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Autore: sabdoesntcare    31/03/2017    1 recensioni
Dark è tornato, e stavolta non intende giocare.
[Personaggi: Darkiplier, Markiplier]
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono spesso persone che fanno parte della nostra vita pur ferendoci. Ci sono vari motivi per cui qualcuno può decidere di non abbandonare chi gli fa del male, ci sono passato anch'io
Il punto è che lui non mi ha dato una scelta.
Lui mi fa male, mi spaventa e minaccia di fare del male ai miei cari se non lo lascio libero per qualche ora al giorno. Mi chiamo Mark Fischbach e sono vittima di una presenza fortemente negativa da quando ero un bambino.
 

Mark sapeva che qualcosa stava cambiando. Dark non lo possedeva da due anni, i due anni più felici della sua vita, e adesso i deja vu ricominciavano a moltiplicarsi spaventosamente, assieme agli incubi.
Quella mattina si risvegliò da un incubo confuso e disturbante solo per trovare la sua prima pagina di diario scritta anni prima appesa al soffitto.

Si sentì come se gli avessero tirato un pugno allo stomaco. Cosa doveva fare per mandarlo via?
"NON PuOI MAnDARmI VIA. IO dECIdO"
La voce distorta e rimbombante era presente di nuovo nella sua testa.
Cominciò a piangere dalla rabbia.
"NON OTTERRAI MAI UN CAZZO DA ME, HAI CAPITO? Non ti lascerò mai usare il mio corpo."
"...Ti MOsTReRÒ LA VeRA GiOIA"
"TU NON MI MOSTRERAI UN BEL NIENTE"
Non sapeva bene a cosa si riferisse ma era troppo disgustato e nervoso per pensarci.
La vera sorpresa fu che Dark non disse più nulla da quel giorno.
Tuttavia cominciò ad agire.

La seconda notte della terza settimana del mese, Mark si svegliò alle tre in punto.
C'erano delle urla assordanti, nonostante vivesse da solo.
Quella notte Mark si svegliò altre due volte, sempre alle tre in punto. Decise di non tornare a dormire, evidentemente gli era vietato.
Andò in cucina, e quello che vide fu orribile. 
"HAI TRE MINUTI" vi era scritto col sangue accanto all'orologio, fermo alle tre.
Mark si paralizzò. Era arrivato il giorno del giudizio.
L'orologio iniziò immediatamente a muoversi con violente scosse, sbattendo e cadendo dal muro.
Quello era il segnale che il tempo era scaduto.

Mark si gettò verso la porta d'ingresso, ovviamente bloccata.
Per quanto cercasse di usare la forza, nulla riusciva ad aprirla.

"NON CERCARE DI ANDARTENE O FARAI UNA BRUTTA FINE"

Mark si fermò. Bisognava giocare secondo le regole.

"Dimmi cosa devo fare"
"C'è una bambina di sotto"
"...Cosa?" 
"Vai a vederla."

Mark si avviò in cantina, troppo sconvolto per reagire.
La bambina era appena malapena riconoscibile come tale, ormai.

"Hai...ucciso una bambina."
"Beh, mi sono servito di te."
Le sue mani ora apparivano sporche del sangue della ragazzina. Non ricordava di averla nemmeno sfiorata.
"Perché mi fai questo?" Disse piangendo a dirotto. Come aveva potuto lasciargli il controllo senza accorgersene?

"PER MOSTRARTI LA FELICITÀ"
Mark continuava a piangere in silenzio di fronte alla pozza di sangue. 
"NON SEI ORGOGLIOSO DI COSA HAI FATTO?"
Lui continuava a non rispondere.

Dark lo sollevò a mezz'aria, sbattendolo violentemente contro il muro.
Mark svenne.

Si risvegliò nel proprio letto, alle 03:33.
Ricordava tutto, per la prima volta in anni di loop temporali.

Non sapeva cosa fare, e i suoi ragionamenti furono interrotti subito.
Sentì qualcuno cantare in cucina... con la sua voce.

Dark aveva un corpo allora?
Non potè fermarsi a pensare perché immediatamente dopo il canto, vennero i passi, sempre più vicini, sempre di più.

Mark sgattaiolò in soffitta, cercando di non respirare troppo forte. Si chiuse in un armadio ormai inutilizzato da anni, pregando che qualunque cosa si fosse materializzata al piano di sotto, non potesse sentire i suoi pensieri anche ora.
"Dove sei?" la voce era dolce e quasi divertita.
"NON ti PIACE ESSERE punito, vedo..."
Mark si morse il labbro. Era convinto di star per morire, ma cercava in ogni modo di contenere pianti o suoni di qualunque tipo. Doveva convincersi che avrebbe visto l'alba, in un modo o nell'altro.

Dark salì le scale. Non stava più cantando o parlando.
Qualunque suono di Mark sarebbe stato scoperto in un attimo.

Aprì ogni baule, controllò ogni scrivania, ogni anta degli armadi, tranne quella dietro cui era Mark.

Lo sentì girare i tacchi e iniziare a scendere le scale, tirò un sospiro di sollievo.

Passarono diversi minuti e finalmente ebbe il coraggio di aprire l'armadio ed uscire.
L'altro lo accolse con un gran sorriso, afferrandolo per la gola.
"Ti ho trovato."

Mark sentii qualcosa di disgustoso e malato entrare in ogni parte di sé, offuscandogli la mente.
E infine, non fu più Mark.


   
 
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