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Autore: EuphemiaMorrigan    29/03/2017    5 recensioni
[Raccolta di Flashfiction MadaSaku]
Il segreto di un buon caffellatte sta nel rapportare in modo corretto la dose degli ingredienti, unendo al gusto forte e corposo del caffè la delicatezza e la dolcezza del latte caldo e, per i più golosi, una spolverata di cacao in polvere.
Il segreto di un buon rapporto di coppia è alquanto simile.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Madara Uchiha, Sakura Haruno
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Buon compleanno.

Angolo autrice: Lo ammetto, ci ho provato a trattenermi (Dato che già avevo scritto qualcosa per Sakura), ma non ho potuto dire di no a questa Sakura e questo Madara; ho il cuore troppo fragile ;_;
Comunque la coppia, questa volta, viene dalla canonverse Horror vacui (Mi sento una madre incapace di lasciare andare suo figlio, anche se maggiorenne ;_;), per cui i toni saranno un pochino più malinconici.
È ovviamente spoiler della storia, però io sono così legata a questa che, a parte aver frignato mentre scrivevo 'sta cazzata, non ne ho potuto davvero fare a meno.
Li amo tantissimo il Madara e la Sakura di quella storia, staccarmi da loro è... Complicato.
Ammetto che è anche leggermente più lunga di una flash, non sono riuscita a limitarmi in questa circostanza. Mannaggia a me! 
<3

Sakura sfiorò gentilmente, con la punta delle dita, i piccoli numeri stampati in nero sul calendario di cartone; li studiò attenta, sorpresa lei stessa di non aver ricordato quel giorno.
Rialzò gli occhi adombrati, seguendo il sorgere del Sole al di fuori dei vetri spessi e lucenti della finestra. Trovava stranamente malinconico il cielo privato delle sue stelle.
Trentotto anni...
All'inizio, subito dopo aver scelto consapevolmente, smettendola di reprimersi, di sconvolgere le fragili fondamenta della sua ritrovata vita a Konoha, il tempo aveva iniziato a scorrere lento, sadico; accentuava la frustrazione durante il lungo periodo di reclusione all'interno di quella grotta tenebrosa ed umida. Dove, fra le ombre generate dalle crepitanti fiammelle di un fuoco fortuito, ogni opprimente incubo pareva divenire reale e tangibile.
La paura, il freddo, li sentiva ancora sulla pelle fragile, vedeva forme mostruose oltre il sottile strato delle palpebre calate, e sapeva che quella sensazione asfissiante non l'avrebbe abbandonata. Mai del tutto.
Ma ormai ch'erano ben nascosti dagli shinobi dell'alleanza, il tempo sembrava andare avanti veloce, tanto da ritrovarsi a dover correre per rimanere al passo con gli eventi, non capacitandosi di come si fossero ritrovati lì, insieme, in una casa stabile, al sicuro da qualsiasi pericolo. Al caldo, amata... Terrorizzata.
Carezzò il ventre arrotondato, scacciando il lieve tremore, era stato un regalo di compleanno atipico ed anticipato scoprire, a nemmeno due anni di distanza dalla nascita di Mamoru, di essere di nuovo incinta.
Era stato spaventoso, sofferente, ancora una volta, nell'istante in cui aveva visto il viso di Madara rabbuiarsi, invaso da incertezza; stava appena imparando ad occuparsi di un figlio, con sforzo sovrumano i gesti bruschi cercavano di farsi più delicati, ed erano serviti mesi, uniti a subdole rassicurazioni, ben attenta a non approcciarsi a lui come se fosse debole od inadatto al ruolo di padre, prima che prendesse in braccio Mamoru di spontanea volontà. Le membra e le viscere congelate dall'ansia, e la sensazione d'aver appena sporcato quella creatura innocente al solo contatto con il proprio corpo marcio.
Un altro bambino forse era troppo da chiedere, da sopportare per entrambi...
“Auguri di buon compleanno, mamma!” Esclamò improvvisamente una vocetta acuta.
Sakura si voltò appena in tempo per vedere Mamoru lasciare in fretta la grande mano del papà, avvicinandosi a lei goffamente; le abbracciò una gamba, ricercò attenzioni al rendersi conto che, a causa dello sgomento, aveva assunto una posizione più rigida.
“Mamma, in braccio!” La richiamò offeso, assumendo un tenero cipiglio contrariato. Infantile, ma tremendamente simile a Madara in ogni suo gesto.
La donna allora si riprese, accucciandosi un poco così da sollevare il bambino e stringerlo al petto con affetto, scoccandogli un bacino rumoroso sulla guancia paffuta.
“Grazie... -Le iridi chiare, languide di lacrime trattenute a stento, si spostarono su Madara, e ripeté a voce bassa, commossa- Grazie di essertene ricordato”.
Lui scrollò le spalle, silenzioso come sempre; le orecchie infiammate d'imbarazzo e le labbra curvate in un leggero broncio irritato.
Sakura sorrise fra la chioma folta di Mamoru, comprendendo quanto gli fosse costato quel momento di tenerezza, seppur avesse mandato un messaggero a fare il lavoro sporco; piccolo portavoce che, in quel momento, era concentratissimo a tastare il morbido seno con le manine, probabilmente affamato.
“Vuoi... Ecco, lo teniamo? So che Mamoru è impegnativo... E forse, un altro bambino...”.
Madara aggrottò le sopracciglia, notando il tremore nel tono della compagna, la sua insicurezza; la immaginò abbassare il capo tristemente, non sapendo cosa fare, o cosa dire. Decise così, quella volta, di non lasciarla sola e, accennando un sospiro, parlò finalmente “Uno in più od uno in meno, ormai che differenza fa?”.
Avere più ragazzini in casa, in fondo, sarebbe potuto andare a suo vantaggio in certe occasioni, quando il carattere avvizzito da eventi passati gli avrebbe impedito di dimostrare a parole quello che provava, trovando quindi nella voce dei figli anche la propria.

   
 
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