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Autore: Toujours Pur    31/03/2017    2 recensioni
Ci sono amori destinati a durare per sempre, nonostante gli errori.
Tratto dal primo capitolo
"Se solo fosse stata meno orgogliosa lo avrebbe rincorso."
"Ma c’era l’orgoglio di Benji, lui non l’avrebbe mai perdonata."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Benji fare quei pochi passi dalla porta al divano, dove era evidente la donna avesse passato tutta la notte, fu come percorrere una strada lunga e tortuosa. Julia lo guardava con dolore, ma ciò che lo lasciò sbigottito fu leggerle negli occhi la consapevolezza. Una volta che si fu seduto, non riusciva a trovare le parole giuste per iniziare un discorso difficile e che avrebbe cambiato tutto. Fu Julia che, comprendendo la sua difficoltà, ruppe quel silenzio opprimente.
“Non c’è bisogno che ti sforzi di cercare un modo per dirmi che mi lasci. L’ho capito quando non sei tornato stanotte a casa. Non ci vuole un indovina per sapere dove sei stato e con chi” terminò con un filo di voce.
Per il portiere fu come ricevere un colpo in pieno stomaco, e un sentimento di malinconia e disagio iniziò a farsi largo prepotentemente in lui.
“Mi dispiace” sussurrò. “Credimi non volevo ferirti. So che in questo momento sembra una frase di circostanza. Ti ho amata, ma Charlotte…”
“È il tuo grande amore” concluse per lui la donna. Il portiere non poté che annuire.
La donna si asciugò con la mano una lacrima dispettosa, non voleva piangere, lo aveva già fatto abbastanza, ma l’amarezza era tanta. Amava immensamente e profondamente l’uomo che aveva dinnanzi a sé, e sapeva che a modo suo anche lui l’aveva amata, solo che non era lei l’amore della sua vita. Lo aveva capito qualche settimana prima, ma stupidamente aveva creduto di poterlo tenere legato a lei in qualche modo. Poi la razionalità le aveva sbattuto in faccia una realtà terrificante, era disposta ad accontentarsi di un amore a metà, e questo non poteva accettarlo. Né per lei, né per ciò che voleva costruire con lui.
Quando il nodo alla fola si fu quietato riprese a parlare: “Ti auguro che tu sia felice con Charlotte. Meriti la felicità e soprattutto meriti una donna che ti ami senza limiti.”
Benji provò una grande ammirazione per Julia. Era palese quanto stesse soffrendo e quanto fosse grande l’amore che provava per lui, ed era proprio in virtù del forte sentimento che sentiva che lo stava lasciando libero. In quel momento si sentiva inadatto e colpevole, perché il suo amore cieco per un’altra stava condannando la donna con cui aveva condiviso gli ultimi anni ad una sofferenza che lui conosceva bene. Fece per parlare ma le parole gli morirono in gola, nel frattempo Julia si era alzata e aveva iniziato a raccogliere le sue ultime cose. Il campione si riprese solo quando la donna, ormai pronta per uscire dalla sua vita, gli diede un ultimo bacio sulla guancia.


Charlotte, dopo aver salutato Benji, si era recata in ufficio. La mattinata trascorse frenetica, ciò le permise di calmare in parte la sua ansia, ma nonostante tutto non riusciva a prestare realmente attenzione a quello che stava facendo. Non era in grado di non pensare alla situazione che stava vivendo il portiere. Non vedeva l’ora di rivederlo e assicurarsi che stesse bene. Venne risvegliata dai suoi pensieri da alcuni colpi alla porta, dalla quale entrò la sua fidata assistente. Si conoscevano da quando Charlotte aveva finito l’università e aveva iniziato a lavorare nelle imprese di famiglia. Una volta dentro si sedette di fronte alla ragazza e iniziò ad osservarla, subito le fu chiaro lo stato d’animo, ma nel corso degli anni aveva compreso che per ottenere qualcosa bisognava farla parlare.
“Tutto bene?” chiese tranquillamente Eve.
Charlotte annuì e le fece capire di andare avanti e dirle il motivo per cui era entrata, perché non aveva voglia di raccontare ciò che l’angosciava.
“Ti ho portato i documenti per la riunione di oggi pomeriggio. Ci sono tutti i grafici che avevi richiesto e i prospetti economici.”
“Ok. Adesso li leggo, così sarò pronta” concluse sorridendo alla donna seduta davanti a lei.
Eve si alzò e prima di uscire le disse: “Mi raccomando è importante che tu sia al massimo delle tue capacità” poi lasciò la stanza.

Il pomeriggio Charlotte si presentò puntuale nella sala dove erano riuniti i principali azionisti. La riunione si stava svolgendo come sempre, la ragazza stava dimostrando ancora una volta che non ricopriva quel ruolo solo per merito del suo cognome, ma che se lo meritava. Infatti all’inizio del suo percorso le persone la guardavano con diffidenza, e molti non credevano che fosse degna del posto che occupava. Ma lei non era un tipo arrendevole, per questo era la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via. Dopo tanti sacrifici e rinunce finalmente arrivarono le prime soddisfazioni, e adesso il presiedere un consiglio d’amministrazione era il concretizzarsi di tutto. Non contavano più le privazioni e la frustrazione, ora era capace di comprendere appieno l’uomo che amava, in quanto per lei essere lì rappresentava l’equivalente del campo da calcio. Così come Benji si sentiva forte tra i pali, lei si sentiva forte in quel posto.


Dopo il lungo pomeriggio Charlotte uscì dall’ufficio stanca e preoccupata. Durante il percorso verso l’uscita aveva guardato il cellulare in cerca di notifiche, ma il portiere non aveva né chiamato né scritto. Quando fu davanti all’ingresso del palazzo alzò lo sguardo dal telefono e un sorriso spontaneo le si formò sul volto. Benji era dinanzi a lei, appoggiato alla macchina che l’aspettava con il suo sorriso sghembo, che lei tanto amava. Giunta di fronte all’uomo si appoggiò al suo petto e subito lui la strinse a sé, poi la invitò a salire in auto.
“Dove vuoi andare?” chiese alla donna che aveva di fianco.
“A casa” rispose semplicemente lei, e mai quella parola a Benji era sembrata tanto dolce. Annuì e imboccò la via di casa della ragazza.
Appena arrivata nell’appartamento Charlotte si tolse con impazienza le scarpe, scatenando l’ilarità del campione.
“Non c’è nulla di divertente, questi cosi sono una tortura cinese” disse.
“Posso solo immaginare” rispose ridendo, contagiando anche lei.
La serata trascorse tra risate e battute come se il tempo non fosse mai passato.
Ad un certo punto però l’atmosfera calma e rilassata cambiò. Nell’aria iniziò a serpeggiare una forte elettricità, che esplose quando Benji si impossessò delle labbra della ragazza. Passione, foga e tenerezza caratterizzarono il bacio che si scambiarono, e quando le loro lingue si incontrarono entrambi gemettero sulla bocca dell’altro. I due stavano perdendo rapidamente il lume della ragione, e quando la mano calda di Benji cominciò a farsi spazio sotto la camicia di Charlotte, questa inarcò la schiena. Il campione abbandonò la pelle calda dell’addome e cominciò a sbottonare con lentezza ogni bottone della camicetta. Ad ogni bottone corrispondeva un bacio umido sulla pelle di lei, che ad ogni bacio e carezza diventava sempre più sensibile. Una volta che l’indumento superiore non fu più d’intralcio, egli prese ad accarezzare prima il seno ancora coperto dal reggiseno, poi eliminato anche quell’ostacolo dedicò la sua attenzione al seno della donna. Anche Charlotte aveva iniziato a spogliarlo, e quando fu libero dalla maglia tracciò una scia di baci partendo dai pettorali per poi concentrarsi su una porzione di collo sulla quale alternava baci e morsi. Nel mentre il tocco passionale del moro si insinuò sotto la gonna di lei e con carezze delicate la stava portando al limite. Con la mano libera Benji la spinse delicatamente sul divano, la pelle di lei fu percorsa da un brivido al contatto con la fredda superficie del sofà. L’uomo si chinò a baciare la porzione dell’addome, per poi afferrare i lembi della gonna. Charlotte sollevò appena il bacino in modo da farla scivolare lungo le gambe snelle. Nel frattempo anche i pantaloni di lui andarono a fare compagnia agli altri indumenti. Alla vista del corpo statuario e asciutto di lui, la donna non poté trattenersi dal mordersi le labbra a causa della forte eccitazione. Poi lui si chinò nuovamente su di lei e dopo aver giocato ancora un po’ e aver portato tutti e due sull’orlo della pazzia le afferrò le gambe e se le portò intorno al bacino. Morse leggermente una spalla mentre affondava delicatamente in lei, strappandole un gemito. Benji si sentiva finalmente completo e dannatamente bene. Avvertì le braccia di lei stringerlo forte a sé e prese a muoversi lentamente ubriacandosi dei sospiri che percepiva al suo orecchio. Sentì le unghia della ragazza graffiargli la pelle della schiena e di rimando la strinse ancora più forte affondando il viso nei suoi capelli. I petti combaciavano in un incastro perfetto, così come i loro cuori che in quell’istante, tanto agognato e sognato, battevano all’unisono. Infine con una spinta più forte portò entrambi all’apice del piacere. Si scambiarono un altro bacio e dopo essersi sfilato delicatamente da lei, coprì i loro corpi con la coperta che era sul divano, e in pace come non lo erano stati più da tanto tempo si addormentarono.

Angolo Autrice
Salve a tutti, sono riuscita a pubblicare un po' prima. Evviva! Spero tanto che questo capitolo vi piaccia, è la prima volta che scrivo una scena lemon, vi prego siate clementi.
Grazie a chi legge e segue la mia storia e un grande grazie va alle due splendide fanciulle che con le loro recensioni mi fanno sapere il loro parere aiutandomi a migliorare.
Un bacio, Anny

 

 

  
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