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Autore: ImperialPair    01/04/2017    7 recensioni
Un militare non ricorda esattamente cosa l’abbia spinto ad intraprendere quella strada.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: L’eroe assassino
Autore: AtobeTezuka
Fandom: Originale
Tipologia + numero di parole: FlashFiction 466 parole
Personaggi: Originali
Pairing: //
Genere: Angst, Introspettivo, Guerra
Rating: Giallo
Avvertimenti: //
Introduzione: Un militare non ricorda esattamente cosa l’abbia spinto ad intraprendere quella strada.
Note dell'autore (Se ce ne sono): //

La storia partecipa al contest Live fast, die young (and have a good-looking corpse) indetto da My Pride sul forum di EFP  
Storia partecipante al contest Situazioni XY di Biancarcano e harriet;-) sul forum di efp”.

L’eroe assassino
 
Per quale motivo avevo deciso di arruolarmi?
Per quale motivo avevo deciso di supportare il governo in queste assurde guerre?
Per quei Paesi in continua lotta l’uno fra gli altri?
Per fermare lo sterminio di quelle popolazioni?
Per difendere il mio Paese?
 
Non ero più in grado di ricordare cosa mi avesse spinto a intraprendere questa ed ero certo che non avesse più la minima importanza.
 
Avevo ucciso degli uomini.
Avevo stroncato delle vite.
Avevo distrutto delle famiglie.
 
Se ci pensavo, probabilmente quei genitori non avevano altro desiderio se non quello di riabbracciare i figli.
Gli avevano lasciati per proteggere la loro patria, per donare un futuro ai loro pargoli, un avvenire senza guerre e senza paura: io avevo distrutto i loro sogni, così come qualcuno stava distruggendo il mio, ma non ricordavo più quale fosse.
 
Quel proiettile nel mio ventre, credo avesse perforato qualche organo interno, la milza forse? L’intestino? Non lo sapevo e nemmeno m’interessava: volevo solo morire e mettere fine per sempre allo sterminio cui assistevo ogni singolo giorno, ma almeno loro avevo uno scopo, io invece no.
Era quello che provavo tutte le vittime cadute sotto il mio fucile? La consapevolezza di aver ucciso per difendere i propri cari, ma io non avevo nessuno: ero un orfano senza casa, con un passato che volevo dimenticare e senza una certezza per il futuro.
 
La mia vita stava giungendo al termine e man mano che arriva la mia fine, i miei ricordi si facevano sempre più chiari così come le mie vecchie motivazioni.
L’avevo fatto solo ed elusivamente per i bambini: non volevo che diventassero orfani, dovevano crescere in una famiglia calda e amorevole.
 
Non dovevano vivere nella mia stessa situazione.
Non dovevano conoscere la mia solitudine.
Quante famiglie affidatarie avevo cambiato dalla morte dei genitori?
Quante di loro mi avevano cacciato perché non ero il figlio che volevano?
Quante mi avevano deluso?
Nessuno doveva passare una sorte come la mia.
Nessuno doveva crescere senza genitori.
Non dovevano vivere così!
 
Alla fine avevo tradito i miei ideali: per proteggere delle famiglie, avevo distrutto delle altre.
Che doppio senso!
L’unica cosa che desideravo fare era piangere, ma non avevo nemmeno la forza di versare una singola lacrima, anche perché nessuno avrebbe rimpianto la mia morte, ma dentro di me sapevo di meritarmelo.
 
Ero un eroe perché avevo difeso delle famiglie.
Ero un assassino perché avevo stroncato delle famiglie.
Ero un eroe perché avevo avuto fede ai miei ideali.
Ero un assassino perché avevo tradito i miei ideali.
 
Nessuno avrebbe rimpianto la mia morte o pianto per me, ma dentro di me sapevo che per le mie crudeli azioni, non meritavo nessuna fine tranne questa ed era l’unica consapevolezza che avevo.
E in quell’istante, io Andrew Jay Smith, lasciai per sempre quel mondo fin troppo crudele.
 

   
 
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