata e sostenuta dalle mie amiche. Non capivo perché non stessero inveendo con me contro James.
-Se ti stesse tradendo, non ti avrebbe invitata a casa sua per poi farsi trovare con le mani nel sacco. Non è così stupido. Con la porta aperta con quella sgualdrina, sapendo che stavi per arrivare!- esclamò Amber leggermente seccata, scuotendo la testa e incenerendomi con lo sguardo.
-Inoltre non credo che se ti avesse tradita gli sarebbe importato così tanto di te. È venuto qui di corsa, aveva i capelli ancora bagnati e sparati in tutte le direzioni! Ha rischiato di prendersi una polmonite solo per spiegarti. Se non gli importasse veramente di te non avrebbe fatto tutto questo. Ti avrebbe semplicemente lasciata andare!- continuò mia sorella. Rivolsi un’occhiata smarrita a Lexy e, stanca di quella situazione snervante, mi appollaiai sul sofà. Chiesi aiuto in una muta richiesta.
-Secondo me dovresti parlargli! Lascialo spiegare! Poi vedrai tu se andare avanti con questa storia o meno!- propose Amber. Le altre due concordarono semplicemente. 


JAMES'POV

-Lasciami andare!- strillai a mia fratello, che tenendomi con tutte le sue forze a pochi passi dal portone di Sabrina, tentava di impedirmi di tornare da lei. Ero inginocchiato sul marciapiede e Kevin mi teneva le mani dietro la schiena. Neanche fossi un carcerato! –Devo andare da lei!- dissi e provai a liberarmi con l’ennesimo strattone. Farfugliavo da alcuni minuti, però lui sembrava irremovibile e non mi permetteva di muovermi.
-Aspetta! Stai calmo! Adesso andiamo in macchina, ti porto a casa e poi mi racconti!-
-No! Devo spiegarle bene cosa è successo!- affermai fuori di testa. Avevo una tremenda paura di aver perso per sempre Brina. Sapevo che lei stava soffrendo e volevo rassicurarla sulla portata dei miei sentimenti. Essere consapevole dei suoi tormenti e non poter far niente, mi faceva sentire impotente e inutile.
-James, per l’amor del cielo! Lasciale sbollire la rabbia, tanto sta sera starà tutto il tempo con Lexy, Alice ed Amber. Domani vi chiarirete ed intanto io e te andiamo a casa, così mi spieghi tutta la storia. Non ci ho capito un emerito cazzo!- riprovò e, a quel punto, mi convinse.
 
Venti minuti dopo eravamo seduti sul divano di casa mia. Mi presi alcune ciocche di capelli tra le mani e le tirai per punirmi, anche se nulla di quella storia era colpa mia. La sola idea delle guance di Sabrina inondate da lucciconi, mi faceva andare in bestia. Kevin stava al mio fianco e, ogni tanto, scambiava sguardi indecifrabili con Andrew, che aveva chiamato appena eravamo saliti in macchina. Necessitavo di consigli di più persone.
-Spiega cosa è successo!- mi spronò Drew, il mio migliore amico dai tempi dell’infanzia.
-Io aspettavo Sabrina, tutto bello contento. Avevo deciso di fare una doccia e, appena uscito dal box, ho sentito il campanello suonare. Convinto che fosse la mia ragazza mi sono coperto solo con un asciugamano in vita e sono andato ad aprire. Non era Sabrina, ma Nicole. Era vestita da sgualdrina…- riassunsi brevemente ed a grandi linee, animandomi e sbracciandomi.
-Che novità!- mi interruppe mio fratello. Io gli regalai uno sguardo di fuoco e, ad un suo segno di scuse, continuai:
-Era vestita da sgualdrina e mi ha baciato. In quel momento è arrivata Sabrina. Ci ha visti abbracciati e con le bocche incollate. Io nudo praticamente e lei quasi! Ammetto che la scena possa sembrare un po’ ambigua, ma io non c’entro niente. Ho subito scansato Nicole, però ormai Sabrina mi aveva visto! Prima di andarsene mi ha stampato un calcio nei gioiellini di famiglia, che dolore! - conclusi con un espressione da cane bastonato. I due si scambiarono un’occhiata furtiva. –Quindi? Cosa faccio? Credo che Sabrina non ne voglia più sapere di me!-
-E allora?- domandò sfacciato Andrew.- Che t’importa?! Peggio per lei. Ritorna il James di una volta. Vatti a vestire, andiamo in un locale e portati a letto un bella cameriera senza pretese! Sabrina è carina, però ricorda che il mare è pieno di pesci!-
-Cosa?- chiesi sconvolto, probabilmente con occhi spiritati. Presi un profondo respiro per evitare di alzarmi e picchiarlo. –Tu non hai capito. Io non voglio portarmi a letto nessuna. Voglio Sabrina!- confessai, stringendo i pugni e osservando mio fratello, che se ne stava in disparte non intromettendosi nel nostro discorso.
-Ma perché ti stai fissando con una sola ragazza quando sai anche tu che puoi averne molte altre?!- mi affrontò sicuro di sé, piegandosi in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia e osservandomi con il coltello dalla parte del manico.
-Il sesso è bello! È una delle migliori esperienze della vita. Belle ragazze, tette grandi, sederi sodi, orgasmi multipli e così via. L’amore è tutt’altra cosa. È carezze, abbracci, baci, parole dolci. Lo  so, posso sembrarti un povero sfigato verginello che non l’ha ancora mai fatto, ma tu sai che non lo sono! Un po’ di tempo fa la pensavo esattamente come te. Non mi sarei mai complicato la vita in un relazione con una ragazza. Quando fai sesso con una donna e non la ami, è facile essere sicuri di sé. Non ti poni il problema di piacerle. Vederla godere è la conferma che ci sai fare, per questo ti piace. Ma tu prova a fare l’amore con una donna che ami, comprenderai le mie paure. Proverai la tremenda ansia di non essere abbastanza. L’amore ci rende fragili. E sai una cosa? Io preferisco mille volte essere fragile che fare sesso tutte le sante sere!- ammisi, respirando a fatica. Il mio amico mi guardò con superiorità e fremetti in attesa delle sue prossime parole.
-Non sono d’accordo con te. Perché  complicarmi la vita? Per poi finire come te? Seduto su un divano a piangersi addosso per una puttanella come le altre!- esclamò e, ancor prima di terminare la sua frase, strabuzzò gli occhi leggermente intimorito dal mio scotto d’ira: balzai in piedi inferocito, tuttavia Kevin fu subito al mio fianco  e mi trattenne per un braccio.
-Non dire mai più che Sabrina è una puttana! Baciare una ragazza diversa ogni sera, ubriacarti e ballare attaccato a quelle che sai che ci stanno perché anche in un bagno sporco te la danno. Ma un giorno, quando sentirai il bisogno di fare l’albero di Natale con qualcuno, di passeggiare in riva al mare stringendo una mano, e vorrai una donna che sappia amarti troverai solo puttane, perché le ragazze serie  avranno già sposato  un uomo vero!- sputai inviperito, cercando di fuggire da mio fratello. Gli assestai un pugno sulla spalla e vidi un’espressione di fastidio dipingersi sul suo volto, ciò nonostante non mollò la presa, anzi la fortificò maggiormente.
-Pensi di aver trovato questa donna?- mi chiese Andrew, sorridendomi vittorioso e per nulla impaurito dalla mia furia cieca.
-Lo spero tanto. Non posso esserne sicuro, perché non ho certezze del futuro, però di una cosa sono certo: io la amo. In un modo stupendo e come non ho mai amato nessuno!- rivelai sincero, stranito dal suo comportamento bizzarro.
-Allora vedi di riconquistarla!- disse Kevin alle mie spalle, spintonandomi e allontanandomi da lui. Mi voltai di scatto e lo vidi sogghignare con Drew. Quei due stronzi si erano messi d’accordo per farmi esplodere e ci erano anche riusciti! Mi ritrovai a ghignare tra me e me, oramai sicuro di ciò che il mio cuore dettava alla mia anima.


***
SABRINA'S POV
Sbuffai per l’ennesima volta e ruotai sul fianco sinistro, provando di prendere sonno. Era notte fonda e non avevo chiuso occhio neanche per cinque secondi. Non trovavo una posizione sufficientemente comoda per addormentarmi e mi rigiravo tar le coperte ogni minuto. Il cuscino aveva assunto la consistenza di una spugna a causa delle troppe lacrime versate. Ero in ansia per l’incontro con James. Avevo deciso di seguire i consigli delle mie amiche e provare a parlargli. Ero stata molto fredda con lui ed avevo mantenuto un tono neutro, dicendo che ci saremmo visti al locale poco prima delle nove.
I postumi delle ore buie trascorse in preda ai pensieri si fecero vivi la mattina seguente, quando delle orribili occhiaie violacee, dei capelli indomabili, un viso arrossato e un mal di testa atroce si riversarono su di me con una violenza inaudita.
Mi preparai e uscii di casa. Fuori il portone per poco non mi venne un colpo, scorgendo James in tutta la sua bellezza, tranquillamente appoggiato alla sua auto. Emisi un sospiro di frustrazione e un ringhio rabbioso. Decisi di avvicinarmi a lui per chiudere senza troppi indugi la nostra relazione malridotta.
-Dovevamo vederci al locale!- lo rimproverai, lanciando saette dagli occhi e con il fumo che usciva dalle orecchie. Vidi il suo sorriso, che era nato non appena mi aveva vista, affievolirsi e lo sguardo vacillare. Gli giunsi davanti e incrociai le braccia al petto.
-Lo so, però non riuscivo a stare un altro minuto senza la mia ragazza!- proruppe candidamente con la sua solita spavalderia e provò a baciarmi. Mi indispettii all’stante e mi scansai. L’arroganza con cui parlò mi diede la forza di spingerlo il più lontano possibile da me e di scrutarlo con decisione per fargli capire che non era affatto un gioco il nostro.
-La tua ex-ragazza!- precisai sprezzante, invitandolo comunque a dire qualcosa. Volevo solo terminare in fretta quella conversazione e gettarmi alle spalle quella brutta esperienza.
-Sabrina, perché fai così?- annaspò esasperato-  Io non sono andato a letto con Nicole! Ti avevo invitata a casa mia, mi ero fatto  una doccia ed ero appena uscito dal box. Ho sentito suonare il campanello e sono andato ad aprire in quelle condizioni perché pensavo fossi tu, invece ho trovato lei. Mi ha chiesto esplicitamente di fare sesso, lo ammetto. Prima avrei accettato senza indugiare un attimo, ma adesso no! Appena l’ho vista ho pensato a te e ho capito che non ti cambierei neanche con la pornostar più famosa del mondo! Perdonami! Non so esattamente per cosa ti chiedo perdono, in teoria non ho fatto niente. Mi sono ritrovato una battona davanti casa, ma l’ho mandata subito via perché ho già una ragazza stupenda! Io ti amo e non riesco a stare senza di te! Non sopporto l’idea di non svegliarmi con il tuo sorriso ad accogliermi, di non sentire la tua risata, di non toccarti e accarezzarti, di non baciarti, di non poterti vivere come vorrei. Non posso farti uscire dalla mia vita…- esalò, respirando faticosamente. I suoi smeraldi color  acqua-marina persero parte della luce che di solito rischiarava il suo sguardo e mi osservarono incerti e timorosi. La sua bocca tremò leggermente e non con la solita puntigliosità che la animava. James si mosse irrequieto e non con la decisione che lo contraddistingueva. Si avvicinò cautamente a me.
-Io vi ho visti abbracciati e con le bocche incollate!- gli ricordai, abbandonando parte della mia sicurezza. Non pensai neanche per un secondo alle parole che fuoriuscirono dalla mia bocca. Insomma, è clinicamente testato che nelle situazioni in cui non si sa cosa fare, si finisce per dire la frase meno sensata di tutte.
-Si lo so! Lei mi ha baciato e io, non so come, l’ho retta per i fianchi. Ti giuro, è stato  un riflesso involontario, non volevo. L’ho respinta subito! - annunciò, arrivando a sfiorarmi la punta delle scarpe con le sue.
-Io…io…. Insomma….-
-Credimi! Fidati di me!- mi supplicò, sentendo con i polpastrelli la morbidezza della mia guancia. –Ti amo. Non posso costringerti a dimenticare tutta questa faccenda, anche se lo vorrei, ma posso ripeterti all’infinito l’amore che provo per te. Sei la creatura più bella che io abbia mai incontrato e, ti prego, permettimi di amarti e prendermi cura di te e di abbandonarmi a te quando ne avrò bisogno.- concluse, scontrando la fronte con la mia e serrando le palpebre.

Tentò di assaporare come meglio poteva quel momento, forse perché credeva che non ce ne sarebbe stata più occasione, tuttavia capii che non potevo perderlo e rovinare ciò che c’era tra di noi, facendo vincere le mie insicurezze.  Mi fiondai tra le sue braccia e lo baciai, riversando nella sua bocca tutto l’angoscia, la tristezza, la sofferenza, il dolore, che mi avevano dilaniato.  Le nostre lingue giocarono insieme, intrecciai tra le dita delle mani alcune ciocche dei suoi capelli e li tirai lievemente. Lo sentii accennare una lieve risata, che venne subito respinta dalle mie labbra irruente.
Quando udimmo lo schiocco provocato dalla nostra separazione, riprendemmo fiato ansimanti nel mezzo del marciapiede, incuranti dei nivei fiocchi di neve che si posavano sui cappotti, del vento gelido che soffiava tra i capelli. I nostri corpi si incollarono, i nostri sguardi si cercarono, i nostri respiri si fusero.

-Ti amo.- confessai in un sussurro. 
   
 
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