Anime & Manga > Hakuouki
Segui la storia  |       
Autore: Araba Fenice    31/03/2017    0 recensioni
Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, concentrandosi sul proprio battito cardiaco.
Tu-tum. Tu-tum. Il sangue che le scorreva nelle vene sembrava iniziare a ribollirle dentro le orecchie. Tu-tum. Tu-tum. Quella sensazione pungente, la riconosceva. Un fastidio misto a piacere si impossessò lentamente di lei.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3.

 

 

Heisuke sospirò, stiracchiando le braccia in alto e portando le mani dietro la nuca. Non accadeva niente quella mattina: nessun ladruncolo da inseguire, nessuna rissa da sedare, nessuna giovane donna da salvare da malintenzionati, nessun attaccabrighe insolente da rimettere in riga. Niente di niente. Si guardò intorno, annoiato, osservando appena la via piena di persone indaffarate, di negozi traboccanti di ogni tipo di bene e cibo. Cibo… si rabbuiò un poco ripensando alla magra colazione che aveva consumato prima di entrare in servizio. “Dannato Souji, quando è il suo turno in cucina il massimo che possiamo aspettarci è di non rimanere avvelenati dalla sbobba che prepara!” pensò, rabbrividendo al ricordo del sapore appena accettabile della pietanza che aveva mangiato. Con una smorfia di disgusto scosse la testa e continuò a perlustrare la via di fronte a sé, ripensando al suo compagno. “Mi chiedo come faccia ad essere così incapace in cucina, e così geniale con la spada… e soprattutto così fortunato con le donne!” quest’ ultimo pensiero gli fece male all’ orgoglio, sentendo una fitta di invidia attraversargli il petto. Ricordandosi l’ ultima volta che era stato a Shimabara con tutti i capitani, si sentì un vero e proprio ragazzino incapace se osava confrontarsi con Souji e Sanosuke. Uno strano sentimento di orgoglio ferito misto ad ammirazione lo avvolse, ripensando a come i suoi due compagni d’ arme riuscivano a ricevere senza il minimo sforzo l’ attenzione di tutte le Oiran e Geiko. Ma la cosa che lo irritava di più era l’ apparente menefreghismo di Souji; non mostrava mai nessun interesse nei confronti di queste bellissime donne che letteralmente gli si avviluppavano intorno. Rimaneva sempre distante e disinteressato, ringraziando appena con un cenno del capo quando gli versavano del saké. Aveva la netta impressione che si divertisse molto di più nell’ ammirare i suoi tentativi falliti di attirare l’ attenzione delle Oiran… suoi e di Shinpachi. E poi non usciva quasi mai con loro, se non per pochissime occasioni in cui tutti gli ufficiali erano presenti. Non riusciva a capire cosa gli passasse per la testa, e cosa ancora più strana sembrava avere un affiatamento particolare con Saito, che tutto era fuorché estroverso ed amichevole. Souji era per lui un mistero. “Uhm.. forse è quello che lo rende affascinante?” pensò, quando rumori di rissa lo riportarono alla realtà. Richiamò i suoi uomini e, facendosi spazio fra la folla, si avvicinò verso la fonte dello scompiglio. La prima cosa che riuscì a intravedere fra le persone che osservavano la scena fu un giovane ragazzo dai lunghi capelli rossi atterrare un uomo, ed una donna terrorizzata a terra. Socchiuse gli occhi e continuò ad avanzare.

 

 

Camminando velocemente fra la folla la ragazza seguì il gruppo di samurai, prestando attenzione a non farsi notare. Non che fosse difficile in una città così popolosa come Kyoto, specialmente in una via centrale piena di negozi e viandanti. Tenendo una distanza di una decina di metri osservava ogni loro mossa, specialmente il giovane guerriero a capo del gruppo. Le sembrava molto strano che un ragazzino così giovane, forse più di lei, fosse a capo di una squadra di pattugliamento della città. Forse sottovalutava la bravura dei componenti di quel gruppo che la anziana signora aveva identificato come “Shinsengumi”. Curioso, e interessante allo stesso tempo, che lo Shogunato si fosse dotato di un corpo di guardia speciale. Forse temevano una fine imminente? Sicuramente la situazione politica del momento non era delle più stabili visti i grandi sconvolgimenti dati soprattutto dalle fazioni contrarie all’ apertura all’ Occidente, quelle imperiali. Tutti sapevano che queste fazioni simpatizzanti con l’ imperatore erano causa di molti dei problemi di ordine sociale a Kyoto e questa, apparentemente, era stata la risposta della famiglia Tokugawa. Per quanto ne sapeva, Kyoto era leale all’ Imperatore e quindi capiva il disprezzo che la gente provava per questa forza speciale. Immersa in questi pensieri continuò a seguire il gruppo, decisa a vederli in azione e magari riuscire a scoprire dove fosse ubicato il loro quartier generale quando il pianto isterico di un bambino e un rumore come di cocci rotti proveniente da una via laterale alla sua destra la fecero voltare di soprassalto.
Un grugnito minaccioso coprì i lamenti del bambino e un senso di pericolo la pervase immediatamente, facendola quasi correre verso quei suoni che non promettevano nulla di buono.
Scostando la folla che le intralciava il cammino riuscì ad intravedere una giovane donna a terra, terrorizzata, ed un bambino seduto vicino a lei che piangeva disperato mentre un uomo visibilmente adirato con piglio minaccioso si avvicinò alla donna e la sollevò da terra afferrandola per il collo del suo kimono.

La donna impallidì dalla paura e balbettò delle scuse, scuse che l’ uomo, chiaramente ubriaco, non era intenzionato ad ascoltare.
- Insegna al tuo moccioso l’ educazione, donna – sputò l’ ultima parola con malcelato disprezzo, guardandola in faccia. - Guarda cosa ha fatto! Ha rotto la mia preziosa bottiglia… tutto il saké adesso è perduto, chi me lo ripagherà? - Un sorriso velenoso gli trasfigurò il volto, avvicinandolo a quello della giovane donna. - Forse… eheh, forse me lo potresti ripagare tu, visto che è colpa del tuo moccioso… - il volto dell’ ubriaco si accostò ancora di più a quello pallido di lei quando una mano gli afferrò il polso e lo contorse, facendolo ululare dal dolore e facendogli perdere la presa immediatamente. La donna cadde di nuovo a terra e strisciando sulle ginocchia e sulle mani si rifugiò in un angolo buio, portando il bambino con sé.
L’ uomo digrignò i denti dal dolore e guardò con odio chi avesse osato fare una cosa del genere.
La ragazza era di fronte a lui, immobile, pugni chiusi, piantata sulle gambe leggermente divaricate. Non un solo muscolo si muoveva, e guardava con disprezzo e odio l’ uomo che si stava appena riprendendo dal dolore e dalla sorpresa. Barcollando appena, inveì ed estrasse la spada quando lei, muovendosi fulmineamente, afferrò il suo polso destro un attimo prima che potesse puntarle la spada e lo contorse di nuovo, scivolando al tempo stesso al fianco di lui e piegandogli l’ avambraccio in modo da disarmarlo e renderlo inoffensivo. Il movimento repentino fece perdere l’ equilibrio al malcapitato che cadde goffamente a terra, con il volto nella polvere. Cercò di rialzarsi e caricarla ma si immobilizzò immediatamente, trovandosi la punta della sua stessa spada a un paio di centimetri dal naso.
- Non sei nemmeno degno di farmi sfoderare la mia spada, uomo – mormorò a bassa voce, caricando di disprezzo l’ ultima parola. Lo guardò senza battere ciglio, continuando a puntargli la sua spada al volto. L’ uomo, incapace di articolare qualsiasi suono, la fissava terrorizzato mentre la gente attorno sussurrava guardandola ammirata. Quell’ attenzione indesiderata la fece tornare presente e, gettando la spada lontano, disse con voce piatta: - Vattene. - Non facendoselo ripetere due volte l’ uomo si alzò, scappando goffamente senza nemmeno voltarsi.
La ragazza lo guardò andarsene e, voltandosi, gettò un’ occhiata alla donna che ancora si stava nascondendo nell’ ombra. Fece per andarsene quando qualcuno dietro di lei gridò:
- Ehi, fermati! - Voltandosi di scatto riconobbe immediatamente il giovane samurai e l’ uniforme azzurra. Socchiuse gli occhi e si irrigidì appena, abbassando la tesa del cappello e chiedendosi se questa bravata le sarebbe costata cara. Forse poteva scappare… ma darsela a gambe levate non avrebbe sicuramente giocato a suo favore, soprattutto se l’ avessero poi riconosciuta. Rimase immobile, scrutando dall’ ombra del cappello il giovane dai lunghi capelli che era ormai arrivato di fronte a lei. Lo squadrò velocemente: l’ apparenza le ricordò tutto fuorché quella di un guerriero sanguinario. Un poco più basso di lei, fu colpita dalla limpidezza ed onestà del suo sguardo e da occhi come due turchesi incastonati in un volto giovane e fiero. Corpo asciutto e scattante, non dimostrava di avere più di diciotto, massimo diciannove anni. Rimase in silenzio ad osservarlo, non facendo trapelare la benché minima intenzione di parlare.

 

Facendosi spazio fra la folla che si era oramai accalcata per assistere la zuffa, Heisuke arrivò di fronte al giovane ragazzo dai capelli rossi. Aveva osservato con stupore ed ammirazione la sua abilità nell’ atterrare l’ aggressore e si chiese da che scuola di arti marziali provenisse, visto che non aveva mai assistito a nulla del genere. Si fermò di fronte a lui ed iniziò a parlare quasi senza pensare: - Sei stato superbo! Ho intravisto quello che è successo, e le persone testimoni mi confermano che hai salvato la malcapitata – continuò, senza dare tempo al ragazzo di parlare. Lo osservò meglio, ora che se lo ritrovava davanti, e nonostante si nascondesse nell’ ombra della tesa del cappello notò che i suoi lineamenti erano molto delicati, forse troppo per un ragazzo, lasciandolo per un attimo sorpreso. - Da che scuola provieni? Non ho mai visto niente di simile! - Heisuke era curiosissimo e raggiante, avrebbe voluto sapere tutto subito di questo misterioso guerriero che, però, non sembrava interessato a parlare. Attese una risposta e, finalmente, dopo qualche secondo di titubanza, il giovane misterioso rispose a bassa voce: - Non è una scuola famosa, ma solo un piccolo dojo nei sobborghi di Edo… - Tagliò corto la spiegazione, dando a Heisue l´impressione di non essere un uomo di molte parole. Gli ricordò immediatamente Saito, distaccato e composto. Si grattò pensosamente il capo, deciso però a non mollarlo. Non capitava tutti i giorni di incontrare un guerriero così capace, e solo in quel momento si rese conto di non essersi nemmeno presentato.
- Ah, perdona la mia maleducazione. Io sono Heisuke Toudou, capitano della Ottava Divisione degli Shinsengumi – e così dicendo accennò un leggero inchino, tornando a guardarlo negli occhi. - Siamo sempre alla ricerca di guerrieri capaci, se tu volessi unirti a noi sono sicuro che il nostro comandante ne sarebbe felice – aggiunse con il sorriso negli occhi.

 

“Ma che diav...” l’ ultima affermazione di Heisuke la lasciò di stucco. Tutto si sarebbe aspettata fuorché essere apertamente invitata nella tana del lupo. Sgranò gli occhi appena, cercando di celare la sorpresa, ma quelli curiosi del ragazzo non le lasciarono scappatoie.

- Io… sono solo un viandante di passaggio a Kyoto, non credo di poter portare un contributo alla vostra causa… - balbettò, non sapendo come svicolare da quella richiesta repentina. Una parte di lei, una piccolissima parte di lei si sentì lusingata da quello che evidentemente era un complimento alle sue capacità, ma subito questo pensiero venne soffocato dall’ urgenza di tornare con la situazione sotto controllo. Sotto controllo e preferibilmente a suo favore. Inconsapevolmente il giovane dagli occhi turchesi le aveva offerto su un piatto d’argento la possibilità di venire a conoscenza direttamente da uno di loro dove fosse il quartier generale, e magari qualche altra notizia interessante che avrebbe potuto farle comodo.
Chinando appena il capo aggiunse: - Sono lusingato dalle tue parole, Toudou-san… rifletterò sull’ offerta… - rialzò appena il capo e lo fissò negli occhi, soppesandolo in silenzio prima di continuare - … se il mio peregrinare non mi porterà in altri luoghi magari un giorno verrò a farvi visita al vostro quartier generale… immagino abbiate un posto del genere, vero? - chiese innocentemente, socchiudendo appena gli occhi ed attendendo una reazione.
Evidentemente quella era la risposta che il ragazzo voleva, perché il suo sguardo divenne raggiante. Entusiasta, si prodigò in dettagliate spiegazioni sull’ ubicazione della loro base e su altre informazioni interessanti, sul numero complessivo di soldati e, in generale, sulla loro organizzazione militare. Sorrise appena fra sé e sé, questo ragazzo era così ingenuo da rivelare a uno sconosciuto informazioni che avrebbero potute essere utilizzate contro di loro. Mentre pensava questo si sentì stranamente colpevole. Da dove le veniva questa sensazione? E colpevole di cosa? Di raggirarlo? Per qualche oscuro motivo le parve di abusare dell’ onestà di Heisuke perché riusciva a percepire chiaramente di trovarsi di fronte a una persona onesta e leale, nonostante lo avesse appena incontrato. Si rabbuiò a questi pensieri, ricordandosi che la sua missione era la cosa più importante. Non poteva farsi lasciare ammorbidire da questi sentimenti così… umani, visto che, comunque, lei di umano aveva ben poco.
- Grazie infinite, Toudou-san – mormorò e con un cenno del capo sottolineò la sua gratitudine al ragazzo che aveva appena finito la sua lunga ed elaborata descrizione. Fece per andarsene quando si sentì afferrare gentilmente per un braccio.
- Ehi… ho parlato talmente tanto che non ti ho dato il tempo di presentarti. Qual’ è il tuo nome? - una domanda semplice e scontata, ma che la fece congelare sul posto per una frazione di secondo. Già, il nome. Non aveva pensato a quale nome usare. Quello vero era fuori discussione. Mentre pensava velocemente a qualcosa, qualsiasi cosa, un nome dal passato le balenò improvvisamente di fronte agli occhi, riportandola indietro nel tempo e facendole riassaporare lo stesso dolore di allora. Schiuse le labbra e rispose quasi meccanicamente: - Haruka. Mi chiamo Haruka. -
Sentì la presa sul braccio allentarsi e istintivamente guardò il ragazzo di sottecchi.
- Piacere di averti conosciuto, Haruka – disse Heisuke sorridendole.

 

La squadra si allontanò e tornò a perlustrare le strade di Kyoto, mentre la giovane li guardò allontanarsi fra la folla.
Un inaspettato dispiegarsi di eventi le aveva fatto incontrare in un brevissimo lasso di tempo da quando era arrivata in città coloro che, sembrava, fossero in qualche maniera collegati al suo aguzzino. “Un vero colpo di fortuna”, si disse, accarezzando l’ idea che avrebbe sicuramente mantenuto la promessa fatta ad Heisuke e sarebbe andata al loro quartier generale. Sì, sarebbe andata… ma non sarebbe stata una visita diurna. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Hakuouki / Vai alla pagina dell'autore: Araba Fenice