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Autore: tixit    01/04/2017    0 recensioni
Dopo Teoricamente Theoric, una storia brevissima su inganni, baci sotto la luna, cose che non si dicono e cose che non serve dire.
[Pre-Thor]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Corpo a Corpo

Sif attaccò Sigyn, come prevedibile.

Loki decise che se la piccola avesse imparato ad usare un arco forse sarebbe stato tutto diverso, ma c’era quella faccenda di non colpire organi vitali ed il quasi trascurabile dettaglio che Sif era furibonda, anche se in quel suo modo gelido per soli intenditori - non fermi un pentapalmo molto arrabbiato solo facendogli male.
E poi, a differenza di un pentapalmo, Sif aveva uno scudo, dettaglio non trascurabile per la faccenda "fare del male".
Aggiungiamo che non era esattamente un pentapalmo - era una guerriera addestrata per uccidere fin da bambina.

Sigyn aveva già perso.

Fece un gesto ad un aiutante di Tyr e gli bisbigliò rapidamente una serie di ordini, senza smettere di guardare l’Arena.
La osservò con distacco mentre la ragazza cercava di mantenere costante la distanza con la guerriera. Solo una dilazione prima dell’inevitabile, stabilì Loki, annotando dentro di sé tutti gli errori che le vedeva commettere - non era una guerriera, Sigyn era tante cose, ma non una guerriera.
Il cucciolo, accoccolato ai suoi piedi brontolava senza posa.

Nel frattempo Thor gli si avvicinò e si sedette accanto a lui. “Non mi aspettavo che avrebbe segnato un punto. La piccola, intendo. Pensavo che avrebbero finito con il secondo giro.”

“Immagino.” mantenne un tono neutro, ma avrebbe voluto dargli una botta in testa come quando erano bambini: una parte di tutte questo era anche colpa di Thor.

“La fine è scontata, però.” suo fratello sembrava a disagio.”Non credi?”

“Il risultato è scontato.” rispose Loki senza voltarsi a guardarlo. “La fine no.”

Sif attaccò a testa bassa.
Stavolta non gettò Sigyn a terra, si limitò a spingerla verso l’alto, colpendola decisa allo stomaco, per poi lasciarla lì boccheggiante, piegata in due.
Niente sangue.

Loki commentò con voce indifferente “Nemmeno Sif se lo aspettava. vedo. Che Sigyn avrebbe segnato un punto, intendo.”
Tyr sbuffò, ma non osò replicare.

L’attacco si ripeté una seconda volta. Loki poggiò un piede su un gradino di pietra, il gomito sul ginocchio, la mano appoggiata alla fronte. Gli zigomi affilati risaltavano nel gioco di luci ed ombre, insieme agli occhi chiari, il volto immobile come quello di una statua.

Non c’erano sassi aguzzi nella sabbia dell’Arena, sfortunatamente, rifletté per l'ennesima volta, e a Sigyn non serviva un livido, per chiudere, ma del sangue. Anche una sola goccia. Ma lo avrebbe fatto?

La terza volta Sif decise di colpirla al plesso solare - Loki la vide annaspare alla ricerca di aria, mentre i polmoni si svuotavano di colpo, gli occhi spalancati dallo stupore - era come finire sotto un’onda e non riuscire a risalire, lui lo sapeva bene. Sif, però, non ci era andata davvero pesante: la piccola era ancora in piedi.

Quando una bambina a cui hanno insegnato ad uccidere incontra una bambina che ha imparato a sopravvivere, tutto potrebbe succedere, ma se la seconda piange per un lupo beh! il risultato è abbastanza scontato. Loki sospirò.Specialmente se si scontrano per una questione di principio.

Poi vide Sigyn portarsi una mano dietro la nuca e sfilare dai capelli il fermaglio che le aveva regalato Asgerda.
Thor accanto a lui trattenne il fiato, ma Loki scosse impercettibilmente la testa.
La videro prendere la mira verso le braccia di Sif. La guerriera sollevò lo scudo per proteggere la parte alta del corpo, ma di colpo Sigyn cambiò direzione. Fu un attimo, Loki sentì Tyr e suo fratello che trattenevano il fiato, come tutti quelli che non sapevano che la conclusione era già scritta.

Il fermaglio cadde nella sabbia, sfiorando lo stivale di Lady Sif e scese il silenzio.

“Ha sbagliato a prendere la mira. Peccato.” la voce di Thor risuonò chiara per l’Arena. “Era un buon tentativo.”

Tyr non disse niente.

Loki si limitò a fissare il volto di Sif cercando di non esprimere nulla di quanto stava pensando. Ti ha offerto un modo per salvare la faccia, la ringrazierai? Loki non era ottimista.

La guerriera guardò a lungo il fermaglio, poi lo calpestò.
Questo è un no, immagino.
A lunghi passi Sif si diresse verso Sigyn, che rimase immobile, guardando un punto lontano. L’impatto fu violento, ma Sigyn se l’aspettava e non oppose resistenza, semplicemente volò all’indietro per poi atterrare e scivolare dentro la sabbia, sollevando una nuvola di granelli.

Sif fu in piedi su di lei in un attimo, poi la sfiorò con la punta della spada, risalendole lungo la gola lentamente, mentre l’altra chiuse gli occhi, indifferente, come se nemmeno fosse stata lì. A quel punto Sif si chinò verso di lei “Guarirai e non ti resterà il segno, sono sicura che ci penserà Loki, non hai nessun altro, del resto. Ma ci vorrà tempo. Mi auguro che lo userai per riflettere, ragazzina.” 

Il taglio seguì molto lentamente la linea dello zigomo, pulito e non profondo. Deliberato. 

Intorno il silenzio - Loki si stupì di non sentire provenire nessun suono da Sigyn, nemmeno il rumore del fiato trattenuto. Chiuse gli occhi disgustato.

Fu lo straniero che bloccò la mano di Sif, stringendole il polso.

“Il primo sangue è stato versato.” disse con voce dura.

La tensione era palpabile, la ruppe Fandral con un grido di esultanza. Si diresse verso Sif ridendo e la prese per le spalle, portandola verso il loro gruppetto. “E così è finita! Per festeggiare stasera offrirò da bere a tutti!” esclamò con voce allegra, indossando a sua maschera migliore da ragazzo simpatico. Volstagg intervenne cominciando a raccontare uno dei suoi aneddoti e lentamente sciamarono tutti in un angolo dall’Arena, lasciandosi alle spalle quello che era successo, qualunque cosa fosse stata, senza abbandonare il terreno.

Thor rimase accanto a suo fratello, incerto, mentre fissava Sif e Fandral.

"Dovresti andare coi tuoi amici, per festeggiare." Loki era stanco e decise che stavolta gli avrebbe facilitato il compito, che suo fratello se ne andasse coi suoi amici guerrieri a fare cose da guerriero, a lui non importava, lui se ne sarebbe rimasto lì, seduto ad aspettare che se andassero. “Complimenti per il tuo gioiello Maestro Tyr," aggiunse "L’hai addestrata molto bene.”
Nella voce di Loki c’era una punta di sarcasmo, ma così lieve che andava cercata bene - a Thor infattì sfuggì, ma non al vecchio guerriero, che sembrò rattristato.

Lo straniero, intanto, tese la mano a Sigyn per aiutarla a rialzarsi. Arrivò anche l’aiutante di Tyr con cui aveva parlato Loki e se la portò via. Loki disse al cucciola "Vai!" l'avrebbe seguita e le avrebbe tenuto compagnia.
L’uomo si diresse verso Loki, con il volto scuro, “Posso pagare un ottimo guaritore.” disse con voce tesa “Non serve che se ne occupi un macellaio qualunque - è una ragazza.” poi aggiunse in tono deferente “Principe Loki.”

“Lady Eir è già arrivata. Avete qualcun altro da suggerire?” il tono di Loki era gelido. "Se Lady Eir secondo voi non è all'altezza..."

Thor lo guardò stupito allontanandosi - e così aveva scelto da che parte stare, come al solito pensò Loki amareggiato - mentre lo straniero mormorò imbarazzato che la Guaritrice della Regina andava benissimo. Poteva andare a verificare come stava la piccola?
Loki rispose con un generico più tardi - ma che cazzo voleva adesso questo tipo spuntato dal nulla? - si inchinò in segno di congedo e rimase un attimo a pensare dove andare. Non da Sigyn. Era furioso con lei per quello che aveva fatto. Alzò gli occhi al cielo e raggiunse il gruppetto di guerrieri che stava ancora scherzando. Improvvisamente gli era venuta voglia di giocare.

“Sapete Lady Sif?” disse con un sorriso largo, molto amichevole, ma che si fermava all’altezza degli zigomi, non raggiungendo i suoi occhi “Mi avete convinto… oggi non mi allenerò da solo. Mia Signora, volete scegliermi Voi un avversario adatto? Ho notato che avete molta pratica.”

La donna lo guardò freddamente, mentre intorno a loro calava il gelo “Perché scegliere? Io...” iniziò, ma Thor le mise una mano sulla spalla, con apparente noncuranza, e lei tacque. Loki poteva vedere la tensione nella presa di suo fratello e scosse la testa. Non è facile tenere a bada Sif, è quello che ti piace?

Alcuni uomini ben piazzati fecero un passo avanti, con aria smargiassa. “Non succede mai che il Principe Loki si alleni con noi…” disse uno di loro in tono di scusa, “non vorrei perdere l’occasione.”

Loki fece un leggero cenno con la testa, mentre alcuni intorno sogghignavano. Un paio li aveva conosciuti molto tempo prima; prima di Hervor, prima dei Guerrieri della Nebbia, prima di smetterla di vergognarsi di non essere Thor. Sarebbe stato divertente allenarsi con uno di loro.

“Posso scegliere chi voglio?” chiese Sif con voce grave.

“Direi proprio di no.” rispose Loki con sorrisetto. Che cazzo ti credi?

“E cosa non vorresti?” la voce di Sif grondava disprezzo.

“Beh... non una ancella, con le ancelle mi piace fare un altro tipo di lotta. Questione di gusti. Mia Signora.” il tono di Loki era pensoso “e non mi interessa far perder tempo ad un soldato in licenza. Per il resto fate un po’ come vi pare.” Non avrebbe mai toccato un uomo di Hervor solo per far divertire Sif.

“Come mi pare?”

Loki sorrise in quel modo tutto suo - agrodolce - poi allargò le braccia senza smettere di sorridere: “Lady Sif, mi rimetto al Vostro buon gusto. Ah! e poi voglio assolutamente le mie Manette. Insisto.”

Thor lo guardò con aria di rimprovero - probabilmente pensava che stesse esagerando - ma una volta tanto suo fratello, la montagna di muscoli, se ne stette zitto. Il tempo delle parole era scaduto: se davvero Thor voleva parlare avrebbe dovuto farlo prima, quando Sif aveva tirato in ballo Sigyn.

“Tre giri?” chiese Fandral in tono pratico.

“Non ho motivi per sfidare nessuno.” Loki alzò un sopracciglio in segno di stupore. ”E’ sufficiente un allenamento: finisce quando uno si arrende o non si rialza più.” replicò in tono altrettanto pratico, “Una cosa semplice, insomma.”

Alcuni degli spettatori furono percorsi da un brivido.

 
 

Lo straniero aveva aiutato il Principe Loki a liberarsi del mantello, di uno strato dei suoi abiti e ad indossare un elmo. L'Arena non sembrava il suo posto: sotto la tunica nera, coi lembi incrociati, si poteva indovinare un corpo da lupo, con un sorriso da lupo e delle gambe lunghissime. Sembrava un animale selvatico che sarebbe stato molto più naturale incontrare altrove, in mezzo ad un bosco o sulla neve, non certo sulla sabbia.

Quei due non si erano detti nulla, ma la scelta era sembrata ovvia. Loki arrotolò le maniche fino ai gomiti, scoprendo la pelle chiara, quasi opalescente, senza nessun guardabraccia - non sarebbero serviti a nulla decise. Sif aveva scelto bene, un avversario degno di Thor, pronto a spezzargli un polso: un po' di metallo sull'avambraccio non avrebbe cambiato niente.
Lo straniero gli fissò le manette ai polsi e Loki sentì l'ondata di nausea che lo colpiva dritto allo stomaco - non doveva combatterle, solo lasciarle fare. L'uomo lo guardò preoccupato, ma Loki scrollò le spalle; poi l’uomo andò a sedersi alla destra Thor, che se ne stava in silenzio. 

Sif era alla sua sinistra e taceva, guardando in terra con aria corrucciata. Accanto a lei c’erano Fandral ed Hogun, mentre Volstagg si era accomodato dietro di loro.

Loki aveva scelto due pugnali da lancio, come arma.
L’avversario, una montagna di muscoli di tutto rispetto, aveva una spada ed uno scudo enorme, con l’anima in legno - altrimenti sarebbe stato troppo pesante. 

Alcuni commentarono a bassa voce che era uno scontro senza senso - dove voleva andare il Principe con solo due pugnali?

Due guerrieri Vanir, della stessa regione della Regina, si sedettero dal lato dello straniero e replicarono ridendo che a Vanheimr un guerriero, con un pugnale, faceva davvero molte cose. Non solo incidere cuori sui muri.
I guerrieri di Hervor annuirono - stavano sul confine a combattere contro una fazione ribelle e sapevano bene che, al dunque, ogni cosa può essere usata per sopravvivere, perché con dei pugnali da lancio avrebbe dovuto essere diverso?

Sif strinse le labbra, ma non disse nulla. Fandral sfotté Loki "Un pugnale non è un'arma di contatto. Non è da vero guerriero!"

Loki si stirò le braccia e rispose di rimando "E da quando ti interessa il contatto con un uomo, Fandral?"

Al primo lancio Loki colpì l’uomo al piede, senza inchiodarlo al suolo, giusto con quel tanto di forza da farlo scivolare a terra sorpreso, trascinato più dal suo stesso gesto istintivo e dal peso dello scudo, che cadde con la faccia di metallo nella sabbia.

“Non mi hai ferito!” esclamò trionfante il suo avversario

“Non ne avevo nessuna intenzione!” rispose Loki con aria scandalizzata.

Aspettò che l’uomo poggiasse la mano sullo scudo rovesciato, e a quel punto fece un secondo lancio inchiodandogliela nel legno. 
“Ecco, questo era voluto, invece. La sabbia non tiene.” Si avvicinò, raccolse il primo pugnale da terra e poggiò un piede sullo scudo facendolo ondeggiare. “Il legno, d’altro canto… è una garanzia!” L’altro emise un gemito strozzato, mentre il braccio veniva messo dolorosamente in leva e poi rilasciato, più e più volte dal movimento dello scudo.

“Fa male eh?” commentò Loki educatamente "Se ondeggiamo abbastanza a lungo l'ampiezza delle oscillazioni aumenta e chissà cosa potrebbe capitare al gomito, all'avambraccio, o alla spalla..." Smise, girò intorno allo scudo, lasciandolo tra lui e il suo avversario, in modo che l’uomo a terra non potesse colpirlo. “Ora potrei inciderti le rune con il mio nome sulla fronte,” disse mentre soppesava il bilanciamento del pugnale nella mano destra, “ma non lo trovo…” meditò, come se stesse cercando la parola giusta “elegante.” 
Poi fece leva e rimosse il pugnale dalla mano dell’uomo per gettarlo, infine, ai piedi di Tyr.

“Se non ricordo male gli usi, quando hai atterrato qualcuno con un’arma, la puoi cambiare.”

Tyr annuì.

"Bene io scelgo me stesso. Niente armi. Tu puoi tenerti lo scudo, anche se con quella ferita alla mano…”

“Principe Loki!” gridò uno degli uomini di Hervor “Hai detto te stesso, non le mani, che? per caso te lo vuoi mordere?”

“Cazzo!” esclamò ridendo, “La mia mossa segreta! E ora?”

Fu una cosa rapida - con Kylan sarebbe stata tutta un’altra faccenda e con Snorre era stata tutta un’altra cosa ancora, ma lui aveva odiato Snorre molto più di quanto Sif doveva avere odiato Sigyn, e l’odore del sangue lo aveva eccitato quella sera, come un animale.
Ora, però, non ce l’aveva con il suo avversario - un coglione, intrappolato in qualcosa di più grande di lui.

Quando lo lasciò a terra senza fiato, alzò lo sguardo verso il gruppetto sparso sulle gradinate - poteva permetterselo, aveva quasi vinto - e pensò che la disposizione non era casuale, con suo fratello in un ipotetico centro.
Non gli importava che Sif o Fandral capissero, gli importava solo di Thor, che ancora pensava di essere all’epoca di quando erano ragazzini: avrebbe capito perché tutto quello che era successo nell’Arena era stato solo una serie di cazzate? Avrebbe capito il perché del gesto di Sigyn, che aveva pagato per le sue opinioni?

Li vide che lo guardavano in silenzio - solo il rumore di qualche moneta che passava di mano ogni tanto: le scommesse erano state sulla durata dell’allenamento, evidentemente, e non sul vincitore. Si chiese se era stata una imposizione di suo fratello - ci sperò, voleva dire che era diventato saggio - o piuttosto una manipolazione sottile fatta dai guerrieri più anziani o dello straniero che aveva a suo modo parteggiato per Sigyn. E che li giudicava tutti - era chiaro - molto male.

Poi si voltò verso la montagna di muscoli boccheggiante, lasciando che si rialzasse e prendesse fiato “Ora ti spiegherò una cosa, perché, a quanto pare, adesso è di moda dare consigli di vita all’avversario che stai per sconfiggere. Bene il mio consiglio è succhia l’uccello di Thor la prossima volta.” prese fiato, la sua voce, tanto, non sarebbe arrivata fino alle gradinate, non in modo chiaro.

“Se per caso, se per un qualunque caso mio fratello un giorno avesse mostrato un interesse per te e ti avesse chiamasse “amico”, “fratello” e “compagno d’armi” allora io, adesso, mi fare degli scrupoli a farti male.
Se poi, ogni tanto, ti guardasse le gambe con desiderio - non giudico, ci mancherebbe, si mangia e si fotte a gusto proprio e non a gusto degli altri - e se tu gli guardassi quello che lui ha tra le sue, di gambe, in quello stesso modo, io non potrei. Non potrei mai fare questo a qualcuno che mio fratello si vorrebbe scopare.
Quindi, la prossima volta, succhiagli il cazzo.” di colpo gli spazzò le gambe facendolo cadere a terra per poi mettergli il leva il ginocchio “Oppure, se preferisci, baciagli il culo.” 

Il rumore dell’osso che si spezzava fu seguito dall’urlo dell’uomo.

Loki lo lasciò a terra e si diresse in fretta verso le gradinate.

Gettò a suo fratello un sacchetto con delle monete d’oro, ignorando palesemente i suoi amici. “Stasera paga da bere a chi ti pare a nome mio, io non festeggio per un allenamento di cui non me ne fregava un cazzo e che già si sapeva come sarebbe finito. Il resto dallo a quel disgraziato per l’uso del suo tempo. Con i miei ringraziamenti.”

Si tolse le manette con un gesto brusco, lanciandole a Tyr. “Ora vado a vedere come sta l’ancella di nostra madre, quella che tu pensi sia una sorellina, e dirò a Lady Eir di occuparsi di quell’uomo - resterà al Castello fino a che non sarà esattamente come prima. Passo a verificare più tardi.”

Si riprese il mantello e se ne andò via senza nemmeno dare il tempo a Thor di formulare uno straccio di risposta. Mentre imboccava il corridoio pensò che suo fratello oggi lo aveva deluso.
A volte lui amava suo fratello a volte lo ammirava e qualche volta lo compativa. Gli capitava pure di invidiarlo, più spesso di quanto mai avrebbe ammesso.
Ma oggi lo aveva davvero deluso.


 

Loki la stava osservando mentre sfogliava un libro. Lo faceva, da quando si era fatto spiegare da Lady Eir come stava - come stava sul serio, perché era inutile chiederlo a Sigyn: non stava mai male.
Avrebbe dovuto tenere la benda sul viso per qualche tempo e si sarebbe occupato lui di medicarla - non si fidava di nessun altro. E poi glielo doveva, una delle tante cose a cui avrebbe voluto rimediare.

“Vuoi andare a farti un giro per i giardini pensili?“ la stuzzicò, fingendo una leggerezza che non aveva.

Lei scosse la testa, poi chiuse il libro e lo ripose “Devo andare da Lady Frigga” disse, poi aggiunse “Sai? Credo che tu avessi ragione. Era solo la luna. E una festa ben riuscita.”

“Non è detto.” rispose - gli faceva tenerezza. Anche rabbia. Theoric non valeva un cazzo, almeno Thor era un guerriero, faceva sortite, si sporcava di sangue come un maiale, non aveva un rimorso che fosse uno, tanto per chi moriva c’era sempre l’idea del Valhalla. Thor era una macchina da guerra con un carattere di merda.
Ma Theoric… Theoric era solo un coglione.

“Non è detto?” Sigyn lo prese in giro, mentre sistemava il tavolo prima di andarsene.

“Io non lo so, non c’ero.” si scusò brusco, “E comunque adesso non devi andare da nessuna parte: hai una settimana libera, Sigyn, Lady Frigga è stata chiara. Fatti un giro al mercato, porta a spasso quel tuo lupo, distilla qualcosa, leggiti delle poesie d’amore, ti direi vieni qui e studia, ma non oggi. Oggi, levati dai piedi.”

Lei sorrise e abbassò gli occhi, poi, intimidita “Loki, Mio Signore, ho visto una cosa, mentre seguivo Lady Eir… una persona, cioè, mi è sembrato, ma non so se devo…”
 

Loki alzò gli occhi al cielo “Ne parliamo un’altra volta, per piacere, ora vai. Dico sul serio. Non ti sopporto più”

 
 

La trovò in giardino che guardava la città da un balcone.

Sperò che non si voltasse e che non lo vedesse - stava facendo una sciocchezza, accidenti - però meritava di sapere che non era stata solo la luna. Poi che fosse vero o che non lo fosse, quelli erano solo miseri dettagli, che non cancellavano il fatto che lei stava per essere lasciata senza mai essere stata presa.

La vide girarsi, vederlo, riconoscerlo, e subito sorridere; un attimo dopo era accanto a lui, che lo guardava timidamente. Adesso era troppo tardi per andarsene.

“Ehi!” sussurrò prendendole le mani tra le sue “Mi avevano detto che eri partita.”

“Sono tornata.” Sentì che le loro dita si intrecciavano.

“Lo vedo”. Le mise le mani sui fianchi e la attirò verso di sé, continuando a guardarla negli occhi. “Bentornata”

Lei si alzò sulla punta dei piedi e gli sfiorò uno zigomo con le labbra. “Bentrovato” sussurrò contro il suo viso, senza allontanarsi. La tenne stretta contro di sé, sollevata da terra e lentamente la baciò a sua volta, dalle guance fino alle labbra, attento, fino che non si rese conto, che, senza accorgersene, l’aveva portata fino al muro ricoperto di edera.

La lasciò andare, non sapendo più cosa fare, o forse sapendolo fin troppo bene - stava andando tutto troppo in fretta e nella direzione sbagliata. Poi con le mani a coppa le sollevò con delicatezza il viso, e, senza pensare più a nulla, la baciò.
   
 
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