Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lady_Levi_Malfoy    29/03/2017    2 recensioni
Si alzò e andò alla finestra a guardare il cielo > domandò inutilmente alle stelle >. Se lo chiedeva spesso, ma aveva smesso di sperare in una risposta già da molto tempo. Eppure quella notte, con il cielo illuminato dalle stelle, Levi aveva di nuovo una piccola speranza, quella speranza che lo avrebbe fatto soffrire ancora a lungo.
Genere: Erotico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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La realtà



Un bambino se ne stava seduto sul letto accanto al corpo della madre ormai defunta. Non riusciva a capire come mai ella non si destava dal sonno. Decise di uscire di casa e andare dal capo della madre per chiedergli un pezzo di pane da mettere sotto i denti. Uscì dalla casa buia e si diresse verso l'edificio dove la madre si recava ogni giorno. Salì le scale lentamente e bussò ad una porta. Una ragazza che avrebbe potuto avere al massimo diciott'anni gli aprì. Aveva un vestito rosso molto scollato e il trucco era accentuato sugli zigomi e sulle labbra. << ciao tesoro, posso aiutarti? >> sorride a Levi. Lui non rispose, si limitò a guardarla con sguardo vuoto << quanti anni hai? >> chiese la ragazza con gentilezza guardando il piccolo apprensiva. Levi alzò la manina e fece gesto di avere 5 anni. La ragazza sorrise e lo fece entrare << sei il figlio di Kuchel vero? >> il bimbo fece di sì con la testa mentre seguiva la ragazza dentro una stanza con un letto coperto da lenzuola rosse. << avrai molta fame >> prosegui la giovane << tieni, un pezzo di pane. È piccolo ma è l'unica cosa che mi è rimasta >> disse porgendogli il piccolo tozzo << dov'è la mamma? >> chiese mentre riordinava la stanza . Il bambino la guardò con innocenza prima di rispondere << lei non si sveglia da due giorni, non ha mai dormito tanto. Pensi che si riprenderà? >> la guardò occhi pieni di speranza mentre divorava il piccolo pezzo di pane. L'altra si incupì << ora devi andare via tesoro, se il mio capo ti vede qui, finirai nei guai >> disse spingendolo verso la porta << la tua mamma starà bene, ne sono certa >> lo guardò << ora meglio se.... >>. La frase gli morì in gola quando scorse oltre la porta l'uomo che le fungeva da capo << bene, bene >> esordi l'uomo guardando Levi << abbiamo un bastardello che viene a reclamare la madre >> rise divertiro e alzò la testa di Levi dai capelli << di chi sei figlio moccioso? >>. Il bambino lo guardò con gli occhi appena lucidi << di Kuchel signore.>>
<< come ti chiami bastardo? >>
<< Levi, signore >> disse con la voce tremante.
<< Bene, Levi >> canzonò l'uomo << ora portami da tua madre che ha bisogno di una lezione per non essere venuta al lavoro per due giorni >> spinse il bambino giù per scale << e con te, troietta, facciamo i conti dopo >> sbattè la porta della ragazza e la chiuse nella stanza a chiave. Uscito spingeva Levi a calci per portarlo a casa. 
Entrò nell'abitazione e vide il cadavere della donna. << questa puttana è morta >> la guardò incupito senza curarsi di Levi che aveva sgranato gli occhi << questa puttana è morta, mi faceva fare un sacco di soldi >> si voltò verso Levi. << moccioso sai perchè tua madre è morta? Per colpa tua, se non ci fossi stato tu lei avrebbe mangiato, invece di dare il suo cibo a te e ora, ora devi pagarne le conseguenze >> si avvicinò a Levi che stava indietreggiando impaurito. 
L'uomo lo afferrò per un braccio e lo spinse contro al muro. Iniziò a picchiarlo, prima con le mani e poi con la cintura dei pantaloni. Il bambino urlava e piangeva incapace di sottrarsi da quella furia. Il padrone del bordello lo fece alzare e lo portò sul tavolo della cucina. Gli alzò la maglia che gli copriva fino a sopra le ginocchia e gli sfilò l'intimo che la madre gli aveva procurato di fortuna. L'uomo si calò i pantaloni e si distese tra le gambe del piccolo. << Ora, mocciosetto, imparerai il lavoro di tua madre >> disse ghignando mentre Levi era scosso dai singhiozzi. L'atto fu molto violento. Il bambino aveva passato tutto il tempo a piangere e a urlare invocando pietà. Appena si ritenne soddisfatto, si allontanò dal piccolo e gli sputò addosso con disprezzo. Le lacrime bagnavano il viso di Levi mentre l'uomo lasciava l'abitazione. Si sedette in un angolo della camera con le gambe strette al petto.

*******

Era quello che sognava da diversi anni ormai. Erano passati pochi mesi dalla morte di Farlan e Isabel, eppure da quel giorno aveva ripreso a sognare la morte della madre. Perchè proprio da allora? Perchè proprio da allora aveva smesso di passare le poche ore di sonno in maniera tranquilla? I primi giorni non aveva chiuso proprio occhio, il volto terrorizzato di Isabel e quello rassegnato di Farlan lo tormentavano. Ma poi aveva ripreso a dormire e a sognare quel momento della sua vita. Il momento in cui a aveva capito quanto crudele fosse il mondo, il momento in cui si era convinto che la feccia come lui non aveva il diritto di tirare su la testa e di sognare qualcosa di migliore. Si stropicciò gli occhi con le mani e meravigliò nel sentirle umide. Ora piangeva anche nel sonno? Si alzò e andò alla finestra a guardare il cielo << mamma, perché continuo a sognarti? >> domandò inutilmente alle stelle << Farlan, Isabel, perché mi avete lasciato solo? >>. Se lo chiedeva spesso, ma aveva smesso di sperare in una risposta già da molto tempo. Eppure quella notte, con il cielo illuminato dalle stelle, Levi aveva di nuovo una piccola speranza, quella speranza che lo avrebbe fatto soffrire ancora a lungo.
   
 
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