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Autore: Sunny9719    31/03/2017    2 recensioni
Merlino fu sul punto di rivelargli la sua identità di mago, così Artù l’avrebbe odiato e l’avrebbe lasciato andare. Valutò quella scelta per diversi minuti, ma alla fine scelse di non dire nulla.
-E’ finita Artù, accettalo.-
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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I tentativi di ignorare i sentimenti che provavano l’uno per l’altro si rivelarono vani, Artù e Merlino decisero di darsi una possibilità quella notte quando, seduti sulle scale dell’entrata del palazzo reale, si erano scambiati uno sguardo d’intesa e, presi dall’atmosfera del momento, avevano fatto collidere le loro labbra, scambiandosi un bacio sotto le stelle.

Erano passati tre mesi da quella notte. Da tre mesi vivevano la loro relazione nell’ombra, limitandosi ad incontri notturni e cogliendo l’occasione delle feste di Camelot per allontanarsi dalla folla e concedersi qualche minuto insieme. 

-Devo andare, mio padre mi aspetta per cena.- esalò Artù mentre sul suo letto regale Merlino continuava a baciargli il viso e le labbra.

-Si, devi andare.- rispose il moro, continuando imperterrito a baciare il principe.

-Merlino sono serio, devi lasciarmi andare.- rilasciò una piccola risata il biondo.

Merlino sbuffò, staccandosi dal collo del principe. -Eh va bene.- fece per alzarsi ma Artù lo trascinò nuovamente verso di sé per scoccargli un ultimo bacio prima di raggiungere suo padre in sala da pranzo.

-Ci vediamo questa sera dopo la mezzanotte.- sentenziò Artù. Merlino annuì e lasciò all’altro la possibilità di districarsi dal loro abbraccio per ricomporsi.

Rimasto solo il giovane mago sospirò e si lasciò cadere sul morbido materasso, abbracciando il cuscino e inspirando a pieni polmoni il profumo del suo amato. -Ti amo.- sussurrò sorridendo.

 

-Artù credevo non venissi a cena, cominciavo a preoccuparmi.- disse Uther quando suo figlio fece il suo ingresso in sala da pranzo.

-Perdona il ritardo padre, ho avuto da fare.- rispose il principe, prendendo posto accanto al re.

-Qualche problema?- chiese l’uomo.

-Niente di cui tu debba preoccuparti.- sorrise. Attesero che Morgana li raggiungesse e iniziarono a cenare tra chiacchiere e risate.

Quando la cena terminò Uther fu il primo a congedarsi, informando i suoi giovani figli che ormai l’età non gli permetteva più di stare sveglio a chiacchierare con loro fino a tardi per quanto lo desiderasse.

Morgana lo seguì a ruota, scortata da Gwen fino alle sue stanze. Artù rimase solo, seduto alla grande tavola in pietra, con i suoi pensieri.

Poco prima della mezzanotte si ritirò nelle sue stanze per cambiarsi e aspettare impaziente l’arrivo del suo amato servo.

Un lieve bussare alla porta di legno richiamò la sua attenzione. Andò ad aprire la porta e venne investito dal dolce profumo che il suo amato emanava. Lo afferrò per i lembi della sua giacca marrone e lo tirò di forza nella camera per catapultarlo in un bacio passionale. 

-Ci hai messo un po’ ad arrivare.- sussurrò dopo essersi staccato dalle sue labbra.

-Scusami, Gaius ci ha messo un’eternità ad addormentarsi, sai che da di matto quando esco di notte.- si giustificò il moro.

-L’importante è che tu sia qui ora.-

Merlino gli riservò un sorriso e Artù poté giurare di aver sentito il mondo fermarsi attorno a sé.

Poggiò una mano sul viso di Merlino in una muta carezza, guardandolo con una tale intensità capace di mozzare il fiato. Merlino inclinò la testa verso il palmo della mano di Artù e chiuse gli occhi, beandosi delle attenzioni amorevoli del suo principe.

-Ti va di andare fuori?- domandò il biondo dopo qualche minuto.

-Fuori?- domandò Merlino sorpreso e riaprendo gli occhi. -Artù potrebbero vederci.-

-A quest’ora non c’è nessuno in giro per il castello.- rispose con voce calma. -Solamente le guardie al di fuori del palazzo.- aggiunse, continuando ad accarezzarlo. Merlino si umettò le labbra, indeciso su cosa rispondere ma dopo aver indugiato qualche secondo sorrise ed annuì.

Si ritrovarono sulla balconata del palazzo, Merlino appoggiò le mani sulla pietra bianca del balcone e con gli occhi rivolti al cielo sorrise, ammirando le stelle che illuminavano quella notte. Artù cinse la vita del suo servo con entrambe le braccia e appoggiò il mento su una sua spalla, stringendolo in un abbraccio.

Quando Artù rilasciò un dolce bacio dietro il suo orecchio, Merlino si girò nel suo abbraccio, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo con trasporto.

Si baciarono su quel balcone, esprimendo tutto l’amore che provavano l’uno per l’altro, ignari però che in quel momento una delle guardie all’ingresso del castello aveva alzato lo sguardo e involontariamente assistito alla scena.

 

La mattina seguente Artù si svegliò presto, in modo da poter sentire Merlino entrare in camera sua per svegliarlo. Rimase avvolto in quel dolce torpore per qualche minuto per poi accorgersi che il suo servo non era venuto ad augurargli il buongiorno come tutte le mattine.

Preoccupato, si alzò e si vestì da solo per poi andare nelle stanze di Gaius e fingere di aver bisogno del suo servitore per delle commissioni, reclamando così la presenza di Merlino. 

-Quando mi sono svegliato era già uscito, non so dirvi dove sia andato.- fu la risposta dell’anziano medico.

-D’accordo, lo troverò più tardi, grazie Gaius. Se mio padre chiede di me sono andato a caccia.- il principe lasciò le stanze del medico, chiudendosi la porta alle spalle. 

 

-Sai perché sei qui Merlino?- chiese Uther al ragazzo di fronte a sé, massaggiandosi il mento.

-No, Mio Signore.- scosse la testa il giovane.

-Mh.. Tu sei sempre stato un servo leale, fedele e premuroso.- elencò Uther alzandosi dal trono e cominciando a camminare attorno al servo. -E sei sempre al fianco di Artù.- aggiunse.

-E’ il mio lavoro, Sire.-

-Mh.. Si, hai ragione. E’ il tuo lavoro.- aggiunse il re, confondendo ancora di più il ragazzo.

-Solo che ultimamente mi pare che tu e mio figlio vi siate avvicinati un po’ di più, sbaglio?-

-Non capisco a cosa vi state riferendo, Sire.- rispose piano il giovane.

-Ah davvero? Dimmi Merlino, dov’eri questa notte dopo la mezzanotte?- chiese retorico Uther.

-Ero nelle mie stanze, Sire.-

Uther prese a ridere per poi posizionarsi di fronte al ragazzo e indurire lo sguardo. -Dovrei sbatterti nelle segrete solo per avermi mentito giovanotto.-

Merlino deglutì, sgomento.

-Lascia che riformuli la domanda ok?- domandò il re, ricevendo un assenso da parte di Merlino. -Cosa stavate facendo tu e mio figlio sulla balconata principale dopo la mezzanotte?-

Merlino dischiuse le labbra ma dalla sua bocca non uscì nulla, si umettò le labbra nervosamente e un forte tremito gli scosse il corpo. -Noi..- esalò con un filo di voce e non riuscendo a completare la frase.

-Non mentirmi Merlino. So bene cosa stavi facendo con mio figlio.- sentenziò il re. -Il mio informatore mi ha fatto promettere di restare nell’anonimato com’è giusto che sia, pertanto non mi va di creare uno scandalo.-

Uther si avvicinò maggiormente al giovane e gli mise una mano sulla spalla. -Tu troncherai immediatamente questa relazione contro natura con Artù, siamo intesi?-

Merlino trovò finalmente il coraggio di guardare Uther negli occhi. -E se non volessi farlo?- lo sfidò. -Diserederò Artù. Lo ripudierò e lo bandirò da Camelot.- rispose Uther senza farsi troppi problemi

-Non state dicendo sul serio..-

-Si invece, caro il mio Merlino.- confermò con un cenno della testa. -Hai due giorni di tempo.-

-Non potete negare ad Artù il suo diritto al trono!- esclamò il moro, allo stremo.

-Certo che posso. E non ti azzardare mai più ad alzare la voce con me giovanotto!- ribatté Uther.

-Non potete farlo solo perché noi siamo..-

-Siete cosa? Mh? Innamorati?- lo schernì il re, ridendo sguaiatamente. -Non farmi ridere Merlino! Queste cose vanno oltre il normale!-

Merlino scosse la testa e abbassò gli occhi. -Non mi aspetto che voi comprendiate cosa significhi amare davvero qualcuno.- mormorò, ricevendo una fortissima sberla in pieno viso.

-Come ti permetti?!- domandò Uther, tra i denti. -Hai una decisione da prendere Merlino: tronca questa storia con Artù o Camelot non avrà più un re un giorno.-

Merlino riservò al re uno sguardo glaciale e pieno di risentimento.  -Hai due giorni, Merlino. Ora puoi andare.-

Il moro scappò via dalla sala del trono, si appoggiò di schiena alla prima colonna che trovò sul suo cammino e si lasciò cadere, sfociando in un pianto nervoso.

 

-Eccoti finalmente!- disse Gaius appena Merlino entrò nella stanza. -Dov’eri finito?- domandò.

Il ragazzo ignorò la sua domanda e posò sull’anziano medico il suo sguardo triste ed addolorato. -Che hai fatto agli occhi?- si preoccupò l’uomo. -Sembra che tu abbia pianto.-

Merlino annuì e si sedette alla tavola, poggiando i gomiti sul legno e prendendosi la testa tra le mani. -Merlino, cos’hai?- chiese Gaius, preoccupato per lo strano atteggiamento del ragazzo.

-Uther..- cominciò a parlare scosso dai singhiozzi. -…lo sa..-

Gaius era l’unico a conoscenza del segreto dei due ragazzi e appena sentì quella frase uscire dalla bocca di Merlino una fitta di dispiacere lo colpì in pieno petto.

-Come l’ha scoperto?-

-Un informatore anonimo.- rispose Merlino, tirando su con il naso. -Mi ha dato due giorni per lasciare Artù o lo diserederà e lo bandirà da Camelot.-

-Il suo stesso figlio?- domandò Gaius, incredulo. Merlino annuì e si passò nervosamente le dita tra i capelli corvini, tirandoli con forza.

-Cosa farai?- chiese Gaius, cauto.

-Quello che è giusto, Gaius.- la voce di Merlino tremò e una lacrima scese dal suo occhio destro.

-Sei sicuro?-

-No.. Ma.. Devo fare quello che è giusto per Artù.-

-Gli dirai che Uther sa di voi due?-

-No, troverò un modo per lasciarlo.-

-La vedo dura, Merlino. Artù tiene molto a te e difficilmente ti lascerà andare.- affermò l’uomo.

-Dovrà farlo.-

 

Quella sera stessa Artù attendeva impaziente che il suo amato servo lo raggiungesse nelle sue stanze. Erano stati separati tutto il giorno e gli era mancato tantissimo.

Appena sarebbe arrivato l’avrebbe attirato a sé, l’avrebbe baciato fino a consumarsi le labbra e l’avrebbe tenuto stretto a sé tutta la notte, per colmare quel vuoto che il moro lasciava quando non erano insieme o quando non potevano toccarsi in pubblico.

Un lieve bussare gli fece increspare le labbra in un dolce sorriso, corse ad aprire la porta e tirò dentro Merlino di forza nella stanza.

-Mi sei mancato tanto.- soffiò sulle sue labbra dopo averlo baciato, ma Artù notò qualcosa di diverso; Merlino non aveva ricambiato il suo bacio e non lo stava neanche toccando, aveva le braccia stese lungo i fianchi. -Stai bene?- si preoccupò il biondo.

-Dobbiamo parlare Artù.-

-Dopo parleremo di tutto quello che vuoi, adesso sta zitto..- cercò di attirarlo in un altro bacio ma Merlino girò la testa per evitare l’imminente bacio.

-Cominci a spaventarmi.-

-Artù.. non so come dirtelo.. quindi lo dirò senza tanti giri di parole.- Merlino si leccò nervosamente le labbra e -Non possiamo più stare insieme.- buttò fuori, fermo e deciso.

Artù dischiuse le labbra, preso in contropiede. -Che stai dicendo? Perché?- 

-Che futuro potremmo mai avere?-

-Ma che stai dicendo?-

-La verità, Artù. Non possiamo stare insieme, la nostre è… una relazione contro natura.- le parole fredde di Uther tornarono a riecheggiargli nella mente.

-No, non lo accetto.- scosse la testa il biondo, rifiutandosi di credere alle parole del suo servo.

-Accettalo perché domani vado via.-

-Co-Dove?-

-Torno a Ealdor. Qui non c’è più posto per me.-

-Non è vero.- Artù si gettò su di lui, prendendogli il viso tra le mani per costringerlo a guardarlo negli occhi. -Il tuo posto è qui, vicino a me.-

-No Artù. Tu devi trovarti una donna che ti renda felice  e che possa darti degli eredi.-

-E’ questo il problema? Si tratta di avere degli eredi?-

-No Artù! Noi siamo il problema, la nostra storia è un problema.-

I bellissimi occhi azzurri di Artù divennero lucidi, incapaci di sostenere ancora lo sguardo duro e freddo che il ragazzo che amava gli stava riservando, accompagnandolo con delle parole che gli gelarono il cuore.

-Devo andarmene, Artù.-

-Ti prego, dimmi la verità.- la voce di Artù cominciò a tremare. -Ho fatto qualcosa di sbagliato nei tuoi confronti? Se si dimmi come rimediare ma ti prego non lasciarmi.-

Merlino fu sul punto di rivelargli la sua identità di mago, così Artù l’avrebbe odiato e l’avrebbe lasciato andare. Valutò quella scelta per diversi minuti, ma alla fine scelse di non dire nulla.

-E’ finita Artù, accettalo.-

-No! Per favore, dimmi che ti è preso perché ci sto mettendo tutte le mie forze per capirti ma non ci riesco.-

Merlino dovette fare appello a tutta la sua forza per divincolarsi dalla presa ferrea del principe e andare via, lasciando il biondo in preda alla disperazione. 

-MERLINO!!- urlò, cercando di riportarlo indietro non curandosi di farsi sentire da tutto il palazzo reale.

 

Merlino tornò nelle sue stanze distrutto, con gli occhi rossi e gonfi per la quantità di lacrime versata durante il tragitto. Chiuse la porta, voltandosi verso Gaius e mostrando il suo aspetto devastato.

Gaius si avvicinò al ragazzo e lo cinse in un forte abbraccio, dandogli la possibilità di sfogare tutto il suo dolore e le sue lacrime per aver rinunciato, ancora una volta, ad una persona che amava.

-Gaius..- singhiozzò.

-Shh, tranquillo Merlino, andrà meglio.- cercò di rassicurarlo l’uomo, accarezzandogli i capelli.

-Domani torno a casa. Torno ad Ealdor.- lo informò, sciogliendo il suo abbraccio e asciugandosi le lacrime con il fazzoletto blu che portava legato al collo.

-Che stai dicendo Merlino? Perché vuoi tornare lì?-

-Perché non posso guardare Artù senza che mi si spezzi il cuore..-

-Merlino…- tentò Gaius, ma venne bloccato dal ragazzo.

-Gli ho detto che insieme non possiamo avere un futuro.- disse, per poi scoppiare nuovamente in lacrime. -Mi dispiace lasciarvi, Gaius..- scosse la testa, -Ma non posso restare.-

-Ami davvero così tanto Artù?-

-Più di quanto abbia mai amato nessuno.- rispose deciso il ragazzo.

-Capisco. Se andare via da Camelot è quello che ti senti di fare allora… hai il mio appoggio.- mormorò Gaius, sinceramente dispiaciuto per dover lasciare andare quel ragazzino che gli aveva stravolto la vita, diventando un figlio per lui.

Merlino, di slancio, abbracciò il medico e passarono i seguenti minuti stretti l’uno nell’altro in un addio silenzioso.

 

Il mattino seguente Merlino si era alzato presto, per preparare le sue cose e dire addio a Camelot. Gaius era stato chiamato ad occuparsi di uno dei cavalieri, svegliatosi con l’influenza.

Stava mettendo le ultime cose nella sua sacca da viaggio quando qualcuno bussò alla porta.

-Avanti.-

Artù fece il suo ingresso nella stanza, il viso pallido e gli occhi arrossati per le lacrime.

-Che ci fai qui?- tentò di fingersi infastidito, Merlino.

-Non andartene.- disse Artù con voce flebile. -Per favore Merlino, non mi lasciare.-

-Sei patetico Artù.- quella frase fece male al giovane mago più di quanto ne fece al principe.

-Può darsi, ma ti amo e se serve mi inginocchierò davanti a tutta Camelot pur di farti restare qui.-

Merlino dovette mordersi a sangue un labbro per reprimere il forte desiderio di mollare tutto ciò che aveva in mano, sbattere Artù al muro e baciargli le labbra fino a divorargliele.

-Non dire stupidaggini.- tentò di essere forte.

-Fermo, per favore, fermati.- Artù poggiò una mano su quella di Merlino. -So che non mi stai dicendo la verità, ti conosco Merlino.. meglio di quanto tu creda.-

Merlino serrò forte gli occhi e tentò di scansare la mano di Artù dalla sua, ma i riflessi di Artù lo presero di sorpresa, bloccandogli entrambe le mani nelle sue. -Merlino per favore, se puoi risparmiarci tutto questo dolore allora fallo. Dimmi la verità.-

E così il giovane mago, spinto dall’amore che leggeva negli occhi del principe e da quello che provava lui nei suoi confronti, decise di vuotare il sacco.

-Tuo padre sa tutto.- ammise, guardandolo finalmente negli occhi. -Sa di noi.-

-E’ stato lui a dirti di andare via?-

-No, mi ha “consigliato” di lasciarti altrimenti ti avrebbe diseredato e bandito da Camelot, negandoti il tuo diritto al trono.-

Artù scosse la testa e contrasse il viso in un’espressione rabbiosa. Lasciò andare le mani del suo amato servo e lasciò le stanze di Gaius a passo svelto e deciso.

Merlino decise di non seguirlo e, scaraventando a terra la sua sacca da viaggio, si lascio cadere seduto e pianse, maledicendo la sua totale dipendenza dall’amore per Artù.

 

-COME HAI POTUTO FARLO??!!- Artù entrò nella sala del trono come un uragano.

-Non capisco a cosa ti riferisci Artù.- rispose Uther, fingendo di non sapere nulla.

-Lo sai benissimo.- disse tra i denti il ragazzo.

-Lasciateci soli.- Uther congedò le guardie per restare solo con il figlio e affrontare una volta per tutte l’argomento.

-Artù..-

-Perché padre? Perché ricattare Merlino?-

-E così quell’inutile ragazzino ha parlato eh?-

-Non chiamarlo così.-

-E’ una relazione contro natura!-

Quelle parole colpirono Artù, ricordandogli che aveva sentito una frase del genere proprio la scorsa notte, quando Merlino aveva deciso di lasciarlo. 

-Io lo amo.-

-Sciocchezze! Non puoi amare un altro uomo!-

-Posso ed è così.-

-Artù..-

-Tu vuoi che io sia felice, padre?- bloccò il tentativo di Uther di parlare con questa semplice domanda. -O ti interessa solamente di cosa penserà l’intera Camelot?-

-Artù..-

-Non deviare, rispondi!-

Uther calò la testa, non riuscendo a sostenere lo sguardo addolorato e al tempo stesso rabbioso e determinato di suo figlio.

-Per tutta la mia vita ho fatto quello che mi hai chiesto.- prese parola Artù, davanti alla reticenza di suo padre. -Ho accettato di tutto, padre. Di tutto. Anche la miriade di innocenti morti per mano tua.- la voce iniziò a tremargli. -Cos’è che ti disturba tanto di questa mia relazione con Merlino? Il fatto che sia un uomo o che Camelot subisca uno scandalo? O che io non abbia eredi un domani?-

-Padre ti prego, lasciami vivere la mia vita e la mia storia con la persona che ho scelto di amare.-

-Artù..-

-Se non ci lascerai vivere questa storia lascerò Camelot e rinuncerò al mio diritto al trono di mia spontanea volontà.-

-NO!- urlò una voce alle spalle di Artù. -Non puoi farlo!-

-Merlino che ci fai qui?- chiese il principe notando la presenza del suo servitore e dell’anziano medico dietro di lui.

-Non devi rinunciare a ciò che è tuo di diritto, Artù ti prego.-

-So quello che faccio.-

-Art..-

Il mago venne zittito dal principe con una carezza sul volto. -Lo faccio per noi, Merlino.-

I due ragazzi si guardarono intensamente e Artù attirò Merlino a sé, stringendolo in un forte abbraccio. -Ti amo.- gli sussurrò ad un orecchio.

Uther non poté evitare di fissare quella scena. Suo figlio che rinunciava ad una cosa così importante come il titolo di re di Camelot per amore, amore per un altro ragazzo.

-Sire.- la voce calda di Gaius destò il re dai suoi pensieri. -Non lo faccia.-

-Ma Gaius.. è un servitore.. ed è un uomo.-

-L’amore non conosce condizione, Mio Signore.-

Uther riportò gli occhi sui due ragazzi che ora avevano sciolto l’abbraccio e si tenevano per mano, dimostrandogli il loro amore. -Artù sarà un ottimo re, Sire.- aggiunse l’anziano.

-Padre, tutto questo per me non ha senso se non lo condivido con lui.-

Quelle parole spiazzarono il re, tanto da mozzargli il fiato. Si umettò le labbra e tornò a guardare Gaius per avere un aiuto.

Il medico annuì, facendo capire ad Uther che avrebbe dovuto fare la cosa giusta per la felicità di suo figlio e per nient’altro.

Il re chiuse gli occhi per qualche secondo, facendo nascere nei presenti una forte ansia per l’emissione del verdetto finale.

-D’accordo.- mormorò. -Potete stare insieme.-

Artù di scatto si girò verso Merlino, catapultandolo in un bacio proprio sotto gli occhi di suo padre. Dopo aver baciato e abbracciato Merlino per la felicità, si avvicinò al re e, con gli occhi lucidi per l’emozione, gli getto le braccia al collo, stringendo suo padre in un forte abbraccio prontamente ricambiato dall’uomo.

Sciolto l’abbraccio, Artù ritornò da Merlino che, guardando per la prima volta il re con gli occhi dell’ammirazione gli disse -Vi ringrazio, Mio Signore.- e s’inchinò. Uther annuì e sorrise al servitore per la prima volta.

I due ragazzi abbandonarono la sala del trono insieme, mano nella mano.

-Avete fatto la cosa giusta, Sire.- riconfermò Gaius, ancora accanto al re.

-Lo spero Gaius, lo spero.-

-Fidatevi di me. Vostro figlio ama ed è amato con la stessa intensità, glielo posso garantire.- sorrise il medico.

Parallelamente sulla balconata principale del palazzo, Artù e Merlino guardavano il sole illuminare Camelot, baciandola con i suoi raggi. Fu quando Artù posò gli occhi sul ragazzo accanto a sé che capì; avrebbe lasciato davvero Camelot e rinunciato al titolo di sovrano se fosse stato necessario e tutto solo per amore di quello strambo servitore che in quel momento lo stava guardando con i suoi occhi che i raggi del sole rendevano ancora più blu.

 

 

Salve a tutti!

Mi chiamo Sunny9719 e questa è la mia prima ff Merthur J

Voglio dedicare questa storia a Rosso_Pendragon, che mi ha fatto conoscere ed amare alla follia questa coppia *-* Ti adoro pazza!

A Vaiolett95, per avermi fatto fare chiarezza su una scena da utilizzare :* Grazie mille tesoro :*

Spero che la storia vi sia piaciuta J

Baci,
Sunny9719

   
 
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