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Autore: Justice Gundam    02/04/2017    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
 

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 45 - Misteriosi eventi a Zirconia


Ritchie non poteva credere ai suoi occhi - in quel momento, un albero era semplicemente... scomparso, come se non ci fosse mai stato. Un attimo era lì, e l'attimo dopo... più nulla. Si sarebbe detto che si trattava di qualche stregoneria, e forse non sarebbe stato troppo lontano dalla verità.

Ma le sorprese per Ritchie non erano finite lì. Mentre il ragazzino e il suo fedele Pikachu, Sparky, erano ancora là che si guardavano attorno nel tentativo di capire cosa diamine stesse accadendo, l'albero che avevano visto scomparire riapparve all'improvviso...

Ma non dove avrebbe dovuto essere.

Si sentì uno strano rumore riecheggiante... e l'istante dopo, sul tetto di uno degli edifici più vicini apparve la pianta che era scomparsa pochi secondi prima! Era piantata sul tetto, come se fosse sempre stata lì! E a quel punto, non erano Ritchie e Sparky gli unici a guardare con espressione assolutamente spiazzata questi eventi assurdi!

"Ma che cosa...? Cosa ci fa lì un albero?"

"Lo chiedi a me? Che vuoi che ne sappia io?"

"Questa è... magia!"

"Aaaaaah! Ma che succede? Dove sono spariti tutti i miei mobili?" si sentì improvvisamente l'urlo di una donna, che uscì precipitosamente dalla sua casa al piano terreno di un piccolo condiminio, nel momento stesso in cui diversi pezzi di mobilia ed elettrodomestici apparvero dal nulla, dispersi per la piazza principale della piccola città! Un comodino, un televisore, una radio, una lavatrice... erano tutti lì, abbandonati qua e là per le strade di Zirconia, come se qualcuno avesse cominciato a traslocarli e se ne fosse poi dimenticato per la strada!

E non era un caso isolato, a quanto pareva... Ritchie e Sparky non potevano fare altro che restare là, assolutamente increduli, mentre gli oggetti più disparati apparivano dal nulla nei luoghi più impensabili, come mossi da qualche folle mano invisibile! La tranquilla comunità stava rapidamente venendo travolta dal panico e dalla confusione.

"Ma... ma che significa? Cosa sta... succedendo?" mormorò Ritchie, guardandosi attorno alla ricerca di una qualsiasi spiegazione a quel fenomeno assurdo. Gli eventi inspiegabili stavano continuando, anche se adesso sembravano aver rallentato un po' il ritmo, e la gente stava andando in giro per la piazza principale di Zirconia per recuperare i loro oggetti che si erano visti scomparire sotto gli occhi. Oppure per evitarne altri che stavano apparendo sopra le loro teste.

In ogni caso, Ritchie era convinto che a questo punto, la cosa più sensata da fare fosse andare a cercare aiuto da qualcuno che ne potesse sapere più di loro... e lui aveva già in mente qualcuno che forse poteva dare loro una mano. Dopo essersi messi sotto una tettoia per proteggersi da eventuali oggetti che potevano cadere dall'alto - e sperando con tutti loro stessi che la tettoia non scomparisse a sua volta - Ritchie e Sparky attesero che quella inspiegabile sequenza di sparizioni e riapparizioni cessasse... e quando furono sicuri che non ci fosse più nulla da temere, uscirono dal loro riparo improvvisato e diedero un'occhiata agli effetti che quello stranissimo fenomeno aveva avuto sulla cittadina.

Nel giro di pochi minuti, la tranquilla cittadina che sorgeva ai piedi della montagna si era praticamente trasformata in una sorta di campo di battaglia: mobili, elettrodomestici ed altri oggetti si erano dispersi per tutta la piazza e lungo le stradine che affluivano in essa, e la maggior parte degli abitanti e dei loro Pokemon erano usciti dalle loro case per cercare di recuperare i loro oggetti, quando non stavano impalati ed inebetiti a guardare quello che era successo. E qualcuno cominciava a discutere, e ad avanzare ipotesi sul significato di tutto ciò...

"Avete... avete visto tutti, vero?"

"Difficile non vederlo, accidenti..." mormorò la donna che per prima si era vista sparire gli elettrodomestici da casa. "Ma che diamine è successo? C'era qualche Pokemon invisibile che ci ha portato via i mobili?"

"E per quale motivo, poi?" esclamò un uomo. "Io ero lì che stavo leggendo un libro... quando mi è sparito di mano, e me lo sono ritrovato in un bidone della spazzatura!"

"Beato te... io invece mi sono ritrovato con le camicie nella lavastoviglie!" ribattè un uomo un po' meno giovane.
Anche se lui e i suoi Pokemon non erano abitanti di Zirconia, Ritchie non era certo il tipo di persona che se ne infischiava dei problemi degli altri con la scusa che non lo riguardavano. Meglio occuparsi di quel misterioso avvenimento subito, e cercare di capire cosa lo avesse causato. Per quanto ne sapevano lui e Sparky, sarebbe potuto accadere di nuovo chissà quando...

Il ragazzino e il suo Pikachu si allontanarono dalla piazza principale, continuando a guardarsi attorno per farsi un'idea di quanti danni la città avesse subito. Per fortuna, il tutto sembrava essersi ridotto a qualche oggetto spostato e finito in qualche strano posto...

"Pika pika, pikachu pika." squittì Sparky. Con una zampina, si mise a posto il ciuffetto ribelle che lo rendeva inconfondibile tra mille altri Pikachu, e indicò al suo allenatore una casa più grande delle altre, che spiccava tra tutte non solo come dimensioni, ma anche come aspetto opulento ed elegante. Più che una casa, in effetti, era il caso di parlare di una vera e propria villa dalle mura rosate, che si sviluppava su due piani riccamente ornati con finestre dalla forma raffinata, orlata in marmo bianco che sembrava quasi risplendere alla luce del sole che filtrava tra le nuvole che oscuravano in parte il cielo. Un'insegna che rappresentava una Pokeball, e che identificava quel luogo come una Palestra, era in bella vista davanti alla grande porta d'ingresso... una doppia porta in legno pregiato alla quale si accedeva tramite un'alta rampa di scale. Era un'edificio ben noto agli abitanti di quella piccola città, visto che quella era la Palestra appartenente alla persona più in vista di Zirconia - Sierra, una ex-top model che aveva rinunciato alla sua carriera dopo aver dato alla luce il suo unico figlio, che ora aveva da poco compiuto quindici anni ed era già molto noto in città per la sua conoscenza quasi enciclopedica dei Pokemon Coleottero e per la sua abilità nel combattere con essi. Per qualche motivo, sembrava preferire Pokemon ispirati alle farfalle...

Sierra stessa era un'allenatrice di Pokemon molto abile, che fino alla nascita di suo figlio Bennett era stata molto abile nel bilanciare il suo lavoro con le battaglie ufficiali di Pokemon. Prima della catastrofe che aveva colpito il continente, era stata anche proposta come una possibile Superquattro, ma la recrudescenza delle azioni terroristiche del Team Meteora, e la grave situazione in cui si era trovata la regione, avevano stroncato quell'opportunità. Era specializzata in Pokemon Ghiaccio, e tutti coloro che l'avevano affrontata erano rimasto sbalorditi dall'abilità con cui combatteva, sfruttando anche l'ambiente attorno a lei per cogliere di sorpresa lo sfidante e sferrare attacchi da angolazioni impreviste.

Ma soprattutto, era la persona che ne sapeva di più di Pokemon in tutta la città, ed era quella da cui Ritchie e Sparky più si aspettavano di sapere un po' di più di quegli strani accadimenti. Dopo aver fatto un cenno affermativo al suo fedele Sparky, il ragazzino si chinò leggermente per permettere al Pikachu di salirgli sulla spalla, e i due si diressero verso la villa di Sierra, sperando di poterle parlare...

Dopo aver raggiunto la porta d'ingresso, Ritchie bussò educatamente, cercando di non dare l'impressione di essere troppo di fretta. Si allontanò un po' dal portone, e attese che qualcuno venisse ad aprire... per fortuna, non dovette attendere che qualche secondo prima che la porta d'ingresso si aprisse con un lieve cigolio, e da dietro essa apparisse il volto di un ragazzo di circa quindici o sedici anni, con la carnagione pallida, i lineamenti piuttosto affilati, e l'aria di uno che non doveva vedere il sole molto spesso: gli zigomi erano prominenti, dandogli un'espressione arcigna e facendo sembrare che avesse delle perenni occhiaie. Indossava degli occhiali da vista dalle lenti molto spesse che non facevano altro che farlo apparire ancora più severo, e i suoi capelli erano neri con le punte rossicce, tenuti in una pettinatura che ricordava quasi una fiammata! Era vestito in maniera abbastanza semplice, con una maglietta di colore arancione acceso decorata con dei puntini neri come il guscio di un Ledyba, e un paio di pantaloncini color kaki che sembravano un po' troppo ampi per lui, oltre che un paio di scarpe nere che dovevano aver visto tempi migliori. In pratica, dava l'impressione di una persona a cui non interessava nulla di come appariva agli estranei.

"Ehm... buongiorno, Bennett! Scusa se ti disturbo... c'è la signora Sierra... voglio dire, tua mamma in casa?" chiese Ritchie, sorridendo educatamente al ragazzo più grande, che lo guardava con espressione quasi insospettita, aggiustandosi gli occhiali sul naso. "Avremmo bisogno... io e Sparky... di parlarle di quello che è successo?"

"Hmm... voi siete Ritchie e Sparky, giusto? Quegli stranieri di cui si sente parlare da qualche giorno?" disse Bennett, il figlio di Sierra, con una voce stranamente nasale e penetrante, continuanfo ad osservare il giovane allenatore di Kanto come se volesse esaminarlo in ogni suo dettaglio. Ritchie e Sparky annuirono lentamente, sentendosi un po' imbarazzati allorchè il giovane occhialuto cominciò a passarli in rassegna. Si sentivano come se qualcuno stesse cercando di esaminarli dalla testa ai piedi per trovare loro addosso degli oggetti pericolosi.         

Finalmente, dopo uno o due minuti passati sotto lo scrutinio di Bennett, Ritchie s rallegrò tra sè di vedere che il ragazzo più grande sembrò soddisfatto di quello che aveva visto. "Hmm... e va bene, immagino che potete passare. Scusate per avervi esaminato così, ma non si può mai essere troppo prudenti da queste parti. Non si può mai sapere se chi ti è davanti è uno scagnozzo del Team Meteora camuffato."

Ritchie aveva già avuto a che fare con il Team Meteora, ma si era trattato più che altro di scagnozzi di poco conto, reclute o al massimo un paio di Cavalieri o Dame Meteora che avevano cercato di dare fastidio. Tuttavia, aveva sentito abbastanza voci su di loro da sapere di cosa fossero capaci... e ora che ci pensava, ciò che era accaduto pochi minuti prima poteva benissimo essere frutto di uno dei loro piani. Non poteva biasimare Bennett per i suoi sospetti.

"Hai ragione, Bennett... e temo che quello che è appena successo possa essere un altro dei loro piani." affermò Ritchie, entrando nella grande villa dopo essersi accuratamente spazzato le suole delle scarpe. Sentì un breve brivido di emozione nell'entrare per la prima volta nel grande e lussuoso edificio... l'interno era ancora più impressionante dell'esterno, con un pavimento di piastrelle di marmo viola e rosato abbastanza lucido da riflettere almeno in parte la luce che proveniva dalle candele appese ai muri e dai lampadari di cristallo che pendevano dal soffitto. La stanza in cui era entrato era riccamente arredata, con poltrone di stoffa bianca decorata con cuscini finemente ricamati, un tappeto pregiato sul pavimento, e un paio di librerie ben fornite poste dall'altra parte della stanza. Ritchie e Sparky non potevano vederle bene da dov'erano, ma riuscivano comunque a capire che i libri stipati su di esse erano tomi rari e ricercati. Due corridoi si dipartivano dalla sala d'ingresso, andando uno a destra e uno a sinistra, e in mezzo alledue librerie si apriva un terzo corridoio al quale si accedeva passando sotto una stupenda arcata che sembrava scolpita in un blocco di ghiaccio solido. Sembrava quasi la dimora di un principe... e a rendere l'atmosfera ancora più accogliente pensava il tenue e gradevole profumo di rose che aleggiava nella sala d'ingresso. Veramente dava l'impressione di essere in una villa principesca...

"Mia madre verrà tra poco. Ora vado a chiamarla." disse Bennett, facendo un cenno con la testa prima di allontanarsi lungo il corridoio che portava più all'interno della villa. Il suono sommesso dei suoi passi si fece più flebile, fino a scomparire del tutto... e con un po' di soggezione, Ritchie e Sparky si sedettero su una delle poltrone più vicine, aspettando che Bennett tornasse con Sierra al seguito.

Sembrava che la principesca villa della Capopalestra non fosse stata danneggiata dagli eventi soprannaturali che si erano verificati un attimo prima. Tutti i mobili erano al loro posto, e le stanze erano rimaste in ordine. Poteva essere una coincidenza, una semplice coincidenza, o poteva avere qualche significato... ma in quel momento, il ragazzo e il suo Pikachu erano un po' troppo sconvolti da ciò che avevano visto per pensare a che significato potesse avere. Al momento, la cosa più importante da fare era cercare una spiegazione per quello che era accaduto, e cercare un modo di impedire che si ripetesse.

In silenzio, nella perfetta intesa che ci poteva essere soltanto tra due che erano stati amici per tutta una vita, Ritchie e Sparky attesero per qualche minuto, finchè le acute orecchie del Pikachu con il ciuffetto ribelle colsero alcuni passi che si avvicinavano dal corridoio, diventando sempre più chiari col passare del tempo - in effetti, si trattava dei passi di due persone che stavano arrivando con passo svelto, e il Pokemon Elettro riuscì a cogliere alcune parole.

"Così, sarebbero scomparsi alcuni oggetti dalle case dei nostri cittadini..." disse una voce chiara e armoniosa, di timbro distintamente femminile, che sicuramente apparteneva a Sierra.

"Mamma, non mi sembra il caso di prenderla così alla lontana, questa cosa... sembra quasi che non ti riguardi, a sentirti parlare!"

"Non la sto prendendo alla lontana, ragazzo mio. La fretta è cattiva consigliera, e lo sai che a me non piace fare le cose d'impulso."

La voce di Bennett si fece amareggiata, mentre il ragazzo rientrava nella sala d'ingresso e si ripresentava agli occhi di Ritchie e del suo starter. "Tsk... dici sempre così! Sembra quasi che non ti importi di niente... neanche quando Luna se n'è andata, ti sei mostrata tanto preoccupata."

"Basta così, Bennett. Lo sai come la penso io, di questa cosa." disse con tono decisamente più severo la donna che entrò in quel momento nella sala d'attesa, seguendo Bennett a poca distanza. Ritchie e Sparky videro arrivare una donna non più giovane ma ancora molto bella, dal portamento elegante che dava l'idea di qualcosa di nobile, quasi aristocratico. Era vestita di un corpetto azzurro senza maniche che diventava violetto sull'addome, splendente per i brillantini che lo ornavano, che metteva in risalto le sue forme senza essere volgare o troppo appariscente. Le sue gambe lunghe e snelle erano coperte da un paio di pantaloni neri attillati, e portava ai piedi un paio di scarpe azzurre dal tacco alto, che la facevano sembrare più alta di quanto già non fosse. I suoi capelli erano lunghi fino alla vita, ed erano suddivisi in maniera perfettamente simmetrica in una metà azzurra ed una violetta, accostandosi ad una carnagione pallida e ad un volto dai lineamenti affilati, con gli occhi azzurri leggermente a mandorla e il naso un po' all'insù. A guardarla così, non c'era proprio da stupirsi che quella donna fosse stata una modella in passato, e probabilmente avrebbe ancora avuto un notevole successo se fosse tornata sulle passerelle.

La donna si voltò verso Ritchie e Sparky e fece un sorriso, che il ragazzino ebbe l'impressione nascondesse una certa tristezza. "Tu sei Ritchie, la giovane promessa di Kanto, immagino. Ho sentito parlare di te, ma non credevo che un giorno avrei avuto l'onore di conoscerti." disse Sierra, facendo un cenno di saluto in direzione di Ritchie. "Comunque, benvenuto. Anche se immagino che Reborn non sia esattamente il luogo più ospitale che si possa trovare."

"Non si preoccupi per questo, miss Sierra." rispose Ritchie, alzandosi dalla poltrona e inchinandosi educatamente mentre la ex-modella si avvicinava tendendogli una mano. Sparky salutò a sua volta, muovendo una mano e ripetendo il suo nome con uno squittio acuto, ricevendo in cambio un sorriso più convinto e una carezza da parte di Sierra. "Io e Sparky abbiamo avuto modo di ambientarci... anche se sinceramente, non pensavo di trovare una situazione del genere."

"Pikachu..." affermò il Pikachu con il ciuffetto ribelle, abbassando un po' le orecchie.

Sierra annuì lentamente, e anche Bennett emise un sospiro e si sfregò la nuca con una mano. "Effettivamente, non si può dire che Reborn sia in una buona situazione, in questo momento, con il Team Meteora che si comporta come se questa terra fosse di loro proprietà." rispose l'esperta di Pokemon Ghiaccio. "E ora... Bennett mi ha parlato di questo misterioso evento. Oggetti che spariscono di colpo, e riappaiono da qualche altra parte, in maniera casuale."

"Sembrerebbe quasi che qualche Pokemon Psico stia usando un attacco Teletrasporto su di loro." commentò Bennett.

Ritchie e Sparky annuirono quasi all'unisono. "E' così... vorremmo capirci qualcosa di più, di quello che sta succedendo." affermò il giovane allenatore di Kanto. "Sospettiamo che ci sia di nuovo il Team Meteora dietro a tutto questo, ma non abbiamo idea di dove cominciare a cercare."

Sierra si sfregò il mento appuntito, cercando di pensare a cosa sarebbe potuto essere. "Hmm... questa è effettivamente una sorpresa. Se devo essere sincera, non sono sicura nemmeno io di cosa possa trattarsi." disse la Capopalestra dai capelli bicolore, e sia Ritchie che Sparky non riuscirono a nascondere un pizzico di disappunto alla notizia. "Saphira e i miei compagni non mi hanno mai parlato di questo evento... tuttavia, ora che ci penso bene... potrebbero avermi dato qualche indizio a proposito..."

Ritchie e Sparky restarono piuttosto interdetti di fronte a quel nome. Non era la prima volta che lo sentivano... stando a quello che erano venuti a sapere, Saphira era un'allenatrice di Pokemon di grande abilità che, assieme ai suoi compagni, stava dando parecchio filo da torcere alla misteriosa organizzazione. Sierra sembrava sapere molto su di loro...

"Ho sentito dire che il Team Meteora ha sviluppato di recente una strana e pericolosa invenzione chiamata PULSE, che usa i poteri di un Pokemon per influenzare l'ambiente circostante in maniera strana ed imprevedibile." spiegò Sierra. "Forse anche queste strane sparizioni sono opera di un PULSE... anche se non so dove potrebbe essere."

"Un PULSE?" ripetè Ritchie, reprimendo un moto di orrore e repulsione. Che razza di persone potevano essere i capi del Team Meteora per usare un metodo così orrendo per sfruttare i Pokemon?

Bennett annuì a sua volta. "Esatto... a quanto pare, il PULSE non è solo in grado di fare questo, ma anche di mutare il Pokemon, facendogli assumere una forma mostruosa ed inquietante che aumenta di molto la sua potenza, ma lo trasforma in una furia cieca e scatenata." affermò il giovanotto con gli occhiali. "Se si tratta di questo, potremmo trovarci di fronte ad un problema di gran lunga superiore alle nostre forze."

Sparky non era tipo da restare fermo a parlare del più e del meno quando c'era un pericolo incombente. Per quanto lo riguardava, la cosa più sensata da fare in quel momento era cominciare a cercare e venire a capo di quel mistero. "Pika pikachu! Pika pika!" esclamò, cercando di fare sì che nessuno si disperdesse troppo in riflessioni che avrebbero potuto finire per rallentarli.

"Sparky ha ragione, non risolveremmo nulla restando qui a discutere." affermò Ritchie. "Miss Sierra, la ringrazio per essere stata tanto disponibile nei nostri confronti, e ritengo che le informazioni che mi ha dato saranno molto utili per scoprire cosa si nasconde dietro a questi eventi. Ma... adesso, io e Sparky dobbiamo cominciare ad investigare per conto nostro. Non possiamo trattenerci oltre."

"Va bene. Ma non fatevi problemi." affermò Sierra, annuendo lentamente. "Se per caso tu e i tuoi Pokemon avete bisogno di un posto dove riposarvi, non esitate a tornare qui."

Tuttavia, Bennett aveva altre idee, e non sembrava avere in mente di restarsene lì a guardare. "Aspetta un momento, mamma... io vorrei accompagnare Ritchie e Sparky! Non mi va di restare qui fermo a guardare... anche Luna potrebbe essere in pericolo, e tu lo sai!" esclamò con aria ansiosa. Ritchie strinse un po' gli occhi. Era la seconda volta che sentiva quel nome, e non ne sapeva ancora niente. Tuttavia, gli dava l'impressione di essere un tasto un po' dolente... e decise di non chiedere niente, almeno per il momento.

Sierra restò in silenzio per un attimo prima di rispondere al figlio. "Sono preoccupata anch'io per Luna, Bennett." affermò. "Credi forse che io sia una specie di pezzo di ghiaccio? Anche se non è mia figlia naturale, le voglio bene come a te... ma mi rendo conto che anche lei ha il diritto di fare le sue scelte. E Luna non è più una bambina. Ha preso la sua decisione, e noi dobbiamo rispettarla. Non ti preoccupare, Luna è al sicuro... anche lei è un'allenatrice di tutto rispetto, lo sai anche tu."

"Lo so, lo so... non sono mai riuscito a batterla in tutte le volte che ci siamo allenati assieme." affermò il ragazzo con gli occhiali scuotendo la testa. "Ma... ma lo stesso, voglio insistere, mamma! Sapere che Luna è laggiù, da qualche parte, mi riempie di ansia per lei..."

Ritchie e Sparky cominciavano a sentirsi imbarazzati... avevano l'impressione di essere di troppo in una situazione alquanto delicata. Motivo per cui, quando la discussione tra madre e figlio venne interrotta da qualcuno che bussò alla porta della villa, il giovane allenatore di Kanto e il suo starter dovettero ammettere di sentirsi sollevati.

Bennett e Sierra si voltarono stupiti verso la porta d'ingresso, e la ex-modella storse un po' il naso mentre la guardava. "Che strano. Oggi è la seconda visita che riceviamo... non è una cosa che accade molto spesso, di questi tempi. Chi potrà mai essere?" si chiese.

"Immagino... che l'unica cosa da fare sia andare a vedere." rispose Bennett alzando le spalle, prima di fiondarsi verso la porta ed aprirla appena un po', giusto quel tanto che gli bastava per vedere chi ci fosse dall'altro lato della soglia...

Si trattava di una persona che lui non aveva mai visto da quelle parti - un uomo sulla cinquantina d'anni con i capelli bianchi un po' lunghi e spettinati, vestito in maniera molto sobria con un'impermeabile beige che nascondeva quasi tutta la sua figura, lasciando intravedere soltanto i suoi pantaloni marroni scuri e le sue scarpe nere. L'unica decorazione che Bennett poteva vedere su di lui era una catenina d'argento portata al collo, alla quale era appeso un piccolo talismano anch'esso argentato la cui forma ricordava vagamente una ruota con quattro raggi che si dipartivano dal centro. Il volto dell'uomo mostrava già i suoi anni, con delle rughe abbastanza prominenti sulla fronte, e la sua espressione calma e seria dava ancora di più l'idea di un uomo di grande esperienza. La cosa più sorprendente, però, erano gli occhi: le iridi erano bianche, facendo chiaramente vedere le pupille nere e dandogli un aspetto al tempo stesso inquietante e magnetico. Se non fosse statoper quei puntini neri che quasi splendevano nelle sue orbite, Ritchie avrebbe pensato che quell'uomo fosse cieco.

Perplesso, il giovane studioso di Pokemon Coleottero aprì un po' di più la porta, in modo che anche Ritchie, Sparky e Sierra potessero vedere di chi si trattava... e il nuovo arrivato alzò una mano, tenendo il pollice, l'indice e il medio alzati in segno di pace.

"Prosperitas, Pax, Obsequium. Che la benedizione del Sommo Arceus sia su questa casa." esordì. La sua voce era calma, controllata e al tempo stesso decisa... Ritchie riusciva a sentire in essa una forte convinzione e una grande abilità di persuasione. Il giovane allenatore si rese subito conto che quell'uomo, chiunque egli fosse, doveva essere davvero una persona eccezionale, e la sua semplice presenza lo metteva un po' in soggezione. "Il mio nome è Padre Elias... e sono soltanto un umile servitore del Sommo Arceus, il creatore di tutto ciò che esiste."

"Oh... benvenuto, padre." disse Sierra, invitando l'uomo ad accomodarsi nella sua villa. Con un cenno di ringraziamento, Elias entrò in casa non appena Bennett gli aprì la porta, e rivolse un breve sorriso alla proprietaria. "Prego... si accomodi. Non credevo di ricevere la visita di un sacerdote, tanto più di uno di così alto rango. In cosa posso esserle utile?"

Ritchie rimase un po' sorpreso alla notizia. "Quell'uomo è un religioso di alto rango?" chiese a Bennett, immaginando che il ragazzo con gli occhiali ne sapesse di più, cosa che in effetti si rivelò vera.

"Certamente. Non lo conosci? Al momento è il sommo sacerdote di Arceus nella Chiesa d'Alfa, un gruppo religioso che sta facendo un certo numero di proseliti, in questa zona di Reborn." rispose Bennett. "Al momento, le loro attività sono state ristrette alla zona nord-ovest del nostro paese, ma se adesso una persona come Padre Elias è qui, significa che hanno tutta l'intenzione di espandere la loro influenza."

"E chissà, potrebbe essere una buona cosa. Con il Team Meteora che ci fiata sul collo, quello di cui abbiamo bisogno è davvero un po' di preghiere..." aggiunse nei suoi pensieri.

"Vedo che lei non ama troppo le discussioni prolungate, miss Sierra, e in tutta onestà, nemmeno io ne vedo l'utilità. Perciò, verrò subito al punto." disse Elias, sorridendo affabilmente. Tuttavia, Ritchie riusciva a sentire un timbro vagamente minaccioso nella sua voce... o era soltanto la sua immaginazione che galoppava? "Sono venuto qui per ritrovare mia figlia."

Sierra corrugò la fronte, ma non riuscì a dire nulla prima che Bennett, senza riflettere troppo a lungo sulla situazione, la anticipasse. "Sua... sua figlia, reverendo padre? Non... non starà parlando di Luna, per caso?" esclamò il ragazzo con gli occhiali. Ritchie e Sparky avevano già sentito quel nome abbastanza volte da capire che doveva essere in qualche modo importante...

"Bennett!" esclamò Sierra sorpresa. "Non mi sembra il caso di interrompere padre elias, forse non aveva ancora finito di dire quello che doveva..."

"No, no, miss Sierra, apprezzo molto l'interessamento di suo figlio..." si affrettò a giustificarlo il sacerdote di Arceus, guardando speranzoso verso Bennett. "Quindi, ragazzo mio, tu conosci Luna. E' una buona notizia... Luna è una ragazza che ha smarrito la luce del Sommo Arceus. Ora lei cammina su una strada che si inoltra nelle tenebre, e proprio per questo, ha voltato le spalle anche a me. Mi ha disconosciuto come padre, ed è scappata. Ora sono qui per ritrovarla."

"Ehm... non vorrei sembrare importuno, e mi rendo conto che non sono esattamente affari miei..." si pronunciò Ritchie. "Tuttavia, non capisco che stia succedendo. Potrei per favore chiedere quale sia la situazione... e magari, se volete dirmelo, chi è Luna?"

Sierra sospirò e si sedette sul divano. Sembrava che per lei fosse una questione molto personale. "Mi sembra giusto che anche tu lo sappia, Ritchie. Luna è, o forse farei meglio a dire era, mia figlia adottiva. Un giorno, non molto tempo fa, è apparsa sulla porta di casa mia e di Bennett... e ha detto che io ero sua madre. E, per inciso, io sono sicura al cento per cento che non è così. Ho avuto un solo figlio, e si tratta di Bennett, qui presente."

Bennett annuì senza dire nulla, e Sierra alzò lo sguardo verso il soffitto, perdendosi per qualche secondo degli ipnotici giochi di luce che si rifrangevano sui cristalli di un costoso lampadario appeso al soffitto. "Tuttavia, non potevo neanche mandarla via." continuò l'aspirante Capopalestra di tipo Ghiaccio. "E poi, era una brava ragazza, e cercava di dare una mano in tutti i modi che le erano possibili, ma... non potevo certo continuare a giocare alla mamma con lei per sempre. E poco tempo fa, Luna se n'è andata, di nuovo. Quindi... adesso non è qui. Immagino che dovessi aspettarmelo... prima o poi, tutto tende a sfuggirmi dalle mani... E comunque, non avevo la minima idea di come cercare i suoi veri genitori. Non avevo una traccia, un indizio, nulla. E adesso... Padre Elias viene qui e mi dice che Luna è sua figlia. Mi dispiace, padre... ma temo che lei sia arrivato un po' troppo tardi. Se solo sapessi dov'è andata Luna, glielo direi ben volentieri. Bennett... sei proprio sicuro che Luna non ti abbia detto niente, prima di andarsene, quel giorno?"

Bennett sembrò cadere dalle nuvole. "C-cosa? Ehm... no, voglio dire... no, non ha detto niente neanche a me... mi dispiace, Padre Elias, mi piacerebbe poterla aiutare più di così..." rispose. Ritchie e Sparky ascoltavano quello che veniva detto, con l'imbarazzo di due estranei che si trovavano per caso ad assistere ad una questione privata che si dipanava all'improvviso di fronte a loro.

"Capisco." rispose Padre Elias, senza scomporsi. "Non le nascondo, miss Sierra, che sono un po' deluso. Ho fatto un viaggio piuttosto lungo per arrivare fin qui, e mi dispiace non essere riuscito ad incontrarmi con mia figlia. So che è una richiesta un po' audace, da parte mia... ma potrei chiederle la cortesia di ospitarmi qui per un paio di giorni, in modo che io possa riposarmi un po'? Purtroppo, sono ormai piuttosto lontani gli anni della mia gioventù."

Sierra sembrò contenta della richiesta. "Non è un problema, Padre Elias. Anzi... le confesso che un po' speravo che lei me lo chiedesse. Questa grande casa a volte mi sembra vuota..." rispose. "In effetti, penso che lei sia arrivato qui in un momento un po' particolare."

"E' così?" chiese Elias, non sembrando particolarmente sorpreso dalla notizia. "E come mai sarebbe un momento particolare, di grazia?"

Questa era una domanda a cui Ritchie era perfettamente in grado di rispondere, e fu sollevato all'idea di poter rispondere alla domanda del sacerdote e non sentirsi più un estraneo. "Appena qualche minuto fa, Padre Elias... è successo qualcosa di strano qui a Zirconia." spiegò il giovane allenatore di Kanto. "Alcuni oggetti, in particolare mobili, libri ed altri accessori, sono spariti di colpo dalle abitazioni, per riapparire in posti dove non sarebbero dovuti essere. E' durato solo pochi secondi, ma... sono stati più che sufficienti per creare scompiglio e panico in città."

"Questa è una cosa di cui non ero al corrente." rispose Elias, dicendo di sì con la testa. Anche adesso, non dava l'impressione di essere sorpreso di quello che aveva sentito. "Ma... immagino che sia un messaggio da parte del nostro signore, il Sommo Arceus. Egli è arrabbiato per i peccati degli uomini, e ci sta dando dei segnali, in modo che noi ci pentiamo della nostra malvagità, e torniamo sulla retta via. Chi ha orecchie per intendere, intenda."

Sierra non era mai stata una persona troppo religiosa, e non era esattamente convinta che quello che diceva Padre Elias fosse la verità, ma non era tanto imprudente da contraddirlo. Si limitò a tenersi per sè il suo scetticismo, e a riportare l'attenzione di tutti sul problema. "Beh... è una teoria che potrebbe avere il suo peso, Padre Elias..." affermò la ex-modella. "Comunque, è un problema che va risolto. La nostra città è sempre stata tranquilla e pacifica, e anche il Team Meteora si è raramente spinto fin qui... perciò, come aspirante Capopalestra, è mia responsabilità fare in modo che questa situazione ritorni alla normalità quanto prima. E temo che avrò bisogno anche del suo aiuto per farlo, Padre Elias."

"Mi sembra giusto. Farò del mio meglio per dare una mano." affermò Elias, dando un'occhiata a Bennett. Il ragazzo con gli occhiali appariva nervoso, per qualche motivo... e il sacerdote di Arceus si ripromise di parlare con lui, più tardi. Aveva l'impressione che quel giovanotto occhialuto dall'aria un po' ridicola si sarebbe rivelato molto più importante di quanto potesse sembrare. E anche quel ragazzino con quel Pikachu così particolare. Aveva l'impressione che entrambi loro fossero stati toccati dalla luce di Arceus, e sperava di avere presto un'occasione per verificarlo di persona...

 

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Il cammino di Saphira e del suo gruppo non era certo stato dei più semplici, e non lo sarebbe stato neanche se avessero dovuto portarsi dietro Anna, che era troppo debole per camminare da sola. Le condizioni della bambina dai capelli neri si erano fatte rapidamente preoccupanti, e la febbre era salita nel giro di poche ore. Avevano bisogno di fermarsi e di far riposare un po' Anna, in quelle condizioni non sarebbero mai riusciti a raggiungere il rifugio in tempo.

Per fortuna, Saphira conosceva abbastanza bene le vie del sottosuolo di Reborn. Sotto la guida esperta della leader della resistenza, il gruppetto di amici era riuscito a sbucare nei pressi della cittadina di Zirconia, nel bel mezzo delle verdi montagne a nord-est di Reborn City, un luogo ancora abbastanza incontaminato dove l'influenza corruttrice del Team Meteora ancora non si faceva sentire più di tanto. Saphira era in testa alla piccola squadra mentre quest'ultima emergeva dalle caverne che avevano percordo, portando una semicosciente Anna in spalla. I tunnel sotterranei erano finalmente sfociati in una foresta dall'aspetto lussureggiante che contrastava in maniera quasi spaventosa con il degrado e l'inquinamento della claustrofobica metropoli, ed era interrotta qua e là soltanto da quelli che sembravano essere tratti di binario, lasciati qua e là sul terreno da chissà quale progetto abbandonato...

"Okay, ci siamo... da qui non dovrebbe volerci più di tanto per arrivare finalmente a Zirconia." affermò la domatrice di draghi, spostando un po' il peso di Anna in modo che la bambina fosse in una posizione più comoda. Noel camminava vicino a Saphira, preoccupato com'era per la salute della gemella. "Resisti, piccola Anna, tra non molto saremo tra mura amiche."

"Grazie... Saphira..." mormorò la bambina con i codini. "Nostra... si sente davvero... poco bene..."

"Non è Nostra quella per cui siamo preoccupati, Anna." affermò Noel. "Non ti sforzare, potresti peggiorare le cose e basta."

"Ehm... s-so che forse non è proprio... il momento giusto per chiederlo... ma come mai ci sono tutti quei... quei tratti di binario per terra?" chiese Laura, evitando per un pelo di inciampare in un binario che emergeva un po' troppo dal terreno. Sentendo un fruscio alla sua sinistra, la seconda delle sorelle Belrose si girò di scatto, giusto in tempo per vedere un Weepinbell e un Sunflora (un Pokemon simile ad un girasole con il viso sorridente e un paio di corte gambe che usava per spostarsi da un luogo all'altro) che si nascondevano rapidamente tra le fitte fronde di un grande oleandro.

"Dev'essere stato un altro progetto di espansione di Reborn City... che è andato com'è andato, come puoi vedere." rispose Pietro aggiustandosi un po' una frangia che gli stava cadendo sulla fronte. "So che c'è una tratta che, a partire dalla Stazione Peridoto... o meglio, la ex-stazione Peridoto... arriva fino al Deserto Tormalina, nella zona più a nord di Reborn. Evidentemente, questi binari abbandonati che vediamo qui sono il segno che la rete ferroviaria avrebbe dovuto estenders anche qui. Ma con quello che è accaduto a Reborn nei tempi più recenti, il progetto è stato abbandonato."

"Capisco..." affermò Julia, guardando con un misto di rabbia e delusione i binari mai completati. "Ma penseremo più tardi anche a queste cose. Per adesso... la cosa più importante è raggiungere Zirconia e trovare una medicina per Anna."

"E' Nostra... quella che si sente... male..." provò ad insistere la bambina più piccola.

"See, come no. Smettila di dire idiozie... anzi, visto che ti trovi, chiudi quella bocca. Ci stai già rallentando abbastanza." la zittì Fern.

"Non tanto quanto ci rallenti tu con le tue cretinate, quindi chiudi quella ciabatta." lo rimbeccò Charlotte, guadagnandosi un ghigno sprezzante da parte del ragazzo dai capelli verdi.

Gli altri decisero di non intromettersi, per non rischiarre di causare un lite che avrebbe avuto effetti ancora più negativi, e Laura mise la mano sulla fronte di Anna per controllare la febbre. Poi, rimise a posto il peluche di Jirachi tra le braccia della sua padroncina mentre il gruppo continuava la sua strada verso Zirconia, addentrandosi nei sentieri della foresta.

"Questa... è la Foresta di Crisolia. E' la più grande area verde di tutto Reborn." spiegò Laura, fermandosi per un attimo ad ammirare la vegetazione lussureggiante - non era la crescita incontrollata e cancerosa che il PULSE-Tangrowth aveva provocato nei quartieri periferici di Reborn City; questa era la natura esattamente come doveva essere, quasi mai toccata dalla mano dell'uomo, un ambiente ideale per animali e Pokemon. "La... la biodiveristà da queste parti è davvero incredibile. Sembra quasi... che... che questo posto sia stato del tutto ignorato dal Team Meteora..."

"Lo sai che non durerà per sempre, sorellona." affermò Charlotte. La ragazzina con i codini spostò un ramo che le stava oscurando la visuale e diede una rapida occhiata al percorso davanti a loro. "Il Team Meteora arriverà anche qui. Loro corrompono tutto quello che toccano, e quello che non possono corrompere, lo distruggono. Hanno sempre fatto così..."

"Se volete la mia, almeno loro hanno un'idea di cosa fare. Noi, invece... cosa stiamo facendo, oltre che girare in tondo?" affermò Fern con fare insofferente. "Adesso andiamo a Zirconia, e troviamo una medicina per la mocciosa, e poi?"

"E poi andiamo al rifugio delle nostre sorelline Belrose, no?" rispose prontamente Julia. "E da lì, pensiamo alla nostra prossima mossa! E' vero, non abbiamo pianificato molto più in là di così, ma sai come si dice... che nessun piano regge all'incontro col nemico. Per adesso facciamo così, poi si vedrà."

"Il Team Meteora è imprevedibile. E' difficile immaginare quale sarà la loro prossima mossa, soprattutto ora che li abbiamo messi in difficoltà." continuò Saphira, inerpicandosi sopra una collinetta bassa con Anna (e la bambola Nostra) ancora sulle spalle. Quello che vide dalla cima di quell'altura le diede una nuova carica di speranza - il lungo sentiero che avevano percorso nella foresta stava per finire, e la città di Zirconia era lì a pochi minuti di cammino. "Se non altro... ho buone notizie. Da qui riesco a vedere le prime case di Zirconia. Quello sarà un rifugio sicuro, almeno per adesso."

"Ottimo. Dirigersi verso destinazione con massima priorità." rispose Florinia.

"Speriamo che... da queste parti si trovi qualche medicina che possa aiutare Anna..." mormorò Laura, seguendo il resto del gruppo accanto alle sue sorelle. Per un attimo, ebbe l'impressione di vedere qualcosa tra i rami degli alberi che li osservava con fare sospetto... ma nel momento in cui guardò in quella direzione, il Pokemon, qualunque esso fosse, se n'era già andato. A quel punto, non c'era molto altro da fare se non continuare sulla strada per Zirconia, e sperare in buone notizie...

 

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Appena una decina di minuti dopo, il gruppo di Saphira era arrivato a Zirconia... e la leader della resistenza dovette ammettere, con suo grande rammarico, che sperava che la situazione fosse più calma, da quelle parti. Invece, quella che si trovava davanti era una città che era stata investita da un'ondata di caos e paura dalla quale non si era ancora ripresa - se gli oggetti più disparati, abbandonati in giro lungo le stradine sterrate, nei giardini, e addirittura sui tetti delle case erano un'indicazione affidabile. La popolazione di Zirconia era a sua volta dispersa per le strade, a guardare gli oggetti in disordine o a cercare di riportarli alle loro case, e qualcuno stava anche cominciando a litigare - alcuni non riuscivano a mettersi d'accordo se un oggetto scomparso fosse dell'uno o dell'altro.

"Ma... ma cosa è successo da queste parti?" esclamò Charlotte. "Voglio dire, un po' di buon vecchio caos non dispiace neanche a me, ma qui... sembra che le leggi della fisica si siano prese una vacanza! Che accidenti ci fa un albero sul tetto di una casa?"

"Che cosa? Charlotte, dove lo vedi tu un..." cominciò a dire Pietro... un attimo prima che Noel richiamasse la sua attenzione tirandole il vestito ed indicando la sommità di un piccolo condominio, sul cui tetto si trovava in effetti l'albero che era scomparso sotto gli occhi di Ritchie! "Un... un albero...? Oh, santo cielo... con questa... credo proprio di averle viste tutte!" esclamò il giovane rockettaro, con un grosso gocciolone di sudore che gli scendeva dalla nuca.

"Analisi impossibile. Dati insufficienti." fu la risposta di Florinia. L'esperta di Pokemon Erba si stava guardando anche lei attorno, senza mostrare il minimo cenno di sorpresa - del resto, a quel punto, erano tutti abituati al fatto che Florinia non esprimesse alcuna emozione. "Evento non contenuto nella memoria di questa unità."

"Nemmeno io mi ricordo l'ultima volta che un dannatissimo albero è cresciuto in cima ad un edificio, sorellina. Non faccio per dire." affermò con sarcasmo Fern. "Ma che accidenti è successo, in questa specie di città? La chiamerei città se non fosse un buco nascosto nella foresta..."

"Una cosa assurda... inconcepibile!" esclamò un abitante di Zirconia che stava riportando a casa il suo televisore, accompagnato dal suo Growlithe. "All'improvviso, i nostri oggetti, i nostri mobili... hanno cominciato a sparire dalle case, e sono riapparse da tutt'altra parte! Non sappiamo ancora il perchè sia successo... e abbiamo paura che possa ripetersi! Non... non vi consigliamo di stare qui, stranieri!"

"Questa città è stregata! E' meglio se ce ne andiamo tutti via, al più presto!" fu la volta di una donna che stava mettendo in uno zaino tutti i libri che le erano stati portati via da casa da quell'evento inspiegabile. "E se siete furbi, stranieri, ve ne andrete anche voi!"

"Stregata? Bah, tutte fandonie!" replicò Charlotte, cominciando già ad avere qualche sospetto su chi fosse stato a causa tutto ciò. "Io sento già puzza di Team Meteora. Può essere che sia arrivato fin qui, no?"

"Non sapevo che quella gentaglia fosse già arrivata a Zirconia... ma avevo sentito parlare della Chiesa d'Alfa, e potrebbero avere qualcosa a che fare con tutto questo." disse Saphira. "Finora, non abbiamo trovato nessun legame tra loro, e il Team Meteora, ma questo non significa che non possano essercene..."

"Sa... Saphira..." mormorò la voce di Anna. La bambina era debole e un po' confusa dalla febbre, ma riusciva ancora a restare cosciente, e mentre il piccolo Noel si precipitava al suo fianco per dirle di non sforzarsi, alzò la testa e disse la sua. "Chiedi... chiedi all'uomo santo... lui... sa la risposta..."

"L'uomo santo? Di chi stai parlando, piccola Anna?" chiese Pietro... ma la bambina non riuscì ad aggiungere altro, prima di ricadere con la testa sulla schiena di Saphira, respirando affannosamente.

"Anna!" esclamò Noel. Il ragazzino mise una mano sulla spalla della sorella gemella e la scosse un po' per cercare di farla restare cosciente. "Anna, non ti sforzare! Adesso devi cercare di conservare le forze!"

Diversi dei presenti rivolsero la loro attenzione alla bambina che Saphira portava in spalla, e si mostrarono preoccupati per lei. "Oh? Questa bambina... non si sente bene?" chiese un ragazzo, lasciando in secondo piano le sue preoccupazioni su ciò che era successo alla città. "Ha la febbre alta..."

"Sì... sì, stavamo viaggiando verso nord... quando mia sorella si è ammalata di colpo..." affermò Noel, annuendo rapidamente al giovanotto che aveva mostrato preoccupazione per la sorella gemella. "Non si sente per niente bene... e ha bisogno di un posto dove riposare tranquillmente... e di una medicina, se c'è..."

"Cosa sta succedendo, da queste parti?" la voce calda ed autorevole di Padre Elias si fece sentire sopra il brusio della folla ancora confusa, e il sacerdote arrivò, accompagnato da Bennett, Sierra e da Ritchie e Sparky. In segno di deferenza e rispetto, la folla si spostò per permettere a Padre Elias di avvicinarsi.

"Era da un po' che non arrivavano così tanti stranieri qui a Zirconia." affermò Sierra, dando una rapida occhiata al gruppo, i cui membri salutarono uno alla volta. "Ma vedo che non si tratta di visitatori qualsiasi. Era da molto che non ci si vedeva, Saphira, amica mia. E vedo che con te ci sono anche Laura... e Charlotte."

"Fin troppo, Sierra." disse Saphira con un sorriso un po' triste. Con delicatezza, affidò Anna a Padre Elias, che la mise distesa su un improvvisato giaciglio dato da un materasso che era stato teletrasportato fuori da una casa e ad un lato della strada d'ingresso. "E... sì, adesso siamo finalmente riuscite a tirare fuori Charlotte da quella orrida prigione che il dottore osa chiamare orfanotrofio."

"E' stata una storia... molto rocambolesca, miss Sierra! Ma ve la racconteremo non appena avremo il tempo! Per adesso... beh, abbiamo questa nostra piccola amica che ha bisogno di aiuto. Oh, e vedo che anche qui ci sono dei nuovi arrivati." disse Charlotte, notando Ritchie e Sparky. "Piacere di conoscerti, piccolo! Non sei di queste parti, vero?"

"No, a dire la verità no. Il mio nome è Ritchie, e sono un allenatore di Pokemon... e lui è Sparky, il mio Pikachu!" si presentò il giovane allenatore. "Veniamo da Kanto, diciamo che siamo qui per... motivi che adesso non sto qui a spiegare. E' una storia piuttosto lunga..."

"Avremo il tempo di ascoltare tutto più avanti." affermò Laura, tendendo una mano verso il ragazzo. "Il mio nome è Laura Belrose... e loro sono le mie sorelle, Saphira e Charlotte. Saphira è il capo della resistenza contro il Team Meteora, l'organizzazione criminale che tiene Reborn sotto il giogo della tirannia."

"Pikachu!" rispose Sparky con un cenno della testa, volendo dire che avevano già avuto a che fare con il Team Meteora e i loro piani. Ritchie prese in braccio il suo Pikachu e lo accarezzò sulla testa, rivolgendo un sorriso al gruppo di Saphira.

"Sì, Sparky dice la verità. Anche noi abbiamo dovuto affrontare il Team Meteora in alcune occasioni." rispose Ritchie. "Finora non ci hanno dato troppi problemi, ma... non credo proprio che abbiamo visto il meglio di quello che possono fare."

"Beh, se sei nemico del Team Meteora, sei nostro amico." affermò Saphira, senza fare troppi giri di parole. "E se volessi unirti alle resistenza, per noi sarebbe un grande aiuto. Ovviamente, vogliamo lasciare a te la scelta."
Sparky alzò le spalle, immaginando che a quel punto il Team Meteora li avesse già messi nel mirino. "Pika pika, pikachu. Pika?" squittì, voltandosi verso il suo allenatore, che rispose facendo un cenno affermativo con la testa.

"Già... penso che comunque il Team Meteora non ci lascerà in pace, a questo punto. E non è mai stata mia abitudine abbandonare chi è in difficoltà." rispose Ritchie. "Siete tutti qui, voi della Resistenza, o c'è qualcun altro?"

"Beh, per fortuna... non siamo tutti qui." rispose Julia, riavviandosi un po' i lunghi capelli smeraldini. "Le nostre piccole amiche, Heather e Shelly, si stanno allenando per conto loro, e c'è un altro gruppo che è andato ad allenarsi al Monastero Apofillide. Tra loro c'è un'allenatrice di Hoenn che ci ha dato una marcia in più nella nostra battaglia con il Team Meteora... e anche i suoi amici sono stati di grande aiuto."

"Ci fa piacere saperlo... Va bene, cercherò anch'io di darvi una mano, quanto più possibile... e vedrò di scoprire qualcosa di più anch'io sugli strani fatti che si sono verificati qui a Zirconia" affermò Sierra, con grande sollievo di molti dei suoi concittadini, che esclamarono delle frasi di incoraggiamento e di congratulazioni. La ex-modella riportò poi la sua attenzione ad Anna, che era stata distesa su un materasso, ed era in quel momento seguita da Elias e da Noel. "La vostra piccola amica, come sta?"

"Ha bisogno di una medicina un po' particolare. Ma, per fortuna, sono convinto che in una città come questa la si possa trovare abbastanza facilmente." rispose Padre Elias, passando un panno umido sulla fronte di Anna, la cui respirazione si era fatta meno affannosa. "Per adesso, credo che a cosa migliore da fare sia lasciarla riposare in un luogo tranquillo, mentre cerchiamo la medicina di cui parlo."

"D'accordo, padre Elias..." affermò Bennett, voltandosi poi verso la madre. "Mamma... possiamo usare una delle nostre camere per gli ospiti, vero?"

Sierra annuì rapidamente. "Certamente. Prego, portate la piccola alla mia villa. Mentre voi cercate la medicina, io farò in modo che venga curata nel modo migliore." affermò.

Un raro sorriso apparve sul volto pallido di Noel, e mentre Laura prendeva in braccio Anna per portarla alla villa di Sierra, il ragazzino fece un cenno con la testa e ringraziò sentitamente. "Le... le sono debitore, miss Sierra." affermò il giovanissimo allenatore. "Farò... tutto quello che è in mio potere per ricambiare la sua generosità."

"Non ti preoccupare di questo, Noel... e per ora, andiamo anche noi alla villa di miss Sierra." propose Ritchie, cercando nel contempo di mettere un po' di ordine nella sua testa. C'erano molte cose da fare... ma per adesso, la più urgente era senz'altro trovare la medicina per Anna.

Fern sospirò, ritenendo tutto questo una colossale perdita di tempo. Ancora una volta, aveva la conferma che quel branco di stupidi non avevano nè un piano nè una direzione... e queste persone speravano di salvare Reborn?

Ma salvarlo da cosa, poi?

Mentre osservava Pietro che cercava di rimettere a posto un po' di oggetti teletrasportati all'esterno delle case... sua sorella che cercava di analizzare la situazione... e tutti gli altri che si prodigavano per aiutare gli abitanti di quella città, senza pensare e senza avere un piano preciso... Fern si convinceva sempre di più che restare in quel gruppo di aspiranti eroi significava gettare le perle ai porci...
 

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Nel frattempo, a Reborn City, in quello che una volta era stato il nascondiglio della Resistenza, Amaria e il gruppo di Vera si erano fermati per un attimo, giusto il tempo di mangiare qualcosa, equipaggiarsi un po' per il lungo viaggio, e ritirare dal nascondiglio le due Chiavi che erano rimaste nascoste da quelle parti, in modo da tenerle al sicuro dal Team Meteora.

E in quel momento, Amaria aveva recuperato il suo prezioso Braccialezaffiro, e stava consegnando l'Anellorubino a Drew, che lo accettò con un cenno della testa. "Ecco. Questo è l'anello della piccola Heather. So che è un favore piuttosto importante, questo che vi sto chiedendo... ma vi devo chiedere di portarlo ad Heather, e di tenerlo fuori dalle grinfie del Team Meteora fino a quel momento."

"Va bene, Amaria... tu non vieni con noi?" chiese il ragazzino dai capelli verdi, ricevendo il prezioso anello dalle mani dell'allenatrice di Pokemon d'Acqua, e mettendolo in una tasca interna della sua giacchetta. "Da come ci hai fatto questa richiesta, devo dedurre che hai intenzione di recarti da tutt'altra parte rispetto a noi."

"Come mai, miss Amaria? Dove vorrebbe andare?" chiese Ortilla, toccando nervosamente la Collanasmeraldo che portava al collo.

"Altaria..." mormorò Alty con un cenno del suo lungo collo.

Amaria guardò verso il soffitto, perdendosi per un attimo nei suoi pensieri. "Esatto, non verrò con voi... voi continuate sulla vostra strada e raggiungete Saphira e gli altri." affermò. "Io porterò con me il Braccialezaffiro in modo che il Team Meteora non possa trovare tutti e tre gli artefatti, nella peggiore delle ipotesi. So già dove andare - a casa di Titania, dove sono sicura che assieme a lei potrò proteggere meglio questo prezioso artefatto."

"Titania?" chiese Vera, interessata a quel nome che si sentiva spesso, ma che fino a quel momento era rimasto poco più che un semplice nome. "Abbiamo sentito molto parlare di lei, e a quanto ne sappiamo, è una persona forte ed affidabile. Ma... sei sicura di riuscire a raggiungerla da sola?"

Amaria sorrise, e Vera fu sicura di vedere un lieve rossore sulle guance della sua compagna. "State tranquilli. Conosco un percorso sicuro per raggiungere il rifugio di Tania." affermò. "Finchè il Braccialezaffiro sarà con me e lei, il Team Meteora non riuscirà mai a raggiungerlo. E poi... se riesco ad attirarmi dietro un po' di scagnozzi del Team Meteora, quelli non vi andranno dietro, no?"

"Beh..." Max non sembrava troppo convinto, ma rispettò la decisione di Amaria e decise di non metterci il becco. "Quand'è così, noi ti auguriamo buona fortuna. E speriamo che tu riesca a raggiungere il rifugio di Titania senza intoppi."

"Noi faremo del nostro meglio per raggiungere Saphira e gli altri." rispose Hitomi. La bambina dai capelli rossicci sembrava essersi più o meno ripresa dal'altalena emotiva che era stata la sua visita al Monastero Apofillide, ed era tornata al suo normale modo di fare calmo e controllato, ma Vera e Drew avevano l'impressione che adesso ci fosse un po' più di emozione nella sua voce. "Lo dobbiamo alla sensei Kiki. E anche a Vittoria e Cal."

"Sì, capisco..." rispose Amaria, facendosi un po' più cupa. Il pensiero che delle persone si fossero sacrificate per permettere loro di intralciare i piani del Team Meteora le faceva capire, una volta di più, quanto la loro situazione fosse precaria per la resistenza.

"Siamo riusciti a sferrare qualche colpo... ma i nostri nemici sono ancora molto più forti di noi. Non dobbiamo abbassare la guardia... e al tempo stesso, non dobbiamo farci prendere dalla disperazione." riflettè tra sè, prima di essere richiamata alla realtà dalla voce di Cain.

"Va bene, Amaria cara... allora per adesso, le nostre strade si dividono. Mi raccomando... quando vedi Titania, mandale un bacio anche da parte mia!" commentò il ragazzo dai capelli viola, per poi fare il gesto di inviare un bacio con due dita di una mano.

Amaria ridacchiò imbarazzata. "Forse è meglio che non glieo dica così... sai com'e fatta Tania, potrebbe offendersi!" affermò. "E quando Tania si offende... beh, sai che le sue arrabbiature sono leggendarie!"

"Non so se devo essere incuriosito o spaventato..." affermò Max con una breve risata. "Se non altro, sappiamo cosa fare. Va bene, Amaria. Ci muoveremo il prima possibile, e raggiungeremo Saphira e gli altri."

"Buona fortuna anche a te... e a presto." rispose Vera, scambiandosi una stretta di mano con Amaria. L'attraente allenatrice di Pokemon d'Acqua ricambiò il gesto, offrendo alla bambina castana e ai suoi compagni i suoi migliori auguri. "Spero che ci rivedremo presto... e per allora, avremo fatto qualche passo avanti. Avremo danneggiato ancora il Team Meteora... e Blaziken ed io avremo forse compreso come sbloccare la Mega Evoluzione."

"So che ce la farete." rispose con convinzione Amaria. "Buona fortuna, a tutti voi."  
                   

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Un capitolo in cui non è successo molto... ma ciò che è successo è stato importante! Abbiamo conosciuto Sierra, suo figlio Bennett... e soprattutto, il misterioso Padre Elias, che sicuramente avrà un ruolo molto importante più avanti. Non so voi, ma a me questa Chiesa d'Alfa non convince granchè.
 

Il gruppo di Saphira è arrivato a Zirconia, e forse potranno dare una mano a risolvere il misterioso degli oggetti scomparsi. Sicuramente il nostro Ritchie non mancherà di dare una mano. Ma per adesso, la priorità è trovare una medicina per la malattia di Anna... e il gruppo di Vera dovrà raggiungere Zirconia a loro volta, possibilmente senza incappare nel Team Meteora.
 

Come andrà a finire? Al prossimo capitolo, e a presto!
 

 

  
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