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Autore: Siamo_infiniti    30/03/2017    1 recensioni
Un brevissimo slice of life della vita in tour dei Tokio Hotel ambientato tra il concerto di Milano e quello di Roma.
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"Se pensa che ha ancora un mese di girotondo per l'Europa, però, non riesce a non esserne felice. È quella la sua vita ed è composta –e resa migliore- da coloro che lo accompagnano ogni giorno attraverso essa."
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838 parole
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornata da Milano e non ancora pienamente consapevole di aver visto i ragazzi dal vivo, di aver cantato con loro e aver desiderato che il concerto andasse avanti una notte intera, ho avuto voglia di buttare giù due righe nosense. Insomma, mentre ero lì in preda all’ansia (grazie a chiunque mi abbia sopportata quel giorno) mi continuavo a dire che i ragazzi erano lì, nello stesso posto in cui eravamo noi.

Con questo slice of life molto on the road spero di farvi sorridere regalandovi un po’ di spensieratezza.

Fatemi sapere,

M.

 

 

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Bill alza il braccio in segno di saluto, si volta prima verso sinistra, poi verso destra, sorride alla folla urlante mentre si congeda dall'ennesimo show appena terminato, sente gli applausi che lo seguono fin fuori dalla scena, l'emozione che gli ruggisce nel cuore. Appena imbocca il retro delle quinte, il suo assistente gli passa un asciugamano e lui si tampona il viso, è sudato e ha voglia di una doccia calda ma è estremamente soddisfatto della serata. Milano è sempre stata una città favolosa, li ha sempre accolti con estremo calore ed anche questa sera non si è smentita. Si è particolarmente sorpreso di come tutti, ma davvero tutti, abbiano cantato l'intera Durch den Monsun in tedesco. Non riesce mai a capacitarsi di come riescano a ricordarsi tutte le parole di ogni canzone, anche quelle più vecchie quando lui stesso spesso fa fatica.

Si ferma vicino alla parete del lungo corridoio e vi si appoggia con la schiena, prende un grosso respiro mentre l'adrenalina continua una corsa per tutto il suo corpo: non gliela fa sentire, la stanchezza, quella che si è accumulata durante quei giorni di tour. Se pensa che ha ancora un mese di girotondo per l'Europa, però, non riesce a non esserne felice. È quella la sua vita ed è composta –e resa migliore- da coloro che lo accompagnano ogni giorno attraverso essa.

Un importante componente di quella famiglia un po' allargata sta camminando verso di lui con passo ciondolante. Sicuramente gli sta per venire un crampo al polpaccio, pensa Bill. Succede sempre a fine show. Gustav gli sorride e quando gli è accanto gli da una pacca sulla spalla, una di quelle che fanno ridere Bill. Però poi si massaggia la parte colpita mentre segue con lo sguardo il suo amico e lo vede prendere subito il telefono. Sorride. Sicuramente sta per chiamare la moglie per sapere se la bambina si è addormentata. Dice che ultimamente fa un po' fatica, forse saranno i denti che le danno fastidio, o chissà. Bill non si intende molto di bambini, ma aspetta che la nipotina acquisita compia un anno per farle un bel regalo, uno di quelli da zio preferito. Deciderà con Tom cosa comprarle.

La folla adesso applaude più forte, Bill è sicuro che suo fratello e quel matto di Georg stiano facendo il loro saluto ai fans, buttando acqua ovunque, ovviamente. Pochi minuti dopo, ecco Tom che arriva insieme all'amico di una vita, i due si spingono e ridono, sono esausti ma sono felici, proprio come lui.

“Ottimo show, andiamo a festeggiare, Queen B” gli sorride il bassista facendogli l'occhiolino e Bill cerca di dargli un calcio. Adora scherzare con Georg, è sempre tutto così divertente con lui “anche se hai stonato cantando ti offro dello champagne” continua prendendolo in giro.

“Ehi! Io non ho stonato!” finge di indignarsi Bill e questa volta il calcio riesce a darglielo davvero. Gli viene da ridere e Georg scappa un po' più in là divertito. Continua a canticchiare una loro melodia e raggiunge la fine del corridoio, sparendo dietro una porta.

Soli, adesso, i due gemelli si abbandonano ad un sorriso e Bill si stacca definitivamente dalla parete. Sugli occhi ambrati di Tom cade un ciuffo di capelli che fa sbuffare l'altro, le mani sui fianchi esili.

“Te l'ho detto che dovevi metterci una forcina” ripete. Glielo avrà detto mille volte ma niente…

“Non esiste” ride Tom e, allo sguardo scocciato del fratello, gli posa un braccio sulle spalle “allora… soddisfatto?”

“Molto” risponde Bill mentre si lascia guidare da lui “se non fosse che non mi consideravi quando mi avvicinavo a te…”

Tom continua a ridere e stringe più forte il braccio attorno al collo del gemello, lo fa piegare leggermente verso di lui e Bill oppone una blanda resistenza.

“Mi rovini i capelli, scemo” borbotta cercando di non mostrare quanto in realtà apprezzi quelle attenzioni, anche se un po' rudi. Ma d'altronde Tom è così. Prendere o lasciare, e lui ha stretto una sorta di patto alla nascita: prendere.

“Ah. Scusatemi Queen B” e mentre lo dice passa la mano libera tra i suoi capelli, spettinandoglieli. I due ridono, sono felici. Forse è questa la vita che si erano immaginati? Sì, ma non ci avrebbero mai sperato… vivere di musica, la forma d'arte migliore in assoluto, per loro.

“Adesso andiamo. I ragazzi ci aspettano.”

Continuano a pizzicarsi e a infastidirsi a vicenda mentre percorrono gli ultimi metri che li dividono dal ritorno sotto le luci della ribalta: molti fans li attendono per un brindisi e per festeggiare con loro. Tom capisce bene che Bill vorrebbe solo dormire ed è sicuro che anche quella sera crollerà in tempo record: saranno in viaggio per Roma e dovranno dormire sul tourbus, nelle loro cuccette.

Tom sa anche che quella notte, probabilmente, Bill si sveglierà sentendo nostalgia di casa e si alzerà per infilarsi nel suo letto e rimanere con lui, cullati dal ronzio continuo del motore, sdraiati insieme.

Casa.

Ed entrambi sono pienamente consapevoli di essere uno la casa dell'altro.

 

Fine

 

 

 

  
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