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Autore: queenjane    01/04/2017    2 recensioni
Alessio Romanov, erede al trono di Russia, vive alla Stavka, ovvero il quartier generale delle truppe con suo padre, lo Zar. E' il 1915, ha 11 anni, soffre di emofilia, ogni urto può essere fatale ma è curioso, avido di vita. Nonostante o forse per la prima guerra mondiale. Un suo incontro, un suo inopinato amico, il principe Andres Fuentes dal misterioso passato, più grande di lui, che racconterà storie, avventure e molto altro. Collegato a The Phoenix. Buona lettura. Dal capitolo 9;" In quella notte del luglio 1918, mentre il buio lo sommergeva, Alessio si trovò d’un tratto sopra un baio, a cavalcare il vento, come un antico guerriero, in una valle piena di luci e suoni e profumi, il vento portava il rombo delle onde, diede di sprone e il suo ultimo sospiro fu lieve come il mare quando muore a riva. ."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Lo sguardo che le rivolse Andres fu di pura meraviglia e adorazione.
“Sei bellissima, una ninfa .. Una dea” Un fresco abito di un fumoso color azzurro chiaro, di chiffon, dalle linee fluide, portato senza busto, al collo portavo una collanina d’oro sottile, pendente una perla che le avevano regalato Olga e i suoi fratelli per un Natale, alle orecchie dei minuscoli diamanti. Era snella, abbronzata, in forma, quando si era guardata allo specchio aveva visto una radiosa, giovane donna. Sia lei che Ella, sua madre,  avevano la stessa altezza, ma, ahimè le curve erano diverse, lei era molto più formosa di Catherine. Andava bene uguale, si era consolata, quindi si ero raccolta gli scuri capelli, usando delle forcine d’argento, fissandoli con cura.
E avevo trovato una mantilla nera, con stupendi ricami, e la peineta relativa.
Un incongruo omaggio, si era vestita come una Princesa, come una Fuentes, rideva tra di sé, Catherine, dopo essersi fatta un bagno e aveva sparso nell’acqua essenze di arancia amara e olio di rose.
“Che meraviglia, Andres”
La tavola apparecchiata con cura, le candele, rose fresche.
Sottofondo sonoro le musiche di Vivaldi, riprese dal grammofono.
“Scusa se ti ho tenuto fuori, ma volevo organizzare tutto..”
“Mi sono fatta il bagno e preparata con cura. Che hai cucinato?” Le scostò la sedia e fece un inchino,  versò il vino e brindarono insieme. Aveva dei pantaloni scuri e una camicia bianca, la barba appena fatta, era alto, imponente e splendido, i suoi occhi splendevano liquidi, smeraldi incastonati nel suo viso ambrato dal sole.
Le parole fluivano, leggere, come una danza, farfalle, la dolce sera di giugno era solo per loro, per una sera almeno, si amavano e brindavano alla loro, eravano sempre vivi.
“Tutto ottimo.. e..”
“Andres…”Venne vicino a lei, rapido e si inginocchiò, come un cavaliere davanti alla sua dama, come se fosse una regina.
“ Catherine, mi vuoi sposare? Voglio che sia ora e per sempre, sst, se avremo figli sarà una gioia, se non verranno andrà bene lo stesso, non te lo rinfaccerò. Fidati di me”
Tacque.
“Ahora y por siempre, hacia el fin del mundo” Sussurrò lei, il motto dei Fuentes, a caso.
“Ti amo, Andres.”
“E io amo te, princesa..” Sorrise e sillabò un “SI’ “ poderoso.
Tirò fuori una scatola e il diamante baluginò al suo dito, come una stella, come una lacrima.
E lo baciava, e la baciava. La sollevò tra le braccia e la  portò nella stanza, un anticipo della cerimonia.
I vestiti finirono presto mescolati per terra, poi scivolò sopra di lui, le sue dita toccavano i seni, il ventre, lo ricambiava con pari ardore.
Per tacito accordo, la ragazza non mise il diaframma né lui il preservativo, si rovesciò dentro di lei come un uragano, il gemito dell’orgasmo si spense contro la spalla nuda.
Dopo riposarono, le mani allacciate, la  gamba che sfiorava la sua, sussurrando di tutto e nulla.
Prima che venisse l’alba, avevano fatto l’amore altre tre volte.
E, in  ogni occasione, le era venuto dentro.
 
 
“Ciao, Catherine, come va?” La voce di Ella, la madre di Catherine, piovve dalla cornetta del telefono come se fosse lì, il mattino successivo, suo zio, oltre che fratello di Ella, le fece  cenno di parlare.
“C’est moi, je sais..” Un piccolo silenzio.
“Alors.. Mi fa piacere che tuo zio ti veda più di me, capisco che la Crimea non rientri tra le tue passioni, ma qui stiamo bene, comunque veniamo presto a trovare R-R…” Pausa “Cat, che devi dire a tua madre? Avanti, spara, sono seduta”
“ Ho ritrovato Andres Fuentes e .. “Lo conosceva eccome, R-R stava scoppiando a ridere, lei era in affanno “Mamma, ci sposiamo ..” Sfinita dallo sforzo elocutorio, passò la cornetta, le orecchie perforate dal “COSA” di Ella, uscì dalla stanza mentre loro parlavano fitto fitto.
“Mi dovete una bevuta, te e Fuentes, malefici che siete. Tua madre non piomberà alla Stavka.. Zitta, che in fondo ci speravamo tutti e due che vi innamoraste. “
“Spiegami ..” Ormai le parole gli erano sfuggite di bocca.
“ Tu e Andres siete fatti l’uno per l’altra, tua madre pensava che.. Avevi perso Luois”Una fitta di dolore, siamo noi che restiamo.. Peccatori e fragili, nessuno me lo avrebbe ridato, tanto valeva vivere” E avevi perso tutto, in un dato senso, come Andres. A cui sono affezionato come un figlio. Tu .. lui .. per stare bene hai bisogno di una persona come lui, lui di una come te, difetti compresi. Non volevamo manipolarvi, credimi, solo che avendo vissuto molto più di voi ..” Frenò quel discorso confuso, aveva capito.
“Anche tre bevute, Eccellenza. Sul momento teniamo nel massimo riserbo il fidanzamento”
“…Già.”E non saltare addosso a Fuentes ogni momento, pareva avvisare, tuttavia glissò. “Allo zar va detto” Enunciò “ E tanto lo dirai a Olga Nicolevana.. Alla zarina verrà una sincope”
“Zio, detta sinceramente, non me ne può importare di meno”
 
 
   
 
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