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Autore: Tec6    29/03/2017    0 recensioni
“Io sono Reman, un allenatore mediocre che cerca di vivere al giorno; mi è stato portato via tutto, i beni materiali, la mia vecchia vita e persino la mia dignità; ma per quanto possa essere ardua la mia vita, c’è una cosa che non potranno mai togliermi: la volontà… La volontà di sopravvivere!”
Questa è la prima storia che scrivo, quindi siate clementi. Comunque ogni critica è ben accetta, se costruttiva
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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2 giorni. Erano passati 2 giorni dalla mia partenza e non sono ancora arrivato a Temperopoli. Ho trovato più pokemon selvatici in questi due giorni che nelle ultime due settimane. Per fortuna che, con l’aggiunta di Lucario, lasciatomi da Ornella, avevo un team formidabile. Continuando a camminare non trovai niente. La sera giunse rapidamente, decisi così di accamparmi.
Una volta accampato mi sdraiai e guardai il cielo. C’erano moltissime stelle, molte di più di quanto fossi abituato. Forse perché ero nato in una metropoli. No. Ero cresciuto a Luminopoli ma non ero nato lì. Avevo dei ricordi molto frammentati, ricordavo solo che mia madre mi aveva spedito qui per proteggermi, non ricordavo quasi nient’altro di dove fossi nato. Vivevo in una città portuale, mia madre possedeva un Raticate con cui a volte mi capitava di giocare. Poi a un certo punto smise di esserci, a quei tempi non avevo capito ma ora potevo benissimo fare due più due. “Golbat” avevo fatto uscire Golbat dalla pokeball. “Cosa ti ricordi di mia madre?” parlavo con un essere che forse nemmeno capiva quello che dicevo. Non sembrava capire infatti. “La tua vecchia allenatrice intendo. Ti ricordi qualcosa?” continuava a non capire. “Lascia perdere, non importa” non sapeva parlare e non capiva quello che dicevo ma capiva perfettamente come mi sentivo. Si avvicinò a me e mi si strusciò contro come se fosse uno Skitty. Un animale così grande e feroce paragonato a uno Skitty. Ironico. Non avrei mai superato questa cosa. Mi addormentai preso dallo sconforto.
Mi svegliai nel cuore della notte a causa di un rumore. Misi le mani alle pokeball. Golbat era irrequieto e io con lui. Probabilmente si trattava di un pokemon selvatico. Il rumore si faceva sempre più forte. Notai una figura sbucare fuori da un cespuglio e Golbat gli si avventò contro. Quella figura urlò. “Fermo Golbat”. Puntai una torcia verso la figura e potei vederla meglio. Era una ragazza. Era parecchio bassa e magra. “Sei un allenatore?” mi chiese raspirando affannosamente. “Si, tu chi sei?”. La squadrai meglio. Aveva un viso magro e dei capelli rossicci raccolti, il tutto adornato da due occhi chiari sporcati da delle lacrime. Avrà avuto massimo al mia età. “Ti prego aiutami!” mi implorò. “Stavo viaggiando per i boschi assieme a dei miei amici, quando siamo stati attaccati da un gruppo di banditi” mi si avvicinò aggrappandosi a me, pungendomi coi suoi capelli aromatizzati. “Ti prego” pianse. “Ok, portami là”.
La seguii dopo aver fatto rientrare Golbat nella pokeball, non doveva dare nell’occhio. Giungemmo sul posto in poco più di un minuto.
Non capivo, il posto era deserto.  Neanche il tempo di chiederle spiegazioni che mi sentii venire un mancamento. Crollai a terra. Poi non ricordo più nulla, solo un rumore e che mi risvegliai legato a un albero.
Pur essendo stordito riuscii comunque a vedere quello che stava succedendo. La ragazza che mi aveva chiesto aiuto stava parlando con degli uomini; uno dei quali, che sembrava essere il loro capo, sembrava lo stesso che avevo affrontato fuori da Cromleburgo. Le stava consegnando dei soldi. Era tutto chiaro: mi ha iniettato del sonnifero quando si era avvicinata a me per potermi consegnare a loro. Subito dopo essere stata pagata, se ne andò per la sua strada come se nulla fosse. Manco fosse una mercenaria. Non che io potessi giudicarla, aveva bisogno di sopravvivere e io per tutta la mia vita non ho fatto altro che arrancare per arrivare al giorno dopo. Non eravamo poi tanto diversi. Restava comunque il fatto che stessi rischiando la vita e non vedevo una via di fuga, non questa volta.
Il mio nemico si avvicinò a me. “Tsk” disse “basta un bel faccino per farti abbassare la guardia. Che stupido!”.
“Hai idea di chi sono io? Sono Dutch, il miglior criminale della regione di Kalos e non accetto di essere intralciato da un ragazzino col muco al naso” mi sbraitò contro. Risi. Eccome se risi. “Sei un criminale così abile che ti occorrono certi stratagemmi per eliminare un solo uomo. Patet..”
Fu rapido e mi colpì molto forte; mi sarebbe rimasto il segno. “Silenzio microbo, tu.. aspetta cosa?” sentimmo un forte struscio d’acqua proveniente dal lago qui affianco. Essendo bloccato non potevo vedere quello che stava succedendo ma capii che non era nulla di buono. Sentii un verso talmente stridulo che sembrava provenire dall’oltretomba. Fui investito da un getto d’acqua così forte che spezzò l’albero in due liberandomi. Potei finalmente guardarmi intorno. Eravamo stati attaccati da una creatura marina alta più di due metri, sembrava un Lapras ma era molto diverso da come era rappresentato nel libro mostratomi dal signor Elisio, era feroce oltre ogni immaginazione. La prima cosa che mi venne in mente fu di mettermi al riparo per studiare la situazione. Gli sgherri che accompagnavano Dutch si erano rintanati dietro a delle rocce terrorizzati da quella creatura che faticavo a definire un pokemon. “Vai Lucario usa forzasfera” dissi mandando in campo il mio pokemon. L’attacco colpì in pieno quell’essere, che non sembrò risentirne più di tanto, infatti contrattaccò con un altro getto d’acqua che mandò quasi ko il mio pokemon più forte. Dovevo cambiare strategia. “Charmeleon usa muro di fumo” mandai in campo il mio pokemon, che oscurò la visuale di quel Lapras. “Ora Lucario usa forzasfera in movimento” ordinai. La mossa forzasfera è infallibile e può essere usata senza fermarsi a prendere la mira, quindi, visto che aveva la visuale bloccata, il nemico non poteva capire la posizione del mio pokemon basandosi sulla direzione da cui arrivavano gli attacchi. In breve era bloccato.
Andò avanti così per qualche minuto e Lapras, finalmente, sembrava spossato. “Charmeleon usa lanciafiamme” ordinai. Il mio pokemon, mentre caricava l’attacco, fu avvolto da una luce bianca che una volta dissolta ne rivelò il nuovo aspetto. Ora aveva le ali e una stazza tre volte quella precedente; si era evoluto in Charizard. L’attacco fece molti più danni di quanti ne avessi previsto e fece crollare il pokemon nemico. Non persi tempo e gli lanciai una pokeball riuscendo a catturarlo senza problemi. Raccolsi la sfera e me ne andai, senza degnare di uno sguardo i presenti, che mi fissarono muti mentre mi allontanavo. Avevo vinto.
   
 
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