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Autore: Sakkaku    31/03/2017    2 recensioni
Questa storia è ambientata intorno al Medioevo, la protagonista si ritrova a nascondersi in un villaggio dove pensa di riposarsi solo per qualche giorno e ripartire. Le cose andranno diversamente e una parte del suo passato tornerà a galla.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mythological Creatures'
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Capitolo 13

 

Caroline camminava avanti e indietro, impaziente. Charlie stava tardando.
Lo aveva fatto chiamare appena una delle cameriere le aveva raccontato quanto accaduto la sera precedente alla locanda. Tim aveva aggredito Charlie ed Elisabeth lo aveva aiutato. La donna considerava Charlie come un fratello, sebbene tra i due non ci fossero legami di sangue. La sera precedente poco prima di coricarsi, aveva avvertito una fitta nel petto, era rimasta impietrita pensando che la sua vita fosse in pericolo. Dopo un accurato controllo, si era convinta che forse si stava lasciando condizionare dai rami che sbattevano sulle finestre a causa del vento.
L'uomo arrivò ansante - Si può sapere qual è quest'urgenza? Lo sai, in questo momento ho molti impegni ora che il torneo è iniziato.
Lei lo abbracciò - Stupido! - lo apostrofò - Perché hai fatto finta di nulla e non mi hai fatto chiamare?
Lui ricambiò l'abbraccio rispondendo - Perché è stata una sciocchezza! Sono cose che succedono quando sono ubriachi, non volevo disturbarti per così poco. Sei venuta a saperlo da altri e mi dispiace per questo, avrei preferito raccontarti io come sono andata le cose, almeno avrei evitato di farti preoccupare per nulla. Guardami, sto bene! - allargò le braccia facendo un passo indietro, per dimostrare alla sorella che era illeso e poteva constatarlo con i suoi stessi occhi.
- Lo sai, Elisabeth è davvero una forza! Aveva quel vestito pomposo enorme, eppure ha tenuto testa a Tim. I suoi seguaci erano tentati di aggredirla, ma Falco Nero è intervenuto a salvare la situazione prima che degenerasse!
- Lei ti ha aiutato?
- Sì, è davvero una persona gentile.
- Già - commentò Caroline - Fai attenzione quando stai in mezzo agli uomini di Clay, sono un branco di criminali, potrebbero ucciderti solo perché sono troppo ubriachi.
- Farò attenzione, promesso - Charlie si mise la mano sul cuore - Se avverto un pericolo, prendo la balestra sotto il bancone e li trafiggo tutti.
- E' una battuta del tutto inappropriata – la cameriera pronunciò quella frase in tono di rimprovero.
- Ahahahahahah sei adorabile quando fai quell'espressione severa. Ora ci siamo chiariti, quindi posso scappare, altrimenti mi distruggono la locanda. Ci vediamo presto sorella.
- A dopo - lo salutò la donna con un sospiro.
Com'è possibile che un'Arpia sia generosa a tal punto da aiutare un umano senza avere un rendiconto? E' impossibile, mai una cosa simile è accaduta in passato! Inoltre, non può sapere di me, ho nascosto bene la mia presenza e nemmeno può immaginare che ho contribuito a mettere fuori gioco l'aiutante della strega. Più tardi andrò a parlarle” pensò Caroline avviandosi di gran carriera “O perlomeno ringraziarla di aver salvato Charlie. Prima però, devo occuparmi delle mie faccende.

 

FLASHBACK

Il porto rumoreggiava come tutti i giorni. Alcune navi attraccavano, altre partivano, quelli che portavano con sé merci rimanevano ferme alcuni giorni, perché dovevano svuotare la stiva prima di poter ripartire. Un bambino osservava incantato il viavai dei marinai.
Un giorno vorrei poter viaggiare come loro, visitare diversi posti e città straniere, stare in mare aperto senza pensieri” un passante lo spinse e lui cadde per terra, sbucciandosi il ginocchio, che iniziò a sanguinare. Trattenendo le lacrime, si rialzò cercando di togliere con le manine la polvere dagli abiti.
Il bambino si guardò attorno cercando un posto più tranquillo dove poter osservare meglio le navi. Mentre s'incamminava, vide una figura avvolta da uno straccio, il volto nascosto sotto il cappuccio, presa a calci da alcuni uomini ubriachi, probabilmente marinai.
- Dove pensi di andare? Devi pulire tutta la nave: da poppa a prua! Il capitano vuole che risplenda.
- Ha dato questo compito a voi - si difese la figura, dalla voce lieve e melodiosa, il bambino intuì che doveva trattarsi di una bambina, poco più grande di lui.
Senza pensarci troppo, il bambino si avvicinò e dichiarò - Vi ammiro per la vita e il lavoro che fate, comprendo la vostra stanchezza, però prendervela con qualcuno più piccolo di voi è scorretto!
- Fatti gli affari tuoi moccioso! Vai a raccogliere conchiglie sulla spiaggia invece di bighellonare al porto dove gli adulti devono lavorare - gli rispose in modo brusco uno dei marinai.
- Loro fingono di lavorare, si ubriacano e basta, sono dei totali lazzaroni.
- Taci marmocchia! Ti abbiamo raccolto in mare aperto, è questo il modo in cui ci ringrazi?
- Il capitano mi ha detto che ero libera di andare dove volevo e appena avremmo raggiunto il primo porto, me ne sarei potuta andare senza tornare sulla nave.
- Te lo stai inventando! Il Capitano è un fottuto bastardo, le buone azioni non fanno parte di lui! – sbraitò uno dei marinai.
– Già, già – concordarono i compagni.
- Sospettavo che pensavate qualcosa di simile riguardo al sottoscritto, eppure siete sempre stati senza spina dorsale per dirmelo direttamente in faccia - commentò un omone barbuto apparso in quel momento.
Il bambino rimase immobile, impaurito da quella presenza alle sue spalle.
- C... C... Capitano! - gridarono gli uomini, affrettandosi a fare il saluto.
- Smettetela! - tuonò - Siete privi di orgoglio! Cercare di obbligare una bambina a svolgere il vostro lavoro è deplorevole! Macchiate l'onore di tutti i buoni marinai che solcano i mari.
Il bambino si voltò per guardarlo, lo fissò pieno d'ammirazione.
- Tornate subito alla nave! - ordinò il Capitano - Se per quando sarò di ritorno, starete ancora pulendo, vi degraderò e il vostro compito sarà di pulire le latrine! Ora, muovetevi!
I marinai, dalla fretta, andarono a cozzare gli uni contro gli altri, prima di dirigersi a gran carriera verso il molo.
Il Capitano si chinò verso il bambino, arruffandogli i capelli gli chiese - Come ti chiami giovane uomo?
- Charlie - rispose velocemente in bambino.
L'uomo sorrise - Bravo Charlie, hai fatto un ottimo lavoro a difendere qualcuno che era in difficoltà. E' questo il modo in cui si comportano i veri uomini.
- Grazie Capitano - disse il bambino chinando il capo.
La bambina era rimasta immobile, il cappuccio in testa le copriva il volto.
- Avanti Caroline, saluta e ringrazia Charlie per averti aiutato - la esortò il Capitano abbassandole il copricapo - Nasconderti non serve a nulla.
Lunghi capelli corvini ricaddero sulle spalle, mentre un paio di occhi azzurri fissarono il bambino.
- Perché sei intervenuto? Me la sarei cavata anche da sola.
-Loro erano in tanti e ti stavano tirando calci! Potevano ucciderti! - gridò lui.
- Smettila di strillare, sei peggio di una femminuccia! - lo rimproverò Caroline, tappandosi le orecchie con le mani.
Il Capitano iniziò a ridere di gusto - Ahahah! Charlie ti piacerebbe fare un giro sulla mia nave? Se ti piace, potresti unirti al mio equipaggio.
- Sissignore!
- Se vuoi, ti porterò con me, prima però devi chiedere il consenso ai tuoi genitori.
- Sono orfano dalla nascita - rispose il bambino senza smettere di sorridere - Posso decidere da solo.
- Allora, non ti resta che seguirmi, giovanotto.
Charlie prese a saltellare dalla gioia. La bambina era rimasta ferma a osservare la scena, era incuriosita dal loro comportamento.
Forse potrei unirmi a loro, dopotutto non ho niente di meglio da fare” pensò Caroline “Potrebbe essere interessante, chissà magari vivrò qualche avventura che mi renderà famosa tra la mia razza tanto da diventare una saga” ad alta voce disse - Aspettatemi, vengo anch'io.
- Speravo l'avessi detto. Conosci già la nave, lo potresti istruire sulle varie mansioni e le zone da evitare. Oltre ad avvisarlo su quali elementi del mio equipaggio deve tenersi alla larga. Un paio ha già avuto modo di conoscerli.
Quando salirono sulla nave, il Capitano presentò i due bambini come nuovi membri dell'equipaggio, specificando che nessuno avrebbe dovuto delegare il proprio lavoro a loro, tuttavia avrebbero potuto osservare le varie mansioni e aiutare di loro iniziativa. Caroline sottolineò il tutto fissando i marinai con uno sguardo assassino e mostrando i suoi veri occhi dorati con la pupilla verticale. Col passare del tempo si affezionò al piccolo umano, che suo malgrado, la seguiva ovunque lei andasse. Un giorno, un mozzo chiamò Caroline sguattera, Charlie s'infuriò, tirò addosso al marinaio il secchio d'acqua dicendo che non doveva permettersi di chiamare in quel modo sua sorella. Per Caroline fu strano, eppure non disse nulla a riguardo.
Gli umani sono troppo abitudinari, basta che qualcuno entra nella loro vita e ci rimane per un po’ e subito creano un sentimento che li lega nel profondo. Da una parte noi Delfine siamo più distaccate da questo tipo di affetto e difficilmente ci facciamo fuorviare, anche se Charlie riesce quasi a farmi sembrare più buona di quello che sono in realtà. In fondo è una buona copertura, sebbene per il momento stiamo vivendo a mare aperto” pensò Caroline mentre osservava le onde dall'oblò della sua cabina. “Chissà se quando lascerò questo posto resterà qui. Sarebbe un'ottima cosa se mi seguisse, nessuno sospetterebbe mai di una sorella maggiore che viaggia con il fratello. E' vero, potrei obbligarlo, ma è una persona troppo onesta, deluderei la mia specie se tradissi la sua fiducia in questo modo. La nostra magia la adoperiamo solo su chi merita ed è una persona spregevole, altrimenti noi Delfine siamo solidali a differenza delle altre razze che non si preoccupano se fanno una strage di vite innocenti, solo perché sono umani.”

FINE FLASHBACK
 

Il torneo era iniziato con la gara tra i corrieri, per valutare chi tra le tre fazioni avesse il miglior messaggero in precisione e rapidità. Lynn era annoiata. Quando avevano appeso sulla bacheca della locanda l'ordine in cui si sarebbero svolte le gare, fu travolta da un'angosciante noia. Per lei non era in vista nessuna gara durante quella giornata. Il giorno seguente avrebbe avuto sia la gara a cavallo sia quella con arco.
Dovrei trovare un modo per far passare velocemente questa tediosa giornata” pensò Lynn sbadigliando.
La locanda era troppo affollata, di certo avrebbe rischiato di esplodere e intervenire contro qualche comportamento inopportuno e spregevole da parte di quegli uomini volgari e privi di rispetto. Il villaggio era deserto, neanche i contadini erano a lavorare nei campi, gli unici a essere lì erano le sentinelle sulle due torrette. Lynn incrociò Caroline.
- Ti stavo proprio cercando! - esclamò quest'ultima - Pensavo fossi anche tu sul versante sud, seduta su qualche panchina a guardare le gare! Nessuno mi ha detto di averti vista, stavo per andare alla locanda per cercarti lì! Fortuna che ti ho incontrato, avevo finito le idee su dove cercarti, avevo già controllato anche la stalla.
Nonostante avesse corso, non respirava con affanno.
- Di che cosa avevi bisogno? - le domandò Lynn, un po' infastidita dalla presenza della cameriera.
Ho già dovuto sopportare le sue chiacchiere ieri quando mi ha sistemato i capelli e mi ha aiutato con quell'abito scomodo. Dubito che riuscirei a sopportare la sua parlantina per molto tempo. Dovrei iniziare a pensare già da ora una scusa da usare per levarmela di torno.”
L'Arpia si sorprese quando la cameriera le disse - Dovresti recarti sulla torretta destra del castello. Puoi stare tranquilla, di guardie non ce ne sono, hai libero accesso. Aspettami lì, arriverò subito, devo attendere un attimo prima di raggiungerti per non destare sospetti. Le guardie ci stanno guardando e vorrei evitare pensassero che stia tramando un complotto.
- D'accordo - disse Lynn “E' un modo per passare il tempo. Almeno vedrò un posto nuovo.”
L'Arpia vide la cameriera salire sulla torretta, le guardie la salutarono allegramente, apprezzando la sua visita. Caroline domandò loro se necessitavano di qualche cosa, le risposero se poteva riempire le borracce con acqua fresca, lei annuì e si diresse verso il pozzo, portò a termine il compito nel giro di pochi minuti. La cameriera non si fece attendere per molto. Lynn si stupì della sua velocità, aveva appena avuto il tempo di osservare i corvi nella gabbia che la donna l'aveva raggiunta.
Caroline iniziò il suo discorso - Volevo ringraziarti per quello che hai fatto ieri. Ti sono grata per aver aiutato mio fratello e averlo tolto dai guai. Charlie è troppo buono, a volte è addirittura un perfetto idiota. Se c'è bisogno di intervenire per aiutare gli altri in difficoltà, è in prima linea, ma se si tratta di lui, sembra quasi che si dimentica come difendersi e non riesce a badare a se stesso.
- Le ingiustizie sono qualcosa che proprio detesto, i tuoi ringraziamenti sono superflui.
- Poche persone la pensano così. La gente di solito ignora chi si trova in difficoltà o si diverte addirittura a deriderle.
- Voi farmi credere che mi hai fatto venire qua solo per dirmi questo?
Caroline sorrise a Lynn - Sei proprio un'acuta osservatrice. Sai sono contenta di rivederti.
L'Arpia alzò le sopracciglia.
- Certo, è comprensibile, errore mio. La scorsa volta non mi hai visto in volto e neanche mi sono presentata a dovere. Se ti svelassi che sono una Delfine, immagino capiresti subito.
Lynn spalancò la bocca per lo stupore poi esclamò – Tu quella volta sei sbucata dal nulla e mi ha permesso di scappare!
La cameriera sorrise.
- Perché sei rimasta in silenzio finora?
- Come ben sai, noi Delfine proviamo una certa simpatia per voi Arpie, sappiamo che siete rigorose per quanto riguarda il controllo di un essere umano. Ho capito subito che Elisabeth era in fase di risveglio, così mi sono limitata ad appoggiarla senza farmi scoprire.
- In effetti, mi stavo chiedendo che fine avesse fatto quella strega di basso borgo. Sono curiosa: come hai fatto a capire che ero io? In fondo ci siamo viste per qualche attimo ed io potevo essere un'altra Arpia.
- Stai sottovalutando la mia memoria e senso dell'osservazione. Ho percepito che eri tu, grazie alla magia che emani.
- Cosa hai intenzione di fare ora? Sai, o almeno sei a conoscenza, che nessuno si deve intromettere nella faida tra la mia razza e quella delle Chimere, vero?
Caroline alzò le spalle e roteò gli occhi al cielo - Gina è una strega, certo è umana, quindi si diverte a giocare con la magia, ma può essere pericolosa se dovesse sperimentare a caso un incantesimo vero e questo potrebbe essere fastidioso per qualcuno della nostra specie, mia o tua. Sai benissimo che alcune creature mitologiche a volte si divertono a dare suggerimenti agli umani, come passatempo, cercando di rovinare la vita di chi come noi, convive in corpo umano o riesce ad assumere un aspetto umano. Se dovesse entrare in contatto con qualcuno di loro, allora sì che sarebbe un guaio, per tutti. Lei sta dalla parte del Master, sebbene ho il sospetto che stia tramando qualcosa alle sue spalle. Comunque, se dovesse fare qualche mossa azzardata contro di te, potrei intervenire in tua difesa, tutto qui. Se sarà la Chimera a recarti danno, me ne starò in disparte. Non voglio combattere le tue battaglie, solo assistere e assicurarmi che sia combattuta senza favoritismi esterni.
Lynn rifletté in silenzio. In effetti, era in territorio nemico, Zack poteva contare su un intero villaggio, sicuramente, essendo il leader chiunque lo avrebbe aiutato, anche se lui non l'avesse chiesto. Le Delfine erano molto potenti, sia a livello di forza sia magico. Dopotutto erano per metà serpenti e metà donne, nel loro sangue scorreva quello di un drago, una delle creature più potenti conosciute.
In fondo averla come alleata potrebbe portare dei benefici. Se dovessimo collaborare bene, senza disguidi, potrebbe nascere una nuova alleanza tra le nostre razze, di questi tempi più si uniscono le forze più si ha possibilità di sopravvivere” rifletté Lynn “Ma sì, passare la giornata con un'altra creatura che non sia umana sarà interessante.”
- Possiamo scambiare due parole o hai dei compiti da svolgere? - chiese Lynn
- Ho delegato tutto alle mie subordinate - sogghignò Caroline, gli occhi divennero dorati, poi tornarono azzurri. - Sbaglio o adoperi i tuoi poteri apertamente? Come fai a rimanere in incognito? Nessuno se n'è accorto
finora?
- Oh, quello? E' merito di Charlie. Come avrai capito non è veramente mio fratello, è un'ottima copertura sai? L'ho incontrato per caso quando ero giovane, ho subito capito che era una persona onesta e lo sarebbe rimasto, quindi ho pensato: perché no? La decisione di seguirmi è stata spontanea, a volte mi chiedo se questo suo lato infantile lo porterà a braccia aperte da una morte atroce.
- Ti sei affezionata a lui?
- Perché, vuoi farmi credere che a te non importa nulla di Elisabeth?
- Certo! Finché sono collegata a lei, se muore faccio la stessa fine!
In realtà aveva capito cosa intendesse la Delfine. Entrambe erano creature mitologiche, superiori alla razza umana, per cui stare insieme a loro, le facevano sentire in qualche modo responsabili della loro fragile vita mortale, come se fossero dei cuccioli bisognosi di protezione.
L'Arpia alzò il viso verso il cielo - So cosa volevi dire con quella frase, solo... insomma non lo trovi assurdo? Dovrebbero essere gli umani a venerarci e chiedere di andare loro in soccorso, invece prendiamo l'iniziativa e li proteggiamo a loro insaputa.
- Su questo hai ragione - concordò Caroline - Forse siamo meno spietate di quello che narrano le leggende sul nostro conto.
- Può essere, oppure siamo noi a essere diventate troppo benevole e ci siamo lasciate contagiare dalla loro gentilezza.
- Sai, a essere onesta a questo mai ci avrei pensato, tu dici?
- Ci fanno tenerezza per come sono indifesi - fece notare Lynn - E' questo ciò che ci frega Caroline. Noi conosciamo la razza umana da secoli, sappiamo di quali atrocità sono capaci. Li proteggiamo perché sappiamo perfettamente che da soli non sono in grado di badare a sé stessi, si cacciano solo nei guai, nonostante poi riescono a modo loro a uscirne.
- Concordo con te - sorrise la Delfine – Bisogna ammettere una cosa: a volte li usiamo come scudi per nascondere la nostra natura e a quel punto ci sentiamo in debito ed essendo creature orgogliose vogliamo ripagarli.
- Questo è una motivazione che ci rende più che onore - anche Lynn sorrise.
Era da parecchio tempo che non parlava apertamente con qualcuno, specialmente perché raramente dialogava con gli umani, quindi l'incontro con qualcuno di un'altra specie le faceva sentire meno la mancanza di casa.
- Dimmi Caroline, da quanto non torni al tuo villaggio d'origine?
Il sorriso scomparve dal volto della Delfine - A dire il vero sono scappata da ragazzina e a meno che non ci sia un cambio delle regole, dubito ci tornerò mai un giorno. Tu?
L'Arpia rifletté prima di rispondere - Finché la mia missione è in corso, mi è proibito tornare. Le possibilità sono due: se perdo, la mia vita sarà finita; se vinco, chissà come reagiranno le altre Arpie? Dipenderà tutto dal tipo di vittoria e il modo in cui sconfiggerò Zack.
- Noto che l'hai chiamato con il suo nome.
- Sì, a lui dà tremendamente fastidio, ma lo faccio anche perché chiamarci come la specie della nostra razza sia triste e denigratorio, almeno questo è il mio parare. Siamo creature viventi anche noi, abbiamo la nostra vita e dei nomi esattamente come gli umani con cui condividiamo il corpo, quindi perché dobbiamo evitare di usarli solo perché siamo di specie diverse?
- Siete nemici giurati fin dalla notte dei tempi, questo lo sappiamo tutti - le fece notare Caroline.
- Lo so, però trovo sia irrispettoso questo modo di fare. Insomma rispettare e onorare l'avversario è una delle cose più importanti. Forse il mio modo di pensare è sbagliato. Tu cosa dici?
- Credo tu abbia ragione, eppure sai credo che queste regole non scritte di distacco necessario da mantenere tra le razze differenti, sia solo una specie di protezione per la nostra incolumità.
- Siamo per metà umane entrambe - commentò Lynn.
Caroline la fissò colpita - A questo non avevo mai pensato! Sarà per questo motivo che nutro una grande simpatia per te, forse perché anche nella nostra vera forma siamo metà donne. E' proprio questa la nostra debolezza: abbiamo qualcosa in comune con chi stiamo convivendo e ci viene spontaneo essere solidali con gli umani.
- Io solo con la mia umana, gli altri gli eliminerei dalla faccia della terra.
- Hihihi sei così crudele Lynn. Mi vedo però d'accordo con te, certa feccia farebbe un piacere alla propria razza a impiccarsi e liberare il mondo dalla loro inutile presenza.
- Ahahaha - rise l'Arpia - Forse non siamo così buone come pensavamo inizialmente.
La Delfine prese a ridere a sua volta - Ahahahah credo proprio che tu abbia ragione.
Le due donne furono travolte dalle risate, dopo alcuni minuti le risa cessarono.
- Mi mancavano le chiacchierate con qualcuno che fosse non fosse un umano, anche se siamo di razze differenti, siamo comunque simili - affermò Caroline.
- Vero - annuì Lynn - Penso proprio che in questi giorni ci divertiremo sai? Domani dovresti venire a vedere le gare. Zack probabilmente sta già escogitando qualcosa, presumo ci sarà da divertirsi, perché tutto quello che farà sarà inutile. Le gare le vincerò io.
- Vedrò di non mancare! - promise la Delfine - Tanto posso supervisionare le cameriere, anche se sono distante. E' un vantaggio dell'avere a disposizione la magia: a loro insaputa posso sapere se lavorano o si perdono in pettegolezzi - fece un sorriso sadico - Inoltre se scopro che svolgono i loro compiti in malo modo posso punirle e sfogare un po' la mia malvagità senza spargimenti di sangue, ovviamente. Su di me potresti sentire che sono una zoticona senza cuore e che maltratto pure il mio fratellino tanto dolce e carino con tutti.
- A mio avviso gli insegni il modo corretto di comportarsi, è giusto che abbia un certo distacco con i clienti della locanda, soprattutto per quanto riguarda alcuni elementi, sarebbero da cacciare appena mettono piede nella taverna.
- Lascia stare! Tante volte devo passare io stessa a chiudere e sbattere fuori gli ubriachi, perché lui è troppo buono e si sente in colpa a mandarli via.
- Sopra ci sono delle stanze, giusto? Mi ricordo una volta ci hai portato Elisabeth per medicarle gli occhi, quando le ho fatto perdere la vista. Anzi, mi ha fatto piacere che non sei intervenuta con la magia per guarirla.
- Mi sarei messa in mezzo, era una cosa che volevo evitare perché avresti pensato che avrei avuto cattive intenzioni. Comunque, sì sono destinati agli ospiti o ai viandanti o per coloro che si fermano qui durante il torneo annuale. Quelli del villaggio devono rientrare nelle proprie case, c'è il coprifuoco e se dovessero rimanere in giro, la colpa ricadrebbe su chi permette loro di non rincasare e per evitare a Charlie punizioni esemplari, devo passare per la cattiva della famiglia, ma la cosa non mi dispiace per niente.
- Con il torneo queste regole non sono in vigore, le eccezioni sono solo il torneo o le feste pagane?
- Esattamente - annuì Caroline, socchiuse gli occhi - Devo lasciarti, Lynn. Qualcuno pensa di sonnecchiare nelle coperte pulite - si avviò a passo deciso e felpato.
Ha sicuramente intenzione di avvicinarsi nascondendo la sua presenza e di spaventare la povera malcapitata. E' incredibile come riesca ad accettare un ruolo così umile. Sono certa che ha un orgoglio smisurato, è una Delfine dopotutto, forse il fatto di delegare e tenere tutto sotto controllo le dà l'impressione di avere una posizione di potere. Sono sicura che se Zack non fosse il Master, avrebbe fatto di tutto pur di essere lei al comando del villaggio. Sebbene sia una Delfine, sfidare una Chimera significherebbe creare una nuova faida e lei vuole evitare una cosa simile. E' scappata dal suo villaggio, chissà come mai? Questo vuol dire che è da sola, senza compagne a coprirle le spalle. Se sconfiggerò Zack, lei avrà campo libero per comandare questi stolti umani” rifletté Lynn.
L'Arpia rimase sul tetto del castello per un'altra manciata di minuti, dopodiché raggiunse il prato in comune, dove erano riunite le tre fazioni e osservò l'ultima gara in corso. L'annoiò terribilmente, continuava a sbadigliare, sperando che quel supplizio avesse fine. Le gare del primo giorno furono vinte dalla fazione dei pacifisti.
Un uomo dalla barba rossiccia, capelli ricci arancioni e occhi verdi, si avvicinò e le chiese - Allora, Milady, avete cambiato idea?
Lynn si voltò e lo riconobbe, si trattava di Master Damien, guardandolo per nulla interessata declinò il suo invito - Nemmeno se foste l'ultimo gruppo di sopravvissuti sulla terra, mi unirei a voi.
Quest'affermazione fece ridere fragorosamente tutti coloro che facevano parte della fazione di Clay.

  
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