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Autore: paoletta76    02/04/2017    0 recensioni
Era cominciato tutto con un piccolo rimprovero innocente, detto col sorriso sulle labbra. E la risposta era stata col sorriso, ed una minuscola smorfietta. Una di quelle che solo lui le sapeva regalare.
Non avrebbe mai immaginato che quella risposta al pepe potesse nascondere qualcosa di più.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Oggi
Sarah
 
Pioveva, oltre le finestre del palazzo reale. Lo scroscio echeggiava soffuso lungo i corridoi, triste sottofondo all’abbandono di cui soffriva da settimane. In silenzio.
Un passo dietro l’altro, fino alla cucina, generosa protagonista di momenti di intimità e di gioia.
Quelli a cui presto avrebbe smesso di partecipare.
 
Accarezzò il vecchio tavolo e vi appoggiò i gomiti, prendendosi la testa fra le mani.
Un respiro, lento e profondo, e sollevando lo sguardo verso quella stanza vuota prese la sua decisione.
Non avrebbe tenuto il bambino.
Non voleva più nessuna traccia, addosso, dell’uomo che aveva creduto innamorato di lei.
Una bugia.. era stata davvero tutta una bugia, un’ingegnosa trovata del giovane re per portare alle stelle la propria popolarità e vincere il referendum? Erano false, una per una, le parole che le aveva detto lungo quei primi sei mesi insieme?
Era solo una grandiosa recita, anche la luce con cui la guardava?
 
Sarah raccolse un altro respiro, con maggiore lentezza e fatica. Ed insieme all’aria le sfuggì il suono di un lamento. Le mani strette sulla fronte, i capelli che piovevano in avanti senza regole. E quel tavolo, rovinato ed antico, come unico testimone del suo silenzioso dolore.
 
C’era una volta..
Se alzava gli occhi le sembrava di vederla, quella scena di una manciata di mesi prima. La cucina animata di visi e di voci, in sottofondo il profumo del thè. Quello fresh off the boat, fatto con le foglie sfuse e l’acqua appena uscita dal bollitore. Insieme alla migliore compagnia che potesse desiderare.
Li chiamavano la servitù. Lei arricciava il naso ed imponeva personale in servizio. Rosie le faceva l’inchino, ringraziandola a mani giunte per quel pizzico di rispetto in più. E Jasper rideva, bofonchiando subito dopo perché lei lo abbracciava e sospirava melodrammatica:
- Oh, cielo, ride! Preparate la slitta, domattina troveremo la neve!
Poi Alice le si sedeva sulle ginocchia ed insieme prendevano il thè della principessa, discutendo di scarpette di cristallo e bellissime acconciature.
 
Quella pausa era diventata la preziosa, vitale compagna di giornate troppo lunghe se vissute per intero nei piani nobili del palazzo. Uno, due, dieci giorni. Fino a quando qualcuno non l’aveva scoperta.
 
Sei mesi prima
 
Una giornata uggiosa come un’altra, il tocco delle cinque nella pendola del salone da pranzo. Sarah chiudeva le carte relative al primo progetto da futura regina, lo metteva da parte in un cassetto ed aspettava con una certa impazienza quel bussare.
Eccola. Toc, toc-toc. Questo era il pugno di Rosie, il codice per consentirle la fuga. Via libera; pronta l’ora del thè.
Lasciò la scrivania, passando le mani lungo la gonna e sistemandosi la coda. Pausa va bene, Sarah, ma ricordati che sei comunque una principessa e non puoi apparire disordinata come ai tempi della questua in metro..
Un sorriso, già immaginando Alice pronta con pettini e spazzola ed elastici colorati. Uh, oggi mi aspetta la parrucchiera..
Aprì l’anta con un leggero impeto, pronta a chiedere all’amica come fosse andata la sua giornata di guardia e a condividere progetti ed idee.
 
Il viso che si trovò davanti era l’ultimo che si sarebbe aspettato.
 
- Lady Sarah, già pronta per la tua misteriosa fuga quotidiana? – Robert incrociava le braccia, sollevando un sopracciglio e costringendola a spostare lo sguardo.
- Io.. io non-
- Sono venuto a cercarti, ieri. Credevo fossi qui, nel tuo studio, indaffarata a programmare la tua nuova attività assistenziale.. invece ho trovato il silenzio. E parecchia reticenza da parte della servitù.
- Personale-
-..In servizio, sì. Suona meno arrogante, vero?
- Sono una di loro, Robert; quei ragazzi sono la mia famiglia. Il rispetto è il minimo, direi. Anche nei termini che usiamo.- replicò, leggera, cercando di sfuggirgli.
- La tua famiglia dovrei essere io.- lui piegò appena le labbra, visibilmente deluso.
- Scusa; non intendevo-
- Lo so, quello che intendevi. Ti capisco. E sinceramente sono curioso di scoprire cosa fai, tutti i giorni, intorno alle cinque.
- Niente.
- Guarda che non tutti quelli del.. personale in servizio sono muti come pesci, sai.- lui ora si mordicchiava le labbra e sorrideva, in attesa di sentirsi dire quello che sapeva già.
Sarah abbassò il viso, sollevando le mani in segno di resa:
- Ok. E’ l’ora del thè.
- E non puoi semplicemente fartelo servire nel tuo studio come fanno tutti?
- Non è fresh off the boat.
- Scusa?
- Vuoi mettere, il thè caldo appena fatto, con l’infuso diretto di foglie e l’acqua appena uscita dal bollitore? Prima che salga dalla cucina, l’acqua è-
- Che differenza fa?
- E’ mille volte più buono. Gustato con la compagnia giusta, anche di più.
- AH. Quindi io non sarei la-
- Vieni.- gli raccolse il braccio, trascinandolo fino alla cucina e lasciandolo sorridere divertito.
 
Parole e movimenti cessarono di colpo, al comparire in scena del giovane re.
Che diavolo ci fa, lui, qui? Chiedeva lo sguardo di Rosie, scattata in piedi oltre il vecchio tavolo.
 
- Ciao, ragazzi.- Sarah si fece avanti, trascinando il fidanzato al centro della scena e cercando di rompere il ghiaccio – ho portato un ospite; non vi scoccia, vero?
Scambi di sguardi, totalmente imbarazzati. Il sorriso di Robert che andava in fade.
- Oh.. mi dispiace.. io.. io non credevo che dicessi sul serio, Spencer..- lei si rivolse al ciambellano, che piegava il viso in una smorfia quasi di dolore.
- Dicesse che? – la stessa smorfia s’impossessava dei tratti di Robert.
- Che i nostri due mondi sono e devono restare separati.- lei mosse le mani ad indicare sé stessa ed il giovane appoggiato in un angolo.
- Cosa intendi-?
- Intendo dire che è una bugia, che il sangue ha lo stesso colore per tutti. Almeno, per qualcuno. Cioè.. biologicamente parlando è vero, ma dal punto di vista sociale non tutti ci crediamo.
 
Il re piegava lo sguardo, tornando a mordicchiarsi il labbro inferiore, stavolta senza sorriso.
Sarah non era una stupida; l’aveva visto e sentito, nel suo modo di esprimersi nei confronti dei propri familiari e del personale in servizio. Aveva percepito quelle sgradevoli punte di arroganza, nella sua voce.
E quasi sicuramente era riuscita a percepire anche lo sforzo immenso che faceva nel dominare la natura egoista che portava nel sangue. Lo sforzo che faceva per non lasciarla trasparire quando aveva lei al suo fianco.
 
Se mio padre ti avesse conosciuto, avrebbe affidato a te la corona.. io ero inadatto, per lui.. e invece tu.. ti gli assomigli così tanto..
 
- Ecco, vostra maestà.- lei riprendeva la parola, tendendo la mano a mostrare la cucina ed i presenti – questo è il mio orribile peccato: staccare la spina per un’ora, ogni giorno, per gustarmi un po’ di ordinaria normalità. Sono nata fra gli ultimi; è nella mia natura come la nobiltà è nella tua. E quando siamo insieme io non voglio che mi chiamino vostra altezza. Sono Sarah, Sarah e basta. Come prima. In presenza di estranei, dignitari, o della famiglia reale ripristiniamo le distanze. Beh, più o meno.
Una smorfietta, indirizzata ad Alice, al suo broncio corredato di kit da parrucchiera.
- Ah.. e io sarei qui anche per provare l’acconciatura del matrimonio.- ignorando il respiro sospeso del re, raccolse una sedia e si accomodò, lasciando che la bambina prendesse posizione alle sue spalle, felice ed orgogliosa.
- Beh, allora.. due tazze di thè.- lui sorprese chiunque, accomodandosi al suo fianco ed incrociando le dita sul vecchio tavolo di legno.
 
Non parlò molto, con nessuno del personale; l’imbarazzo rimaneva, per lui come per loro. Un pizzico di disappunto, e gelosia, nel notare come la sua regina fosse il centro dell’attenzione e dell’affetto di tutti, anche solo scegliendo i fiori sul tablet di Rachel, dando indicazioni a Rosie per chiamare l’atelier per la prova vestito e controllando divertita nello specchio l’acconciatura piena di farfalle e lustrini.
 
  
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