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Autore: Queen FalseHearth    01/04/2017    1 recensioni
NON dal testo:
-Oggi è un giorno triste perché siamo di fronte al forte dolore di una morte. In questo funerale ricordiamo una ragazza audace e simpatica... chiunque l'abbia uccisa sarà avvolto tra le fiamme dell'Inferno se lo ha fatto con rabbia, se si è pentito verrà perdonato dal Signore ma resterà sempre un assassino. Tutti i presenti piangono la sua morte, pregheranno per lei ogni giorno, ricorderanno questa ragazza come un dono che ci è stato tolto: il suo nome era Laney Penn.-
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Laney Penn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Laney Penn

Un giorno Laney Penn risultava assente sul registro scolastico. Anche il giorno successivo non c'era. Tre giorni dopo il posto era occupato da una cartella blu, blu come i capelli del proprietario. Passò una settimana e quelle assenze dovevano essere ancora giustificate. Due settimane: c'erano dei piccoli fiori, dei piccoli fiori quasi secchi. Un mesetto e non c'è bisogno di dire che era assente la stessa alunna. Erano passati tre mesi, c'era una spiegazione per le sue assenze: era morta.
"Ciao Pulce…mi manchi molto, sei sicura di essere morta?"
Un giorno come tanti chiuse gli occhi e dopo riaperti per l'ultima volta, morì.Forse qualcuno la spinta dal letto, forse qualche maniaco l'ha soffocata o altro. Se lo chiedeva più volte: tutto ciò che ricordava era la sagoma di una persona, la sagoma di una persona che tremava.
"E' la prima volta che parlo a una tua foto invece di parlare con te... è triste"
Si aspettava di essere nel cosiddetto Paradiso, invece dopo quella notte si svegliò su una panchina nel parco di Peaceville, dove lei e i suoi amici venivano spesso, venivano spesso a giocare e a ridere. Si alzò lentamente e vide altra gente. Aveva la testa piena di voci confuse e tristi che concludevano con “amen” o con “ciao mi manchi”. Per quanto tempo era stata a dormire? Che giorno era? Ricordava di essere morta a Ottobre, ma adesso vedeva alcune decorazioni natalizie sugli alberi del parco: sono passati tre mesi, ha dormito per tre mesi.
-Buongiorno!- mostrò la sua gioia di essere ancora sul suo pianeta e di essere ancora in grado parlare, ma le persone la ignoravano. Una di queste spinse Laney senza guardarla e finì in un laghetto, un laghetto pulito. Si rialzò confusa e dal rifesso dell'acqua non vide la sua faccia, la sua faccia che non vedeva da un sacco di tempo. Era diventata una specie di fantasma, un fantasma che sapeva parlare ed era invisibile agli occhi delle altre persone. Sicuramente non era un vampiro perché non aveva i canini o la capacità di fluttuare in aria. Un vampiro diverso dalle fiabe popolane?
"Se m'ascolti, voglio dirti che mi manchi! Lo scoperto cambiando canale e ho saputo la terribile notizia. Sono rimasto troppo male: il cuore si era bloccato per un secondo, gli occhi lucidi e... come se fossi morto io..."
Appena sveglia sentiva sempre quella voce e altre di sottofondo nella sua testa, non si sentiva più sola. Forse in questi tre mesi qualcuno le ha parlato e solo adesso sta ascoltando tutto.
Decise di andare a quel garage per vedere come stanno le persone che Laney teneva di più al mondo, tanto la strada la conosceva a memoria. Era morta ma rimaneva una "persona" normale priva d'ali. Si fermò: tutte le diverse voci sparirono e sentì solo una, era certa che fosse recente.
"Laney, lo so che ci sei! Ti prego non lasciarmi da solo con questi due! L'ho detto ad alta voce? Siete magnifici ragazzi. Laney non lasciarmi! L'ho detto anche questo ad alta voce?? Invece di annuire come due cretini potevate dire si e cercare di evocare la nostra Laney…mi manca troppo…"
Lacrime, sentiva solo lacrime. Le dispiaceva che Corey era triste, ma almeno sapeva che non era solo. Corey era con i suoi migliori amici, erano anche i migliori amici della defunta. Voleva abbracciare con tutte le sue forze anche loro. Camminò e nessuno la vide, capì di non essere più una cittadina di Peaceville. Era un’estranea, un’intrusa. Nonostante ciò arrivò al garage, al garage in cui aveva passato tutto il suo tempo libero e la sua infanzia, un’infanzia piena di divertimento e gioia.

Mentre entrava, il suo cuore batteva forte, la prova di averne ancora uno.
-Corey, Kin, Kon!!!- urlò con tutta l’energia che aveva ma loro non sentirono, non sentirono la defunta.
Non c’erano parole per descrivere la sua malinconia: i suoi incubi peggiori si stava realizzando davanti ai suoi occhi trasparenti. Non poteva più parlare con i suoi migliori amici, la sua vera famiglia, forse era il prezzo da pagare per continuare ad abitare su quel pianeta. No: preferiva morire piuttosto di una vita senza di loro, ma si dimenticò che era già morta.
-Ok un, un due, un due e tre! Laney ritorna che ci serve una bassista e una migliore amica!!- cantò Corey e Laney sentì la sua voce forte, così forte che cadde. Capii che le persone vive quando parlano con un morto la loro voce diventa così potente da arrivare all'orecchie invisibili dei defunti. Prima del suo risveglio non ha sentito nulla, forse può ascoltare le preghiere in suo onore solo quando è sveglia. Come vorrebbe risvegliarsi da quell’incubo.
-Corey se canti non ritornerà-
-LO SO KIN!-
-Manca anche a me...-
Corey si lasciò far abbracciare dal suo amico. Kon invece voleva farlo sorridere; le due K. hanno superato il fatto che la loro amica non potrà più giudicare le loro leggende o fargli sorridere, però Corey piange non appena sente il suo nome.
-Io vado- la defunta e i gemelli lo videro andare via. Lei lo inseguì in camera sua dopo aver visto icon più attenzione e tristezza i gemelli. Quanto dolore in un solo giorno.
-Laney! Non posso non rivederti più! Sei tu la mia ispirazione, sei tu la ragazza che ho amato veramente in questi anni! Dovevo dirtelo quando eri in vita!- Laney vide Corey piangere, era una tortura per lei. Non fece caso che non sentiva la sua voce forte: il suo cervello fantasma si era concentrato sulla dichiarazione che aspettava, che aspettava da viva. Prima del suo risveglio il ragazzo ha fatto dichiarazioni simili? E lei non era presente? E che le ha sentite solo in quelle di sottofondo quando scese da quella panchina?
-Corey sono qui! Guardami! Qualcuno deve vedermi! Perché non riesci a vedermi?- esclamò senza risposta. Si sedette disperata sul letto dell'amico e il vecchio materasso avvertì una presenza provocando un rumore (si per me i materassi sono vivi, vi osservano nel sonno). Il ragazzo si girò, sperando che fosse l'amica, ma non vide niente e continuò a piangere, piangere in malinconia. Erano rare le sue lacrime.
"Oh Core" parlare sarebbe stato inutile.
Ora cosa poteva fare? Vigilare come un fantasma su Corey per il resto della sua apparente vita? Cosa avrebbe fatto altrimenti? Forse era meglio cominciare comportandosi come se fosse reale. Diede un freddo bacio sulla fronte della sua cotta e si allontanò dal garage, ma ci sarebbe ritornata. Raggiunse la sua casa, non si aspettava di vederla uguale come prima. Vide i suoi genitori tristi: anche loro intrappolati nel limbo del dolore.
-Laney, abbiamo sbagliato! Dovevamo ascoltarti! Perché ti abbiamo assecondato?- dalla voce forte cadde a terra e si allontanò dai suoi. Andò nella sua cameretta e cercò di dormire, sperando di risvegliarsi su quella panchina.
"Laney, ho bisogno di te! Dove sei? Dammi dei segni, ti prego! Voglio sentirti un'ultima suonare il basso! L'ultima volta eri stata perfetta, quasi. Domani abbiamo il compito di storia, alla stesso ora di tutte le volte: alle undici ricordi? Eri l’unica che prendevi otto all’anno scorso… meno male che ti assenti... no nel senso che... io... cioè... ti assenterai sempre"
"Laney, siamo Kin e Kon! Come stai? Abbiamo sentito che i morti non sentono dolore…beata te. Corey è depresso e questo pensiero lo condivide pure mio fratello. Kon... hai ragione! Ci manchi! Kon è vero che Corey piange in continuazione? Si, anzi più piange e meno suona. Ciao e torna da noi! E da Corey! Ci manchi troppo, non l’abbiamo mostrato ma sei stata una sorella per noi, by Kin. Torta... cioè torna ti prego, by Kon"
"Lo so che io Carrie Beff sia qui in Chiesa per te! La tua morte ha riunito amici e nemici. La prossima volta faccio morire Larry.... No!! Con la morte non si scherza..."
"Ehi Laney" era una voce che sentiva solo negli incubi "Mi dispiace davvero della tua morte. Mio fratello non mi prende il diario da tre mesi. Al tuo funerale è pure svenuto... Amen"
Dopo aver sentito le dediche dai suoi amici e da Trina, chiuse di nuovo gli occhi e sperava di non riaprirli: si sentiva in colpa che qualcuno soffrisse per la sua morte; lei soffriva perché non poteva più suonare con la sua band e abbandonato il suo adorato basso che in quel momento è pieno di polvere. Il suo strumento era ormai scordato, e tra poco lo sarebbe stata anche lei. Era questione di tempo. E’ meglio se non fossi mai nata, mai nata in questo mondo dominato dalla morte, pensò.

Erano le undici del mattino e Laney si svegliò, si svegliò triste. Si era resa conto che era iniziato il compito di storia e voleva sapere come stava andando (volevo scrivere moriva dalla voglia ma... non mi sembrava il caso) e uscii di casa evitando i suoi. Non ha mai voluto troppo bene ai suoi genitori biologici ma sperò la loro fortuna. Prese l'autobus, senza pagare il biglietto e vide altre persone. Voleva urlare di passare tutto il loro tempo con le persone che amavano invece di guardare il cellullare perché un giorno la morte strapperà il loro affetto. Alla fine si ritrovò davanti all'edificio scolastico. Non poteva aprire la porta perché era apribile solo all'interno e aspettò che qualcuno esca e per poi entrare. Passarono i minuti e nessuno lasciava la struttura, dopo un quarto d'ora una ragazza aprì le porte: era Trina Riffin molto probabilmente uscita dall'infermeria. Non era cambiata, tranne per quel viso pallido. Restò a guardarla e dopo che la porta si chiuse, ritornò alla realtà; alla realtà delle persone viventi dove lei era l'intrusa.
Riuscì ad entrare, dopo mezz'ora, e vide la sua classe. Il prof. che “torturava” i suoi alunni e Corey rimasto solo con una foto della ragazza con dei fiori: tre fiori di Acacia, amore segreto, due fiori di Angelica, ispirazione e un fiore di Adonite, ricordo doloroso. Si chiedeva perché iniziassero tutti con la A, A iniziale di amore. E come faceva a conoscerli se non era esperta di botanica?
"Laney, Laney e Laney" pensò sempre il blu non scrivendo niente sul foglio bianco.
-Fine! Kujiura prenda i compiti- disse il professore riordinando le sue schede e i gemelli capendo che Corey non aveva finito decisero di aiutarlo.
-Quale Kujiura?- dissero indicandosi a vicenda, la ragazza sorrise a capii l'intenzione dei due. Non erano cambiati neanche loro, solo in quel momento lo realizzò.
-E' indifferente- Corey rispose alle prime dieci domande su trenta, per fortuna che aveva ripassato, aveva ripassato con gli occhi pieni di lacrime.
-Perché? Io sono più agile di mio fratello e lui è più forte di me- tutti risero, anche Laney rimasta in un angolino. -Non mi faccia perdere la pazienza. E' indifferente-
-Ora tu ci dici chi deve raccogliere i compiti!- comunicarono all’adulto senza urlare, ma qualcun altro lo avrebbe fatto. Avevano compiuto un gravissimo errore, ma Corey era a un buon punto.
-COSA AVETE OSATO DIRE? MI DOVETE DEL LEI!!!- era su tutte le furie, la defunta e gli altri non lo videro così infuriato
-Vado io!- dissero spaventati -Bene!- disse il prof. con l'aria soddisfatta per aver risolto un suo ennesimo problema.
-Zitti un po'! Sto alla domanda ventitré!- disse il ragazzo, non pensando alle parole dette.
-Riffin- il professore si avvicinò al ragazzo e gli strappò il foglio dalle mani, aveva la faccia da killer e nessuno sapeva bene che cose orribili potevano capitare al giovane ragazzo. Anche Laney, sempre stata razionale, si spaventò.
-Ahahahaha Corey- rise per la prima volta in quella gelida classe capendo il motivo della stupidità di prima. -Questa volta darò a lei e ai suoi amici un nove- era un miracolo! Nessuno si aspettava che un uomo così scontroso nascondesse un cuore d'oro.
-A lei meno meno- concluse. I gemelli e Corey si fecero una risata, anche Laney voleva ma non era stata coinvolta. Era tutto merito loro, no suo.
Ormai era scomparsa dalla loro vita, non poteva più ritornare indietro. Era triste e sola. Voleva parlare con loro un'ultima volta, voleva fare tante cose prime di lasciarli. Tra queste giudicare le leggende di Kin e Kon e baciare Corey un’altra volta di sua spontanea volontà. Per un avvenimento non faceva più parte della Grojband. Quando delle lacrime uscirono dai suoi occhi, iniziò a scomparire. Scappò dalla classe e si ritrovò in giardino, un giardino fiorito. Lei era quasi scomparsa.
-Aspetta!- urlò al cielo disperata, certo era triste e sola ma non voleva scomparire: voleva…
-Voglio fare un'ultima cosa!- le sue parole non servirono. Cosa voleva fare? La cosa giusta e lo specificò alle nuvole.
-Mi permetta almeno... di fare la cosa giusta! Mi dica lei che cosa posso fare- non vedeva più il suo corpo.
-Non voglio vivere, voglio solo fare un’ultima buona azione per questo stupido pianeta che mi ha fatto conoscere Corey, Kin e Kon Ku…-
scomparve.
Fu mezzanotte, esattamente nell'orario della sua morte: si ricordò tutto ormai.

Laney quella sera era nervosa e si capisse dalle note stonate del suo basso. Non sbagliava mai gli accordi.
-Stai bene?- il ragazzo si fermò a suonare per sapere dell'amica -Niente, solo ansia- rispose lei incerta, insicura.
-Che ansia, Laney?- chiese l'amico seriamente preoccupato. I gemelli si avvicinarono.
-Devo andare, ciao- lasciò tutto e uscii dal garage, salutandoli senza sapere che era l’ultima volta. Per Laney era un periodo difficile: doveva trasferirsi in un'altra città, lontana dai suo amici per motivi che ancora non riusciva a comprendere. La ragazza raggiunse la casa, senza salutare i suoi e, dopo aver superato mille scatoloni, si mise nel letto e si lasciò avvolgere tra le coperte.
 Era mezza notte e il vento entrò nella sua stanza, una stanza cupa. Un vento gelido raggiunse le sue palpebre e si svegliò, vide la sua finestra aperta con le tende strappate, strappate non dal vento. Cercò di capire che cos'era successo, ma fu troppo tardi: qualcuno la pugnalò. La pugnalò al cuore. La pugnalò nel suo letto. Qualcuno pugnalò Laney Penn. L'assassina, al quanto pare pentita, lasciò il coltello per terra. La defunta aveva un sorriso sulle labbra.

Corey cercò dappertutto la sua amica ma non la trovò. Decise di chiedere l'aiuto di Kin e Kon e quindi ritornò al garage, al garage vicino a casa sua.
-Ciao ragazzi- lasciò il suo zaino blu per terra e vide i suoi amici incollati al televisione, poi arrivò la pubblicità.
-Corey porti sfiga! Quella stava per dire che l'assassino del conoscente del padre del suo ex fidanzato è la sorella dell'amica della cugina di secondo grado del fratellastro di quella!!- disse Kin seccato e il telecomando passò a Corey
-Come fai a saperlo? E’ la seconda volta che vedi quella stupida serie?- nel chiederlo apparve il telegiornale sullo schermo. Corey non capì: era sicuro di aver digitato 41 (K2) sul telecomando, invece deve aver digitato per sbaglio solo 1.
-Notizie di La...- Kon non finì che il programma annunciava la morte di una ragazza: la loro amica. Su tutte le persone di questo mondo la loro amica. Corey per poco non sveniva e raggiunse subito il cadavere di Laney, non poteva fare altro che piangere fino a che non la portarono via, per sempre.

"Laney!" la ragazza si svegliò tra le morbide nuvole "Laney" non era Corey, né Kin, né Kon o qualcuno che conosceva. Ma non aveva paura.
"Laney!" qualcuno pronunciò per la terza volta il suo nome, poi ci fu il silenzio. Cercava di capire dov'era finita, poi alla fine capii dove stava: nel cielo. Non sapeva che parte della terra stava e decise di fare un giro, per curiosità.
 Il cielo, visto da quel punto lontano da tutto, sembrava il mare, come volasse sopra le soffice nuvole. Un mare che vola che idea stupida si disse Laney, ma per un momento l’aveva pensato. Poi la defunta si sentì perduta in un dipinto fatto con i migliori acquerelli che usava da bambina. Intorno a lei c’era la pace, deve essere così il Paradiso, come se lo immaginava da piccola. Solo il “pavimento” era di un colore diverso, bianco. La vista è sensazionale. Laney persa in quel panorama si dimenticò della sua situazione: si vide ancora nelle sembianze di un fantasma, almeno era scomparsa.
Laney continuò a camminare e si accorse che dietro di lei le nuvole si erano trasformate assumendo una forma, vide una che si era trasformata per merito sua una chitarra bianca, una chitarra perfetta a sei corde. Fece un altro passo ed una nuvola divenne il simbolo della Grojband. Più camminava e più si divertiva: aveva creato strumenti, sagome dei suoi amici e... una nuvola di sangue. La nuvola era piena di sangue e sopra c'era il nome di Trina. Che sta succedendo, si chiedeva. Si guardò intorno e vide solo l’intensità del celeste che la avvolgeva. Capì subito che doveva raggiungere la sua nemica.
Non avendo le ali o l'emozione della paura, fece un passo all’indietro e si buttò dalla nuvola a forma di cuore, che aveva creato, in precedenza. Appena a contatto con quella nuvola non riusciva a vedere niente, o stava su una quota altissima o non stava sulla Terra. Vide qualcosa: le grandi città terrestri. Ora i suoi dubbi si posero su un’unica domanda: come diamine ha fatto a cadere senza sentire un vento fortissimo.
Passato un minuto finì sul tetto della casa Riffin, senza graffi. Non si soffermò sull’incredibilità della cosa: aveva una missione che solo lei poteva portare a termine. Entrò nella casa aprendo la porta con la sua mano invisibile (sta piano piano guadagnando la sua vita facendo del bene, anche se non era il suo scopo e non lo sa) e cercò dappertutto Trina, ma niente: nessun biglietto, zero indizi e non era nel suo letto, un letto che non aveva mai visto in vita sua. Aveva bisogno d'aiuto, l'aiuto di Corey che non dormiva mai il venerdì sera, intrappolato nelle serie tv su Neflix. Questa volta era sulla sua scrivania con un sorriso senza pc.
-Corey!- cercò di parlargli -Dov'è Trina?- chiese senza risposta, di nuovo. Di colpo si ricordò della scorsa sera, quando si era seduta sul letto e aveva provocato un rumore. Un leggero ma esistente rumore. Decise allora di provare a suonare, suonare a modo suo. Corey stava studiando pensando al 9-- che aveva avuto quella mattina.
"E' merito di Kin, Kon e... solo loro due" pensò, pensò anche che Laney non c'era più: non aveva udito una sua risata non aveva sentito niente da lei. Il suo dolore aumentò, poi un suono attirò la sua attenzione: la vibrazione di una corda di un basso.
-Chi è?- chiese spaventato, la melodia prese ritmo. Laney, quella volta al garage dopo tre mesi dalla sua morte, si era dimenticata che c’era un altro modo per comunicare che solo un membro della Grojband può ascoltare. Suonò varie corde e insieme formarono il messaggio:
-Dov'è Trina?-
Corey capì perfettamente che qualcuno, forse Laney, voleva sapere dove stava sua sorella. Aveva capito il messaggio perché lui sa ascoltare, ascoltare la musica. Aveva imparato negli anni. Non si spaventò nel sentire una melodia in camera e non vide nessuno strumento fluttuare perché Laney dopo aver preso il suo basso, che stava facendo, la polvere si era nascosta.
-Dietro al parco di Peaceville- rispose e Laney, attraverso il suono, lo ringraziò (poi leggete l'angolo per capire).

La defunta corse al parco, un parco cupo, e vide Trina, assieme a tre ragazze che sfortunatamente conosceva: il trio delle belle, ci facevano chiamare. Stupide oche ma pericolose.
-L'ho fatto, ora lasciatemi in pace!- Laney aveva visto un dettaglio che non aveva mai notato negli occhi Trina: il lucido e la paura insieme.
-Ora che hai ucciso quella Penn per nostro comando, e per nostro divertimento, ora non ci resta che ordinarti di uccidere anche quello sfigato di tuo fratello- la defunta fu sconvolta, no per il fatto che la sua assassina è Trina o perché il suo migliore amico rischiava la vita: ma perché Trina soffriva, soffriva di bullismo pericoloso. Ora sa perché era così cattiva con loro. La sua voce non era forte.
-Ho ucciso la persona che voi odiavate con pentimento, perché non faceva parte della "razza femminile" o come la definite voi e ora volete che io uccida anche il mio fratellino per far piacere vostro? Non ci penso proprio! Non sono un'assassina!- ora tutto era chiaro, il motivo della sua morte era perché era felicemente diversa ma osservata da gente senza cervello, ma che centrava Corey?
-Tu uccidi quel rammollito di tuo fratello perché mi ha rovinato la mia giacca perché ho sparlato di quella Penn!- ora anche quel motivo era chiaro. Non si sa come ma sembrava che qualcuno ha voluto rispondere alle sue domande. L'atmosfera era tenebrosa ed era pure mezzanotte. Gli occhi di Trina non erano da assassina, al contrario di quelle tre malate di sangue.
-Ho cercato di suicidarmi in questi tre mesi per non ricordarmi il sorriso buio di Laney, ma con scarsi risultati visto che mi hanno subito salvata- spiegò con le sue fragili parole, ma le tre, come si sol dire, da un orecchio entrarono le parole di Trina e dall’altro uscirono. La più bionda tirò dalla tasca un coltello (ciao bionde, tranquille non vi odio).
Anche se Trina avesse urlato, quella zona non era vigilata. Laney voleva fare qualcosa, altrimenti ci sarebbero state ben altre due vittime, ma sapeva che non poteva salvarla, ogni sua mossa sarebbe stata inutile: era scomparsa dalla loro vita. La missione è fallita, si disse.
Stava di nuovo scomparendo letteralmente.
Iniziò ad uscire da parco con la decisione che lei avrebbe lasciato che la diciassettenne se la cavi da sola e avvertire del pericolo il suo Corey attraversò il suo strumento e dirgli che era presente nel giorno della sua dichiarazione… ma quando sentii solo un'urla di dolore, corse da lei non pensando di essere un fantasma.
Vide un coltello che stava per sfiorare il collo di Trina e la defunta voleva solo fare solo una cosa: salvarla. Per salvarla doveva spingerla in modo lesto. Non sapendo come aveva fatto a raggiungere il luogo così in fretta, quando vide Trina, la toccò per spingerla. Improvvisamente successe il miracolo che le ossa si riformarono, la pelle e anche i capelli, ma soprattutto il cuore, quello vero. Non accorgendosi di essere tornata un'umana viva, continuò a spingerla e quando la portò via dal posto, Laney rischiava la vita un'altra volta.
Lei non aveva paura e quando la lama stava per toccare la ragazza, ci fu una luce accecante e le altre tre morirono di scatto prima di completare l'opera. Ci fu uno scambio. Che è successo? Si chiese Laney ma per la prima volta non trovò mai risposta. Trina, sconvolta, quando tolse lo sguardo dalle tre vide Laney.
-Laney!- l'abbracciò nonostante tutto. La ragazza si era dimenticata quanto potesse essere caldo, un abbraccio -Sono una persona?- si vide, pensava di essere di nuovo invisibile ma fortunatamente non era così. Si toccò il cuore: batteva come una lepre, il doppio della visita al garage quando aveva un cuore invisibile.
-Sono una persona!- saltellò sempre e non si fermava mai e non furono necessarie le parole per chiedere scusa, basta solo lo sguardo pieno di lacrime.
-Sai tutto?- chiese la rosa fermando la sua gioia -Oh Trina! Invece di essere una insopportabile diciassettenne potevi chiedere aiuto a noi, o a Mina!- la ragazza, dopo aver ascoltato le dolci parole di Laney, sa ne andò con il solo pensiero di essere soltanto una persona orribile. Voleva sparire, non meritava il suo perdono. La rossa la fermò
-Ti ho salvato la vita e ora non ti lascio con i sensi di colpa Trina!-
Ormai c'era una sola cosa da fare. Qualcosa di straordinario.

Laney Penn si nascose dietro un albero e attese i suoi amici, dopo un po' di tempo gli vide, tristi. Non sanno che cosa gli accadrà, pensò. Non smetteva di sorridere e il suo cuore esplose di quelle strane sensazioni che rendono la vita una gioia.
-Corey...- cercò di parlagli l'amico una volta arrivati a destinazione. C’erano una panchina e un lago, per Laney non più famigliari. –Si, Kon, io e Laney venivano spesso qui a guardare le nuvole- i tre si distesero sull’erba soffice e guardarono il cielo; notarono una nuvola che assomigliava al simbolo della loro band e accanto c’era una specie di sorriso bianco.
-E' LANEY!- Corey si alzò di scatto. I due gemelli nell’alzarsi rapidamente caddero ma Corey non ci fece caso: corse sperando di raggiungere quella nuvola e, prima che il ragazzo avrebbe chiesto a Kin di lanciarlo come un razzo, la ragazza rossa uscii allo scoperto. Guardò gli occhi dei loro amici, erano pieni di lacrime identici ai suoi, ma c’era ancora quel sorriso.
-LANEY!!- lasciando stare la teoria che possa essere un sosia di Laney o un’allucinazione, Corey corse da lei e niente lo avrebbe fermato questa volta.

 

 

Angolo autrice
Se avete notato qualche ripetizione (una persona, una persona) sono fatte apposta, come avete notato; e se siete dei veri esperti, avete sicuramente notato che le ho inserite per momenti drammatici. *E per dell’ascoltare la musica bla bla bla è una cosa irreale, come ritornare in vita facendo un gesto eroico. Ho immaginato che i veri seguaci della musica abbiamo creato una specie di alfabeto ma vabbe. Se c’è qualcosa non chiara o volete segnalarmi qualche errore grammaticale fatemelo sapere.
Recensite se ci siete ancora fans della Grojband; io spererò sempre in questo programma affinché possa essere amato come lo amo io.

Ah si le presentazioni…forse pensate che sia la nuova arrivata Queen FalseHearth ma in realtà…sono Farfalla Lilla, quella pazza dilettante che scriveva storie sulla Grojband. Spero che sta storia sia più decente di quello che scrivevo in passato. Vi rivelo che l’ho scritta il primo marzo 2015, modificandola ogni volta che leggevo per migliorarla perché all’inizio non si poteva proprio leggere. Volevo pubblicarla sta’ storia, veramente (anzi una volta ho sognato che stavo per morire di qualche malattia misteriosa e chiesi a mio padre di pubblicarla al posto mio) ma non ho mai trovato occasione, e ho corretto molte imprecisioni negli ultimi giorni.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto sul vecchio profilo, volevo dirvi che sono arrivata qua e voglio far conoscere al mondo le mie storie, non m’importa se non piaceranno o saranno brutte: io le pubblicherò.

P.S.: il nome di Laney non è stato tolto dal registro per non dimenticarla.
P.S.n.2: lo so che non v’importa ma ve lo dico lo stesso: mi dedicherò a storie di tutti i tipi ma ritornerò almeno una volta ogni tanto a scrivere qualche bella storia sulla Grojband!
P.S.n.3: vi ricordate della mia storia mai finita di “E’ passato un anno?” dove ho pubblicato i due capitoli nello stesso giorno in due anni differenti? Ho intenzione di riscriverla e migliorarla (il terzo capito è già degno di essere pubblicato). Quindi aspettate se siete interessati.
P.S.n.4: ah si…ho deciso di non eliminare il vecchio profilo perché…quella iscrizione è stato il primo passo per il mio amore verso la scrittura e non me la sento di toglierlo, però nn l’ho userò più  :) Ricordo quando pubblicai la mia prima orribile storia che non ho coraggio di riguardare, non sapevo quello che stavo facendo!

   
 
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