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Autore: Prettybene9816    01/04/2017    0 recensioni
E' il sequel di "Professore, scusi posso amarla?"
Se non avete letto il libro precedente ,non cambia nulla perchè i protagonisti sono diversi, ma per capire meglio il passato e le identità di questi nuovi personaggi, è consigliato di leggerlo.
Farid.
Farid punto e basta, è cosi' che si fa chiamare..non vuole che nessuno sappia il suo cognome, perchè lui stesso rifiuta quel cognome.
Ha vissuto e ha vissuto fin troppo per essere un uomo di soli 24 anni.
Per non pensarci ,si sfoga nel calcio e riesce a diventare ben presto un calciatore di fama mondiale,ma questo non gli basta .
Lui è sbagliato e anche la sua vita è sbagliata ed è maledettamente attratto dal peccato, perchè il peccato non si rifiuta mai.
Una caratteristica di lui?
Non ha paura di morire, ha paura di vivere.
*****************************************
Kemal.
Kemal Cortada.
Un rifiuto umano si soprannominava.
Cresciuto da terroristi che hanno sempre voluto da lui la violenza.
La sovrana violenza.
Dopo trent'anni ritrova suo fratello e finalmente viene a scoprire tutta la verità ma..lui è Kemal.
Il Kemal che è cresciuto nel male e che non conosce altro.
Una caratteristica di lui?
Convive con la solitudine e ama la sua gatta Luna.
Irrazionalità, piacere,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Nocte latent mendae. Di notte i difetti stanno nascosti. BEKKA' S POV: "Grazie di tutto Meli, senza di te non ce l'avrei mai fatta" dico salutando l'ultima bambina. "Ma di che? È stato divertente" dice Melisa chiudendo la porta. "Divertente ma faticoso " dico sprofondando su un divano. "Almeno Daniela era felice " dice lei sedendosi accanto a me. "Beh si..Aveva un sorriso che partiva dall'America e arrivava al Giappone " dico sorridendo. "È stato molto dolce da parte tua farle una festa a sorpresa insieme a tutti gli altri bambini " dice Melisa accarezzandomi la mano. Gliela stringo e dico "È stato molto dolce da parte tua aiutarmi" Lei mi sorride e appoggiando la testa sulla mia spalla, chiede "Ma come fai a gestirli tutti ogni giorno col doposcuola ?" "Ah non lo so neanche io.."dico ridacchiando. Non lo so veramente..ma di una cosa sono certa. Anche se i genitori mi pagano ,io lo faccio soprattutto per i bambini, per la loro felicità. Adoro arrivare alla fine di una giornata stanca ma felice coi loro abbracci e sorrisi impressi in mente. "Metterò a posto domani, andiamo?"chiedo mentre lei alza la testa dalla mia spalla. "Ma no, mettiamo tutto a posto adesso così non sarai sola" "No Meli. Hai già fatto abbastanza , faccio io "dico sistemando velocemente le sedie. La vedo buttarsi completamente sul divano e osservo i suoi capelli ondulati marroni e i suoi occhioni verdi che risaltano nella sua pelle ambrata. "Sono sfinita..Io a differenza di questi bambini da piccola ero molto più tranquilla ,per non dire che non spiaccicavo parola " dice Melisa stendendo le sue lunghe gambe magre sul divano. Sorrido. È una ragazza tutt'ora timida. L'ho conosciuta poco dopo che lei si è trasferita a Palermo ,infatti mi aveva chiesto le indicazioni per raggiungere la facoltà di farmacologia. All'inizio ero solo io che parlavo ma dopo un po' si è sbloccata e si è rivelata una ragazza d'oro. Metto velocemente le patatine rimaste su una teglia e dico "Dai, andiamo che sei stanca" "Si, signor capitano" dice Meli rialzandosi dal divano. "Hai preso le chiavi?"chiede lei sapendo già che sono una ragazza abbastanza smemorata. "Si, le ho prese " dico facendole la linguaccia. Lei ridacchia mentre io chiudo la porta e la blocco a chiave. Scendiamo un piano e tecnicamente io sarei arrivata a casa ,ma decido di accompagnare Meli fino alla macchina. "Che fai?"chiede Melisa notando che non mi fermo davanti casa. "Ti accompagno fino alla macchina " dico proseguendo. "Ma no, ce la faccio" Non in questo quartiere, penso.. "Tranquilla, me ne approfitto per prendere un po' d'aria " dico mentendole. Lei annuisce sorridendo con la testa mentre arriviamo velocemente alla sua macchina. Almeno è intatta.. "Mi raccomando, guida piano e mettiti la cintura" dico osservandola entrare in macchina. "Certo mammina"dice lei facendomi la linguaccia. Ridacchio mente lei accende il motore e mandandomi un bacio volante, parte. Incrocio le braccia per il freschetto della sera ,perché ormai saranno le 22, e continuando a guardare la macchina di Meli che poi sparisce, voltando a destra, penso che sia una ragazza fantastica. Con i soldi che ha ricevuto da Adil avrebbe potuto fare la qualsiasi, ma non si è scomposta minimamente e ha continuato ad essere la Melisa genuina e affettuosa di sempre. La adoro. Sospiro ed entrando nel mio palazzo , faccio velocemente il primo piano di scale che porta a casa mia ,mentre nel piano di sopra c'è il doposcuola che anni fa era un magazzino pieno di polvere e macerie.. Ricordo ancora io, mia madre e alcuni miei vicini che pulivamo e mettevamo a posto senza arrenderci. L'ho sempre saputo che sarebbe diventato un posto magico, più magico di una stanza pervasa di bambino, si può? Non busso alla porta e inserendo le mie chiavi ,entro, ritrovandomi mia madre che prepara la cena. "Bekka!" Esulta ammi. Giusto.. Io e mia madre veniamo dallo Sri Lanka come Benedetta e le sue sorelle che sono affettuose da morire...oddio Viviana ha ancora qualche difetto ma nulla di grave. Ritornando al discorso..veniamo dallo Sri Lanka e siamo venute sole a Palermo nel 2006 ,dopo che uno tsunami ci ha totalmente cambiato la vita. Ammi ora fa la giornalista ed è un traguardo enorme per una donna che ha dovuto cominciare da zero ma..il lavoro non viene pagato benissimo e io l'aiuto quanto posso col doposcuola. Dopo una giornata tosta all'università, badare a dieci bambini è tosta.. ma senza questi bimbi, la mia vita sarebbe vuota. Quindi va bene così. Anche se devo prendermi la mattina un sacco di autobus per l'andata e il ritorno e poi non avere tregua fino alle sette di sera coi bambini, cerco di non buttarmi nella disperazione e sorridere sempre alla vita. Perché tutto ciò ? Perché amo vivere e se passassi il resto della mia vita a lamentarmi di tutto quello che non ho, finirei solo per sprecare tempo e non avere una buona sanità mentale. Preferisco di gran lunga subire che morire. A volte nella vita fa bene subire, impari sempre nuove cose e hai sempre possibilità di migliorare. Ecco di cosa ha bisogna la gente. Di possibilità. Abbiamo bisogno di dare e avere nuove possibilità. Saremmo tutti meno stronzi. "Com'è andata con la festa?"chiede ammi sorridendomi. Mi guardo velocemente allo specchio davanti alla porta e osservo con orrore le occhiaia che circondano i miei occhioni neri..la mia carnagione scura, all'improvviso diventata violacea e i miei capelli neri, raccolti in una coda che ora ha fatto una brutta fine. Ero uno schianto insomma. "Un successone, i bambini erano felicissimi " dico slegandomi la coda e raccogliendo i capelli su una spalla. "Immagino! Va' a cambiarti e poi mi racconti " Annuisco con la testa e uscendo dalla stanza, prendo le scale per camera mia al piano superiore. I tacchi mi stanno uccidendo.. "Bekka ho fatto il riso col pollo,vieni a mangiare?"grida dal piano di sotto ammi. E chi rinuncerebbe al riso col pollo ? "Si, vengo a mangiare! Mi cambio e arrivo!" Dico aprendo la porta di camera mia. Sono esausta..mangerò e cadrò sul letto come un peso morto. Deciso. Chiudo la porta della camera e mi libero all'istante di queste scarpe. Belle quanto vuoi, ma fanno un male.. Tolgo la giacchetta e buttando i capelli sulla schiena, mi sento molto ma molto meglio. Una liberazione quasi. Ora tocca al pigiamone. Mi giro per accendere la luce e spogliarmi ,ma mi blocco appena vedo di fronte a me un ragazzo alto almeno un metro e ottantacinque, occhi marroni, capelli mossi sempre marroni, leggerissimo accenno di barba , labbra rosee con una strana fasciatura all'addome... Ma che..? Indietreggio convinta di stare sognando mentre tocco con la schiena la porta e mormoro terrorizzata "Tu..tu chi diavolo sei?" Il ragazzo deglutisce a disagio e avanzando ,mormora "Ti prego non gridare" Peccato che già alla parola "Ti prego" avevo incominciato a gridare. "Cazzo "sbotta lui mentre si fionda su di me e mi tappa la bocca. Non può averlo fatto sul serio. Scuoto la testa per cercare di liberarmi, ma la presa è davvero troppo stretta e lui riesce anche ad alzarmi in aria. Non ci credo. Non ci posso credere. Non posso proprio. "Mmhmm...Mmhm.."mugolo sulla sua manona mentre lui mi fa sedere sulla sedia della scrivania e afferra la mia sciarpa blu. "Bekka!"grida ammi dal piano inferiore.. "Mmhmm...Mmhmm...Mmhmm " cerco di gridare invano. Prende la sciarpa e in un nano secondo la avvolge attorno alla mia bocca.. Oddio no.. Afferra un'altra sciarpa e la avvolge velocemente attorno alla mia vita, legandomi alla sedia. Panico. FARID'S POV: "Tesoro non vieni a mangiare? Si sta raffreddando il riso "grida, penso la madre dalla porta. Ci mancava solo lei.. La lego velocemente e facendo attenzione a non tapparle anche il naso, la immobilizzo. No, ma bambina obesa.. "Ma ci sei?"Chiede la madre insistemente. Ok..Ora che faccio? Pensa.. Pensa.. L'occhio cade su un quaderno sopra la scrivania e subito mi viene un'idea. Afferro il quaderno e strappando un foglio, scrivo con una penna blu trovata lì "NON VENGO A MANGIARE PERCHÉ.." Perché?! Butto un occhio sulla ragazza che cerca di urlare e subito scrivo, illuminandomi "PERCHÈ HO MAL DI GOLA" Mi fiondo alla porta e passando il foglio sotto la porta, spero che se la beva.. "Hai mal di gola? A maggior ragione devi scendere a mangiare. Dai, mangia e poi prendi qualche medicinale " grida la madre.. "Mmhmm...Mmhmm..Mmhmm.." Mugola la ragazza da dietro ancora. Ma porco.. Mi giro per scrivere su un altro foglio "NON INSISTERE. VADO A DORMIRE"e facendolo passare sotto la porta, vado verso la ragazza. Mi abbasso al suo livello e riconosco quei occhioni neri.. È la bambina che aveva la maglietta col tulipano sopra che sorrideva nella foto.. Almeno ho azzeccato il fatto che sia camera sua..invece sul fatto che sia una bambina obesa, ho sviato un po'. "Allora..chiariamo una cosa. Se non fai la brava immediatamente, tua madre non farà una bella fine, quindi cosa scegli di fare tulipano? Stai zitta o continui a rompere i coglioni? "dico con voce intimidatoria. Tulipano spalanca gli occhioni di scatto e zittendosi all'istante, mi guarda con odio. Sorrido. Eccolo il mio sguardo. "Brava bambina"dico accarezzandole le coscia. Lei sposta immediatamente di lato le coscia e mi guarda con ancora più odio.. Le sorrido divertito e faccio per stuzzicarla ancora un po' per vederla furibonda, ma la madre grida alla porta "Ma almeno prendi qualcosa! " Ma sta un po' zitta! Mi alzo sospirando e scrivendo in un altro foglio "HO GIÀ PRESO QUALCOSA. BUONANOTTE le passo il foglio. Sento la madre sbuffare ma finalmente cede e le augura buonanotte. Era ora cazzo.. Aspetto che se ne vada completamente e quando non sento più niente, butto un sospiro di sollievo. E questa è andata. Mi tocco l'addome affaticato dai miei bruschi piegamenti e mi passo una mano fra i capelli. Che situazione.. Mi giro e osservo la ragazza guardarmi sempre peggio con le gambe incrociate in modo tale che io non le tocchi.. Astuta. Mi tocco l'addome dolorante e avvicinandomi a lei, mormoro per farla finita "Facciamo un patto? Io non farò nulla a tua madre, ma tu dovrai fare silenzio quando ti toglierò la benda, intesi?" La vedo guardarmi con diffidenza ma cede e annuisce con la testa piano. Allora non è tanto stupida.. Vado da lei e abbassandomi al suo livello con fatica, mormoro prima di levarle la benda "Anche solo un gridolino e tua madre.." Non mi fa finire la frase che subito annuisce con la testa. "Molto bene tulipano. Molto bene"dico mentre slego con cura il nodo. Le accarezzo il collo col pretesto di levarle la benda e deglutisco quando sento la sua morbida e calda pelle a contatto con la mia mano fredda e ruvida. Che spettacolo. Scuoto la testa imponendomi di non distrarmi e slego piano la sciarpa. Inaspettamente lei non fiata ma continua a guardarmi in cagnesco. Sembra una cucciola di pantera che è pronta ad affilare i denti. "Cosa vuoi? Dal quartiere avrai capito che non navigo nell'oro, sempre che in quella testa ci sia un cervello " sbotta lei. Rido. Davvero mi ha appena dato del decelebrato? "Tu non sai chi sia immagino.."dico gettando la sciarpa. "Dovrei saperlo? "Chiede lei velenosa. "Non t' intendi di calcio?"chiedo perplesso. Diamine persino i sassi sanno chi sono.. "Io sono legata in una sedia in camera mia e tu davvero vuoi parlare di calcio? "Chiede estrereffata lei. Rido ancora. Per quanto sia fastidiosa fa sbellicare dalle risate. "E io che pensavo tu fossi una bambina obesa " dico tra le risate. "Perché? Cosa hai contro le obese?"Chiede lei assottigliando gli occhi. "Io? Niente..è solo che.." "Non mi dire che quella che hai attorno all'addome è la mia gonna di Pull&bear" dice lei spalancando la bocca e non lasciandomi finire di parlare. Accarezzo il tessuto morbido e dico con nonchalance "Te ne ricomprerò altre cinquanta " "Certo...magari coi soldi che ruberai da casa mia" Confermo. Non ha la minima idea di chi sia.. "Punto primo; io non sono venuto qui a rubare. Punto secondo; mantengo sempre la mia parola. Punto terzo; dobbiamo parlare" "Non lo stiamo già facendo? "Chiede sbuffando lei. "Mi servirebbe un mezzo di trasporto per.." All'improvviso mi squilla il cellulare. Che tempismo di merda.. Lo afferro veloce mentre faccio segno a tulipano che la tengo d'occhio e lei scuote la testa con disapprovazione. "Pronto?"chiedo piano. "Dove sei?"Mi chiede Jamal in tutta fretta. "Al sicuro..cioè mi sono intrufolato in una casa" dico allontanandomi di poco dalla ragazza. "Che fine ha fatto il gps sottocutaneo?"Chiede lui sorpreso. "L'ho tolto." Rispondo secco. "Ottimo. Dovunque tu sia, rimani lì..Ho già la tua posizione, verrò a prenderti tra due settimane " "Cosa? Due settimane? Ma sei impazzito? Io me ne voglio andare adesso " dico deciso. "Farid non fare cazzate e ascoltami almeno una volta nella vita. Ahmed è fuori di sé, non puoi farti beccare. Lascia fare a me e stai al sicuro" "Ahmed può andare perfettamente a fare in culo. Io non..." "Farid ricordati che lo stai facendo per tua madre" m'interrompe Jamal. Sospiro. È la pura verità. "Lo so.."mormoro incassando il colpo. "Ok..Jamal mi sto fidando, mi raccomando. "Aggiungo intimidendolo . "Questo numero l'ho solo io ,giusto? " "Giusto" "Perfetto, ti chiamo io. Ci rivediamo tra due settimane "dice Jamal prima di riattaccare Lo saluto anch'io e riattacco. Non ci voleva..penso mi riavvio i capelli esasperato. "Chi è Jamal e chi è Ahmed? "Chiede una zanzara alle mie spalle.. Perché le ho tolto la sciarpa dalla bocca? "Sono i miei amici" butto lì. "Non sembra dal fatto che vuoi che Ahmed la vada a fare in culo " dice lei sbuffando. Non le sfugge nulla, per la miseria. "È un po' complicato con lui, comunque..devo chiederti un favore " dico avvicinandomi a lei. "No a qualsiasi cosa " dice lei subito. La guardo con un sopracciglio alzato e dico "Ma se non mi hai neanche ascoltato " "Non ho nessuna intenzione di ascoltare un ladro " borbotta lei. "Non sono un ladro. Quante volte devo ripeterlo?"chiedo sospirando. Certo che è di coccio. "Si e io sono bionda " "Ma tu hai i capelli neri.."affermo aggrottando le sopracciglia. "Appunto.."conferma . "Mi stavi prendendo in giro? "Chiedo ancora confuso. "No..Tu che dici?" Mi sta prendendo in giro. Incasso anche questo colpo e dico "Devo chiederti veramente una cosa tulipano" dico cambiando argomento. "Tulipano? Ma sei pazzo? Oddio..sei così malato che dai nomignoli alle ragazze che trovi nelle case dove rapini" dice lei esterrefatta. Che cazz..? "Ma sei pazza tu? Ti chiamo così perché hai una stupida foto dove sei con una maglietta con un tulipano sopra...e per la millesima volta ,io non sono un ladro. Vuoi ficcartelo in quella testa di rapa che ti ritrovi ?"dico ora infastidito. "Tu hai una testa di rapa!"Mi ammonisce lei. "Ti rendi conto che faresti uscire fuori di testa anche un ladro? " "Allora lo vedi che sei un ladro!" "Non sono un ladro! Oddio farnetichi così tanto che mi fai impersonifare in quello che tu credi che io sia"dico irritato. "Cioè un ladro.." "Sì. Cioè no. Non sono un ladro..ma che diamine studi ? Psicologia?" Chiedo sbuffando. "Le bugie hanno le gambe corte e comunque sono al primo anno di scienze politiche "dice lei acida. "Io non ti ho mentito" "Io invece credo di si" Assottiglio gli occhi e la guardo male "Senti, devo parlarti veramente di una cosa.."dico decidendo di non insultarla. "È da tre ore che parli a vuoto " dice lei alzando un sopracciglio. La imito anch'io alzando un sopracciglio e dico "Mi servirebbe che tu mi ospitassi a casa tua per due settimane " "Sì certo..Ora mi chiedi anche il permesso "dice lei ridendo. Si accorge che io non sto ridendo e dice "Stai scherzando, vero?" Nego con la testa. "Tu sei il ladro più incapace che ci possa essere sulla terra" Mi siedo sul suo letto.. Qua andremo per le lunghe. "Per la millesima volta, non sono un ladro. Sono un fuggitivo e ho bisogno di stare in un posto dove non possa essere beccato per due settimane, dopo me ne andrò ,te lo prometto " "E io cosa ne guadagno? Diventerei tua complice "dice lei subito dopo. Vecchia volpe.. "Possiamo fare un patto. Tu mi fai stare qui per due settimane e tu in cambio avrai...ehm..un milione di euro vanno bene? " propongo. Lei spalanca subito gli occhi. "Un milione di euro? Vuoi per caso rapinare una banca?!"Chiede scioccata. Se solo sapesse che un milione di euro li guadagno in pochi giorni.. "No..Ho un fondo economico abbastanza ampio " mormoro, dicendole almeno una parte di verità. "E cosa fai? Il mafioso? Stiamo parlando di un milione di euro non di un euro" chiede lei sempre più scioccata. "Li ho, giuro" dico alzando le mani. "Tu capisci che in questa posizione, darti fiducia mi è assai difficile?"chiede lei ovvia. Sospiro, abbassando lo sguardo e cercando di escogitare qualcosa mentre l'occhio cade sul mio Rolex e contemporaneamente mi viene un'idea geniale. "Ci sono!"dico alzandomi dal letto. Lei mi guarda confusa mentre mi slego il Rolex e poggiandolo sulle sue ginocchia ,dico "Questo dovrebbe valere 30 mila euro. Prendilo come un anticipo " Lei guarda con occhi increduli l'orologio e dice "E chi me lo dice che non sia un falso?" Dovevo immaginarmelo.. "Fai così..domani vai da una gioielleria e ti fai stimare l'orologio. Se ho mentito, mi caccerai immediatamente "dico deciso. "Non lo so..Io rischierei un sacco " dice lei con diffidenza. "Ti ho già detto che non sono un ladro, non ho nessuna intenzione di farti del male..Ho bisogno solo di un posto per stare per due settimane" dico cercando di rassicurarla. "Ma ne volevi fare a mia madre " afferma lei. "Mentivo..mi serviva un pretesto per farti tacere" le rivelo. "Lo vedi? Come potrei fidarmi di te?"chiede lei perplessa. Mi abbasso al suo livello e appoggiando le mani sule sue ginocchia ,dico "Hai ragione..ma credimi quando ti dico che non voglio niente da voi, se non di un divanetto dove poter dormire per due settimane" Lei sposta di scatto il ginocchio ,non accettando il mio contatto e dice "Io sono ancora legata alla sedia..." Certo che è davvero furba. Mi rialzo e avvolgendole le braccia attorno alla vita, slego il nodo dell'altra sciarpa. Lei sorride soddisfatta mentre il mio occhio cade sulle gambe un po' denudate per la gonna che è salita di molto. Mi lecco le labbra improvvisamente con l'acquolina in bocca, ma lei si alza di scatto e scappa da me. Ispiro a fondo il suo profumo di rosa e chiudo gli occhi. Dio santo.. "Non posso darti una risposta subito. Domani andrò a valutare l'orologio e ti farò sapere, ma se solo ti becco rubare o fare qualcos'altro, puoi anche incominciarti a scavare la fossa" dice lei dura. Riapro gli occhi e mi giro per guardarla. La brutta fine che farei fare a quel vestito solo io lo so.. "Ho capito " dico senza neanche aver sentito una sola parola. "Bene. Ora vai immediatamente in bagno che devo cambiarmi."dice lei indicandomi il bagno. Annuisco con la testa e andando in bagno, chiudo la porta. "Cazzo.."sussurro appoggiandomi alla porta. Più cessa poteva capitarmi diamine. Mi stacco dalla porta e molto lentamente, la apro lasciando un piccolo spiraglio per spiarla ed essere sicuro che non stia chiamando la polizia ,ma la intravedo mentre fa scivolare il vestito per il corpo e se ne libera con un calcetto. Ora che mi sono accertato che non abbia chiamato la polizia, dovrei chiudere la porta ma da gentiluomo quale sono, resto a mangiarla con gli occhi. È di spalle e piegandosi a novanta, afferra il suo pigiama. Dal basso la risposta non si fa attendere, perché incomincia a diventare duro a livelli sproporzionali. Slega i gancetti del reggiseno dandomi le spalle e liberandosi del reggiseno beige, s'infila il pigiama. La cosa non è produttiva, perché io mi eccito peggio di prima.. Vederla vestita così mi fa pensare che è molto diversa dalle ragazze di Jamal.. "Brutto porco!"grida improvvisamente beccandomi sbavare dallo specchio. Cos..merda! Chiudo di scatto la porta e appoggiandomi su di essa,rido. Aveva uno sguardo tra l'esterefatta, furibonda e imbarazzata. Adorabile. All'improvviso volo dall'altra parte del bagno perché lei apre la porta senza delicatezze e mi fulmina con lo sguardo. "Non solo sei un ladro..sei anche un pervertito! "Sibila indignata. "Stavo per sbattere la testa contro il lavabo!" Dico scioccato. "Te la spacco io la testa se continui a fare il deficiente! "grida lei portandosi le mani sui fianchi. Che tipetta. "Non l'ho fatto a posta! Stavo controllando che tu non stessi chiamando la polizia" "Hai controllato fin troppo!"dice puntandomi il dito contro. Sbuffo. "Ok e allora? Non credo di aver fatto nulla di male.."cerco di ribaltare la frittata ma lei corre fuori dalla stanza a passo deciso. La seguo stranito mentre lei afferra un taccuino e una penna e dice "Se vogliamo convivere pacificamente, tu devi rispettare delle regole." La guardo interrogativo mentre lei scrive "REGOLA N°12 : NON TOCCARMI" "Ma davvero? Non posso neanche sfiorarti?"chiedo perplesso. Lei in tutta risposta scrive "REGOLA N°11: NON SFIORARMI " "È una follia...abitaremo insieme per due settimane, come faremo a non sfiorarci nemmeno? "Chiedo agitando le mani. "REGOLA N°10: STAMMI LONTANO" "Così "dice indicando la regola n°10. Sbuffo per la seconda volta. La sottoscritta dovrebbe essere onorata di avere nella propria camera un calciatore internazionale come me.. "REGOLA N°9: SEVERAMENTE VIETATO GUARDARMI MENTRE MI CAMBIO." "Ti ho detto che prima stavo solo controllando che tu.." "Fai più figura da zitto " dice lei scuotendo la testa con disapprovazione. "REGOLA N°8 : RISPETTARE I PROPRI SPAZI " "E quale sarebbe il mio spazio?" borbotto. Lei mi indica il divano dove sopra regna il caos di vestiti e io dico subito "Non se ne parla. Io lì non dormo" Lei m'ignora e scrive "REGOLA N°7: NON CONTRADDIRMI." Quasi quasi sarei voluto capitare nella camera di sua madre.. " REGOLA N°6: VIETATO FRUGARE FRA LA MIA ROBA." "Non sono un ficcanaso" Mi difendo. "La gonna strappata attorno al tuo addome ne è la prova infatti.."dice lei sbuffando. Sospiro stufo. Le ragazzine come lei mi chiederebbe di scoparle seduta stante e non di non toccarle.. Questa è follia. "REGOLA N°5 : NON MENTIRMI." "La prossima regola vorrei imporla io" dico deciso ma lei mi fulmina con lo sguardo e dice "Credimi. Non sei nella posizione di dettare regole" Vaffanculo. "REGOLA N°4 : NON LASCIARE LA TUA SPORCA ROBA IN GIRO." "Sono un tipo ordinato a differenza tua" le rinfaccio indicandole il divano pieno dei suoi vestiti. "Ma io posso. Sei tu che non puoi " replica lei. La guardo male mentre lei m'ignora e continua con le sue stupide regole. "REGOLA N°3: NON PUOI USCIRE DA QUESTA STANZA , SE C'È MIA MADRE A CASA." "Questo mi sembrava ovvio.."dico sbuffando. "Non si sa mai..Non mi sembri un ragazzo sveglio " dice lei proseguendo a scrivere la seconda regola. Io intanto mi sono offeso. "REGOLA N°2 : DORMIRAI SUL DIVANO O PER TERRA. TI È SEVERAMENTE VIETATO SALIRE SUL MIO LETTO" Mi sento un cane quasi quasi. No anzi. I cani hanno un trattamento migliore. "Voglio proprio vedere la prima regola" dico beffardo. Lei fa per pensarci ma poi s'illumina e scrive la prima regola; "REGOLA N°1 : NON INNAMORARTI DI ME " Rido. "Come se io mi potessi innamorare di una come te" dico continuando a ridere. Lei va verso un comodino e prendendo una puntina, appende il foglio sulla parete lilla. "Non è mai caduto nessuno ai miei piedi ,non vorrei lo facessi proprio tu" spiega lei. "Stai tranquilla che quella regola non sarà mai infranta"dico incrociando le braccia. "Meglio per entrambi. "Dice lei andando verso il suo letto. Scosta le coperte e mettendosi sul letto, sistema il cuscino. "Che stai facendo?"chiedo osservandola. "Vado a dormire dato che per colpa tua non potrò cenare " dice lei coprendola con le coperte. "Ho capito ma..io dove dormo?"chiedo perplesso. "Sul divano..te l'ho già detto. " "Ma è pieno dei tuoi vestiti " dico osservando terrorizzato la montagna di vestiti. "Ti dispiace ordinarmeli nell'armadio? Buonanotte e Sogni d'oro "dice lei ,chiudendo gli occhi e spegnendo la luce. Rimango nel buio se non per quella piccola lampadina illuminata sulla scrivania e l'occhio cade sul foglio delle regole appeso. "REGOLA N°1: NON INNAMORARTI DI ME" Oh non sarà fatto. Con piacere non sarà fatto, penso mentre inizio a piegare i vestiti. Guarda un po' cosa mi è toccato fare. Tulipano me la pagherai.
   
 
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