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Autore: WeArePerfectlyImperfect    29/03/2017    0 recensioni
Rose Mickle sta frequentando il suo ultimo anno di liceo alla Monument Valley High School e tutto ciò che vuole è passare un anno tranquillo e senza drammi. Quello che non si aspetta però è il ritorno del suo ex migliore amico, Kyle Arscott, perché espulso da un collegio situato dall’altra parte del Paese per cattiva condotta. Bello da mozzare il fiato e proprio come un Dio greco, Kyle è pericoloso per tutte le “comuni mortali” ed è pronto a portare scompiglio nella vita di ogni studente della MVHS, in quella di Rose inclusa.
«Ogni ragazza vorrebbe avere un cattivo ragazzo che sia bravo solo con lei. Ogni ragazzo vorrebbe avere una brava ragazza che sia cattiva solo con lui.»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ultimo primo giorno di scuola del mio ultimo anno di liceo. Quella mattina mi ero svegliata alquanto di buon umore, con la sicurezza che i miei giorni in quell’inferno di scuola a cui ero obbligata ad andare stavano finendo. Era il mio ultimo anno, e dopo sarei andata nell’università più lontana in assoluto da quel buco di paese in cui mi ero ritrovata a vivere. Nessuno poteva rovinarmi quel primo giorno, nemmeno quella stronza di Brittany, nemmeno…

Ah sì scusate, forse dovrei tornare indietro di un bel po’ di anni per spiegarvi perché Brittany si è guadagnata l’epiteto di Stronza (sì, con la s maiuscola).

La mia infanzia è sempre stata rose e fiori, i miei genitori erano le persone migliori del mondo e non mi facevano mancare nulla.

Le cose iniziarono a cambiare quando all’età di sei anni iniziai la prima elementare. Ora, c’è da dire che sono sempre stata una bambina super timida e piena di insicurezze, ma non era mai stato un vero problema, perché comunque riuscivo sempre a trovare qualcuno con cui giocare, ma la timidezza aumentò quando mio padre decise di lasciarci per andare a cercare “il suo vero scopo nella vita”.
All’epoca credevo davvero che fosse in cerca di qualcosa, magari un tesoro sepolto su un’isola deserta, che poi mi avrebbe portato come regalo una volta tornato. Ma adesso so che il suo “scopo nella vita” voleva semplicemente dire che si era trovato un’altra donna e che per lui eravamo diventati più un peso che altro.

Ma comunque, torniamo a noi, io e mia madre ci trasferimmo nella città dei miei nonni, che così loro potevano dare una mano a crescermi, visto che lei doveva lavorare praticamente 24 ore su 24 per mantenermi, e così io dovetti cambiare scuola, amici… TUTTO.

Direte voi, “Che sarà mai?” oppure “I bambini fanno in fretta amicizia”, credetemi, in una piccola cittadina come quella i bambini non fanno amicizia facilmente. Erano cresciuti tutti insieme tra di loro praticamente dalla nascita e quindi formavano gruppi ben ristretti e “privati”. E adesso lasciatemi anche dire che la fortuna a quel tempo (non che ora sia diverso eh) non era proprio dalla mia…
Esattamente due giorni prima di iniziare nella mia nuova scuola caddi nel giardino davanti a casa mia, strisciando praticamente tutta la faccia sulle pietre del vialetto. Già.

Quindi adesso immaginatevi, una bambina di sei anni, nuova, un po’ sdentata per via dei denti da latte persi e con la faccia piena di croste: carina eh?. Inutile dire che il mio primo giorno fu un inferno.

«Bleaah, ma cosa hai in faccia??»

«Magari ha una malattia contagiosa!! Non toccatela!»

Andate a spiegare a bambini di sei anni che si è solo caduti e che in realtà non si è malati. Impossibile.

C’era in particolare una bambina che continuava a prendermi in giro più di tutti gli altri, e non solo per le mie croste in faccia, ma anche per il fatto che fossi un po’ più grassottella di lei, per il fatto che avessi i capelli corti (no comment, chiedete a mia madre per questo) e per via delle mie scarpe con i buchi, che erano appartenute a tutti i miei cugini prima di passare a me.
Il nome di questa bambina era Brittany (sì, quella Brittany), ma aspettate, il soprannome di Stronza non se l’era guadagnato già alle elementari, il meglio deve ancora arrivare.

Un giorno Brittany e alcune sue amiche mi stavano prendendo di nuovo in giro per via delle mie scarpe bucate «Ma sei povera che hai le scarpe con i buchi?»
«Magari ha i topi in casa che gli mangiano le scarpe» aveva detto una di loro reprimendo una smorfia di disgusto.
«E perché sono da maschio? Sei un maschio tu Rose?» aveva incarato la dose Brittany. Io ero sull’orlo delle lacrime, devo ammettere che già al tempo le bambine sapevano davvero essere crudeli, e sicuramente con il passare degli anni non erano migliorate proprio per nulla, anzi.
«Lasciatela in pace!» un bambino si era finalmente fatto avanti per salvarmi dalla crudeltà delle mie compagne di classe (ed era anche ora dopo quasi due mesi!). Nessuna di loro riuscì a ribattere e tornarono a giocare tra di loro.
«Grazie…» avevo risposto timidamente a quel bambino, che nella mia testa me lo immaginavo già come il mio principe azzurro, che mi veniva a salvare e che mi avrebbe sposato e giurato amore eterno (aah, l’immaginazione dei bambini…)
«Anche io ho un buco nelle scarpe… Me lo sono fatto ieri cadendo.» mi aveva detto e poi mi aveva sorriso, anche a lui gli mancavano i denti davanti, cosa che lo rendeva ancora più adorabile ai miei occhi.

Da quel giorno io e quel bambino diventammo grandi amici. Ne passammo davvero tante insieme, ci trovavamo spesso dopo scuola a giocare e qualche volta lo invitavo anche a casa mia a mangiare, quando la mamma me lo permetteva.

Adesso, come tutti voi saprete, l’infanzia non è solo che una minima parte della vita, e tutti prima o poi crescono. Il primo a crescere fu proprio il mio migliore amico, con il passare degli anni si era allungato in altezza e il suo corpo aveva iniziato a definirsi sempre di più. Io invece sembravo rimanere sempre uguale: grassottella e con l’apparecchio.

Iniziammo le medie, sempre insieme, sempre migliori amici o meglio… Io stavo iniziando a provare qualcosa di totalmente nuovo per lui. Ogni volta che mi sorrideva sentivo le farfalle nello stomaco e tutte quelle cose lì che si credono all’età di 13 anni sull’amore. Purtroppo per me, non ero l’unica ad accorgermi che il mio migliore amico stava crescendo e diventando un gran bel ragazzo.

Un giorno dopo scuola fui invitata alla festa di compleanno di Brittany: mi disse (e cito) “Una festa per pochi eletti” e poi mi porse l’invito. Ero al settimo cielo! Forse aveva capito che dopo tutto era stata davvero cattiva alle elementari e ora voleva diventare mia amica. Ero elettrizzata all’idea. Passai tutto il resto della settimana a pensare a quella festa imminente “Come mi sarei dovuta vestire?!”

Il giorno della festa arrivò, anche il mio migliore amico era stato invitato, e così ci portò mia madre «Rose chiamami quando vi devo venire a prendere!»

La sera passò in tutta tranquillità fino a quando Brittany non venne da me con un falso sorriso (perché non me ne ero accorta allora?) e iniziò a farmi domande sul mio amico.

«Ti piace non è vero?»
«No!» avevo risposto, forse un po’ troppo di fretta per essere credibile
«Oh andiamo! Sono tua amica no? Di me ti puoi fidare…» non so cosa il cervello mi avesse detto in quel momento, e perché mi stessi davvero fidando di lei… con tutte le persone di questo mondo, proprio Brittany!
«Bhé io…»
«Dai, ammettilo, non c’è nulla di male!»
«Sì… Mi piace davvero tanto»
«E cosa ti piace di lui?»
«Tutto! Mi piace…» e mi ero messa a fare l’elenco di tutto ciò che amavo del mio migliore amico, dai suoi capelli al suo stile, passando per la sua personalità. Avevo detto un sacco di cose stupide e imbarazzanti, ma in quel momento mi fidavo davvero di Brittany.

Cercando di farla breve e indolore, quella conversazione fu registrata da una delle amiche di Brittany e fatta vedere e ascoltare (ebbene sì, c’era audio e video) al diretto interessato. Se l’imbarazzo avesse mai potuto uccidere, io sarei morta quella sera.

Nei giorni successivi la nostra amicizia si incrinò sempre di più, lui cercava sempre una scusa per non passare del tempo con me. Io ero sempre più disperata, stavo perdendo tutto quello che avevo, ma non riuscivo ancora a comprendere appieno il perché.

Finché non arrivò la mia doccia fredda.

«Ciao!»
«Oh Rose…»
«Mi stavo chiedendo se-»
«Non possiamo più essere amici.» mi aveva interrotto lui brusco
«C-Cosa?»
«Perché non voglio più avere niente a che fare con te.» una parte di me probabilmente l’aveva già capito da un po’, ma sentirselo dire in faccia era tutta un’altra cosa.
«P-Perché? Cosa ti ho fatto?!»
«Ma ti sei vista in faccia? Non siamo più alle elementari.» aveva sbottato lui, e in quel momento Brittany si era avvicinata a noi.
«Rose, non capisci che continuando a girarci-» sì aveva usato il “noi” «-Attorno ci rovini la reputazione? Sei grassa e brufolosa, e sinceramente non so nemmeno se tu sia una femmina o un maschio. Nessuno ti vuole come amica.» eccola la mia doccia fredda. Non ero abbastanza “IN” per lui, e neanche abbastanza bella.

Non ci rivolgemmo più la parola, io ero caduta in depressione, non mi ero mai vista come grassa o fuori luogo, fino a quel momento. Smisi di mangiare e iniziai a far preoccupare mia madre.

Il mio punto di svolta fu l’estate tra la prima e la seconda media. Decisi di prendere in mano la mia vita e di riconquistare il mio migliore amico. Passai tre mesi in palestra, ad allenarmi, iniziai a mangiare più sano e mi passai le sere su You Tube per vedere tutorial di trucco e per i capelli.

Il primo giorno di scuola dopo le vacanze ero carica come non mai: una nuova Rose risorta dalle ceneri, e pronta a spaccare il mondo, o almeno così credevo. Non avevo fatto conto però che potevo non essere l’unica ad essere cambiata.

Lo vidi nei corridoi, camminava con sicurezza e stava ridendo per qualcosa. “Adesso o mai più, vai lì e lo saluti” continuavo a ripetermi.
Mi ero finalmente decisa a farlo (dopo una lunga discussione con me stessa nella mia testa), ma mi bloccai quando vidi Brittany, che si era ancora fatta più perfetta durante l’estate (come era possibile?), andare incontro al mio amico ed infilargli la lingua in bocca.

Oh.

Già.

Il mio cuore si spezzò. Ma non era finita lì, per in quel momento entrambi si accorsero di me «Cosa  hai da guardare?» mi aveva chiesto Brittany con quella sua voce da figlia del diavolo.
«Lasciala stare…» aveva ribattuto il ragazzo, e io mi stavo già illuminando, forse c’era ancora una speranza, ma le parole che vennero dopo mi diedero il colpo di grazia «È solo una povera sfigata.»

Fu quello il momento in cui per me Brittany divenne “la Stronza” e in cui il mio migliore amico divenne il mio ex migliore amico.

Da quel momento le nostre strade si separarono definitivamente. Lui divenne popolare, una leggenda vivente della scuola: non solo era incredibilmente bello, ma anche incredibilmente stronzo. Lui e Brittany non perdevano occasione di mettermi in imbarazzo e sembravano davvero fatti l’uno per l’altra. Li odiavo con tutta me stessa.

Inutile dire che quel periodo fu un vero inferno per me.

Il cielo però ha voluto farmi un regalo dopo l’ultimo anno di medie: il mio ex migliore amico fu mandato dall’altra parte del paese a studiare in un collegio. Non lo rividi più, leggende popolari continuavano a circolare ancora sul suo conto, ma almeno lui non era più presente per tormentarmi fisicamente.

I tre anni di liceo erano stati decisamente tranquilli se messi a confronto con quelli delle medie, certo Brittany la Stronza era sempre presente, ma per la maggior parte del tempo riuscivo ad ignorarla.

Ed ora eccomi qua, all’ultimo anno di liceo, pronta come non mai e determinata a tenere un profilo basso per vivere con serenità il mio senior year.

«Rose!» mi sentii chiamare, mi voltai e vidi la mia amica Beth corrermi incontro «Rose aspetta!» si fermò davanti a me con il fiato corto «C’è qualcosa che devi-»
Sentimmo qualcuno gridare «Cosa sta succedendo?» chiesi io, guardando la massa di studenti che si affrettava fuori dalla scuola.
«Proprio di questo volevo avvertirti, che-» non servii che Beth finisse la frase, perché un nome iniziò a serpeggiare tra gli studenti accalcati sulle scale. Sentii il sangue gelarmi nelle vene, non era possibile.
E poi lo vidi. Scendere dalla macchina e attraversare il parcheggio. Era ancora più bello di quanto lo ricordassi.

Kyle Arscott.

Probabilmente avevo combinato qualcosa di veramente brutto e cattivo in una delle mie vite passate, perché il mio ex migliore amico era tornato.
 
 
 
Ciao Gente!
Ecco a voi l’inizio della mia nuova storia. Spero di aver catturato la vostra attenzione (vi ho anche inserito già la copertina yeheee), fatemi sapere cosa ne pensate, commentate, consigliatemi, fate congetture, qualsiasi cosa vi prego ahahah
Al prossimo capitolo J
WeAreperfectlyImperfect
PS. Passate su Wattpad a leggere la mia nuova storia, si intitola "You're both the problem and the solution", ed è una teenfiction.
Vi lascio qua il link --> http://https://www.wattpad.com/user/Raumalainen
   
 
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