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Autore: Dio_dei_Fluff    01/04/2017    0 recensioni
Quando lo vide fu troppo tardi, stava abbracciato alla mora che gli sorrideva innamorata. E neanche Lauren, pur essendo molto cattiva, decise che non poteva rovinare la loro bella favola. Arrivata in macchina pianse tutte le lacrime che aveva in corpo prima di partire.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Lauren, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO
She said “Where’d you wanna go?
How much you wanna risk?
Casa di Francoise, 19.04.2016

“Allora, signorino Francoise, cosa fa lei? Non va con i suoi genitori alla festa per Pasqua a casa del sindaco?” chiese Consuelo al giovane ginnasta che dopo essersi alzato e aver fatto colazione invece che essersi preparato con il completo elegante e la brillantina (la povera domestica era ancora ferma agli settanta) si era seduto sul divano aveva aperto un pacchetto di popcorn e aveva letto, attività che faceva quando non stava studiando o allenandosi e quando la domestica gli aveva chiesto se potesse ingozzarsi di schifezze lui le aveva risposto che per una volta non gli sarebbe successo nulla. E allora gli aveva chiesto se per caso lui non fosse stato invitato alla grande festa che si teneva per pasqua a casa del sindaco.
“No, Consuelo. Io me ne starò a casa solo soletto a mangiare popcorn e a finire il libro che ho appena iniziato.” Le rispose con un briciolo di acidità nella voce.
“Ma oggi è Pasqua, bisognerebbe stare con la propria famiglia.”
“Che è quello che fanno i miei zii con i miei nonni a Lione. I miei genitori pensano che Pasqua sia sinonimo di pubbliche relazioni. Ma non c’è problema, ho rifiutato molte offerte per passare la Pasqua con persone che conosco, perché tanto la mia unica vera famiglia sono io, non mi manca nulla.”
“Signorino, questo non è il modo adatto per prendere questa festa. Lei è invitato a casa di Consuelo per festeggiare la Pasqua con noi.”
“Ma… io… sarei di troppo…”
“Nessuno è di troppo a casa di Consuelo, io preparo da mangiare per più persone, così sono sicura che tutti possano mangiare in pace.”
“Ma… ci sarà la tua famiglia…”
“La famiglia di Consuelo sarà felicissima di conoscerla. Dai, non si faccia pregare…”
“Ok, tu mi prendi per la gola, perché so già che avrai preparato un sacco di cose deliziose. Comunque grazie…”
“Ma non c’è di che signorino. Insomma è come se fosse parte della famiglia!”
“Smettila di darmi del Lei, in famiglia tutti sono sullo stesso piano!”
“Va bene signorino. Si divertirà molto con noi.”
Lui fece roteare gli occhi per l’uso della  terza persona e poi si incamminò con Consuelo verso casa sua.
***

Casa di Giselle, 20.04.2016
La festa di Pasqua a cui era andata Lauren con Katarina e Carter era ancora più maestosa di quella a cui erano i genitori di Francoise perché aveva condensata la Creme della Creme di Francia, ma non perché fosse un evento mondano, ma perché la Creme delle Creme di Francia era parente di Giselle o di suo marito, ad esempio: il primario dell’ospedale Pitie-Salpetriére era ad esempio il fratello maggiore di Giselle, il ministro dell’economia il marito della sorella invece, Serge Haroche, il premio Nobel per la fisica nel 2012, era lo zio di Claude, il marito di Giselle e ancora Patrick Modiano invece il marito della zia di Claude, in pratica c’erano più premi Nobel in quella stanza che ad una premiazione, essendo la famiglia di Giselle e Claude composta da puri geni. Comunque era divertente, Katarina stava con Carter, che già diceva di volere diventare uno scienziato grandioso, e parlava delle ultime scoperte in fatto di fisica con Heroche che le stava suggerendo quanto si potrebbe ancora scoprire sulla luce e tutti gli affetti ad essa correlati, e mentre lei lo guardava con gli occhi a cuoricino perché era il campo in cui voleva studiare a sapere che un genio come lui approvava ara come respirare una boccata d’aria di montagna in mezzo alla città. Lauren stava parlando di qualche studio strano di neurochirurgia che sia lei che il suo interlocutore, il fratello ci Giselle, non pensavano sarebbe andato molto avanti… ma la scienza è bella proprio perché cambia, si erano detti. Lei stava anche pensando al fatto che il suo povero allievo stava passando la Pasqua da solo quando non si dovrebbe: lei non aveva mai veramente festeggiato la Pasqua a casa negli Stati Uniti, ma come giornata era molto bella perché comunque si trovavano tutti a mangiare nella casa di campagna che suo padre aveva e si divertivano abbastanza, quando erano piccoli andavano a cercare le uova fra le vigne ed si divertivano come matti… anche Carter aveva cercato le uova, sia all’asilo che nel giardino di Giselle mentre tutti la cricca di geni lo stava guardando con un sorriso, a tutti stava simpatico quel bambino, anche se all’inizio non era molto accettato, sia lui che la madre, dopo averli conosciuti ed avere conosciuto la dedizione di Lauren per ogni cosa della sua avevano capito che la loro famiglia aveva ottenuto due grandi acquisti che si sarebbero trasformati in persone pronte e predisposte a lavorare sodo, poi erano anche stupiti di quello che era riuscita a fare Lauren con i suoi ragazzi che da giovani scalmanati che erano si erano trasformati in atleti seri che stavano aspettando di salire sulle vette del mondo della ginnastica.
“Allora Lauren, come va l’allenamento?” chiese Giselle alla ragazza una volta che lei aveva finito di parlare con suo fratello.
“Sempre il solito, il mio esperimento/saggio è stato molto fruttuoso e le ragazze si sono divertite a torturare i ragazzi dall’inizio alla fine della settimana.” Le rispose con un sorriso.
“Sei stata abbastanza dura con loro.”
“No, sono stata giusta, se loro non si impegnano non è un problema mio, ma se prendono in giro le loro compagne di squadra questo si che è un mio problema, e gliela ho fatta pagare.”
“Distruggendoli.”
“Sono stati solo $ giorni, neanche 6”
“Ma li hai distrutti…”
“Mamma… Matías mi ha fatto male!” disse Carter mettendo fine alla conversazione…

 
***
 
Dopo essersi abbuffato di piatti spagnoli e aver cantato canzoncine pasquali, aver cercato le uova e lavato i piatti con Consuelo mentre i figli di sua figli gli giravano attorno chiedendogli se anche a lui il coniglietto di Pasqua gli aveva portato delle uova e se si quanto grandi. Francoise si era divertito molto di più che in ogni Pasqua passata da quando aveva 6 anni e questa festa improvvisata aveva aiutato a liberarlo da molte idee negative come: Cesare, Jerome, le olimpiadi, Lauren, i suoi genitori, l’università, la mole di lavoro che doveva fare a casa, la mole di allenamenti, la mole di qualsiasi cosa che doveva fare… diciamo che per cinque o sei ore non aveva pensato a nulla se non a come ringraziare Consuelo dell’invito  per quel giorno… anche quello poteva sembrare un grave problema, ma era il minore, insomma bastava che le regalasse una pianta o un nuovo set di teglie e la donna (che non era ancora riuscita a chiamarlo Francoise invece che signorino) sarebbe stata contenta. Gli altri erano problemi ben più gravi e mentre entrava nella palestra con gli attrezzi della palestra non riusciva a togliersi dalla mente i suo guai. Aveva deciso che per buttare giù direttamente il cibo di Pasqua lo stesso giorno dell’ingestione avrebbe usato quella chiavetta magica che avevano tutti i ragazzi intelligenti di Lauren, non che a lui lei la avesse data, solo che l’aveva rubata a Cesare; era in palestra e si stava allenando con i pesi per fare un po’ di muscoli per sistemarsi per gli anelli, ma stava pensando a tutt’altro… il fatto che non parlasse più a Cesare, il fatto che Lauren aveva deciso che lui doveva morire, il fatto che tutta la sua famiglia voleva che facesse qualcosa di buono alle olimpiadi e che i suoi genitori pensavano che sarebbe stato un buono a nulla e che se ne sarebbe andato via con un calcio nel culo da Lauren, la quale fra parentesi non vedeva l’ora di darglielo, il fatto che lui voleva effettivamente venire eliminato al primo turno senza possibilità di tornare indietro, il fatto che aveva un sacco di tesine da preparare per l’università e che non poteva contare su uno zio che era neurochirurgo capo per capire come fare quella cosa impossibile di neuro, per l’appunto… di tutti gli allenamenti che doveva fare.  Ah, e poi c’era l’altra questione. Jerome. Non voleva pensarci, aveva fatto una cazzata, che di più grandi non se ne potevano fare, come aveva potuto… era letteralmente scappato dopo essere andato a letto con il ginnasta, era troppo imbarazzato e si odiava per averlo fatto, perché solo un cretino va a letto con la persona che dovrebbe detestare… ma a quanto lui era diverso.
E mentre faceva pesi si lamentava.
 

 
  
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