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Autore: Juliet00    01/04/2017    0 recensioni
Questa é la storia di un regno, la cui tranquillità cela forse i misteri centenari, misteri di qualcosa che va oltre ogni sapere.
Ma la protagonista, di una così travagliata vicenda, dovrà essere necessariamente importante come i misteri che avvolgono il regno in cui vive?
Tratto dal capitolo uno:
Il capitano pensava a quale fosse stata la causa di una così spietata ira, da parte di un sovrano che per tutta la vita aveva governato in modo saggio e pacifico, dimostrando una mite tolleranza anche per i fuorilegge peggiori del regno. Di certo non poteva essere solamente l'orgoglio di re a dar vita a un gesto così avventato.
Genere: Avventura, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La lettura dell'evoluzione


- In ogni leggenda si presenterà sempre la visione di una remota verità ...ma quest'ultima sarà ormai dimenticata in qualsiasi realtà...-


Ognuno di noi ha qualcosa da tenere ben nascosto agli occhi altrui. Può essere un che di buono e può essere un che di cattivo ...ma un destino unanime accomuna ogni segreto : essi non potranno mai restare completamente nella tenebra, nasceranno, invero, alla luce del mondo intero e se così non fosse, ciò che fino ad ora era stato in vita vedrà riflessa, nel silenzio, la propria morte.

Tutti i segreti hanno una storia e ciò che, qui, è scritto narra quella di un nascente giovane regno...


Generalmente tutti (o quasi) sono a conoscenza del fatto che che in un giardino vivono in armonia molte rose ma ognuna di loro, come giusto che sia, ha i suoi caratteri: ci sono quelle che nascono e si affrettano a crescere per mostrare la propria bellezza all'intero cosmo e quelle che invece nascono quiete e preferiscono attendere, pazientemente, il giorno in cui la vita le farà risplendere.

In mezzo ai vari regni, molti dei quali prosperosi, Fyrin si mostrava come un regno, molto giovane e senza alcuna particolare caratteristica. Un bocciolo, che ancora tardava a schiudere i propri petali.

Al contrario di ciò che si poteva dedurre, da questi suoi aspetti poco promettenti, il regno muoveva le sue piccole radici nel silenzio più assoluto, popolato non solo da una specie, non da due e nemmeno da tre: Fyrin pareva essere la “dimora” di ogni mondo... e lo era davvero...

La bellezza, che gli altri regni, conservavano già da tempo, sembrava destinata ad ombrarsi dinanzi al quieto regno, ancora in fasce.

Inizialmente nessuno dei sovrani sembrò preoccuparsi del nascente reame e quest'ultimo non pareva minimamente interessato a sovrastare la vastità di ricchezza, che lo circondava; per l'appunto gli interessi di Fyrin, superavano, di gran lunga, queste superficialità andando a parare a uno splendore interiore che avrebbe portato la gente a vedere il mondo con occhi diversi, ammirando la bellezza in tutto ciò che l'avrebbe circondata e aspirando ad un progresso sempre maggiore.

Invero, seppur a piccoli passi, il regno era una scoperta continua ed è proprio una, delle sue molteplici scoperte, ad aprire la sua storia...


Si dice che, ad ogni regno, vengano attribuiti molti manoscritti e ognuno dei quali, si distingue, in tutto e per tutto al variar di ogni reame. C'è, però, un'eccezione che accomuna tutti i regni conosciuti, in un unico volume: Tutto ciò che il cielo non disse.

Questo titolo venne dato, in anonimato, per descrivere ciò che si trovava aldilà delle nuvole o meglio ciò che era stato prima della nascita dei regni; più precisamente il libro riportava le storie degli dei del mondo abitato e con esse, le illustrazioni di ogni gemma a loro legata.

Il regno di Fyrin, cominciò la sua evoluzione dalle letture degli scritti presenti nelle biblioteche, sparse nei diversi mondi e la sua scoperta più grande fu dovuta dal volume che metteva i regni sullo stesso piano...


La piccola lampada, posta sul tavolino da notte, si spense. Che ore si erano fatte? Gin era rimasta totalmente assorbita nella lettura e non si era accorta di quanto tempo fosse passato.

Quel libro l'aveva incuriosita molto, al punto che, quella stessa sera, non aveva colloquiato molto con i suoi genitori (com'era solita fare) e aveva voluto finire la cena il più in fretta possibile, desiderosa di mettere gli occhi su quel libro che Willow le aveva tanto raccomandato. Aveva salito, le scale, a grandi passi ed entrata nella sua stanza, aveva acceso la lampada da tavolo e si era seduta, nella piccola poltrona, che il padre le aveva costruito quando era una bambina.

L'introduzione di quel testo, aveva aumentato la sua voglia di scoprire e una delle tante domande che fece capolino, nella sua mente, fu: com'è possibile che un regno tragga la sua bellezza da dei semplici libri?

Il rumore dell'orologio a pendolo, al piano di sotto, la distolse dai suoi pensieri, rintoccando la mezzanotte e ricordandole che, il giorno dopo, la scuola del regno l'avrebbe attesa puntuale, come ogni mattina.

Gin, decise così di andare a letto, mettendo a tacere ogni sua curiosità, per quella sera; sciolse la sua ordinata treccia, lasciando che i suoi capelli rossi scendessero lunghi e mossi sulle spalle e tolse il suo abitino rosa pallido, lungo fino al ginocchio, scambiandolo con una semplice veste da notte bianca, forse troppo lunga per la sua minuta altezza...

Il paese era ormai spento e anche l'ultima delle giovani si era lasciata cogliere dal sonno, in quella che era stata una lunga e pesante giornata.

Ma ... mentre i borghi erano avvolti nella tranquillità, nei pressi del palazzo, una figura bianca si muoveva furtiva, rubando un altro pezzo della sua preziosa “collezione” e scatenando un ira sempre più bruciante, in un re disturbato nel proprio riposo e ferito nell'orgoglio.

Quella figura, nemmeno quella notte, aveva temuto la pena che pendeva sulla sua testa, agli occhi di un intero regno, decidendo, così, di innescare una serie di eventi che avrebbe portato a qualcosa che ancora tardava a farsi conoscere.


L'alba trovò i soldati del re a rovistare nella biblioteca reale e li sorprese alquanto amareggiati dalla scoperta del libro che era appena stato rubato...


Fine quarto capitolo.



E rieccomi a pubblicare il quarto capitolo di questo... “boh”... definitelo voi... (io opterei per minestrone) decidendo anche per questa volta di risparmiare sulla lunghezza, lasciandola ai successivi capitoli che cominceranno a essere più determinanti sotto tutti i punti di vista del racconto.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chi ha speso il suo tempo a leggerlo.

Ora Morfeo mi chiama e quindi alla prossima lettori/e, un abbraccio.

   
 
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